Allo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Investigation hanno contribuito l'Università di Bologna, l'Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli e l'Istituto Superiore di Sanità di Roma.
Gli esperimenti fatti sul verme Caenorhabditis Elegans, un modello animale molto usato nei laboratori di genetica di tutto il mondo, indicano che spegnendo questo gene le cellule invecchiano precocemente e si accorcia la vita; attivandolo, invece, si riesce a mantenere più a lungo un buono stato di salute.
"Tutto
è cominciato con una ricerca informatica per identificare nel genoma
umano potenziali geni ancora sconosciuti", racconta Anais Franco Romero,
prima autrice insieme a Valeria Morbidoni dello studio coordinato da
Marco Sandri. "Tra i diversi candidati - dice la ricercatrice - il team
si è focalizzato su un gene che spiccava per essere estremamente conservato tra le diverse specie animali, dall'uomo fino ai vermi, denominato Mytho". I ricercatori sono anche riusciti a capire i meccanismi molecolari governati da questo gene: hanno infatti scoperto che regola il meccanismo dell'autofagia, che le cellule utilizzano per eliminare proteine e altre componenti danneggiate.
fonte: di Benedetta Bianco
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