Per noi che abbiamo lavorato alla programmazione di questa edizione del festival, sono servite a darci una direzione, sono state la linea rossa sulla quale costruire una narrazione, che se da un lato guarda ad una produzione cinematografica di estrema qualità, dall’altro non può esimersi da presentare un carattere militante. I ventitré film che presentiamo in questa edizione spaziano tra i generi e tra le narrazioni, dando luogo ad una composita rappresentazione della comunità queer.
Iniziamo e terminiamo la nostra rassegna con una doppia riflessione sull’AIDS: la première di Vivre, Mourir, renaître (Vivere, morire, vivere ancora) – alla presenza del regista Gaël Morel – , e il documentario fuori concorso su Jürgen Baldiga, fotografo queer della Berlino anni ‘80, Baldiga – Unlocked Heart. La pellicola ricostruisce attraverso diari, poesie, immagini e i ricordi dei suoi compagni, un ritratto sfaccettato dell’artista, inteso non solo come fotografo pioniere, ma anche come attivista per l’AIDS, impegnato nella lotta contro la stigmatizzazione degli stili di vita gay. Al documentario seguirà una conversazione con il regista Markus Stein in collaborazione con l’Istituto Europeo di Firenze.
Guardare alla storia ci serve anche per confrontarsi con una contemporaneità nella quale lo stigma sulle persone sieropositive è ancora presente, dandoci la possibilità di immaginare una nuova e alternativa realtà. Daphne Bohémien, attivista e drag queer performer, autric* del libro Trauma. La mia storia di rinascita Queer, sarà durante il festival una presenza continua: una sorta di compagna di viaggio che oltre ad introdurre il festival, presenterà il documentario, Daphne: un racconto sulla sua vita di persona trans e HIV+, tra la paura di non appartenere a nessuna realtà e l’accettazione di sé.
La visibilità trans e l’omolesbotransfobia della società contemporanea sono tematiche che attraversano molte delle attività proposte dal festival: dalla presentazione del documentario sperimentale Desire Lines, alla matineé per le scuole incentrato sulla serie Prisma, condotto dai responsabili dei progetti educativi dell’Associazione Ireos e Lanterne Magiche, all’incontro con Valentina Petrillo, prima atleta transgender ad aver partecipato alle Paraolimpiadi, che ci racconterà la sua storia e la sua lotta per essere riconosciuta nel documentario 5 nanomoli.
Anche per questa edizione continuano le collaborazioni con le realtà formative del territorio: oltre a quella ormai storica con lo IED – Istituto Europeo di Design, quest’anno si aggiunge quella con l’Accademia di Belle Arti e con l’Istituto Europeo di Firenze: un modo per il festival per uscire dai propri spazi, coinvolgere diverse soggettività, fare comunità.
Chiude questa edizione del festival il film Photo Booth, un’opera surreale che ci racconta l’attivismo del queer BDS (boicottaggio, disinvestimenti, sanzioni) come movimento globale guidato dai palestinesi. A più di anno dall’inizio dell’ultima guerra a Gaza, denunciare il genocidio in corso ad opera di Israele ci pare un atto necessario: come persone queer che lottano per una giustizia globale, per i diritti delle minoranze, contro il razzismo e lo sfruttamento, affermiamo con forza che non ci può essere orgoglio nel genocidio.
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