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domenica 19 novembre 2023

Cronaca> SKY Tg24: Giornata mondiale memoria Transgender, cosa è e quali sono le iniziative in Italia

Il Transgender Day of Remembrance o TDoR è la ricorrenza annuale per commemorare le vittime di transfobia. Si celebra il 20 novembre con eventi in tutto il pianeta. Anche tante città italiane partecipano con marce, fiaccolate e cortei. Ecco il calendario e tutto quello che c’è da sapere  

La Giornata mondiale della memoria transgender (Transgender Day of Remembrance o TDoR) è la ricorrenza annuale per commemorare le vittime di transfobia, l’odio e il pregiudizio contro le persone transgender. Si celebra il 20 novembre e l’iniziativa è nata inizialmente in ricordo di Rita Hester, il cui assassinio nel 1998 diede avvio al progetto web Remembering Our Dead e l’anno dopo portò a una veglia a San Francisco. Da allora l'evento è cresciuto globalmente, con commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo.

I dati

Secondo i dati riportati da Gay.it, le statistiche dell’Associazione Transgenere ACET rivelano una realtà allarmante: nel corso dell’anno 2022, 381 individui hanno subito atti di transfobia a livello globale, cioè più di una vittima ogni giorno nel periodo che va dal 1° ottobre 2021 al 30 settembre 2022. Dall’anno 2008 ad oggi, il numero di decessi di persone trans per cause violente supera i 5mila casi. Nell’ultimo anno si contano 38 vittime. Di queste, il 95% sono donne trans e nell’81% dei casi si tratta di omicidi. A ciò si aggiunge un numero incalcolabile di episodi di transfobia, sia fisica che verbale o psicologica, che la comunità LGBTQIA+ affronta ogni giorno, non sempre riflessi nelle statistiche ufficiali. Secondo quanto segnalato dall’ACET, l’Italia registra una situazione particolarmente grave, posizionandosi come il Paese europeo con il numero più elevato di attacchi motivati dall’odio transfobico.

Le iniziative in Italia

Come ogni anno, sono numerose le iniziative per il Transgender Day of Remembrance in Italia. Alcune si tengono anche nei giorni vicini al 20 novembre (prima o dopo). 

A Milano una marcia si svolge il 19 novembre, alle ore 16.30, da Piazza Duca D’Aosta (Centrale M2). I partecipanti, ognuno con una candela in mano, percorreranno le vie in un silenzioso corteo. 

A Torino la marcia parte alle 16 da piazza Arbarello e si snoderà fino a piazza Carlo Alberto. I partecipanti, con il claim #Autodeterminatə, ribadiranno che sul corpo e sulla vita delle persone trans decidono solo le persone trans. 

A Vercelli, il giorno 20 novembre a partire dalle ore 19:30 si terrà una  manifestazione. A Padova, lunedì 20 novembre, il Liston, sarà testimone della fiaccolata “TDOR: ricordare le esistenze trans*, sognare la libertà trans*“. 

L’appuntamento è fissato per le ore 18:30 davanti a Palazzo Moroni. A Firenze, raduno in Piazza Sant’Ambrogio il 20 novembre, dalle ore 18, ma il via ufficiale sarà alle 18:30. A Perugia, l’appuntamento è in Piazza della Repubblica alle ore 18:30, dove ci si riunirà in un momento di riflessione e ricordo. 

A Roma il 19 novembre, la commemorazione avviene con un evento solenne in Piazza Vittorio Emanuele II, alle ore 17:00, per onorare le vite perse a causa della violenza transfobica accendendo, tutti insieme, una candela bianca. A Bari, la commemorazione si tiene lunedì 20 novembre in Piazza Umberto I, dalle 17. La città di Lecce si unisce alle commemorazioni il 20 novembre, aprendo le porte dei Cantieri Teatrali Koreja alle ore 20:00. A Catania il 20 novembre ci sarà una marcia che partirà da piazza Stesicoro alle 17:30, la prima marcia TdoR mai organizzata in città.

fonte: https://tg24.sky.it

giovedì 7 luglio 2022

Libri: "Barba. Storia di come sono nato due volte" di Alec Trenta

Mi ci aggrapperei alla mia barba. Sarebbe il mio posto sicuro. Nessuno dubiterebbe di me. Nemmeno io. Con la barba sembrerei un ragazzo per forza.

«Prima solitudine e vuoto, vai rubando pezzi di identità altrui. Poi inizi a riconoscerti. In mezzo uno scarto, che avviene anche grazie a libri come questo.»
Pietro Turano

«Sono nato Lisa, ma dentro sono sempre stato Ale. Devo solo darmi il consenso a essere me stesso. Perché alla fine, nei tuoi fondali, lo sai chi sei. Anche se non è facile arrivarci.» Il percorso di Ale è pieno di domande: sarò sempre io? Il mio cane continuerà a riconoscermi? 

Smetterò di essere un paguro sensibile e diventerò una bestia testosteronica? Potrò continuare a ballare le canzoni di Beyoncé? Ma anche di traguardi sorprendenti: dalle reazioni amorevoli della madre al primo incontro con lo psicologo, dai rapporti che cambiano (o no) con gli amici e le amiche al legame speciale con Celeste, di cui si innamora. 

Ale scopre che la vera domanda non è cosa significa essere uomo o cosa significa essere donna, ma cosa significa essere sé stessi.

Alec Trenta racconta “Barba”

Un booktrailer >> QUI 
 
Alec Trenta
Alec Trenta, 23 anni, studia progettazione grafica e comunicazione visiva all’ISIA di Urbino. Questo è il suo primo libro.
 
fonte: www.laterza.it

lunedì 4 luglio 2022

Chiamatemi Tony King, la storia del trapper transgender arriva in tv: una docuserie inclusiva

Il cantante Tony King
 Al centro del racconto i dubbi del cantante sulla propria identità di genere e l’avvento del suo percorso di transizione

 “La vita ti riserva tante sorprese, oggi sei 100, domani sei zero. Non rinunciare ai tuoi sogni”. 

 Parola di Tony King, cantante transgender del Rione Sanità di Napoli, protagonista di “Chiamatemi Tony King“, una docuserie in tre puntate in onda da venerdì 1 luglio su Real Time (ore 21,20) e e disponibile in streaming su Discovery+.

Tony – che ha scelto come nome d’arte King perché voleva “qualcosa che mi definisse come uomo” – è uno dei nomi più interessanti della scena musicale partenopea, e ha scelto di raccontare la sua esperienza in televisione, in un lavoro prodotto da Darallouche e diretto da Giuseppe Carrieri, per “far trovare il coraggio a tante persone di affrontare questo tema senza veli”.

