sabato 8 settembre 2012

Lgbt USA: La convention delle trans. Al meeting democratico di Charlotte è cresciuta la presenza di delegati transgender

A guidare il plotone Amanda Simpson, la prima ad aver ricoperto un incarico politico nel 2010.
Ad Obama chiedono di trasformare le promesse elettorali in misure concrete

Nel 2004 erano solo 6, tre anni dopo erano diventate 8 e oggi sono 13. Alla convention democratica di Charlotte è cresciuta la presenza di delegati transgender, in tutti i casi si tratta di uomini che hanno scelto di diventare donne. Per la comunità LGBT l’elezione del primo presidente degli Usa afroamericano ha significato un passo avanti nel riconoscimento dei diritti, almeno dal punto di vista della rappresentatività.

A guidare il plotone al meeting di Charlotte è Amanda Simpson, nel 2010 la prima transgender ad aver ricoperto un incarico politico negli Usa. Da due anni lavora allo U.S. Commerce Department, dopo aver dedicato la sua carriera allo studio delle tecnologie militari.

Il governo l’ha nominata senior technical adviser presso il Commerce Department’s Bureau of Industry and Security, il suo compito è quello di monitorare l’esportazione di tecnologia militare del suo paese. Al momento della sua nomina ha espresso le sue preoccupazioni relative al fatto di essere stata posta in una posizione di tale responsabilità per motivi prettamente politici e che andavano al di là delle sue effettive capacità.

Per Obama il sostegno della comunità LGBT è stato fondamentale, ma dopo l’elezione il presidente ha dovuto fare i conti con la richiesta di misure effettive che trasformassero in decisioni tangibili gli annunci fatti in campagna elettorale.

Decisioni che oggi sembrano più vicine dopo il pronunciamento di Obama a favore del matrimonio gay e dell’abolizione dell’odiato don’t ask, don’t tell per i membri dell’esercito omosessuali.

A Charlotte accanto ad Amanda Simpson c’è Mara Keisling, la 52enne direttore del National Center for Transgender Equality.

Alla convention che incorona Obama è arrivata per fare il punto dei risultati ottenuti dall’amministrazione Usa a guida democratica in campo di diritti civili per la comunità LGBT. All’AFP Keisling ha spiegato di essere orgogliosa di partecipare al meeting, aggiungendo però che “il lavoro del governo Obama non è ancora finito“.

Come lei, anche Kylar Broadus, delegato del Missouri intervistato dall’agenzia francese, considera transgender e omosessuali ancora troppo vulnerabili nei confronti degli effetti della crisi economica e finanziaria: “l’occupazione è il problema numero uno per la nostra comunità, che è estremamente povera. Molti di noi non sono considerati assumibili“.

Secondo un report del National Center for Transgender Equality più di 1 transgender su 4 ha perso almeno un lavoro a causa dei pregiudizi, ed oltre i 3/4 di loro sono stati vittime di una discriminazione sul posto di lavoro
.

Stando all’analisi dell’istituzione anche violazione della privacy, molestie e violenza fisica e sessuale sul posto di lavoro sarebbero pratiche comuni alle quali devono sottostare i transgender statunitensi.

E livelli estremi di disoccupazione e povertà porterebbero molti di loro a cercare rifugio nelle economie sotterranee del sesso e della droga.
Per questo i/le transgender sono a Charlotte e rivendicano i loro diritti.
fonte http://magazine.liquida.it da Gabriele Orsini

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