lunedì 17 novembre 2025

Morte le gemelle Kessler, avevano 89 anni. In Germania erano chiamate 'le gambe della nazione'

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Sono decedute le gemelle Alice e Ellen Kessler, lo riferisce l'agenzia di stampa Dpa.

Le due avevano 89 anni e si sono spente a Gruenwald, nei pressi di Monaco di Baviera.

Sembra che sia intervenuta la polizia che non ha fornito ulteriori dettagli. 

Le gemelle Ellen e Alice Kessler erano chiamate "le gambe della nazione" in Germania. Erano nate nel 1936 a Nerchau, in Sassonia, vicino Lipsia. Proprio qui avevano iniziato sin da bambine a prendere parte al balletto dell'Opera. 

Nel 1952, a sedici anni, lasciano la Repubblica democratica tedesca e si stabiliscono nella Germania Ovest, a Duesseldorf, dove inizia la loro carriera che le porterà ad esibirsi in tutto il mondo con artisti come Frank Sinatra e Fred Astaire. Secondo il quotidiano Bild avevano scritto nel testamento che, dopo la cremazione, le loro ceneri fossero messe nella stessa urna. 

Gli italiani le scoprirono per le gambe mozzafiato, lunghe, lunghissime, quasi quanto il viaggio che dalle luci del Lido di Parigi le aveva portate fino agli studi televisivi di Giardino d'inverno, tra Don Lurio e il Quartetto Cetra, e poi di Studio Uno con Mina. Era il 1961 e da allora un po' tutti, almeno una volta, abbiamo canticchiato quel loro 'Da-da-un-pa', magari imitando l'accento teutonico e qualche mossetta anca-spalla. 

Alice ed Ellen Kessler rimarranno così insieme, come nell'immaginario degli italiani, e all'unisono, come avevano vissuto, sono morte oggi. Sono state trovate senza vita a Gruenwald, nei pressi di Monaco di Baviera nella casa dove vivevano l'una accanto all'altra, in due appartamenti confinanti, separati solo da una parete scorrevole. Nate a Nerchau, in Sassonia, il 20 agosto 1936, fuggite con la famiglia nella Germania Ovest, arrivate a 19 anni tra le fila delle mitiche Blubell Girls e a 40 sulla copertina di Playboy, hanno fatto innamorare uomini da un oceano all'altro.     

Ballerine, cantanti, attrici al cinema per Dino Risi ne Il giovedì e, con Alberto Sordi, ne I complessi e in teatro per Garinei e Giovannini, per noi però le gemelle Kessler sono rimaste i Carosello dei collant, il ritornello de La notte è piccola e gli sketch di Milleluci e Canzonissima, tutti ancora cliccatissimi su YouTube. E loro, di tanti anni nella tv italiana, cosa ricordavano di piu'? ''Ci piaceva lavorare con Mina, Raimondo Vianello e Johnny Dorelli, forse il più' vicino a noi per il suo stile americano - raccontavano in un'intervista all'ANSA -. Don Lurio aveva idee stupende, ma erano troppo 'piccole' per due ragazze alte come noi''.  

fonte: di Redazione ANSA    www.ansa.it   RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati     

Libri: "A sound so very loud. Oasis. Le storie dietro le canzoni" di Ted Kessler e Hamish Macbain

Fino a oggi per approfondire l’intera storia della rock band più turbinosa potevamo rivolgerci solo a pagine sparse sui social media, ma in questo libro, scritto in occasione dell’attesissima reunion del gruppo, Kessler e MacBain sono riusciti nell’impresa: il risultato è un racconto elettrizzante che racchiude le indimenticabili interviste, le copertine iconiche e gli artisti dietro a ogni album, la genesi dei testi e la fortuna di ciascun brano. 

D’altronde sono loro i giornalisti più titolati a raccontarci la pirotecnica vicenda degli Oasis: hanno avuto un posto in prima fila fin dagli esordi, nel 1994, quando i fratelli Gallagher e soci erano solo ragazzi che suonavano in piccoli locali. 

Da allora li hanno intervistati decine di volte, seguendo l’incredibile successo di quello che è diventato uno dei gruppi più famosi in assoluto: difficile trovare qualcuno che non conosca qualche pezzo di (What’s the Story) Morning Glory?, che con i suoi 22 milioni di copie è il quinto LP più venduto di sempre in Gran Bretagna. 

In queste pagine Kessler e MacBain ripercorrono anno dopo anno la coloratissima storia e il fenomeno Oasis seguendo la bussola della musica, non solo gli scandali e le polemiche di cui si sono occupati fin troppo, a suo tempo, i tabloid. Ricco di dettagli mai rivelati prima e di aneddoti sboccati, divertenti e dal sapore anarchico, che solo un gruppo come gli Oasis avrebbe potuto concepire, A Sound So Very Loud fa luce sulle storie nascoste dietro a ogni brano svelando i retroscena della scrittura e della registrazione di tutte le canzoni, dalle megahit come Live Forever, Don’t Look Back in Anger, Wonderwall e Champagne Supernova alle B-side più amate dai fan. Una miniera di informazioni, curiosità, citazioni per sapere tutto sul “fantastico rumore” degli Oasis e rivivere le emozioni di quegli anni magici. 

fonte: https://giunti.it  

Libri: "Nobody's Girl" di Virginia Roberts Giuffre

Virginia Roberts Giuffre è nota come la vittima di Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell che dopo anni di ripetuti abusi ha deciso di parlare del suo passato e ha contribuito alla condanna di entrambi. 

È la ragazza ritratta con il principe Andrea in una foto che ha fatto il giro del mondo. Ma la sua storia finora non era mai stata raccontata tutta per intero, non con le sue parole. 

Nell’aprile 2025 Giuffre si è tolta la vita. Ha lasciato un memoir scritto nel corso degli ultimi anni di vita e la disposizione di pubblicarlo. Nobody’s Girl è il racconto potente e spietato della vita di una ragazza cresciuta fra straordinarie difficoltà, il resoconto del tempo passato con Epstein e Maxwell, che hanno ceduto lei e altre ragazze come merce a un gran numero di uomini potenti. 

Le molestie subìte da bambina, l’adolescenza complicata, e poi, a diciannove anni, la fuga dal controllo di Epstein e Maxwell e una nuova vita: questa la sua storia. Il peso di quel passato incancellabile ha indotto Giuffre a trovare il coraggio di accusare i due e di scendere in campo a favore di altre vittime. Un memoir feroce e intimo insieme, il ritratto di una donna tenace, la testimonianza del suo impegno e della forza di volontà che l’ha portata a uscire dalla condizione di vittima e a lottare per un mondo più giusto e più sicuro. 

Virginia Roberts Giuffre (1983–2025) è stata un’attivista in difesa delle vittime di traffico sessuale. Viveva in Australia con la sua famiglia.

Libri: "A Firenze gira voce" di Christine von Borries

A Firenze gira voce è un giallo serrato che, in un crescendo di colpi di scena, intreccia la ricerca della verità a tutti i costi con la forza della lealtà. Sullo sfondo una Firenze bellissima e crudele, in cui quattro protagoniste indimenticabili dimostrano che, contro i soprusi, niente è più forte della solidarietà femminile?


Nelle aule del tribunale di Firenze si celebra il processo dell'anno. Attilio Bergamini, amministratore delegato della Safe Word, è accusato di bancarotta fraudolenta. La condanna sembra segnare la sua fine, ma la caduta di un uomo potente non avviene mai in silenzio: poco dopo, l'eco di una pistola squarcia la calma del palazzo di giustizia. 

Quel giorno a sostenere l'accusa c'è Valeria Parri, pubblico ministero divisa tra una professione che la consuma e la fragile salute del figlio appena nato. Con lei ci sono Giulia Gori, giornalista d'inchiesta pronta a tutto, Monica Giusti, commercialista brillante segnata da relazioni tumultuose, ed Erika Martini, poliziotta determinata a far luce sulla sparatoria. Quattro amiche, quattro donne di successo, madri single con vite sentimentali complicate e carriere che non lasciano tregua. In un mondo dominato da uomini influenti, scelgono di non arrendersi e trovano l'una nell'altra il coraggio per svelare inganni, minacce e abusi di potere. 

fonte: www.lafeltrinelli.it 

L’École de danse de Carlo Goldoni mise en scène Clément Hervieu-Léger traduction Françoise Decroisette. Du 14 novembre 2025 au 3 janvier 2026

C’est dans le décor de sa mise en scène du « Misanthrope », présenté sur la même période, que Clément Hervieu-Léger crée « L’École de danse » de Goldoni.

Clin d’œil à la tradition des « décors à volonté » – un unique espace pour les comédies, un autre pour les tragédies –, ce projet tient surtout à un rêve partagé avec Éric Ruf, qui signe la scénographie originale et les aménagements nécessaires. 

Passant du XVIIe au XVIIIe siècle, ils rappellent que cet espace leur a été inspiré par le Palais Garnier, aujourd’hui Opéra national de Paris. Edgar Degas, dont la peinture a sublimé tous les recoins de ce haut lieu du XIXe, de la scène aux salles de danse jusqu’au public, irriguera l’esthétique du spectacle.

Un tel décor au croisement des siècles est idéal pour cette œuvre oubliée, objet d’une cabale contre son auteur qui cherchait à se démarquer de la comédie italienne au profit d’une théâtralité acquise à plus de naturel. 

Photo Agathe Poupeney
À la fois pièce de caractère et chorale, elle dépeint le quotidien de danseurs et de danseuses en herbe, sous la coupe d’un maître tyrannique dont les affaires vont mal et qui attend beaucoup de la venue, ce jour, d’un impresario auquel il souhaite « vendre » quelques-unes de ses recrues. Mais la révolte gronde chez ces jeunes gens qui ont faim, froid, et rêvent d’émancipation. L’amour et l’art s’affirment comme des leviers, que Goldoni saisit en peignant notamment des personnalités féminines d’une remarquable liberté.

Cette entrée au Répertoire est celle d’une œuvre incomprise en son temps, que l’on redécouvre en écho à nos préoccupations sociétales. Clément Hervieu-Léger, nouvel administrateur général de la Comédie-Française, a été séduit par la modernité de cette pièce sur la danse – discipline de ses débuts dont il ne s’est jamais éloigné.

Photo Agathe Poupeney
NOUVELLE PRODUCTION

À LA TÉLÉVISION
France Télévisions
Date de diffusion communiquée ultérieurement

Équipe Artistique

Mise en scène : Clément Hervieu-Léger
Traduction : Françoise Decroisette

Scénographie : Éric Ruf
Costumes : Julie Scobeltzine
Lumière : Bertrand Couderc
Son : Jean-Luc Ristord
Collaboration artistique et chorégraphique : Muriel Zusperreguy
Collaboration artistique : Frédérique Plain
Assistanat à la scénographie : Anaïs Levieil
Assistanat aux costumes : Kali Thommes de l’académie de la Comédie-Française Assistanat à la lumière : Enzo Cescatti

Du 14 novembre 2025 au 3 janvier 2026
Salle Richelieu de La Comédie-Française

>> More info  

source: www.comedie-francaise.fr  Photo Agathe Poupeney

Musica > Renato Zero annuncia il tour “L’Orazero”: 23 concerti da gennaio ad aprile 2026

©IPA/Fotogramma
Il nuovo progetto musicale del cantante romano prende forma con un album in uscita il prossimo 3 ottobre e una tournée nei palasport da gennaio ad aprile 2026. Sei date a Roma, tappe in dieci città e una scaletta che unisce classici e inediti. 

Renato Zero è pronto a tornare sul palco. Dopo il lancio del singolo “Senza” e in vista del suo compleanno il 30 settembre, l’artista romano ha annunciato ufficialmente il tour “L’Orazero”, che lo porterà in giro per l’Italia da gennaio ad aprile 2026. La tournée, prodotta da Tattica, accompagnerà l’uscita del nuovo album omonimo, atteso per il 3 ottobre e già disponibile in pre-order e pre-save. Il debutto è fissato per il 24 gennaio a Roma, con sei serate consecutive al Palazzo dello Sport.

