L'attore rompe un tabù nazionale e critica i Giochi olimpici: «Sono stati la dimostrazione di quanto lo sport, come lo showbiz, sia ancora decisamente omofonico».
Al Festival della letteratura di Cheltenham, Rupert Everett è salito sul palco per presentare la sua autobiografia, Vanished Years (gli anni scomparsi).
La notizia è che a un certo punto ha fatto una cosa che in Gran Bretagna non aveva ancora fatto nessuno: ha attaccato le Olimpiadi, tema ormai sacro tra gli inglesi.
«Sono state la dimostrazione di quanto lo sport, esattamente come lo showbiz, sia ancora decisamente omofobico. E poi mi spiegate perché a portare la torcia c'era chiunque - casalinghe, soldati, impiegati, ex atleti - ma non un omosessuale?».
Così in Gran Bretagna è scoppiato un dibattito.
Everett già nel 1989 raccontò di essere gay. Scelta coraggiosa perché l'Inghilterra di quegli anni aveva appena promulgato una legge che sostanzialmente vietava di parlare del tema apertamente. Negli anni successivi aveva poi spiegato che quelle dichiarazioni avevano danneggiato la sua carriera.
«Hollywood vuole solo coppie etero». Una battaglia di principio che il mese scorso ha subito un curioso incidente di percorso a causa di una discussa intervista. «Non riesco a pensare a qualcosa di peggio di un bambino cresciuto da due padri. Un bambino ha bisogno di un padre e una madre. In questo sono d'accordo con Sara, mia mamma».
fonte http://www.globalist.it
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