È
scomparsa ieri, dopo una lunga malattia, Sara Bencini, nota gioielliera
e simbolo della Dolce Vita dell’Oltrarno. Creatrice di gioielli
appariscenti e dal gusto orientale, oltreché nel suo piccolo laboratorio
di via Maggio aveva lavorato per nomi importanti della moda e dello
spettacolo: dalle collaborazioni con Luis Vuitton, Gucci, LuisaviaRoma,
ai Maneskin come testimonial, mentre due anni fa aveva abbassato la
serranda della bottega per trasferirsi in India e disegnare le
collezioni di gioielli di Shazè.
Lo scorso anno, la scoperta del cancro l’aveva riportata da Mumbay nella sua Firenze. I funerali si terranno lunedì 27 alle 18 nella basilica di Santo Spirito.
E lei aveva trasformato la battaglia contro
la malattia in uno spettacolo scherzoso: nessun timore a parlare della
parrucca, biondissima come i suoi veri capelli, entrava e usciva da
Careggi armata di selfie stick e vestita come per andare a ballare,
immortalando tutto della sua Odissea medica sempre col sorriso sulle
labbra. Senza dimenticare, mai, «lo stile»: «Il cancro non è una buona
scusa per essere noiose», disse una volta.
Qualche mese fa sembrava aver vinto la sua battaglia. Poi nelle settimane scorse, la ricaduta. Se n’è andata ieri, a 51 anni, un’età cui accennava sempre con vaghezza, fiera com’era di apparire molto più giovane. Per l’Oltrarno la sua morte è un trauma. Sara Bencini era la legittima regina della Dolce Vita di Santo Spirito, delle notti al Disagio.. Nei giorni scorsi, era stata immortalata su un murale dall’amico e pittore Giambaccio, con tanto di riferimenti all’amata India. Bella, irriverente, fiera della sua femminilità, femminista mai arrabbiata, di quelle che il rispetto non si chiede, si prende.
Per molti, con i suoi capelli biondissimi, gli abiti vistosi e un’autorevolezza naturale, era una fata turchina dei tempi moderni: ma ai suoi tanti Pinocchio non ha mai raccomandato di esser buoni, al contrario ha ricordato che non c’è ragione di vergognarsi di essere sulla cattiva strada. Memorabile un suo post sui social, contro chi faceva la morale alle due statunitensi che avevano denunciato per stupro due carabinieri: «Volevo dire a voi che avete tanto da puntare il dito su due americanine briache di vent’anni e che adesso fate le mammine e le mogliettine sante, che io certe notti vi ho visto parecchio messe peggio. Occhio, eh, che tiro fuori anche le foto. Su carta Kodak».
fonte: © RIPRODUZIONE RISERVATA di Giulio Gori https://corrierefiorentino.corriere.it
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