Il libro è un’analisi approfondita e inedita di un sottogenere cinematografico, la sfilata di moda inserita in una trama cinematografica che inizia a farsi strada in America negli anni Venti per poi essere “esportato” con successo anche in Italia durante gli anni della dittatura fascista.
Originariamente il défilé serve sia come momento di evasione che come strumento per veicolare le novità della stagione.
A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, ai costumisti di Hollywood che guardavano ai trend della moda francese e li riproponevano sul grande schermo (Adrian è un caso lampante) e a quelli europei che attraverso gli abiti esprimevano una visione del mondo condivisa con i registi (Piero Gherardi e Danilo Donati con Fellini) si affiancano i veri couturier (le sorelle Fontana ne Le amiche, Hubert de Givenchy in Cenerentola a Parigi), e in seguito la sfilata di moda viene anche vista e proposta in chiave ironico-dissacrante (Chi sei, Polly Maggoo?).
Il sottogenere continua a fare capolino anche nei film di questo millennio, in un pastiche di rimandi e appropriazioni (comico surreale in Zoolander, reale in Sex and The City - The Movie, pseudo storico in Marie Antoinette, liberamente ispirato a un couturier ne Il filo nascosto, filologicamente vintage in La signora Harris va a Parigi). Il volume è diviso in due parti: nella prima si analizzano la nascita e l’evoluzione di questo sottogenere, il ruolo e l’estetica dei costumisti più importanti, nella seconda, si descrivono trenta film dove il défilé è un momento essenziale del racconto.
fonte: www.amazon.it
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