Le tappe del tour e la scaletta

Il viaggio musicale toccherà dieci città italiane, con un totale di 23 date già confermate. Dopo Roma (24, 25, 28, 29, 31 gennaio e 1 febbraio), il tour proseguirà a Firenze (11, 12, 14, 15 febbraio), Torino (7 e 8 marzo), Mantova (11 e 13 marzo), Conegliano (18 e 20 marzo), Bologna (24 marzo), Pesaro (28 marzo), Eboli (4 aprile), Bari (8 e 9 aprile) e Messina (15 e 16 aprile). La scaletta dello spettacolo unirà i brani più iconici della carriera di Zero, lunga oltre cinquant’anni, alle 19 tracce del nuovo album, concepito come un viaggio in altrettanti “mondi” musicali e tematici, ciascuno con le proprie regole, contraddizioni e utopie.


Approfondimento

>> Renato Zero, annunciata la tracklist dell'album L'Orazero

Biglietti, partner e Sponsor

I biglietti saranno disponibili in prevendita a partire dalle ore 11:00 di giovedì 18 settembre sui siti ufficiali renatozero.com e vivaticket.com, oltre che nei punti vendita Vivaticket. RTL 102.5 sarà la radio partner ufficiale del tour, mentre Italo accompagnerà il viaggio lungo la penisola. “L’Orazero in Tour” si preannuncia come uno degli eventi musicali più attesi del 2026, con un mix di nostalgia e novità che promette di emozionare il pubblico di tutte le età.

fonte: https://tg24.sky.it 

Il 20 novembre torna in Brianza Transgender Day of Remembrance

Si tratta della Giornata internazionale dedicata al ricordo delle persone trans vittime di odio e violenza. Articolo di

Anche quest’anno  Brianza Oltre l’Arcobaleno organizza, il 20 novembre 2025, il Transgender Day of Remembrance (TDoR), giornata internazionale dedicata al ricordo delle persone trans vittime di odio e violenza.

Torna in Brianza Transgender Day of Remembrance

Il TDoR – spiegano gli organizzatori – “non è una mera cerimonia simbolica: è un grido contro una realtà insopportabile. In tutto il mondo, ogni 12 mesi, centinaia di persone trans e gender-diverse vengono brutalmente tolte alla vita solo per la loro identità. Secondo dati di Transgender Europe, negli ultimi dodici mesi sono stati segnalati 375 omicidi di persone trans o gender-diverse. 

Questa violenza assassina non è un incidente isolato, ma il risultato di una cultura dell’odio strutturato, radicato nelle leggi, nella discriminazione sociale e nell’indifferenza pubblica.In Italia, la situazione è altrettanto preoccupante. Secondo un report recente , tra il 2008 e il 2024 sono state uccise 49 persone trans, un primato drammatico tra i paesi europei. Non solo: il nostro Paese si colloca agli ultimi posti per tutele legali delle persone transgender, in un contesto in cui le aggressioni transfobiche sono quotidiane – anche se spesso non ricevono la rilevanza mediatica che meritano”.

Il programma in Brianza

Giovedì 20 novembre – ore 18:00
Presso il Centro Civico Libertà (Viale Libertà 144, Monza), sede del “Punto Arcobaleno” nato lo scorso giugno, si terrà una vegli a lume di candela. Per ogni vittima dell’ultimo anno verrà accesa una candelina, mentre verranno pronunciati nomi, cognomi e provenienza. Saranno presenti le attiviste e gli attivisti di Brianza Oltre l’Arcobaleno, e sono stati invitati i consiglieri del Comune di Monza e i consiglieri provinciali della Provincia di Monza e Brianza.

Sabato 22 novembre – ore 21:00
Presso ARCI Tambourine, in Via Carlo Tenca 16, 20831 Seregno (MB)  , in collaborazione con il collettivo drag Brigate Rosa, andrà in scena uno spettacolo performativo e coreutico sulla transfobia. Sarà una rappresentazione artistica lucida e potente di ciò che accade alle persone trans nella nostra società, per trasformare la memoria in denuncia attiva.

Domenica 23 novembre – ore 16:00
A Milano partirà la Trans Lives Matter March, con il corteo da Piazza Oberdan, promosso da ACET Associazione Transgenere e allo Sportello ALA Milano e sostenuto, anche quest’anno da Brianza oltre l’Arcobaleno. Questa marcia silenziosa attraverserà le vie del centro per onorare tutte le vittime di transfobia dell’ultimo anno.

Una ferma condanna

“Questa edizione del TDoR non sarà solo un momento commemorativo – fanno sapere gli organizzatori – : è una piattaforma di denuncia e di protesta. Non possiamo più tollerare che le persone trans vivano nell’ombra della paura, che subiscano aggressioni fisiche, discriminazioni strutturali e cancellazione simbolica.
La memoria non è mai neutra: ricordare è un atto politico, un’azione di resistenza. È indispensabile che le istituzioni locali – e nazionali – ascoltino, si assumano responsabilità concrete e intervengano con politiche di protezione, educazione all’inclusione e lotta all’odio di genere”.

Altri eventi TDoR in Italia

La Brianza non è sola: anche altre città italiane celebrano il TDoR con iniziative di memoria e mobilitazione. Tra queste: Milano, Torino, Padova, Bologna, Bari, Trieste, Catania, Pescara, Perugia, Caserta e Verona.

 fonte: Articolo di   https://primamonza.it 

lunedì 3 novembre 2025

Libri: "La ragazza che ascoltava i gatti" di Thomas Leoncini

Un remoto villaggio del Sol Levante dove il tempo scorre più lento. Dove ogni viaggio inizia da una mancanza. E forse… la vera destinazione non è unb luogo, ma la sensazione di sentirsi a casa.

Anna Midori Bennett ha sempre avuto il cuore in viaggio: nei reportage che scrive, nelle isole lontane che visita, nei ricordi sbiaditi di una nonna giapponese che non ha mai conosciuto davvero. È divisa tra due mondi: quello che l'ha cresciuta, gli Stati Uniti, e quello che non ha mai conosciuto, il Giappone. Quando riceve l'incarico di scrivere un reportage a Nekomitsu, un remoto villaggio del Sol Levante, qualcosa dentro di lei si spezza, o forse si ricompone. 

