Si discute di politiche sociali, per cui invito le istituzioni a tenere in sempre  maggiore  considerazione  i  diritti della comunità Lgbt (Lesbiche, gay,  bisessuali  e  transgender)  milanese e italiana tutta. 
Molto è stato fatto  ma la strada verso un completo e totale riconoscimento dei bisogni e delle necessità di chi è omosessuale e magari ha costituito un nuovo nucleo famigliare,  è  ancora  lunga  e  irta  di difficoltà
Purtroppo, chi oggi fa parte dei gruppi lgbt rappresenta una categoria  sociale a rischio è necessario, quindi, che  chi  si  occupa  delle  cosiddette  ‘politiche  sociali’  affronti  la questione  senza trascurarne la delicatezza, ma agendo in modo deciso e con obiettivi  precisi.  Il  primo  passo  sarà  il completo riconoscimento dei diritti  delle  coppie omosessuali. Come sappiamo a Milano, da questo punto di  vista,  è  stato  fatto molto; ma nuovi traguardi sono assolutamente da raggiungere.
Penso  alle tante problematiche, molte di natura  burocratica,  che  devono  affrontare  le ‘nuove famiglie’ dove, la presenza  di  figli  (avuti  dalla  coppia stessa o in  arrivo da matrimoni precedenti) possono purtroppo rappresentare una complicazione. Un esempio è il  calcolo  dell’Isee,  necessaria  per l’iscrizione a scuola o per godere delle  agevolazioni di cui si avrebbe diritto. 
Operazione banale e semplice per  la stragrande maggioranza dei cittadini, ma estremamente complesse per le  nuove  famiglie  omosessuali.  Il  mio  lavoro in Consiglio comunale va verso, per esempio, la semplificazione di questo aspetto.
Saremo la città che ospiterà l’Expo del 2015 e avremo  gli  occhi  dell’intera  comunità  internazionale addosso. Dobbiamo quindi  presentarci  come un Paese moderno ed al passo coi tempi, nel quale non devono esistere categorie sociali di serie B o meno importanti.
di Rosaria Iardino, Consigliere Comunale PD
fonte http://www.affaritaliani.it

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