martedì 4 marzo 2014

L’Europarlamento chiede più tutela per i gay. I deputati chiedono più diritti della comunità Lgbt

L’Europarlamento chiede ai 28 stati membri dell’UE un maggior impegno a tutela della comunità LGBT, con proposte di modifiche alla legislazione nazionale. L’appello è arrivato con l’approvazione della Relazione sui diritti fondamentali nell’Unione Europea; un atto non vincolante, che però ha scatenato l’ostilità dei conservatori del Ppe, che hanno provato a cancellare i riferimenti alla maggior tutela per gay e trans.

TUTELE PER IL MONDO LGBT
L’Europarlamento ha approvato la relazione sui diritti fondamentali dell’Unione Europea, un documento in cui sono elencati in più di 100 punti i miglioramenti che gli stati membri dovrebbero apportare per un’applicazione di questa parte di diritto comunitario.
Tra i numerosi miglioramenti richiesti ci sono anche maggiori tutele per la comunità Lgbt del Vecchio Continente; tra le altre cose la relazione chiede agli stati di assicurare la libera circolazione delle coppie omosessuali e delle loro famiglie all’interno dell’Unione Europea.
Al punto numero 40 si chiede una tutela per i profughi che appertengono alla comunità Lgbt, con «l’applicazione della recente sentenza della Corte di giustizia in cui si afferma che i richiedenti asilo LGBT possono costituire un gruppo sociale particolare, i cui membri sono suscettibili di essere perseguitati a causa del loro orientamento sessuale, e che l’esistenza di una pena detentiva nel paese di origine per atti omosessuali può costituire una atto di persecuzione».

DISCRIMINAZIONE VERSO TRANS
Nel rapporto approvato all’Europarlamento, al punto numero 33 della relazione, «si rammarica che le procedure di riconoscimento giuridico del genere per le persone transgender includano ancora la sterilizzazione obbligatoria in 14 Stati membri; invita gli Stati membri a rivedere tali procedure affinché rispettino pienamente il diritto alla dignità e all’integrità fisica delle persone transgender; si congratula con la Commissione per il suo impegno a lavorare insieme all’Organizzazione mondiale della sanità per depennare i disturbi dell’identità di genere dall’elenco dei disturbi mentali e comportamentali e garantire una riclassificazione non patologizzante nei negoziati sull’11a versione della classificazione internazionale delle malattie (ICD-11)». In metà dei 28 stati membri dell’UE è prevista la sterilizzazione obbligatoria per chi cambia sesso, un’evidente discriminazione a cui si chiede di porre rimedio.

POPOLARI CONTRO

L’integruppo dell’Europarlamento della comunità Lgbt ha dichiarato la propria indignazione per un emendamento del Partito popolare europeo che chiedeva di annacquare il testo della risoluzione, proprio sui punti relativi ai diritti di gay e transgender.
Il Ppe, che ha il maggior gruppo all’interno dell’Europarlamento, ha provato a cancellare i riferimenti alla maggior tutela dei diritti della comunità Lgbt, ovvero la libera circolazione delle coppie Lgbt e delle loro famiglie, i diritti dei transgener oppure quelli relativi ai profughi di orientamento Lgbt.
L’emendamento proposto dai popolari è però finito in minoranza, grazie al voto comune di forze laiche, liberali, e di sinistra. La relazione approvata è comunque solo una raccomandazione dell’Europarlamento, e non ha valore vincolante per gli stati membri.
La Commissione europea potrebbe introdurre alcuni di questi punti, ma vista la probabile ostilità del Consiglio, che rappresenta i governi dei paesi Ue, le chance di successo sono davvero minime.

NUOVA TUTELA
La relazione è un atto dell’Europarlamento non vincolante, ma i deputati si sono posti un obiettivo per far si che il rispetto dei diritti fondamentali sia assicurato con maggior efficacia all’interno dell’UE.
La richiesta è per l’adozione di un nuovo meccanismo di Copenaghen, che vigili con maggior efficacia sul rispetto dei diritti fondamentali all’interno dell’UE, tramite un rafforzamento dell’attività di tutte le istituzioni comunitarie.
I criteri di Copenaghen sono tre criteri stabiliti nel 1993 che sono richiesti ad ogni stato che vuole aderire all’Unione Europea; il loro rispetto è garantito dal procedimento previsto dall’articolo 7 del Tue, un meccanismo particolarmente macchinoso e poco efficace.
Fu utilizzato contro l’Austria quando Haider arrivò al governo, con un successo davvero modesto. Per l’Europarlamento ogni stato deve garantire l’essenza fondamentale dell’UE, ovvero essere prima di ogni cosa una comunità di valori.
Questi valori si riflettono nei diritti fondamentali, che secondo l’europarlamentare austriaca Ulrike Lunacek devono essere assicurati da ogni stato membro per non perdere la credibilità verso l’esterno.
fonte http://www.giornalettismo.com di Dario Ferri

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