È combattuta al pensiero di scoprire verità scomode sulla sua famiglia, scomparsa durante un bombardamento. Quando arriva lì, però, qualcosa in lei si risveglia: nei tetti di paglia delle gassho-zukuri, nei gatti silenziosi che la osservano, nei gesti gentili della locandiera Akiko. E il suo destino si intreccia a quello di Leo Ricci Bellini, uno scrittore italiano che ha lasciato l'Occidente per ritrovare sé stesso. In un luogo dove il tempo scorre più lento, dove anche le imperfezioni diventano bellezza, Anna scoprirà che ogni viaggio comincia da una mancanza e a volte la vera destinazione non è un luogo, ma la sensazione di sentirsi a casa. 

Thomas Leoncini è uno scrittore, giornalista e dottore in psicologia. Ha pubblicato due libri bestseller, Dio è giovane (Piemme, 2018) con Papa Francesco e Nati liquidi (Sperling & Kupfer, 2017) con Zygmunt Bauman (entrambi tradotti in molti Paesi). Nel 2018 Papa Francesco l’ha nominato membro laico del sinodo mondiale dei giovani. Tra gli altri titoli, Ikigai in love. L'amore ai tempi di se stessi. Una via orientale al mondo che cambia (Solferino, 2020), Forte come la vita, liquido come l'amore (Solferino, 2021), L'uomo che voleva essere amato e il gatto che si innamorò di lui (Sperling & Kupfer, 2022), L'ansia del colibrì. Un percorso di consapevolezza e rinascita (Sperling & Kupfer, 2023), L'uomo che voleva essere amato e il gatto che si innamorò di lui (Sperling & Kupfer, 2024). 

fonte: www.ibs.it 

Il Gran Ballo Viennese di Roma, un'emozione che si rinnova. L'evento sabato 8 novembre nella sala dell’Acquario Romano della capitale

Gran Ballo Viennese di Roma RIPRODUZIONE RISERVATA 
Saranno gli Allievi ufficiali dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli i cavalieri e compagni di danza dell'edizione 2025 del Gran Ballo Viennese di Roma che animerà la sala dell’Acquario Romano della capitale il prossimo 8 novembre. 

Con i giovani avieri ci saranno 32 ragazze, provenienti da tutta Italia.

Sotto la direzione artistica di Elvia Venosa, ideatrice della manifestazione, le giovani, tra i 15 e i 24 anni, e gli allievi ufficiali danzeranno sulle note dei più famosi Valzer di Strauss. "Ispirato al celebre Opernball di Vienna, il Gran Ballo Viennese di Roma  - scrivono gli organizzatori in una nota - non è un semplice evento mondano, è piuttosto, un’esperienza culturale e sociale che ha il coraggio di proporre un modello diverso di condivisione e socialità: un’alternativa sana e raffinata al divertimento effimero imposto dalle mode contemporanee. Anche quest’anno la giovane che sarà incoronata la sera dell’8 novembre avrà l’opportunità di rappresentare l’Italia al celebre evento austriaco, il ballo dei balli, che si svolge ogni anno, nel teatro dell'Opera di Vienna, durante il Giovedì Grasso".

Nato come un evento dedicato al debutto in società, il Gran Ballo Viennese di Roma - realizzato con il Patrocinio della Città di Vienna, dell’Ambasciata d’Austria in Italia e del Ministero della Difesa Austriaca.  - si è trasformato nel tempo in una sorta di manifesto culturale e sociale, capace di coinvolgere anche le nuove generazioni. 

"Se in passato le richieste arrivavano soprattutto da ragazze adolescenti - sottolineano sempre gli organizzatori - oggi sempre più giovani donne – anche laureate dai 23 ai 24 anni – chiedono di partecipare per vivere un’esperienza emozionante che la società dei consumi raramente concede. Il cambio generazionale è dimostrato anche dagli ospiti presenti, infatti, l’età media degli ospiti si è abbassata sensibilmente: tra i 25 e i 40 anni, segno che le atmosfere da sogno e i valori semplici parlano soprattutto ai giovani adulti, in cerca di esperienze nuove. In molti dopo aver partecipato raccontano la sensazione di entrare in uno “scrigno magico”, un luogo in cui i pensieri pesanti restano fuori dalla porta e si ritrova la leggerezza perduta. Un evento che unisce tradizione e modernità, spettacolo ed emozione, ma soprattutto un’occasione rara per restituire ai giovani – e non solo – la certezza che i sogni possono ancora diventare realtà". 

fonte: di Redazione ANSA   www.ansa.it   RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati     

Prosa: "Coppia aperta quasi spalancata" 8 e 9 novembre al Teatro di Pisa

"Coppia aperta quasi spalancata" di Dario Fo Franca Rame
regia Alessandro Tedeschi
con Chiara Francini e Alessandro Federico

luci Alessandro Barbieri
scenografia Katia Titolo
costumi Francesca di Giuliano
musiche Setti – Pasino

Una produzione Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni

Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, Chiara Francini è un’artista eclettica, un vulcano di carisma e vitalità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con 45.000 copie vendute e 8 ristampe.

Qui si mette alla prova con un testo importante,che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia. L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata.

Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile.

Fondazione Teatro di Pisa

Via Palestro 40, 56127 Pisa
Partita IVA 00458600509
TEL: +39.050.941111
PEC: teatrodipisa@pec.it
MAIL: info@teatrodipisa.pi.it

fonte: https://teatrodipisa.it 

Libri: "La mercante di Brera. Una storia di ribellione, talento e passione" di Roberta Tagliavini

Mercante e antiquaria, Roberta Tagliavini è un vero e proprio punto di riferimento per il modernariato in Italia: il suo negozio di via Fiori Chiari, a Milano, è un'istituzione, e il suo nome è ormai sinonimo di competenza, lusso e ricercatezza. Ma Roberta è molto più di questo. Perché nella vita non ha solo collezionato oggetti d'arte: ha trasformato ogni giorno in un capolavoro. 