Al centro del racconto i dubbi del trapper – alla nascita Naomi Nicolella – sulla propria identità di genere e l’avvento del suo percorso personale di transizione. “La società ghettizza i più deboli, lasciandoli soli in balia del bullismo, reale e virtuale. Con i miei pezzi voglio dar voce alle migliaia di Naomi che si nascondono e soffrono” sostiene l’artista. E aggiunge: “Vengo dal niente, dal Rione Sanità, ma ho fame di riscatto. La mia serie tv la dedico a me stesso, a chi mi protegge dal cielo e alla mia famiglia”.

Sin da bambino, il ventenne Tony King ha avuto difficoltà ad accettare la sua identità di genere. Il processo – personale e da parte della sua famiglia – è stato lungo e difficile, a causa dei tanti pregiudizi della società. Il cantante ha rivelato la sua identità ai genitori all’età di 14 anni usando come strumenti una lettera (al padre) e un messaggio Facebook (alla madre, a cui avrebbe raccontato inizialmente di essere “fidanzato con un ragazzo che si chiamava Antonio, solo che Antonio ero io”). Il trapper ha deciso di cambiare sesso a 17 anni.

Il cantante Tony King (Instagram)
 Dopo tante difficoltà, oggi Tony è libero di essere chi vuole e di cantarlo a squarciagola. Per Tony, infatti, la musica è sempre stata la valvola di sfogo (in passato ha suonato il violino in un’orchestra sinfonica), lontano dai problemi del suo quartiere, dalle difficoltà ad accettarsi in un corpo che non sentiva suo e da una vita familiare complicata.

 Accanto alle sue canzoni, i suoi interessi principali sono Tik Tok, i tagli alla moda del barbiere Fabiano, gli aperitivi coi suoi fan al Lello Spritz e soprattutto Cloe, la ragazza che ama, la cui famiglia si oppone alla loro relazione. Da questo fatto è scaturita anche “L’ammore è ammore“, il suo singolo/video trap, dedicato all’amore negato, quello delle coppie composte da ragazzi e ragazze transgender.

 Nel docu, ad arricchire la storia del trapper, il gruppo di amici con cui Tony passa le sue giornate: ragazzi liberi da pregiudizi e pieni di sogni e ambizioni, come Simona, Salvo (i suoi amici super fashion) e il suo omonimo Tony che, come il protagonista, vive in un corpo sbagliato (anche lui transgender, ma da uomo a donna). In “Chiamatemi Tony”, il trapper si schiera contro l’omofobia e a favore di chi soffre una condizione sociale e culturale disagiata. La sua è una storia vera piena di musica, di vita di strada, di giovinezza e libertà. A farle da sfondo, la Napoli più struggente, suggestiva  ma soprattutto più vera, nel cuore del Rione Sanità.

fonte: di  Barbara Berti https://luce.lanazione.it

domenica 23 gennaio 2022

Arts & Entertainment: Elliot Page Has an Italian Trans Documentary on the Way

Bruce Glikas/Getty Images
 The transmasculine star is producing Nel Mio Nome, which follows a group of four trans men.

 Elliot Page is executive producing an  Italian documentary titled Nel Mio Nome (“In My Name”) by Nicolò Bassetti, in which the director chronicles the transitions of four trans men, all friends.

 Page was inspired to join the project because he was moved by the way it approaches the complexity of trans identity.

“What stands out to me about Nel Mio Nome is the way it so artfully and intentionally presents all the different pieces that make up a person’s identity,” Page told The Hollywood Reporter. “It’s a meditation on trans humanity, and I’ve never seen another film like it.”

While Bassetti isn’t a trans man himself, he does have a personal connection with the subject, as he explains the film was inspired by his son Matteo’s transition.

“My personal experience as a parent has allowed me, as a director, to find the necessary self-assurance to approach the protagonists of this story, to delve into their emotions, and establish an intimate relationship built on trust and complicity,” Bassetti explained. “I am truly grateful to Elliot for adding his lived perspective to help our film find its way in the world.”

“Knowing that Bassetti consulted closely with his trans son throughout production is so beautiful to me, and I think that lived experience and input is clear in the film’s perspective. I’m honored to be on board and can’t wait for everyone to see it,” added Page.

​​Nel Mio Nome marks the director’s second film, as he previously directed 2018’s Magnificent Fortunes. Page is also no stranger to nonfiction subjects; he starred in and executive produced the documentary series Gaycation in 2016, in addition to having directed and produced There’s Something in the Water in 2019. 

Nel Mio Nome is currently set to premiere at the 2022 Berlin International Film Festival in February. 

source: By Rachel Shatto   www.advocate.com

mercoledì 2 dicembre 2020

Elliot Page, Oscar-nominated star of Umbrella Academy, speaks out about being transgender

“Elliot Page has given us fantastic characters on-screen, and has been an outspoken advocate for all LGBTQ people,” said Nick Adams, GLAAD’s Director of Transgender Media. “He will now be an inspiration to countless trans and non-binary people. All transgender people deserve the chance to be ourselves and to be accepted for who we are. We celebrate the remarkable Elliot Page today.”  ph. Courtesy of Elliot Page

Today, Elliot Page, Oscar-nominated star of Umbrella Academy, spoke out about being transgender and non-binary on Instagram: click >>>  HERE

GLAAD also released a tip sheet for journalists covering the story:

The following style guide provided by GLAAD is designed to help you create respectful and accurate coverage, while avoiding common mistakes and clichés, around Elliot Page’s decision to live publicly as their authentic self. Please read thoroughly and respect the language and terminology guidelines below.

For a more extensive Reference Guide on covering transgender issues, please visit glaad.org/reference/transgender. For additional resources visit glaad.org/transgender. 

