martedì 14 agosto 2012

Lgbt USA: Us Army, il primo generale lesbica, e la consorte le appunta le stellette

A meno di un anno dall'abolizione del "don't ask don't tell", Tammy Smith diventa la prima omosessuale dichiarata al più alto grado ordinario dell'esercito americano.
La promozione nel corso di una cerimonia al cimitero di Arlington

NEW YORK, L'esercito Usa ha inferto un nuovo colpo, probabilmente decisivo, a quanti, nel suo ambito, hanno lavorato alla resistenza del "Don't ask don't tell", la convenzione abolita meno di un anno fa che imponeva a chi vestiva la divisa di non rivelare la propria omosessualità.

Quel "comandamento" è stato sospinto con ancor più forza nel passato dalla nomina del primo generale gay dell'US Army. Donna e lesbica, per di più.

Già lo scorso giugno, il Pentagono ha ospitato il suo primo Gay Pride e a luglio ha consentito a tutti i militari gay di sfilare in uniforme al Gay Pride di San Diego, in California. Ma, per la storia dell'esercito americano e di tutta la società Usa, la vicenda e la posizione di Tammy Smith sono più significative di mille parate.

A 49 anni, la Smith è stata promossa generale di brigata nel corso di una cerimonia tenuta venerdì scorso al cimitero nazionale di Arlington, in Virginia. E ad appuntarle le stellette è stata Tracey Hepner, consorte del neogenerale, matrimonio celebrato lo scorso anno a Washington D.C. dopo nove anni di relazione.

Anche attivista, la Hepner, cofondatrice della Military Partners and Families Coalition, organismo che si batte per i benefici e i programmi militari da dedicare a partner dello stesso sesso. Venerdi scorso, al cimitero di Arlington, non era la prima volta che Tracey Hepner presenziava a una cerimonia militare.
Semplicemente, la prima in cui lei e Tammy non si sono mimetizzate.

Così il generale Smith diventa il primo altissimo ufficiale omosessuale dichiarato dell'esercito Usa. Ed è proprio con la promozione che è emerso l'orientamento sessuale di Tammy.

Circa un anno fa, prima della rimozione del "Don't ask don't tell", il quotidiano Stars and Stripes, specializzato nei temi riguardanti le forze militari americane, aveva intervistato l'allora colonnello Smith, coperto dall'anonimato. Tammy aveva raccontato di non avere pianificato il suo "coming out".
"Non vorrei espormi con i colleghi, ma sarà un sollievo poter uscire con la mia compagna senza paura di essere scoperte".

Poi era arrivata l'abolizione del "Don't ask don't tell", evento accompagnato da un messaggio del segretario alla Difesa, Leon Panetta, diffuso su YouTube, con cui gli Usa ringraziavano ufficialmente i militari gay per il servigi resi. Un anno di grandi cambiamenti, il 2011, per il generale Tammy Smith e la sua partner Tracey Hepner. "Il sostegno che abbiamo ricevuto è stato fantastico - racconta oggi la Smith -.

Non ero sorpresa dalla capacità della gente di accettare la nostra situazione, ma in alcuni casi è stata quasi una celebrazione. Nella sostanza, per me e Tracey non cambiava nulla, in realtà cambiava tutto".

"Un grande giorno" lo ha definito Sue Fulton, laureata all'accademia militare di West Point nel 1980 e membro del comitato direttivo di OutServe, associazione dei militari omosessuali: "Per anni, generali e ammiragli gay e lesbiche sono stati costretti a nascondere le loro famiglie per proteggere le loro carriere.

E' un gran giorno per i nostri militari e per la nostra nazione, dal momento che questo coraggioso leader (Tammy Smith, ndr) può finalmente rendere merito a sua moglie per il sostegno e il sacrificio così come va reso merito a tutte le famiglie dei militari per i servizi resi al nostro Paese".
fonte http://www.repubblica.it/esteri

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