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I capolavori della grande danzatrice e coreografa americana nuovamente in scena
Potrebbe sembrare una compagnia museo la Martha Graham Dance Company, fondata negli anni '20, unica custode dei 181 titoli della sacerdotessa della modern dance.
Invece i capolavori dell'indomita danzatrice e coreografa americana scomparsa un ventennio fa, quasi centenaria non potrebbero essere più attuali.
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A dispetto o forse proprio grazie alle eroine arcaiche che ne sono protagoniste: tragiche figure della mitologia greca, coraggiose pioniere dell'America di frontiera, sante martiri dell'agiografia cristiana, poetesse inquiete oppresse dal puritanesimo.
Tutte a giganteggiare, con la loro femminilità volitiva e ammaliatrice, su uomini relegati a comparse, del mito e della storia. La psicanalisi di Freud reinterpretata da una danzatrice, figlia ripudiata di un padre psichiatra.
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E poi scultori e musicisti d'avanguardia chiamati a ideare set stilizzati e partiture vigorose, per un repertorio che è anche un campionario dell'arte del Novecento.
Intanto la Tecnica Graham, basata sull'espressività fisica del corpo, resta alle radici della danza contemporanea. E dopo aver formato tanti divi della vecchia Hollywood (Bette Davis, Gregory Peck, Liza Minnelli), continua ad essere fra i training prediletti da star e celebrity di oggi, a partire da Madonna.
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Quattro le date dedicate al pubblico italiano: il 24 ottobre è stata a Spoleto (Teatro Nuovo), il 26 e il 27 a Trieste (Teatro Rossetti) e il 29 a Siena (Teatro dei Rinnovati).
fonte www.vogue.it Valentina Bonelli
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