Dalla Bologna del dopoguerra, fino al cuore pulsante di Brera, la sua storia è un viaggio straordinario fatto di intuizione, coraggio e amore per la bellezza. Giovanissima, si ritrova a sedici anni sposata e imprigionata in un'esistenza che non sente sua. Dotata di un innato talento per il commercio e per il design, avvia un piccolo mobilificio che tira fuori la famiglia dalla povertà. Tuttavia, la sua sete di libertà e la sua indipendenza la portano a scontrarsi con le rigide convenzioni dell'epoca. 

La decisione di separarsi, in un'Italia dove il divorzio non esiste ancora, la lascia sola, senza soldi e la costringe ad abbandonare la figlia. Questa scelta, sebbene dolorosissima, rappresenta il primo atto di ribellione e l'inizio di una nuova vita. Con lo sguardo rivolto al futuro, nel giro di pochi anni, da commessa in un mobilificio si trasforma in un'imprenditrice con un negozio di successo. 

Curiosa, intelligente e ambiziosa, intuisce prima di tutti come i tempi e i gusti stiano cambiando, diventando la pioniera del modernariato in Italia. In questa autobiografia che si legge come un romanzo, riavvolgendo il filo dei ricordi, Roberta ripercorre la strada che l'ha portata dove si trova oggi, tra scelte anticonvenzionali, momenti difficili e incontri da favola. Componendo così l'indimenticabile ritratto di una donna libera, instancabile e visionaria, capace di attraversare epoche diverse rimanendo sempre sé stessa. 

fonte: https://giuntialpunto.it 

Libri: "Gelosia" di Barbara Alberti

Che cos'è la gelosia? Perché siamo gelosi? Che relazione c'è tra l'amore e la gelosia? Barbara Alberti tratta il tema alla sua maniera, con verve, ironia e gusto del paradossale. 

Attraverso aforismi personali e racconti in parte autobiografici, familiari, storie sentite o orecchiate, storie paradigmatiche di ogni tempo, personaggi storici o letterari, l'autrice traccia i confini di un sentimento così terribile e sleale ma al tempo stesso comune ai più, e le sue ricadute nei rapporti di coppia, tra tradimenti, riconciliazioni, vendette e sparizioni. 

Alberti va al cuore di una «reazione» e ci racconta tutto quello che rappresenta oggi un'emozione così forte e incontenibile. Gelosia è un libro corsaro, come l'amore. Che è un disastro «indispensabile». 

Barbara Alberti è nata in Umbria e vive a Roma, dove si è laureata in filosofia. A lungo famosa curatrice della rubrica delle lettere di Amica, è scrittrice, giornalista e sceneggiatrice, autrice di romanzi, saggi e biografie fantastiche.
Tra i suoi libri Vangelo secondo Maria, 1978, ripubblicato nel 2007 da Castelvecchi. Tra le sue sceneggiature: Il portiere di notte, Melissa P. Ha condotto per anni la trasmissione radiofonica La guardiana del faro su Radio 24, che è anche il titolo del suo libro pubblicato da Imprimatur nel 2013. Con la casa editrice Nottetempo ha pubblicato Letture da treno, Amore è il mese più crudele e nel 2016 Non mi vendere, mamma!
Del 2024 Tremate, Tremate. Le streghe son tornate edito da Rizzoli: un racconto del reale attraverso le donne, gli uomini, le femministe, i corpi, i media, la politica, la televisione, il cinema e la letteratura.

fonte: www.ibs.it 

lunedì 27 ottobre 2025

Libri: "Roberto Bolle. Ediz. illustrata" Rizzoli Editore

Roberto Bolle attraversa mondi che spesso si ignorano: la danza, il costume, la comunicazione visiva. 

Questo racconto di immagini e parole ricostruisce il modo in cui li ha fatti dialogare. Osserva, infatti, da vicino, il percorso di un interprete che ha saputo trasformare il proprio ruolo, portando la danza classica fuori dai suoi contesti tradizionali e aprendola a un pubblico nuovo e più vasto. 

Un personaggio che, senza perdere di vista l’eccellenza artistica, ha costruito una presenza pubblica che unisce rigore e popolarità, diventando un simbolo riconoscibile della cultura italiana all’estero. 

Le immagini dei più celebri fotografi italiani e internazionali, fra cui Bruce Weber, Annie Leibovitz, Fabrizio Ferri, Mert&Marcus, Karl Lagerfeld Gian Paolo Barbieri, Giovanni Gastel, Piero Gemelli, Mario Testino, Paolo Roversi, Gianpaolo Sgura, e molti altri, sono accompagnate dalle parole dello stesso Bolle, e da quelle di amici, colleghi e personaggi della cultura, del teatro e della moda, che tracciano un ritratto a tutto tondo di un artista italiano noto in tutto il mondo e della sua sensazionale carriera.
Questo libro è stato realizzato in collaborazione con Artedanza Srl e Fondazione Roberto Bolle.

Roberto Bolle, étoile del Teatro alla Scala e principal dancer presso l’American Ballet Theatre di New York, ha pubblicato nel 2008 per Rizzoli il volume Roberto Bolle alla Scala e, per Mondadori, La mia danza (2010). Inoltre, grazie alla collaborazione con Bruce Weber è uscito Roberto Bolle. An athlete in tights (TeNeues, 2009), una preziosa raccolta di scatti d’autore. È stato nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Ambasciatore Unicef. Nel 2014 è stato insignito a Parigi della Medaglia d’Oro dell’Unesco per il valore culturale universale della sua opera artistica.

fonte: www.mondadorielecta.it 

Mostre: "FERDINANDO SCIANNA. LA MODA, LA VITA" a Saluzzo (CN), La Castiglia, dal 24 ottobre 2025 al 1 marzo 2026

Attraverso 90 opere, la rassegna esplora, per la prima volta, uno dei capitoli che hanno segnato la carriera del fotografo siciliano: la moda.

