In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all’alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi. La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole.
Ma, almeno agli occhi di Torigai Jūtarō, vecchio investigatore dall’aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken’ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? E perché poi se n’è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov’era intanto lei, l’amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita.
Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano
delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un
intuito fuori del comune. Perché chi ha ordito quella gelida,
impeccabile macchinazione è una mente diabolica, capace di capovolgere
la realtà. Non solo: è un genio nella gestione del tempo.
Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi
di treni – un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di
minuti –, Matsumoto ha firmato un’indagine impossibile, ma anche un
libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone.
IN COPERTINA
Michiko Jinuma, ventenne studentessa di moda, ritratta da Werner Bischof (Tokyo, 1951).
©werner bischof/magnum/contrasto
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