Quattro candidati alle elezioni locali del 30 marzo scorso in diversi comuni della Turchia hanno firmato un Protocollo Gay Friendly Municipale, preparato dalla SPOD (Social Policies, Gender Identity and Sexual Orientation Studies Association.
I quattro candidati, eletti, si sono impegnati a stringere in tempi celeri delle alleanze con le organizzazioni LGBT per combattere le discriminazioni.
La maggioranza dei turchi nasconde ancora il proprio orientamento sessuale.
Uno studio effettuato dall’Università di Ankara ha rivelato che la maggior parte degli uomini omosessuali crede che la religione vieti loro di vivere liberamente il proprio orientamento sessuale.
Il 44%, addirittura, vive nell’angoscia di essere punito dal cielo per la propria condizione di omosessuale.
L’omosessualità è legale in Turchia da moltissimi anni (sin da metà ’800, uno dei primi Paesi a muoversi in questa direzione), ma fino a poco tempo fa continuava a essere un tabù sociale. Ora la situazione sta cambiando: i giovani, soprattutto nelle grandi metropoli, sono sempre più “occidentalizzati” e Istanbul, che stando ai sondaggi arriverà nel 2016 a essere la città europea più visitata (superando nientemeno che Londra), non può certo farsi trovare impreparata.
fonte http://www.justnews.it/ da yuri benaglio
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