 Dal 24 ottobre 2025 al 1° marzo 2026, la Castiglia di Saluzzo (CN), antica fortezza e residenza marchionale, oggi spazio museale e luogo del contemporaneo, ospita la personale di Ferdinando Scianna (Bagheria, PA, 1943), primo fotografo italiano a essere annoverato tra i membri della prestigiosa agenzia internazionale Magnum Photos e uno dei protagonisti assoluti della fotografia del Novecento.

La mostra, dal titolo Ferdinando Scianna. La moda, la vita, curata da Denis Curti, è un progetto del Comune di Saluzzo e della Fondazione Artea che esplora, per la prima volta, uno dei capitoli meno noti della carriera di Scianna: la moda. Un ambito che l’autore affronta con il suo linguaggio da fotogiornalista, scardinando ogni estetica patinata a favore di una narrazione più umana. Scianna porta la moda fuori dalle passerelle e dentro la vita, restituendo immagini che sono insieme documento e poesia, verità e immaginario.

Il percorso espositivo, che presenta oltre novanta fotografie, si apre con una sezione introduttiva dedicata al legame tra Scianna e Leonardo Sciascia, a partire dagli scatti realizzati insieme, che documentano non solo la loro collaborazione professionale, ma anche l’amicizia e la complicità intercorsa tra due grandi intellettuali siciliani, quindi continua con un serie di 12 fotografie provenienti dalla collezione della Fondazione Arte CRT, in comodato alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino; sono immagini realizzate in India, in Francia e in Bolivia, in cui appare evidente il suo occhio da fotoreporter, attento ai luoghi, alle persone, ai dettagli della vita quotidiana. Oltre a evidenziare l’importanza del fondo collezionistico custodito dall’istituzione torinese, probabilmente il più ricco dedicato all’autore, questa sezione offre la chiave di lettura dell’intera mostra. Per Scianna, il reportage resta la matrice stilistica e narrativa, sia che si stia approcciando alle feste religiose siciliane o che realizzi un servizio su commissione per conto di marchi di moda.

L’esordio di Ferdinando Scianna nel mondo della moda è datato 1987 quando Dolce&Gabbana, allora giovani stilisti emergenti, gli commissionano di realizzare le immagini per i cataloghi di due collezioni, dando vita a una delle collaborazioni meglio riuscite nella storia della fotografia. Un compito che l’artista siciliano assolse in modo originale e spiazzante. Scianna, infatti, non rinunciò alla sua natura di fotoreporter, né tantomeno rimase insensibile al richiamo della sua terra, così ricca di tradizioni, di cerimonie, di misticismo, facendo uscire la moda dagli studi di posa per trasportarla nella realtà della Sicilia e tra le strade dei paesi. Le sue fotografie di moda sono frammenti di storie che riflettono la sua visione del mondo, restituendo un ideale di bellezza che va oltre la pura descrizione del prodotto. Fondamentale in questo percorso fu anche la collaborazione con la top model Marpessa, che incarnava la bellezza mediterranea, che lo stesso Scianna scelse come sua musa.

L’esposizione segue tutto il percorso di Scianna nel mondo della moda, durato quasi dieci anni, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, durante il quale collaborò con importanti brand e numerose riviste internazionali, tra cui Vogue, Vanity Fair, Stern, Grazia. Nei suoi scatti si fondono etica e stile, memoria e intuizione, fotografia e letteratura; questo approccio gli ha consentito di interpretare e capovolgere i modelli di rappresentazione comunemente consacrati al glamour delle passerelle, trasformando la fotografia di moda in racconto visivo, mantenendo intatto il legame tra immagine, verità e cultura.

Il progetto Ferdinando Scianna. La moda, la vita, è reso possibile, oltre alle collaborazioni con la Fondazione Torino Musei, la GAM di Torino e la Fondazione Arte CRT, anche grazie al supporto del Museo Lavazza, di Confindustria Cuneo, della Fondazione Amleto Bertoni con Terres Monviso, e con il contributo dell’ATL del Cuneese e il patrocinio della Provincia di Cuneo.

In contemporanea, il Filatoio di Caraglio (CN) ospita Helmut Newton. Intrecci, monografica dedicata ad un altro grande protagonista della fotografia del Novecento. Le mostre di Ferdinando Scianna e Helmut Newton, concepite per dialogare tra loro, approfondiscono aspetti inediti o poco esplorati dei due autori, offrendo visioni originali e complementari, due approcci distinti ma convergenti alla moda e al racconto della vita. Le carriere di entrambi vivono una svolta sul finire degli anni Ottanta, anche a seguito delle trasformazioni in atto nella società del periodo: da un lato l’avvento delle prime apparecchiature digitali e di Photoshop, che mettono in discussione il valore testimoniale dell’immagine fotografica, dall’altro la caduta del muro di Berlino e la fine dell’Unione Sovietica, che ridefiniscono gli equilibri globali e aprono nuove prospettive di incontro tra culture. Nelle immagini di Newton tutto ciò si traduce in una sempre maggiore teatralizzazione delle scene ritratte, che si fanno più oniriche e complesse. Scianna, invece, chiamato per la prima volta a confrontarsi con il genere della moda, torna alla Sicilia delle sue origini, trasformando le strade e le piazze in set inconsueti dove la verità della vita quotidiana si intreccia con la finzione degli abiti di lusso.

Ad accompagnare le due mostre sarà un ricco Public Programme, a cura di Monica Poggi e Fondazione Artea, che proporrà incontri e dialoghi con esperti di fotografia, moda e cultura visiva. Un’occasione per leggere e contestualizzare il lavoro dei due maestri, ma anche per riflettere sulle intersezioni fra fotografia, produzione, collezionismo e società contemporanea.e le 

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fonte: www.clp1968.it  

Libri: "I racconti dei gioielli. Lessico illustrato dall'Anello agli Orologi" di Eugenio Gallavotti

“Non ho mai odiato un uomo abbastanza da restituirgli i diamanti” (Zsa Zsa Gabor". 

“Se metti gioielli vistosi, il resto dev'essere neutro. Se no sei l'albero di Natale” (Karl Lagerfeld). 