  • DO describe people who transition as transgender, and use transgender as an adjective. Elliot Page is a transgender person. DON'T use transgender as a noun: "Elliot Page is a transgender". DON'T use "transgendered." Transgender never needs an extraneous "-ed" at the end. DON’T use "transsexual" or "transvestite."
  • DO describe Elliot Page as a non-binary, transgender person. Both transgender and non-binary are umbrella terms that describe many different types of experiences. In Page's case, it can be used like this: "Elliot Page describes themself as transgender and non-binary, meaning that their gender identity is neither man nor woman."
  • DO refer to Elliot Page's gender identity being non-binary, not his sexual orientation. Gender identity is one's own internal, deeply held sense of one's own gender. Sexual orientation is who one is attracted to. They are not the same thing and should not be conflated or confused.
  • DO refer to them as Elliot Page. DON’T refer to them by their former name. He has changed it, and should be accorded the same respect received by anyone who has changed their name. Since Elliot Page was known to the public by their prior name, it may be necessary initially to say "Elliot Page, formerly known as Ellen Page, …" However, once the public has learned Page's new name, do not continually refer to it in future stories.
  • DO use he/they pronouns when referring to Elliot Page. This means you can use either he/him or they/them pronouns to refer to Elliot. Both pronouns are acceptable. If you need to explain this to your audience, you can include a sentence that says "Elliot Page uses both he/him and they/them pronouns; this story will use he/him when referring to Page."
  • DON'T use she/her pronouns to describe Elliot Page, even when referring to events in their past. Simply use their current name and pronouns. For example, "Elliot Page began their career as a child actor before their breakout performances in Hard Candy and Juno."
  • AVOID the phrase "born a woman" when referring to Page. If it is necessary to describe for your audience what it means to be transgender, consider: "Elliot Page was designated as female on his birth certificate, but is now living as his authentic self."
  • DON'T speculate about medical procedures transgender people may or may not choose to undertake as part of their transition. This is private medical information, and a transgender identity is not dependent on medical procedures. Overemphasizing the medical aspects of a person's transition objectifies transgender people, and prevents the public from seeing the transgender person as a whole person.
  • DON'T imply that someone who discloses that they are transgender was lying or being deceptive because they chose to keep that information private. Transgender people face extremely high rates of family rejection, employment and housing discrimination, and physical violence. Every transgender person has to prepare to face the possible consequences of transitioning to live as their authentic self. That caution does not mean that they were deceptive or lying. It simply means they felt it necessary to keep their authentic self private until they were safely able to disclose it to others.
  • DON'T indulge in superficial critiques of a transgender person's femininity or masculinity. There is no one way to "look" transgender or non-binary. Transgender people can have a range of gender expressions, just like cisgender people. How a person chooses to express their gender through their hair, clothing, make-up, jewelry, etc. is their own personal decision and doesn't change their gender identity. 
  •  source: www.glaad.org

sabato 3 ottobre 2020

Musica > Mel C si dichiara un’ally della comunità trans: «”Girl Power” include tutte le persone»

«Girl Power!»: con questo motto, uno dei più grandi fenomeni pop dello scorso secolo portava un messaggio femminista in tutto il mondo. Parliamo ovviamente delle Spice Girls e della loro dirompente emancipazione con la quale hanno conquistato un posto nel cuore di gran parte delle persone LGBT+ nate negli anni ’80 e non solo. 

Oggi, quando lo scontro tra transfemministe e femministe radicali è più che mai acceso, Mel C ha deciso di mettere in chiaro una cosa: quel motto riguarda tuttə, anche le persone trans.

La Sporty Spice, in un’intervista per NME, non ha esitato a schierarsi dalla parte di chi include le donne trans all’interno del movimento femminista. «Abbiamo sempre detto che Girl Power riguarda l’uguaglianza – ha affermato Mel C – ed è uguaglianza per tutti. Come per Black Lives Matter, si tratta di educazione. Abbiamo paura delle cose che non capiamo ed è da qui che provengono i pregiudizi, quindi sono molto orgogliosa di essere un’alleata della comunità trans».

La popstar inglese ha poi osservato come il genere o il sesso non dovrebbero condizionare il nostro modo di vedere gli altri. 

«La cosa grandiosa che ho imparato lavorando con persone non-binary – ha confidato – è vedere le persone come persone e non come un genere, che è davvero una cosa difficile perché siamo condizionati. Quando guardi qualcuno per la prima volta, pensi: “è un ragazzo bianco alto o una ragazza nera bassa” o qualsiasi altra cosa. Se mettiamo da parte il genere, vogliamo tutti le stesse cose, no?».

Mel C ha anche avuto modo di raccontare la propria esperienza con il gruppo drag Sink the Pink, con le quali lo scorso anno è andata in tour per uno spettacolo unico nel suo genere. «È stato fenomenale – ha affermato – Sapevo che sarebbe stato divertente, ma non avrei mai creduto che mi avrebbe influenzata così tanto. Essere un’alleata della comunità LGBTQ+ è importante e gratificante. Essendo accettata nel loro mondo, ho imparato così tanto sulla loro lotta, e ammiro il coraggio di chi è veramente se stesso, che è sempre stato il messaggio delle Spice Girls».

fonte:     www.neg.zone

domenica 14 giugno 2020

USA: L’amministrazione Trump ha abolito le norme che vietavano di discriminare le persone transgender in ambito sanitario

Venerdì il governo Trump ha ufficializzato un provvedimento che abolisce le tutele esplicite contro la discriminazione delle persone transgender in ambito sanitario, introdotte durante la presidenza Obama.

L’Affordable Care Act (la legge della riforma sanitaria di Obama) proibisce la discriminazione sulla base di «razza, colore, origini, sesso, età o disabilità» in ambito di accesso alle assicurazioni sanitarie. Nel 2016, alla fine della presidenza Obama, era stata introdotta una regola che interpretava il divieto di discriminazione sulla base del sesso per includere le forme di discriminazione sulla base dell’identità di genere.

Il dipartimento per la Salute degli Stati Uniti ha detto venerdì che manterrà le protezioni contro la discriminazione sessuale ma sulla base del «mero significato della parola “sesso” come maschio o femmina, determinati dalla biologia».

Gli attivisti per i diritti delle persone LGBTQ+ dicono che le tutele esplicite contro la discriminazione sulla base dell’identità di genere sono necessarie perché le persone che necessitano di interventi di riassegnazione di genere abbiano accesso alle cure, e per le persone transgender che hanno bisogno di cure mediche per malattie comuni come il diabete o problemi cardiaci.
fonte: photo(Tasos Katopodis/Getty Images)   www.ilpost.it

sabato 13 giugno 2020

U.S. LGBTQ: Trump Administration Revokes Health Care Protections for Transgender People

(WASHINGTON)— The Trump administration Friday finalized a regulation that overturns Obama-era protections for transgender people against sex discrimination in health care.

