Una straordinaria Kristen Stewart, candidata agli Oscar come miglior attrice protagonista, veste i panni della Principessa del Galles nel biopic ambientato nel dicembre del 1993, l'ultimo Natale che Diana Spencer trascorse insieme al Principe Carlo
Una favola tratta da una tragedia vera. Di questo parla Spencer,
presentato in concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia ( LO SPECIALE).
Un film fatto della materia di cui sono fatti i sogni. E pure gli
incubi. Certo, la pellicola parte dalla realtà, perché come insegna il
principe Amleto “ci sono più cose in cielo e in terra,
Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia”. Ma a
differenza della celeberrima opera di William Shakespeare, questa volta
la protagonista è una principessa, nello specifico del Galles. E il
marcio non è in Danimarca, ma a Sandringham House, la residenza di
campagna della casa reale inglese situata nella contea di Norfolk. La
pellicola, infatti, narra miscelando realtà e finzione le giornate del
24, 25 e 26 dicembre del 1993, ovvero il momento in cui Lady Diana
Spencer decise di divorziare dal principe Carlo..
Kristen Stewart una perfetta Lady Diana Spencer
Spencer è una sorta di One-Woman-Show. Tutto ciò che vediamo sullo
schermo viene filtrato dallo sguardo dolente di Lady D. Una donna sola.
Una moglie tradita. Una principessa triste. Sin dalle prime immagini del
film, la macchina da presa documenta le peregrinazioni di un’anima che
si è perduta e che non si sa più chi sia. E Kristen Stewart risulta
assolutamente credibile in un ruolo niente affatto semplice (guarda l'intervista).
L’attrice americana diverte ed emoziona quando dialoga con il fantasma
di Anna Bolena, regina d’Inghilterra a cui Enrico VIII fece tagliare la
testa, insomma, una sorta, di doppelganger di Lady D. Con equilibrio e
partecipazione l’ Ex “Bella” della saga di Twilight mette in scena la
bulimia e i disturbi alimentari di cui soffriva Lady D. Ed è altrettanto
convincente nei rarissimi momenti di felicità trascorsi con Harry e
William.
Kristen Stewart , grazie a questa interpretazione è stata apprezzata dal pubblico e dalla critica di tutto il mondo , Una performance e che le ha consegnato la prima nomination agli Academy Award (LO SPECIALE OSCAR) come migliore attrice protagonista, oltre alle candidature al Golden Globe, ai Bafta e ai Critics’ Choice Awards. “Durante le riprese lei mi faceva paura - ricorda Larraín - non perché somigliasse smaccatamente a Diana, ma perché era una creatura pura, innocente, totalmente immersa nel suo personaggio, ad un livello emotivo così profondo da raggiungere una verità al tempo stesso splendida e spaventosa
Lady D Spencer, una vita per nulla da Favola
La scelta azzeccata di Pablo Larrain, che già con il biopic Jackie aveva rappresentato una personalità femminile determinante del 20° secolo, è quella di trasfigurare la residenza di Sandringham in una prigione e nemmeno troppo dorata. Lo Chef e la sua brigata, impegnati nei menù natalizi non sono molto diversi dai militari durante le grandi Manovre. Una schidionata di orari da rispettare, abiti da indossare, rituali da seguire trasformano le giornate di festa in un inferno di campagna. In fondo, Diana Spencer è simile ai fagiani a cui i reali inglesi danno la caccia. Una specie di selvaggina di passo, impallinata da balzane cerimonie, occhiute domestiche, foto di famiglia e parenti assai serpenti. Si muore di freddo in quella dimora per nulla festosa. E si muore dentro, magari rimettendo l’anima in bagno. Non esiste futuro in questo mondo obnubilato dalle etichette, ma solo un presente identico al passato. E alla fine, per una regina inglese la sola cosa importante è la faccia che avrai stampata sulla banconota. Sei solo una valuta, per di più con una vita davvero svalutata.
Spencer, una principessa alla ricerca di se stessa
Quindi, non è una favola a lieto la fine la vita di una futura sovrana. La bellezza è solo un indumento. E quello che devi fare è rimanere immobile e sorridere, come se ti trovassi in un campo di mine. Sicché alla fine, Diana Spencer trova aiuto nei ricordi di infanzia, nello spaventapasseri agghindato con la giacca di suo padre. A volte i dettagli più insignificanti sparigliano le carte e ti rendono la libertà. Se Guglielmo fu definito il conquistatore ed Elisabetta la Vergine, Lady Diana verrà chiamata la pazza o la sconvolta. Eppure, bastano l’amore, uno shock e una risata per aprire le tende, affacciarsi al mondo. L’importante è buttare alle ortiche la collana di perle, identica a quella che il principe Carlo ha regalato alla sua amante. Liberarsi del collare da slave, del giogo e annegare i dispiaceri in una bibita gasata e nel pollo fritto di un Fast Food. Spencer è l’elogio della classe media, di chi va a vedere i miserabili e il Fantasma dell’opera. Perché l’importante per una principessa è tornare a casa, non è importante che sia una reggia. Ciò che conta è che tu, tra quelle pareti, possa essere finalmente te stessa.
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