Un docu-film continua la corsa all'Oscar 2021. La pellicola di Gianfranco Rosi è l'unica opera italiana in lizza
L'unico film italiano in corsa per l'Oscar 2021 è Notturno di Gianfranco Rosi: abbandoniamo il sogno di vedere Sophia Loren sul palco con la rinomata statuetta oro tra le mani…
Certo, anche solo per un istante, tutti noi abbiamo provato un brivido vedendo accostato il nome di Sophia Loren agli Oscar 2021. Il film che la vede protagonista, La vita davanti a sé, diretto dal figlio Edoardo Ponti, era in lizza per rappresentare il cinema italiano agli Academy. Tra gli altri titoli, anche il Pinocchio di Matteo Garrone, ormai riconosciuto regista di fama internazionale. Ma alla fine è stato selezionato Notturno, il nuovo straordinario e intenso documentario di Gianfranco Rosi. E la soddisfazione è doppia, come la nomination: oltre a portare simbolicamente la bandiera tricolore per il Miglior Film Straniero, il film è infatti in gara anche come Miglior Documentario.
Non è la prima volta per Rosi: nel 2017 anche il suo Fuocoammare
– vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino – aveva ricevuto la
stessa candidatura (con il plauso, pubblico, di Meryl Streep). “Sono felicissimo – ha dichiarato il regista pochi giorni fa all’ANSA, appena ricevuta la notizia - cinque
Paesi hanno scelto un documentario come opera proposta per la selezione
della nomination all'Oscar per il miglior film straniero e questa è una
cosa fondamentale: il documentario non è più un tabù”.
Sacrosante parole. Soprattutto se pronunciate da colui che, in questo
genere cinematografico, è ormai un Maestro (ricordiamo anche i suoi
altri documentari: Below sea level, 2008, Miglior Film nella sezione “Orizzonti” alla 65esima Mostra di Venezia; El sicario – Room 164, 2010, premio Fipresci alla 67esima Mostra di Venezia; Sacro GRA, 2013, Leone d’Oro alla 70esima Mostra di Venezia). Quale storia può essere più forte della realtà?
Una realtà che Rosi ha inquadrato per tre anni, in Medio Oriente, lungo i
confini che separano Iraq, Kurdistan, Siria e Libano. Confini che
separano la vita dall’inferno. Luoghi devastati dalla tragedia continua
di guerre civili. Scontri, violenze e distruzioni che squarciano
l’anima. Sono profonde ed inguaribili ferite. L’occhio del regista non
riprende la guerra, ma il quotidiano delle persone che, in qualche modo,
reagiscono al conflitto. Sciiti, alauiti, sunniti, yazidi, curdi.
Persone separate da limiti territoriali che stimolano l’odio e la
vendetta. Vivono da una parte o dall’altra, o perché vi sono nati o
perché vi sono costretti dall’esilio. Ma hanno una cosa in comune: sono tutte vittime della guerra. Un conflitto che Rosi non indaga nelle ragioni ma nelle sue terribili ed indelebili conseguenze.
Eccola. È questa la vera protagonista di Notturno: la forza vitale delle persone. Rosi canta questa vitalità, raccontando la normalità che resiste alla guerra. La Luce dell’Essere Umano, che ancora vuole – pretende – un futuro in cui proiettarsi. In questo senso, questa opera trascende persino il genere del documentario. Usando le parole del regista, “la realtà filmata diventa più vera del reale. La persona diventa personaggio. Il racconto diventa cinema”. Qui, a parlarci è la Vita. Vera, vissuta, incontenibile.
fonte: Di Giacomo Aricò www.vogue.it
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