Photo: TORONTO, ON- JUNE 1 - The Pride flag and Trans flag fly above Nathan Phillips Square to kick off pride month as Toronto and the province of Ontario continue to encourage physical distancing to slow the spread of COVID-19 . June 1, 2020. (Steve Russell/Toronto Star via Getty Images) Toronto Star via Getty Images—bniJinRIHM/G6R1HHpqBcg==

The policy shift, long-sought by the president’s religious and socially conservative supporters, defines gender as a person’s biological sex. The Obama regulation defined gender as a person’s internal sense of being male, female, neither or a combination.

LGBTQ groups say explicit protections are needed for people seeking sex-reassignment treatment, and even for transgender people who need medical care for common conditions such as diabetes or heart problems.

Behind the dispute over legal rights is a medically recognized condition called “gender dysphoria” — discomfort or distress caused by a discrepancy between the gender that a person identifies as and the gender at birth. Consequences can include severe depression. Treatment can range from sex-reassignment surgery and hormones to people changing their outward appearance by adopting a different hairstyle or clothing.

Read more: Donald Trump Campaigned as a President for LGBTQ Americans. But He Keeps Rolling Back Protections for Them

Women’s groups say the new regulations also undermine access to abortion, which is a legal medical procedure.
“No one should fear being turned away by a medical provider because of who they are or the personal health decisions they have made,” said Fatima Goss Graves, president of the National Women’s Law Center, raising the threat of a court challenge.
The ACLU has also said it would sue to overturn the Trump rule.

Under the Obama-era federal rule, a hospital could be required to perform gender-transition procedures such as hysterectomies if the facility provided that kind of treatment for other medical conditions. The rule was meant to carry out the anti-discrimination section of the Affordable Care Act, which bars sex discrimination in health care but does not use the term “gender identity.”

Roger Severino, head of the Health and Human Services Department unit that enforces civil rights laws, has said transgender people continue to be protected by other statutes that bar discrimination in health care on account of race, color, national origin, age, disability and other factors.
For the administration it’s the latest in a series of steps to revoke newly won protections for LGBTQ people in areas ranging from the military to housing and education.

The administration also has moved to restrict military service by transgender men and women, proposed allowing certain homeless shelters to take gender identity into account in offering someone a bed for the night, and concluded in a 2017 Justice Department memo that federal civil rights law does not protect transgender people from discrimination at work.

The proposed new rule would also affect the notices that millions of patients get in multiple languages about their rights to translation services. Such notices often come with insurer “explanation of benefits” forms. The Trump administration says the notice requirement has become a needless burden on health care providers, requiring billions of paper notices to be mailed annually at an estimated five-year cost of $3.2 billion.
source:  By RICARDO ALONSO-ZALDIVAR / AP   https://time.com 

domenica 7 giugno 2020

Musica> Trevi Moran, ex concorrente di X Factor: "Sono una donna transgender"

La giovane ex concorrente del talent show fa il suo annuncio ufficiale in un > video su YouTube intitolato "Coming Out. I am Female"

“Hi. My name is Trevi Moran. I am a transgender femal, it’s a good start. I can’t believe I just said that out loud”: ciao, il mio nome è Trevi Moran e sono una donna trangender, è un buon inizio e quasi non posso credere di averlo detto così ad alta voce". E' con queste semplici parole che la giovane ex concorrente di X Factor ( X Factor 2020, la nuova giuria: l'annuncio di Cattelan) fa il suo annuncio ufficiale in un video su YouTube intititolato "Coming Out. I am Female." 

Si rivolge non solo ai suoi 1.43 milioni di followers di instagram, ma al mondo intero, per gridare forte i suoi sentimenti, il suo stato d'animo, la sua voglia di condividere qualcosa che è per lei profondamente importante. E per essere di aiuto a tutte quelle persone che ancora non hanno ancora trovato il coraggio di uscire allo scoperto. Anche se nel 2020 non dovrebbe essere così, questi temi sono per molti un tabù, qualcosa di cui vergognarsi. Recentemente, prima di Trevi, anche la youtuber olandese Nikkie Tutorials ha rivelato di essere transgender aggiungendo che non c'è alcun bisogno di etichette, tutt'altro.

La ventunenne Trevi Moran in passato aveva dichiarato di essere gay, era il 2015 e lo aveva comunicato sempre attraverso un video postato sui social in cui spiegava di non aver ancora chiara la sua identità. Da quel giorno il suo viaggio è stato duro, ha attraversato diversi crisi, disordini alimentari e momenti di sconforto. Ma oggi la sua vita è cambiata, ha cominciato la transizione ("prendo ormoni da due mesi", racconta nel > video) e può dirsi felice della scelta fatta. Finalmente può diventare quella che è sempre stata, se stessa.
fonte:  https://tg24.sky.it

lunedì 18 maggio 2020

Lgbt: Cosa è l’OSCAD, Osservatorio contro gli atti discriminatori

L'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD) è nato nel 2010, a seguito di un incontro tra l'allora prefetto di polizia Antonio Mangnelli e una delegazione di associazioni LGBT.

L’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD) è nato nel 2010, a seguito di un incontro tra l’allora prefetto di polizia Antonio Mangnelli e una delegazione di associazioni LGBT.

Queste ultime chiedevano un aiuto alle forze di polizia a causa delle numerose aggressioni ai danni di membri della comunità che si stavano verificando molto frequentemente in quel periodo. L’OSCAD è nato da questo appello, a seguito dell’aver preso atto di una situazione di carenza di prevenzione e contrasto rispetto ai reati e crimini di odio.

 

Obiettivi dell’OSCAD

L’obiettivo principale dell’OSCAD è quello di contrastare l’under-reporting, ovvero la mancata denuncia, e favorire l’emersione del fenomeno degli hate crimes.
L’OSCAD ha una email alla quale tutti possono scrivere, dalle istituzioni al mondo associazionismo, dalle vittime di discriminazione ai testimoni di discriminazione.
La peculiarità di questo strumento è che le vittime possono scrivere anche in forma anonima. All’indirizzo oscad@dcpc.interno.it

 

Uno strumento speciale contro le discriminazioni

Nel nostro ordinamento non esiste denuncia in forma anonima e da questo punto di vista L’Oscad è uno strumento speciale. Strumento che vuole affrontare nello specifico le cause che possono portare all’under reporting, spesso dovuto alla paura di denunciare, e alla mancanza di fiducia nelle forze dell’ordine.

