In Italia esistono circa 1 milione e mezzo di allievi che studiano danza
nelle migliaia di scuole di ballo presenti sul territorio, sostenuti,
economicamente e moralmente, dalle relative famiglie. 1 milione e mezzo
di allievi che, ad oggi, non hanno la possibilità di costruirsi un futuro professionale nel nostro paese.
In Italia ci sono 14 Fondazioni lirico-sinfoniche (il
Teatro Petruzzelli di Bari, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro
Lirico di Cagliari, il Teatro Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro
Carlo Felice di Genova, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro San
Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di Palermo, l’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia di Roma, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Regio di
Torino, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, il Teatro La Fenice
di Venezia e l’Arena di Verona), teatri eccellenze a livello nazionale ed internazionale, finanziati dallo Stato con circa la metà dei fondi pubblici destinati a tutto lo Spettacolo dal Vivo, proprio per avere, al loro interno, masse artistiche a tempo indeterminato, con le quali produrre opera lirica, musica sinfonica e balletto 12 mesi all’anno.
Ci sono 14
Fondazioni lirico-sinfoniche, 14 Sovrintendenti, 14 orchestre, 14 cori,
14 settori tecnici, 14 settori amministrativi, ma soltanto 4 corpi di
ballo (Milano, Roma, Napoli e Palermo).
Esiste un +1, che rappresenta la situazione di Verona,
dove, nonostante la chiusura del corpo di ballo nel 2017, la
Fondazione, da allora fino ad oggi, ha continuato a bandire audizioni e
ad assumere danzatori, ma solo con contratti a tempo determinato,
incarnando, così, l’apice del precariato.
Tutte le altre Fondazioni, tranne l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, che si occupa solo di spettacoli sinfonici, continuano a produrre balletto esternalizzando l’attività,
quindi affidandola a compagnie esterne (estere o italiane;
quest’ultime, spesso, impongono ai danzatori condizioni lavorative
illecite ed estremamente instabili), e per le opere con balletto
assumono danzatori, in difformità rispetto a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro,
quindi non tramite selezioni pubbliche e non tramite contratti di tipo
subordinato, ma con contratti di tipo autonomo o a partita iva o
talvolta inquadrandoli come mimi, che poi mimi non sono poiché sul
palcoscenico è richiesto loro di danzare, svilendo, in questo modo, la
professione di danzatrice e di danzatore.
In pratica, lo
Stato finanzia con centinaia di milioni di euro le Fondazioni
lirico-sinfoniche per produrre anche balletto e le Fondazioni, con
questi soldi (le nostre tasse!), pagano agenzie private esterne per
fare, al posto loro, quello che loro stesse dovrebbero fare, impedendo di fatto alle danzatrici e ai danzatori italiani di poter lavorare per questi enti.
Si contano circa 350 produzioni esternalizzate negli ultimi 6 anni; considerando una media di 4/5 spettacoli per ogni produzione, si contano 1.400/1.750 spettacoli esternalizzati.
Negli ultimi due anni sono state approvate, dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, le nuove dotazioni organiche delle Fondazioni lirico-sinfoniche.
Su un totale di 4.715 posti (orchestra, coro, ballo, tecnici, amministrativi) di lavoro a tempo indeterminato, quelli riservati ai danzatori sono solo 212, il 4,5% del totale dei posti disponibili.
1
milione e mezzo di allievi che studiano danza in Italia e poco più di
200 posti di lavoro, peraltro già occupati, in tutto il paese.
Secondo la fotografia risalente a giugno/luglio 2021, sono presenti danzatrici e danzatori italiani in almeno 111 compagnie di balletto europee, professionisti costretti ad espatriare perché in Italia i corpi di ballo, da decenni, sono stati quasi tutti dismessi.
La realtà che vive la categoria si può descrivere con tre parole: precarietà, disoccupazione, discriminazione.
Il 28 febbraio 2023 è stato depositato al Senato il Disegno di Legge n. 568 riguardante
“Disposizioni per la promozione e a tutela e salvaguardia della
produzione artistica e culturale della danza”, che tratta, appunto,
della salvaguardia e della ricostituzione dei corpi di ballo all’interno delle Fondazioni lirico-sinfoniche.
Il 18 aprile 2023 è stata depositata alla Camera dei Deputati la risoluzione n. 7/00088, che impegna il Governo, tra le varie cose, a valorizzare i corpi di ballo rimanenti e a riaprirne di nuovi.
Il Ministro della Cultura, in diverse occasioni
pubbliche, a partire dall’audizione svoltasi il 1 dicembre 2022 davanti
alle Settime Commissioni del Senato e della Camera dei Deputati, ha
dichiarato di voler riaprire i corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche,
in particolare di voler consentire a due o più Fondazioni (ci auguriamo
siano più di due!), che, ad oggi, non hanno un corpo di ballo, di
ricostituirne uno.
Con questa petizione chiediamo a gran voce a tutte le
Istituzioni, al Ministro della Cultura e a tutti i partiti politici di
rendere concreta, con urgenza, la riapertura dei corpi di ballo stabili
delle Fondazioni lirico-sinfoniche, laddove ad oggi non ci sono, nonché
la salvaguardia e la valorizzazione dei 4 corpi di ballo già esistenti,
ovvero la fine del precariato e delle esternalizzazioni.
È importante firmare questa petizione perché la danza coinvolge milioni di cittadini italiani e rappresenta un pezzo del nostro patrimonio artistico e culturale, che non possiamo permetterci di perdere, oltre che una motivazione per tantissimi giovani e una professione per molti lavoratori e molte lavoratrici.
I corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche rappresentano gli unici
istituti dove è possibile svolgere questa professione in condizioni di
minima sopravvivenza e con la continuità che necessita questo mestiere.
Gli spettacoli di balletto sono seguitissimi dal pubblico e, quasi sempre, fanno il tutto esaurito, costituendo, così, un beneficio significativo anche per i teatri stessi.
È
importante firmare questa petizione per gli allievi e le loro famiglie,
per le scuole, per i professionisti, per gli appassionati e per tutti
gli spettatori che amano il teatro e il balletto.
Un corpo dì ballo stabile significa: occupazione per numerosi professionisti
(non solo danzatori, ma anche coreografi, direttori, maîtres de ballet,
tecnici, professori d’orchestra, trucco e parrucco, sartoria, ufficio
marketing, ufficio stampa); benefici per il teatro (incremento
di abbonati e appassionati, fidelizzazione di un pubblico diverso
rispetto a quello dell’opera lirica, valorizzazione dell’immagine e
della programmazione artistica, possibili nuovi sponsor); sviluppo di altri importanti settori (turismo, alberghi, trasporti, ristoranti).
Basta un piccolo, ma fondamentale, gesto di ognuno di noi per scegliere di non arrendersi, di diffondere questa voce e di credere che l’Italia possa essere una nazione migliore!
Firma questa petizione! Adesso, più che mai, è il momento di insistere!
Condividi questa petizione di persona o utilizza il codice QR per il tuo materiale.
Promotore della petizione
Siamo Anna Chiara Amirante, Vito Lorusso, Andrea Morelli ed Alessandro Staiano, danzatori professionisti e ideatori del movimento Danza Error System, movimento nato in difesa dei corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche.