“Dedicato ai cattivi, che poi cosi cattivi non sono mai”. Così cantava Loredana Berté nel 1979. Una canzone, scritta da Ivano Fossati, che probabilmente Crudelia potrebbe canticchiare durante le sue performance artistiche per le strade della Londra degli anni Settanta.
In questa versione live-action la stilosa ed eccentrica villain, nata dalle pagine del libro di Dodie Smith, è una ragazza balorda, un po’ sballata, che se si guarda allo specchio, da tempo, non si vede più, ma certo non è così cattiva come la disegnava il celebre film d’animazione del 1961. Come già accaduto nei prequel live action de La Bella Addormentata nel Bosco incentrati sull'antagonista della fiaba, Malefica, anche i villain Disney hanno un cuore. Magari diviso in due. Anime scisse, con un lato bianco e uno nero, sulla falsa riga dell’iconica acconciatura sfoggiata da Miss De Mon (o “de Vil”, in originale). Parafrasando Riccardo III: “Il mio regno per un capello”.
Crudelia: tutti i look di Emma Stone
Da Estella a Cruella, Emma Stone si sdoppia
Emma Stone era la prima e l’unica scelta dei produttori del film. Scelta assolutamente condivisibile: solo l’attrice, premio Oscar per La La Land, poteva risultare empatica e credibile nei panni di questa lookcentrica, Dottoressa Jeckyll che in virtù della moda si trasfigura in una svalvolatissima Miss Hyde. D’altronde, già in quel capolavoro che era La Favorita, la star americana aveva mostrato le qualità attoriali per rendere credibile, un personaggio scomodo e, di primo acchito, respingente come la nobildonna Abigail Masham. Sicché in Crudelia, pellicola assolutamente postmoderna (e non poteva essere altrimenti, vista la natura del progetto), Emma centrifuga la sfrontatezza di un Harley Quinn, senza Joker, con la caparbietà della Andy Sach vessata dal Diavolo che veste Prada. Stone è adorabile, sia nei panni della garbata Estella (una sorta di acerba Debbie Harry, talentuosa, ma fragile, forse persino un filo masochista: Videodrome insegna) sia in quelli di Cruella, una riottosa Nina Hagen al cubo, spavalda rivoluzionaria pronta a ghigliottinare gli attempati codini demodé. Ça va sans dire, in entrambi i ruoli, la protagonista è una fervente animalista. La crudeltà è riservata agli esseri umani o presunti tali. Insomma: punk e capo, come si diceva una volta, pure alla guida di una lussuosa “Panther De Ville”.
Il cast di Crudelia: da Joel Fry di Il Trono di Spade a Paul Walter Hauser
Nei live action dei film Disney, le facce sono importanti, parimenti alle radici per la suora di La grande Bellezza. Così tra i sodali di Cruella abbiamo Joel Fry nei panni di Jasper Badun, diventato celebre per il ruolo di Hizdahr zo Lora in il Trono di Spade, l’attore inglese rappresenta una specie di truffaldino grillo parlante, una sorta di punto di riferimento per Cruella nel corso del film: quando lei prende una cattiva strada, lui glielo fa notare. Di contro, Paul Walter Hauser è una sorta di fool shakesperiano, un po’ in carne. Dopo l’ottima performance in Richard Jewell e in Kobra Kai, l’attore è una sorta di cartina di tornasole degli stili e delle mode che hanno attraversato la swinging London, dalle coppole alla Peaky Blinders alle spillette punk rock. Last but not least, John McCrea impersona Artie, brillante, creative e gaio personaggio pronto ad aiutare Cruellla nelle sue scorribande. Una sorta di Ziggy Stardust in pizzo, suede e ombretto, davvero delizioso.
Crudelia: tra musica e location
Crudelia è il primo live action targato Disney ambientato in un luogo autentico e non in uno spazio immaginario. Il film è stato girato negli Shepperton Studios e in diverse location nel centro di Londra e in Regno Unito. Questa patina di realtà, nonostante sia stato, comunque necessario ricorrere al computer graphic, dona alla pellicola un’allure punk, un coté feroce e al tempo stesso morbido, parimenti alla pelle invecchiata di un giubbotto da biker. In questa Londra trasformata in arena, possiamo idealmente immaginare una sfida fra i trasgressivi Vivienne Westwood e Alexander McQueen pronti a confrontarsi con Dior, Balenciaga, Givenchy. In fondo, la pellicola gioca a rimpiattino con il fashion e i suoi stilemi. E lo stesso gioco lo ritroviamo nella superba colonna sonora. Le musiche passano da Doris Day ai Doors per arrivare ai Queen. Senza contare la riuscita Call me Cruella eseguita Da Florence and The Machine. E guardando il film in sala viene in mente l’aforisma di Nietsche: “In virtù della musica, le passioni godono di se stesse”.
Il Ruggito di Crudelia
“Un nuovo giorno offre nuove opportunità. E io ero pronta a lanciare un messaggio. Com'è quella vecchia canzone?... I am woman, hear me roar”. Forse in questa battuta, si cela il senso del film diretto da Craig Gillespie (Tonya), a partire da una sceneggiatura scritta da Dana Fox (L’Isola delle Coppie) e Tony McNamara (candidato all'Oscar® per La Favorita), e da un soggetto firmato da Aline Brosh McKenna (Il Diavolo Veste Prada) e Kelly Marcel (Saving Mr. Banks) & Steve Zissis (The Front Runner – Il Vizio del Potere), basato sul romanzo di Dodie Smith La carica dei 101.
Cruella chiede solo di diventare ciò che è. Il ruggito della protagonista sveglia le assopite coscienze di un mondo al crepuscolo. Il futuro è adesso. Non a caso Cruella lo ha scritto sulla fronte. Però, a differenza del punk, non c’è più il suffisso “no”, davanti alla parola “future”. C’è ancora speranza per Crudelia e i suoi dalmata. Il Nichilismo non abita qui.
fonte: di Paolo Nizza https://tg24.sky.it
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