Una peruliarità dell’Oscad è che può funzionare da ponte rispetto alle associazioni, raccogliento le segnalazioni di chi si sente vittima di discriminazione e crimini di odio.
Appena l’associazione segnala un hate crimes, l’Oscad può contattare l’ufficio territoriale di competenza. Questo affinché si predisponga un ambimente accogliente per favorire la vittima alla denuncia del fatto.
In quest’ambito è importante che operino agenti di polizia informati sul tema dei crimini di odio contro l’omosessualità e l’identità di genere.
Oscad raccoglie annualmente dati relativi a reati di matrice discriminatoria, etnica, razziale, religiosi, e in base all’orientamento sessuale o identità di genere.

 

Il monitoraggio dei dati

Questi dati vengono elaborati anche dal database ufficiale delle forze di polizia. I dati raccolti da Oscad non hanno copertura normativa quindi non sono ufficiali ma solo statistici. Però permettono di far uscire dal cono d’ombra reati di matrice omotransfobica.
Durante gli anni il percorso di monitoraggio dell’Osservatorio si è affinato, portando ad avere una fotografia sempre più realistica della società. Contribuendo alla consapevolezza e prontezza sul fenomeno volte ad attuare politiche di prevenzione e contrasto sul problema.

Oscad inoltre organizza corsi di formazione e sensibilizzazione per gli operatori di polizia su questo fenomeno. Oltre all’under reporting Oscad vuole contrastare anche il problema dell’under recording.
Ovvero quei casi in cui la polizia non è formata per riconoscere un reato di pregiudizio e quindi non viene registrato come tale.
fonte:  Scritto da Dario Lapenta   www.cinquecolonne.it

venerdì 24 aprile 2020

Lgbt. Sophie Ellis-Bextor dalla parte dei diritti trans: «I miei figli sceglieranno chi sono davvero»

Sophie Ellis-Bextor ha affermato di essere dalla parte delle persone transgender e di volerne difendere a tutti i costi i diritti, zittendo tutte le persone cisgender, nella comunità LGBT+ e non, che pensano che l’identità delle persone trans possa essere oggetto di dibattito.


In un’intervista a The Guardian, la cantante britannica ha affermato che la sua relazione con i fan LGBT+ è davvero preziosa e che ha modellato la sua carriera, fino ad oggi. Tant’è che essi rappresentano un’importante fetta della sua fanbase, oltre ad essere una delle performer più presenti nei Pride del Regno Unito.

«Dopo aver avuto il mio primo figlio – ha spiegato Sophie – non mi sono esibita per un po’ e mi sono ritrovata a fare il mio primo concerto, dopo il parto, al G-A-Y di Londra: penso che quella notte fu davvero importante e cruciale per me. È stato come un muro crollato all’improvviso e ho sentito le mie inibizioni sparire. Da quella volta, ho capito di essere cambiata e di essere diventata una performer diversa da quella che ero stata fino a quel momento».

Nell’intervista, la modella si dimostra molto attenta e ferrata sulle tematiche legate ai diritti delle persone transgender. «Penso che ci troviamo in un momemto storico – afferma la cantante – in cui lo spettro dell’identità di genere è sempre più studiato e compreso e le persone sono sempre più in grado di capire e scegliere come meglio identificarsi».

La Ellis-Bextor poi sottolinea: «Dobbiamo ricordare che ciò che vale per una persona transgender, non sempre vale anche per le altre. Dobbiamo arrivare ad un punto in cui, le loro voci, debbano essere ascoltate. Ma il punto chiave è, soprattutto, fare in modo che le persone trans siano supportate sia dal punto di vista economico che da quello sociale».

IL SUO PROFILO INSTAGRAM  QUI

Infine, parlando dei suoi 5 figli, la cantante di Murder on the Dancefloor afferma di non sentirsi molto preoccupata riguardo alla loro identità di genere. «Voglio solo far capire loro –  spiega Sophie – di poter scegliere chi loro siano davvero. Sono sicura che questo sia il modo in cui, molte persone, la pensino riguardo il crescerei propri figli. I miei figli mi sono stati dati e non posso modellare o modificare nulla di loro. Devo solo cercare di supportarli, amarli e guidarli nella loro vita e nel loro futuro».
fonte: by      www.neg.zone

venerdì 3 aprile 2020

Lgbt: Acquisiti i pieni poteri, Orban vuole abolire alcuni diritti delle persone trans

Storicamente è già accaduto che la paura generata da un’epidemia conducesse ad una limitazione delle libertà individuali per ragioni di sicurezza pubblica – si pensi all’epidemia di Peste in Italia, nel 1358 – ed è possibile oggigiorno osservarne nuovamente l’attuazione in Italia e nel mondo, a causa dell’epidemia di Covid-19.

Tuttavia c’è chi, nel Coronavirus, ha visto soltanto l’occasione per realizzare un disegno già predisposto da tempo. È il caso del primo ministro ungherese Viktor Orban che, in seguito ad un’approvazione del parlamento ungherese, avrà la facoltà di sospendere tutti i trattati europei, controllare la circolazione delle informazioni e violare alcune delle leggi in vigore: insomma una dittatura in piena regola.

Ma cosa accadrà per i diritti civili? Già in tempi non sospetti l’Ungheria aveva dimostrato di non essere incline a tutelare i diritti delle persone LGBT+, con diversi campanelli d’allarme come il ritiro della pubblicità gay-friendly della Coca-Cola, e in queste ore è giunta una conferma in tal senso.
Il vice primo ministro democristiano Zsolt Semjén ha difatti presentato un pacchetto di proposte che vede al suo interno l’abolizione della riassegnazione di genere che costituirebbe una grave restrizione per le persone transgender.

Modificando la legge in vigore dal 2010, la proposta prevede che le registrazioni dei nuovi nati indichino il al loro interno il “sesso alla nascita” – che viene determinato dai medici, e da fattori biologici – e non più il genere, sostenendo che «Dato che è impossibile cambiare completamente il proprio genere biologico (sic!), è necessario stabilire per legge che non può essere modificato neanche nel registro civile».

Poiché tutti i documenti ufficiali, quali carte d’identità, patenti di guida e passaporti sono tratti dal registro civile, la modifica della legge influirebbe anche su questi. Con questa proposta di legge che niente ha a che vedere con l’emergenza sanitaria in atto, l’Ungheria è pronta a registrare un grande passo indietro nei diritti umani.
fonte: by      www.neg.zone

venerdì 18 ottobre 2019

Lgbt. Lana Wachowski Makes Trans History by Directing The Matrix 4

Lana Wachowski, who co-created the Matrix universe with her sister Lilly Wachowski, likely has a worldwide blockbuster on her hands. 

