domenica 5 dicembre 2021

Scala, a pochi giorni dal Macbeth, stato di agitazione in solidarietà al Corpo di ballo: "Ballerini e mimi arruolati all'esterno è aggravio di costi"

I lavoratori della Scala proclamano lo stato di agitazione in solidarietà al Corpo di ballo a pochi giorni dal Macbeth di Giuseppe Verdi che aprirà la stagione lirica del Piermarini il prossimo 7 dicembre. 

 

Motivo della protesta la decisione del teatro definita "inspiegabile"  di ricorrere a personale esterno circa 18-20 mimi/ballerini, per la "pantomima" del terzo atto del capolavoro verdiano, "escludendo il Corpo di Ballo con un notevole aggravio di costi per il teatro".

Si tratta dei mimi voluti dal regista dell'opera Davide Livermore che saranno tra i protagonisti della sua messa in scena in chiave contemporanea dell'opera. Sale la tensione anche tra i ballerini scaligeri e il direttore del ballo Manuel Legris. A poche settimane  dalla prima rappresentazione de La Bayadère con la storica coreografia di Rudolf Nureyev, che inaugurerà la stagione del balletto il prossimo 14 dicembre.

In un comunicato firmato dalle segreterie di Slc Cgil, Fiestel Cisl e Uilcom Uil e Fistal Cisal e dalle rappresentanze sindacali della Scala si legge che "In riferimento alle decisioni assunte dal Direttore del Corpo di Ballo di non riconoscere il ruolo di étoile e i conseguenti avanzamenti di ruolo nel classico e storico allestimento "La Bayadère", nonostante sia previsto dall'art 99 e dall'art 100 del contratto unico Teatro alla Scala, prendono atto anche della non disponibilità del direttore ad un confronto con i delegati e con il Corpo di Ballo".

Ecco perché i lavoratori riuniti in assemblea hanno deciso di aprire lo stato di agitazione. E di fare proprie le determinazioni dei lavoratori e dei delegati del Corpo di Ballo "con riserva di assumere tutte le iniziative che si rendessero necessarie".

Non è la prima volta che le danze del terzo atto di Macbeth sono protagoniste di una polemica. In occasione dell'apertura della stagione d'opera e balletto 1975/76  con il capolavoro di Verdi, diretto allora da Claudio Abbado il balletto del terzo atto fu cancellato, non per questioni sindacali, ma per volontà di Giorgio Strehler che firmava la regia dello spettacolo.   

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