“I gioielli distolgono l'attenzione dalle rughe” (Sonja Henie). 

Cosa racconta un anello di noi? E un paio d'orecchini asimmetrici? Un orologio incastonato di gemme? Da millenni scintillano come segni di potere, promesse d'amore, talismani, status symbol, opere d'arte da indossare. Più che ornamenti: narrazioni portatili, cristallizzazioni d'epoche, passioni, identità. 

Dopo scarpe e borse, questo libro completa la trilogia dei principali accessori - autentici pilastri del sistema moda - luccicando di memoria, materia e immaginario. Un lessico dalla A alla Z, fitto di storie affascinanti, citazioni, curiosità, personaggi, aneddoti e miti. In parallelo, una sezione di dialoghi esclusivi con designer e manager che svelano i loro backstage. 

Quale artigianato orafo al tempo dell'AI? Esisterà mai un bling-bling che sia anche etico e sostenibile? Domande aperte, risposte preziose. Ma si può parlare di bracciali e collane in tempi sempre più veloci e complicati? Si può. Perché i monili, minuscoli baluardi di senso, come pochi altri manufatti custodiscono il grande mistero: niente è più utile del futile. E si può perché, proprio nei momenti più tormentati della storia, i gioielli diventano beni rifugio, tesori tascabili, investimenti. 

Oggi come ieri, un diamante rosa o uno zaffiro del Kashmir valgono più di tanti titoli azionari... Un volume pensato per gli appassionati di moda e design, per gli addetti ai lavori (in Italia decine di migliaia), per chi frequenta corsi di fashion studies. E per chi sa che l'unico modo di afferrare la felicità è lasciarsi attraversare dalla luce restituendola al mondo ancora più viva. Come fanno i gioielli. 

Eugenio Gallavotti, già responsabile editoriale di Elle.it e delle brand extension (Elle Accessori, Elle Gioielli, Elle Gourmet…), è docente ai corsi di laurea in Comunicazione, media e pubblicità e in Moda e industrie creative all’Università Iulm e di Giornalismo nella moda al master Walter Tobagi dell’Università degli studi di Milano. Per FrancoAngeli ha pubblicato La teoria dei colori. Stile & società a contrasto. Quando siamo poveri la moda è ricca e viceversa. I racconti delle scarpe e I racconti delle borse.

fonte: www.ibs.it 

Mostre: "HELMUT NEWTON. Intrecci" al Filatoio di Caraglio, dal 23 ottobre 2025 al 1 marzo 2026

HELMUT NEWTON. Intrecci dal 23 ottobre 2025 al 1 marzo 2026 a cura di Matthias Harder

Nella cornice storica del Filatoio di Caraglio prende vita una grande esposizione dedicata a Helmut Newton, uno dei fotografi più celebri e discussi del Novecento, capace come pochi di intrecciare moda, arte e provocazione.

La mostra “Helmut Newton. Intrecci” ripercorre l’evoluzione del percorso professionale di Newton, dalle fotografie editoriali che lo hanno consacrato tra i grandi della moda internazionale, fino ai lavori commissionati da prestigiosi brand. Oltre 100 fotografie, tra icone e scatti poco noti, provenienti dalle collaborazioni con Yves Saint Laurent, Wolford, Ca’ del Bosco, Blumarine, Absolut Vodka, Lavazza, e molti altri.

Il titolo della mostra Intrecci richiama fin da subito la pluralità di significati che percorrono la sua opera: intrecci professionali con modelle e stilisti, intrecci narrativi che uniscono ironia, sensualità e potere, intrecci biografici che riportano Newton alle origini della sua carriera nella fotografia tessile. Non è un caso che l’esposizione trovi spazio proprio al Filatoio, antico setificio seicentesco, dove il filo della memoria industriale incontra le trame visive del fotografo.

La complicità con modelle come Monica Bellucci, Nadja Auermann, Kate Moss, Carla Bruni ed Eva Herzigová, unita alla fiducia di riviste e maison di moda, gli ha permesso di ridefinire radicalmente i canoni della fotografia patinata, trasformandola in un linguaggio teatrale, complesso e sorprendente. In bianco e nero o a colori, ogni immagine restituisce l’ambiguità e la forza di una visione che continua a sedurre e a spiazzare.

Il progetto espositivo dedicato a Helmut Newtonn si lega strettamente alla mostra “Ferdinando Scianna. La moda, la vita” (La Castiglia – Saluzzo, 24.10.2025 -01.03.2026) che vede protagonista un altro grande maestro della fotografia del Novecento. Due mostre in dialogo tra loro che approfondiscono aspetti inediti o poco esplorati nelle carriere dei due autori, offrendo al pubblico due visioni complementari della moda, vista dada Newton come provocazione dell’immaginario e da Scianna come racconto della vita.

ORARI
Giovedì e venerdì dalle ore 15.00 alle 19.00.
Sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle 19.00. Chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio. Chiusura biglietteria ore 18.00

Biglietteria presso il Filatoio di Caraglio (via Matteotti 40) o su ticket.it 

BIGLIETTI 
intero: € 12,00 (esclusi i diritti di prevendita)
ridotto: € 9,00 (esclusi i diritti di prevendita)
riservato a: bambini/ragazzi 7- 19 anni, studenti universitari fino a 25 anni, adulti over 65, insegnanti con certificazione, soci ACLI, soci FAI, possessori di biglietto di ingresso alla mostra Ferdinando Scianna. La moda, la vita (La Castiglia, Saluzzo – fino al 1 marzo 2026), possessori del voucher segnalibro ricevuto alla Festa del Libro Medievale di Saluzzo (ed. 2025).
ridotto gruppi e scuole (min 10, max 20 persone): € 6,00
ingresso gratuito: bambini fino ai 6 anni, soci ICOM, persone con disabilità + 1 accompagnatore; possessori di “Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta” o di “Abbonamento Musei Formula Extra”; guide turistiche abilitate del territorio piemontese; giornalisti (con tesserino); residenti in Caraglio soltanto la domenica mattina.