Thankfully, “there’s no turning back” now! Lana Wachowski, who cowrote and directed the original Matrix trilogy with her sister Lilly Wachowski, has confirmed she’s writing and directing the fourth installment in the series, positioning her to make history as the first out transgender director to helm a blockbuster. And stars of the original films, Keanu Reeves (Neo) and Carrie-Ann Moss (Trinity), are on board, according to Variety.
“Many of the ideas Lilly and I explored 20 years ago about our reality are even more relevant now. I’m very happy to have these characters back in my life and grateful for another chance to work with my brilliant friends,” Lana Wachowski said.
The Wachowski siblings, whose first feature was the lesbian neo-noir classic Bound, and who created the beloved Netflix series Sense8, kicked off the original Matrix trilogy in 1999. A touchstone of Science-Fiction film that created a visual style that’s been repeatedly copied since it was released, the Wachowskis followed up The Matrix with the Matrix Reloaded, and Matrix Revolutions (both in 2003). The trilogy earned more than $1.6 billion globally, according to Variety.

“We could not be more excited to be re-entering the Matrix with Lana,” Warner Bros. Picture Group Chairman Toby Emmerich said when the venture was announced on Tuesday. “Lana is a true visionary — a singular and original creative filmmaker — and we are thrilled that she is writing, directing and producing this new chapter in the Matrix universe.”

Since the original films were released both Wachowskis came out as trans: Lana in 2012 and Lilly in 2016. There are several trans directors making inroads in Hollywood (especially in TV) with some having established themselves with strong indie films, including Silas Howard with By Hook or By Crook, Yance Ford from Strong Island, and Rhys Ernt's upcoming Adam. But the fourth installment of The Matrix — with the potential to become a global blockbuster in the vein of the first three — is history in the making for Lana Wachowski.

While the Wachowskis collaborated on the original trilogy, Lana is set to write (along with Aleksandar Hemon and David Mitchell) and direct the fourth installment without her sister. Lilly, who was coming out during Sense8's run, exited the Netflix series after the first season, ceding creative control to her sister for season 2 and the movie that followed. Lilly’s departure from the series marked the first time one of them helmed a project without the other.
Reeves and Moss are back for the new installment but there’s no word as to whether or not Laurence Fishburne will be back for the role of Morpheus.
fonte:  By Tracy E. Gilchrist  www.advocate.com

venerdì 30 maggio 2014

Lgbt USA: Laverne Cox, prima transgender sulla copertina del Time

La donna, nota per un ruolo in una serie Tv, viene presentata come simbolo della «prossima rivoluzione dei diritti civili»

Si chiama Laverne Cox è la prima transgender a finire sulla copertina del Time. La Cox è un'attrice statunitense apparsa prima come concorrente nella prima stagione del reality «Voglio lavorare per Diddy», al fianco di Puff Diddy, e poi diventata nota per il ruolo di Sophia Burset nella serie in onda su Netflix «Black is the new orange».

La donna, che è anche produttore televisiva e vicina al movimento LGBT americano, è stata scelta dal magazine come simbolo della prossima rivoluzione dei diritti civili americani, quella dei transgender: «Un anno dopo la sentenza della Corte Suprema che ha legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso», si legge sul sito di Time, «un altro movimento sociale sfida gli stereotipi radicati nella società».
fonte http://www.vanityfair.it/ foto ©Ap Images

lunedì 22 aprile 2013

Lgbt: Il transgender della porta accanto, transgender o transessuale?


Quando qualcuno ci parla di transgender o transessuali spesso abbiamo un’unica immagine in testa: la prostituzione.

Lo stereotipo vuole che il transessuale (non sia mai si usi l’articolo al femminile, eh?) sia esclusivamente un pervertito, travestito da donna appariscente e volgare che si prostituisce per strada.

Hai pensato anche tu a questo? E’ molto probabile.
Ma per fortuna non è l’unica realtà esistente.

In una puntata della trasmissione "Il Testimone" andata in onda lo scorso 8 aprile,
la iena Pif ha incontrato alcune persone transessuali FtM, donne biologiche che hanno iniziato o vorrebbero iniziare un percorso di transizione per riappropriarsi del loro corpo maschile.

AL LINK LA PUNTATA DI PIF:
http://ondemand.mtv.it/serie-tv/il-testimone/s05/il-testimone-s05e06-pif-persone-transessuali

Siamo più abituati a conoscere e ri-conoscere le trans MtF, sia perchè sono la maggioranza, sia perchè vengono, come abbiamo visto in partenza, associate al degrado, alla prostituzione, all’abuso di sostanze e se ne parla come vittime di aggressioni o violenze.

Eppure, come si può imparare seguendo questo filmato, ci sono transgender assolutamente normali. Niente eccessi, niente antenne, niente colorito verde.
Insomma nessun alieno abita l’appartamento di sotto.
Vivono vite normali, hanno partner normali, fanno un lavoro normale, vestono e mangiano cose normali (almeno spero per loro, insomma…niente di diverso da quello che fai tu nella tua di vita.

Oltre a queste persone ne esistono di altre, ancora più normali se possiamo dire. Anche loro transgender, spesso non transessuali.

Ma non sono la stessa cosa?

In parte. Condividono il non riconoscersi nel genere di appartenenza, quello che la società impone basandosi sull’aspetto fisico o solo genetico. Non necessariamente desiderano adeguare il proprio corpo (e genere) al proprio sentire, riallineando mente e corpo.

Tutti i transessuali sono transgender? Direi di si.
Ma non tutti i transgender sono transessuali.


Possiamo immaginare, al pari di ogni elemento che compone la sessualità, un continuum di sfumature anche per il genere.
Su questa linea immaginaria ognun* di noi può mettere la propria tacca, nel punto in cui si sente più rappresentat*.

Rientrano nel calderone del transgenderismo anche coloro che non si riconoscono nei ruoli di genere socialmente imposti (mai conosciuta una bambina maschiaccio?), rifiutano di identificarsi obbligatoriamente in un genere, si spostano da un confine all’altro adottando abbigliamento, comportamento, gestualità e linguaggio (drag queen, drag king, crossdresser, gender bender, ecc…)

E tu dove ti posizioneresti sulla linea del genere?
fonte http://psicologiagay.com di Dr. Paola Biondi

mercoledì 17 aprile 2013

Lgbt Musica: Rock e Transgender i migliori album

In foto Grace Jones

Il termine "transgender" nasce come termine ombrello dentro cui si possono identificare tutte le persone che non si sentono racchiuse dentro lo "stereotipo di genere".

