Netflix riporta Ripley sullo schermo ed è un vero noir - RIPRODUZIONE RISERVATA |
È difficile immaginare una trasposizione dei romanzi di Patricia Highsmith all'altezza di quel triangolo ingannevole messo in scena da Matt Damon, Jude Law e Gwyneth Paltrow.
Eppure, Ripley, la serie in bianco e nero in arrivo su Netflix il 4 aprile, riesce nell'impresa.
"Già mentre leggevo le sceneggiature, nella mia testa vedevo tutto in bianco e nero", ammette Clayton Townsend, uno dei produttori americani che insieme a Searchlight e all'italiano Enzo Sisti stanno dietro il progetto.
"Io, Steve (Zaillian, regista e scrittore degli otto episodi) e il direttore della fotografia Robert Elswit (premio oscar per Il Petroliere di Paul Thomas Anderson) non abbiamo mai vacillato sull'idea di Steve di girare in bianco e nero - prosegue la nota -. In questo modo, chi guarda si ritrova immediatamente nell'Italia di inizio anni '60 e nell'umore di un noir".
L'attore britannico Andrew Scott (Fleabag, Sherlock e, sul grande schermo, Estranei), interpreta il protagonista Tom Ripley, un abile e ambizioso truffatore, che viene assunto da un ricco industriale newyorchese per andare in Italia e riportare a casa suo figlio. Tom accetta e per lui comincia una spirale di inganni, frodi e omicidi.
Johnny Flynn (Lovesick, Emma o Stardust, dove ha interpretato David Bowie) interpreta Dickie Greenleaf, il ricco fannullone che Ripley sta cercando di riportare dal padre a New York, mentre Dakota Fanning (The Equalizer, The First Lady) è Marge Sherwood, l'affascinante ragazza di Dickie, la prima a sospettare che sotto l'affabilità di Tom si nascondano motivi più oscuri. Nel cast anche gli attori italiani Maurizio Lombardi e Margherita Buy.
Tutti gli episodi sono diretti e scritti da Steven Zaillian, sceneggiatore di Gangs of New York e The Irishman di Martin Scorsese; premio Oscar per Schindler's List e creatore della miniserie giudiziaria "The Night Of - Cos'è successo quella notte?", con John Turturro e Riz Ahmed. La storia si sviluppa tra Roma, Costiera Amalfitana, Capri, Napoli, Anzio, Palermo e Venezia. "Nel complesso, l'esperienza delle riprese in Italia è stata incredibilmente gratificante. Il talento degli attori, degli artigiani e dei tecnici è di altissimo livello", dice all'ANSA Townsend, che ha lavorato con Oliver Stone su Nato il quattro luglio, JFK, Natural born killers e più recentemente sulla saga di Fast and Furious e di The Equalizer. "Abbiamo girato in Italia 164 giorni sui 178 di lavorazione totali. Nei restanti 7 eravamo a New York. Abbiamo avuto bisogno di tante location per ricreare i vari ambienti dove si svolge la storia.
È stato un lavoro meticoloso per il team guidato dal direttore artistico David Gropman, ma ne è valsa la pena", aggiunge il produttore.
fonte: LOS ANGELES di Lucia Magi RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati
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