Dopo la proiezione Q&A con gli autori Matteo Botrugno e Daniele Coluccini e con Vladimir Luxuria, modera Pietro Turano
Biglietti a prezzo speciale: https://bit.ly/40H2Z3h
"C’e’ un soffio di vita soltanto"
Trama:
Lucy è una nonna di novantacinque anni.
Nella sua casa, le foto ingiallite dal tempo raccontano l’adolescenza di
un ragazzo, che all’epoca si chiamava Luciano, e stava per vivere il
periodo più terribile della sua vita.Lucy è la donna transessuale più anziana d’Italia. È una dei pochi
sopravvissuti al campo di concentramento di Dachau ancora in vita.Lucy, tramite la sua vita, racconta la storia del Novecento.
Gli eventi della sua turbolenta esistenza diventano la metafora di
un’umanità che non si arrende e che fa tesoro del più grande dono della
Storia, la memoria, come unico ed imprescindibile punto di partenza.
NOTE DI REGIA:
Abbiamo visto Lucy per la prima volta in un’intervista su YouTube. Si
presentava come una persona fuori dagli schemi e la sua storia era
assolutamente unica.
È stata uomo e donna, figlio e madre, prigioniero nel campo di
concentramento di Dachau, amica, amante, prostituta. La sua vita è stata
un saliscendi di eventi, ora tragici, ora più sereni. L’abbiamo scovata
nella sua casa popolare nella periferia bolognese, l’abbiamo conosciuta
e abbiamo ascoltato per ore la storia della sua vita, decidendo così di
realizzare un film su di lei, sulla sua umanità, sul suo coraggio e sul
suo indistruttibile attaccamento alla vita.
Per un anno ci siamo immersi nella sua quotidianità fatta di ricordi, incontri e momenti di solitudine. Ci siamo interrogati spesso su come mettere mano su un materiale umano così delicato e prezioso e siamo giunti alla conclusione che la regia dovesse essere messa al servizio della storia e, soprattutto, di Lucy. Siamo rimasti attaccati a lei per far sì che anche lo spettatore potesse vivere quest’esperienza esattamente come l’abbiamo vissuta noi. Anche la scelta delle immagini di repertorio riflette questo approccio. Nessuna immagine di Dachau, né di guerra, né filmati di archivio del periodo nazi-fascista: il repertorio è diventato un modo per tuffarsi nella fantasia di Lucy, nei suoi sogni, nei suoi incubi.
C’è un soffio di vita soltanto è la storia di un’identità che resiste e sopravvive, malgrado tutto, in un XXI secolo in cui il senso della Memoria sembra affievolirsi di fronte al lento incedere dei fantasmi del passato.
fonte: https://arcigayroma.it www.azionetrans.org www.circuitocinema.com
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