Il linguaggio del Rock è da sempre lo strumento ideale per trasgredire e superare le differenze imposte dai generi sessuali.

D'altronde non poteva essere altrimenti, in un ambito culturale in cui la trasgressione e la ricerca di nuove forme d'espressione la fanno da padroni.

Le chitarre non esprimono solo vagonate di maschilismo, ma anche ambiguità e vera e propria esasperazione della diversità.

Dallo scalpore mediatico del buon David Bowie nei panni dell'inclassificabile Ziggy Stardust fino al fascino androgino di artiste come k.d. lang e Grace Jones (in foto), passando per quel simbolo di estremismo corporeo che prende il nome di Genesis P- Orridge, a voi una selezione di dischi (e una playlist di brani) nata per omaggiare quegli artisti che hanno avuto il coraggio di saltare la barricata.

Che poi Transgender e Rock non sono quasi sinonimi? Buon approfondimento.

1. David Bowie: “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spider of Mars” (1972)
2. Lou Reed: “Transformer” (1972)
3. Psychic TV: “Allegory and Self” (1988)
4. K.d. lang: “Ingenue” (1992)
5. Antony and the Johnsons: “I am Bird Now” (2005)
6. Mötley Crüe: “Too Fast For Love” (1981)
7. Elton John: “Tumbleweed Connection” (1970)
8. Grace Jones: “Portfolio” (1977)
9. Marilyn Manson: “Mechanical Animals” (1998)
10. Patrick Wolf: “Lichantropy” (2003)
fonte http://www.osservatoriesterni.it/di Marco Tonelli

lunedì 18 giugno 2012

Lgbt: Ontario approva modifica a Codice per i Diritti Umani contro la discriminazione delle persone transgender

I legislatori della provincia canadese dell’Ontario hanno votato a favore di una legge per proteggere le persone transgender dalla discriminazione sulla base dell’identità di genere:
attraverso la modifica del Codice per i Diritti Umani, l’atto si pone come il primo dall’ultimo attuato nel 1980.

L’identità di genere e l’espressione di genere sono state aggiunte alla lista delle caratteristiche protette, che di fatto rende illegale discriminare in materia di lavoro, alloggi o servizi pubblici qualora si tratti di persone transgender.

Anche la provincia di Manitoba prevede di estendere le stesse protezioni e includere l’identità di genere come appena legiferato in Ontario, regione che già ultimamente aveva approvato un disegno di legge anti-bullismo, permettendo agli studenti di formare alleanze studentesche Gay-Etero in tutte le scuole, comprese quelle gestite dalla Chiesa Cattolica.
fonte http://www.gayprider.com/ Di Felice Catozzi

venerdì 29 gennaio 2010

Empoli un carcere per sole trans



A Empoli un carcere per sole trans. Ma c’è chi parla di: “Rischio ghetto”

Il carcere di Empoli si prepara a fare spazio alle trans.
Un decreto ministeriale del 20 ottobre 2008 ha trasformato l’Istituto a custodia attenuata (dove cioè la funzione rieducativa della pena assume maggiore importanza rispetto a quella retributiva, offrendo maggiori opportunità al detenuto di riabilitarsi e di auto-sperimentare il grado di maturità e responsabilità raggiunta) della città toscana nel primo carcere italiano per transgender.

Ospiterà, dai primi giorni di marzo, venti giovani transessuali attualmente recluse in un’ala dedicata del penitenziario di di Sollicciano, in provincia di Firenze. La scelta del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria toscana è stata dettata dalla volontà di alleggerire il carcere fiorentino sfruttando le potenzialità di quello empolese, ormai vuoto.
“La scelta di trasferire le transessuali a Empoli” precisa a Panorama.it, il provveditore Maria Pia Giuffrida “è nata per alleviare le loro condizioni di detenzione. Nella nuova struttura sarà più semplice riuscire ad attuare programmi e percorsi educativi e lavorativi“. Attualmente solo tre delle future ospiti svolgono mansioni all’interno del carcere di Sollicciano. “A Empoli tutte avranno un’occupazione: potranno studiare ma anche imparare a lavorare la terra”, precisa Giuffrida. L’istituto empolese è infatti provvisto non solo di bagni idonei, ma anche di una sala per dipingere, strumenti musicali, una biblioteca, un cortile all’aperto con un gazebo, tavoli e un piccolo orto.

E le trans che cosa pensano del nuovo carcere? Secondo il provveditore Giuffrida che le ha incontrati solo pochi giorni fa: “Sono entusiaste e mi hanno fatto moltissime domande sulla struttura e sulle possibilità di lavoro”, racconta Maria Pia Giuffrida. “Ma la domanda più ricorrente è stata: quando?. La voglia di iniziare questa nuova esperienza è veramente forte”.

Mentre vanno ultimandosi i lavori di adeguamento al sistema idraulico e a quello elettrico della struttura e sono stati anche ridefiniti i livelli di sicurezza dell’istituto, il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria sta anche concludendo il percorso formativo per gli agenti. Saranno uomini, come stabilisce la normativa, a vigilare all’interno dell’Istituto. Ma considerando la particolarità delle detenute il Provveditorato ha previsto anche la presenza di alcuni agenti di custodia donne. In parallelo con i corsi di formazione, è stato attivato anche un ciclo di incontri con endocrinologi e psicologi della Asl empolese.

Attualmente, le venti trans che saranno trasferite stanno scontando la pena all’interno della sezione femminile di Sollicciano, sorvegliati da donne, con il supporto di un solo agente maschile: svolgono attività culturali con le donne, giocano a pallavolo e fanno sport con le altre detenute di sesso femminile. “Questo è un carcere all’avanguardia, dove esiste l’integrazione concreta tra trans e altri detenuti” commenta il garante dei detenuti toscani, Franco Corleone. “Certo, con i problemi di sovraffollamento che investono anche l’istituto fiorentino, il trasferimento di venti detenuti in una struttura inutilizzata non può che essere positivo”.

