Il Governo Conte punta anche sull’istruzione dei giornalisti per evitare di cadere nella trappola della discriminazione LGBT ed etnico-sessuale.
Palazzo Chigi, infatti, tramite il Dipartimento per le Pari opportunità ha approvato dei corsi di formazione riservati ai cronisti. L’obiettivo è quello di aiutare gli operatori a utilizzare i termini consoni senza (incidentalmente) discriminare e offendere.
Inclusa anche la discriminazione LGBT
Se si parla di termini specifici per non discriminare, non si possono ignorare gli errori commessi dai media ad esempio quando si parla delle persone transgender. E soprattutto del caos tra pronomi maschili e femminili. Per questo motivo, parte integrante dei corsi riguarderanno anche la discriminazione LGBT. In particolare, si occuperanno della “sensibilizzazione, il contrasto e la prevenzione di fenomeni discriminatori nei confronti delle persone LGBT“.
L’associazione Gaynet ha previsto tre seminari sulle tematiche sulla discriminazione LGBT, di genere, sui diritti umani. Si porrà attenzione sul linguaggio specifica da utilizzare in tutti i casi, focalizzandosi non solo sulla terminologia, ma anche per non basarsi solamente sugli stereotipi non più validi.
Si terranno due convegni in particolare sulla transessualità anche in occasione della decima edizione di “Divergenti Festival Internazionale di Cinema Trans” dal 19 al 28 novembre a Bologna.
I primi corsi di formazione previsti
Con la stipulazione di due contratti per un totale di 78.000 euro, Palazzo Chigi ha incaricato l’associazione “Carta di Roma” per portare avanti il primo pacchetto di corsi. Naturalmente, non riguarderà solo la discriminazione LGBT. Come riporta Il Tempo, punterà:
- Corso sull’uso non discriminatorio delle parole nell’ambito dell’informazione, della correttezza dell’informazione, dei principi deontologici in materia di discriminazione, razzismo, xenofobia e tutela delle minoranze.
- Seminario di formazione a carattere laboratoriale sulle modalità di raccolta e definizione dei dati sulle discriminazioni in ambito etnico-razziale.
- Contributo all’interno dell’VIII Rapporto annuale dell’associazione relativo alla rappresentazione mediatica del fenomeno migratorio e dei suoi protagonisti con un focus specifico sul tema delle seconde generazioni e del loro ruolo all’interno dei mass media tradizionali e non.
Il Tempo: Il governo “in confusione” vuole “rieducare” i giornalisti
Il Tempo, parlando della notizia, non sembra però capire quanto sia irrispettoso parlare al maschile di una donna trans, oppure parlare di bacio gay (e non semplicemente “bacio”), come capitato alcune settimane fa, come gesto che ha scatenato un’aggressione omofoba. Non si rende conto, quindi, del disagio che prova una persona nell’essere definita in modo sbagliato: questa è la discriminazione LGBT dei media.
Ma per il quotidiano, si tratta solo della decisione di un un “governo in confusione”, con il premier Conte che vuole “rieducare” i giornalisti. Ma si definiscono corsi di formazione proprio perché aggiornano i professionisti su un determinato tema. Come può essere appunto la discriminazione, ed evitare così di contribuire a stereotipi, disinformazione ed errori.
fonte: di www.gay.it
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