Parla di buona notizia Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay : “Questo progetto pilota non solo toglierà le trans da un ambiente dove sono costrette a subire umiliazioni ma le introdurrà in una nuova dimensioneche ne favorità il reinserimento e l’occupazione”.
Più cauto il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale: “L’esperimento toscano va monitorato. Empoli eviterà spiacevoli episodi di mobbing sessuale, ma il modello di carcere auspicabile per le trans è quello che prevede un’integrazione completa con gli altri detenuti uomini e donne senza correre rischi”.
Dubbi sui quali invita a riflettere anche Franco Corleone, che paventa il rischi che il carcere di Empoli si possa “trasformare in un “ghetto” o peggio ancora in un ‘carcere spettacolo’, o in uno ‘zoo’”, dice a Panorama.it il garante dei detenuti. E prosegue: “Sono perplesso su questo trasferimento, che avviene senza aver fatto un serio percorso di integrazione con la comunità empolese, l’Amministrazione comunale e le associazioni di volontariato. E poi trovo che ci siano tante contraddizioni da risolvere. Una su tutte il nome del nuovo carcere deciso dal decreto ministeriale del 2008: Istituto transgender maschile di Empoli. È sul “maschile” che, oggi come in passato, manifesto tutte le mie perplessità. Non si può parlare di integrazione, di progetto all’avenguardia se poi si ghettizzano in partenza”.
fonte: panorama.it

giovedì 28 gennaio 2010

I diritti omessi delle persone transgender


I diritti omessi delle persone transgender

Il nove giugno 2009 Vladimir Luxuria venne a Genova nella veste di scrittrice per presentare, presso la sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, il suo libro “Le favole non dette”. Il nove gennaio 2010, a distanza di sette mesi esatti, la trangender più famosa d'Italia è tornata nella stessa sala per presenziare alla discussione pubblica dal titolo “Diritti non detti. Diritti civili e dignità per le persone transgender”. L'incontro, organizzato dalla “Comunità di San Benedetto al Porto di Genova” nella persona del suo animatore, don Andrea Gallo, e dall'associazione “Princesa”, rappresentata da Rossella Bianchi, ha visto la partecipazione dell'assessore alla cultura del Comune di Genova Andrea Ranieri, di Cristina Morelli, la consigliera regionale dei Verdi Liguria, di Donatella Siringo e di Francesco Pivetta, due rappresentanti dell'Agedo (Associazione Genitori di Omosessuali) e di Regina Satariano, vice presidente nazionale dell'associazione “Transgenere - Movimento di Identità Transessuale”. Vladimir Luxuria ha svolto il primo intervento ed ha sottolineato che i diritti negati alle persone trengender sono tanti e fra questi quello al lavoro è oggi il più urgente, a causa del forte pregiudizio che si è venuto a creare attorno alle persone che hanno cambiato o che stanno cambiando il sesso di nascita. A parte rare eccezioni le porte del lavoro sono per loro sbarrate e l'unica professione – se così si può definire – che resta è quella della prostituzione, vuoi per necessità, vuoi per uno spirito di rivalsa che porta le trans a raggiungere il riscatto sociale attraverso gli alti guadagni ottenuti con la vita di strada. Inoltre la vicenda Marrazzo non ha fatto che alimentare il clima di crescente transfobia ovvero di paura del diverso nei confronti delle persone transgenere. L'altro grande diritto calpestato è quello alla salute e il riferimento da parte di Luxuria è stato alla legge regionale ligure a firma Cristina Morelli “Norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” un grande traguardo per una regione che, subito dopo la Toscana, è riuscita a dotarsi di una legge contro l'omofobia in genere e in particolare a tutela delle persone che hanno deciso di intraprendere la transizione di genere, come ha sottolineato la stessa Morelli durante il suo intervento in sala. «L'informazione è fondamentale ha affermato Vladimir Luxuria – e deve partire dalle famiglie e dalle scuole (…). Barak Obama ha conferito ad una trans che ha completato il percorso di transizione un incarico all'interno dell'amministrazione statunitense, capo del dipartimento del commercio, dando a tutto il mondo un segnale molto forte: anche le persone transgenere possono lavorare». La parte conclusiva dell'intervento di Vladimir Luxuria è stato dedicato ad una sorta di appello alla chiesa cattolica affinché apra le braccia e le porte proprio a tutti, lamentando il fatto che essa conferisce dignità a tutte le persone considerate diverse, ad eccezione dei transgender. Chi cambia sesso, per la chiesa, resta la persona di sempre. Nessun riconoscimento è dovuto. «Non c'è vizio contro natura – conclude Luxuria – , né capriccio, né trasgressione, solo un modo di vivere come gli altri». Don Andrea Gallo ha quindi dedicato poche parole alla sua gente, gli “ultimi”, i reietti di ogni società che si definisce civile, le prostitute – anche le trans – i drogati, i carcerati, i senza fissa dimora ovvero tutte quelle persone che hanno perduto la dignità di esseri umani e che presso la “Comunità di San Benedetto al Porto di Genova” hanno sempre trovato la porta aperta e qualche volontario pronto ad ascoltarne i dolori. «Gesù è dappertutto e in tutti noi. Questo solo conta. Faccio un appello alla mia Chiesa di ascoltare la voce e il messaggio di Gesù, per non lasciare sole le persone che soffrono». È stata poi la volta di Rossella Bianchi e di Regina Satariano, le quali hanno sottolineato l'importanza di non cedere al pregiudizio nei confronti di chi, sentendosi a disagio nel proprio corpo, ha deciso di cambiare sesso. L'incontro e la conoscenza del diverso hanno il grande potere di abbattere la paura, il nostro più grande nemico nel momento in cui allacciamo una relazione umana. L'assessore Andrea Ranieri ha poi fatto un riferimento ben preciso alla cultura nel senso stretto del termine. Civiltà, educazione, formazione ed informazione. Ed infine istruzione. Ogni volta che ci poniamo nei confronti dell'”altro da noi” abbiamo due scelte, che hanno a che fare con l'accoglienza oppure con il respingimento. La guerra in atto, oggigiorno in Italia, nei confronti dei migranti non ha nulla di diverso da quella che sta affliggendo le persone transgenere. L'origine è la stessa ed ha a che fare con l'ignoranza, che poi è sinonimo di arretratezza, inciviltà, incompetenza, maleducazione. Il livello di benessere di un popolo, di uno stato, di una nazione si misurano proprio dalla quantità di acculturamento mentale e chissà che l'incontro pubblico “Diritti non detti” non abbia contribuito, nel suo piccolo, a far calare un poco i toni troppo accesi di un dibattito che a livello nazionale non mette d'accordo nessuno e che vede le Istituzioni sorde di fronte ai continui appelli di una parte consistente della nazione cui vengono negati quei diritti taciuti, omessi, che ne fanno dei cittadini di serie B e perciò discriminati. Questa è la vera sconfitta di un Paese che si definisce civile.
fonte:lidiaborghi