Visita la mostra e il Museo del Setificio Piemontese*!
cumulativo intero: € 16,00 (d.p. esclusi)
cumulativo ridotto: € 13,00 (d.p. esclusi)
* Il Museo è visitabile esclusivamente con visita guidata (durata 1h circa), ai seguenti orari: giovedì e venerdì alle 15.00, 16.30 e 18.00, sabato e domenica alle 10.30, 12.00, 15.00, 16.30, 18.00.

Mostra promossa e organizzata da: Fondazione Artea, Regione Piemonte
In collaborazione con: Comune di Caraglio, Helmut Newton Foundation
Con il contributo di: Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRC
Con il supporto di: Museo Lavazza, Confindustria Cuneo
Con il patrocinio di: Provincia di Cuneo
Media partner: La Stampa
Il Filatoio aderisce a: Terres Monviso

Altre >>  INFO > QUI  

Filatoio di Caraglio
Via Matteotti, n.40
12023 Caraglio (CN)  
Telefono Museo
+39 0171 618300

fonte: www.filatoiocaraglio.it 

Cinema: E' After The Hunt a dominare box office italia. Segue Tre Ciotole.

ANSA - RIPRODUZIONE RISERVATA
E' After The Hunt - Dopo la caccia il migliore incasso di quest'ultimo weekend - non particolarmente ricco - ai botteghini italiani anche se recupera un 3,4 per cento su quello scorso, ma senza titoli che abbiano superato il milione di euro in 417 cinema.

Il film di Luca Guadagnino con protagonisti Julia Roberts, Ayo Edebiri e Andrew Garfield, presentato all'ultimo Festival di Venezia e distribuito da Eagle, ha raccolto 619.758 euro con una media di 1.486 euro secondo i dati di Cinetel. 

Il nuovo film con Julia Roberts e Andrew Garfield non conquista però la migliore media per sala che va al quarto in classifica, l'altro esordiente The Black Phone 2 che conquista 1.554 euro in 283 strutture ( negli Usa è in vetta al box office con 26,5 milioni ndr) Perde solo il 12 per cento nella sua seconda settimana Tre ciotole che, con altri 555mila euro è in seconda posizione arrivando a un totale di 1,4 milioni di euro, il migliore incasso italiano dell'attuale stagione cinematografica iniziata lo scorso agosto.

Al terzo posto troviamo il travolgente Una battaglia dopo l'altra che, alla quarta settimana, resiste con un totale di 4,4 milioni di euro, il miglior incasso in Italia del regista Paul Thomas Anderson.     

Direttamente dalla Festa del cinema di Roma in corso, arriva in quinta posizione Per te di Alessandro Aronadio che conquista 379mila euro con un giorno in meno di programmazione, è uscito di venerdì dopo la presentazione festivaliera con una buona media per copia di 1.005 euro in 377 sale.  

Le città di pianura, in settima posizione (ma con la quarta migliore media per copia) alla quarta settimana (la prima ha visto un'uscita solo nel Triveneto) perde solo il 12 per cento per un totale di 815mila euro. Mentre è già a fine corsa Tron: Ares al sesto posto con un totale di 1,1 milioni di euro in due settimane. Eddington di Ari Aster è in ottava posizione con 144mila euro. 

A proposito di festival, Amata di Elisa Amoruso con Tecla Insolia, Miriam Leone e Stefano Accorsi, presentato lo scorso settembre alle Giornate degli Autori a Venezia, ha debuttato in nona posizione con solo 139mila euro e quasi la peggiore media per sala della classifica, 422 euro in 330 cinema. Chiude la Top Ten Il professore e il pinguino al decimo posto nella sua seconda settimana con 376 euro in 234 sale. 

fonte: di Redazione ANSA   www.ansa.it   RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati    

lunedì 20 ottobre 2025

Libri: "L'ultimo segreto" di Dan Brown

A quasi dieci anni dal suo ultimo successo, Dan Brown torna con il suo romanzo più ambizioso ed emozionante: una nuova caccia di Robert Langdon dove, come sempre nei suoi libri, nulla è più pericoloso della conoscenza, e nulla è più efficace di una mente affilata.

«Per anni Brigita Gessner aveva deriso i pazienti che affermavano di essere stati a un passo dalla morte e di ave poi fatto ritorno. Ora si trovò a pregare di poter ingrossare le file di quelle rare anime. Ma era troppo tardi, lo sapeva. La sua vita si era conclusa.»

«Praga magica, Golem incluso. E gli altri intrighi sono anche meglio.» - Matteo Trevisani, La Lettura

«Che tipo, Dan Brown. Sei a casa sua da dieci minuti e già t'incanta inanellando piccole rivelazioni, quasi fosse scivolata anche tu nelle pagine del suo nuovo, attesissimo romanzo: L'ultimo segreto». - Anna Lombardi, Il Venerdì

 

«L'ultimo segreto in fondo è "un libro sul potere dei libri".» - Raffaella Silipo, la Stampa

Robert Langdon è a Praga insieme a Katherine Solomon, con cui ha da poco avviato una relazione. Un viaggio di piacere in veste di accompagnatore dell’esperta di noetica, invitata a una conferenza in città per esporre le sue innovative teorie sulla mente. 

All’improvviso, gli eventi prendono una piega inquietante: la mattina del quarto giorno Katherine sembra sparire senza lasciare tracce e Robert assiste, sul ponte Carlo, a una scena che sfida la razionalità e di fronte alla quale reagisce d’istinto, finendo nel mirino dei servizi di sicurezza cechi. Intanto, a New York, una misteriosa organizzazione mette in campo risorse all’avanguardia per distruggere il manoscritto che Katherine ha consegnato al suo editore e che raccoglie le sue rivoluzionarie ricerche. 

Ma come mai quello che dovrebbe essere un saggio teorico attira così tanto interesse? In poco più di ventiquattr’ore, Langdon dovrà dimostrarsi in grado di ritrovare Katherine, seminare le forze dell’ordine della città e quelle dell’ambasciata americana e oltrepassare le porte di un laboratorio segreto in cui vengono condotti esperimenti indicibili. La posta in gioco è altissima: una nuova concezione della mente, una visione che può regalare un futuro diverso all’umanità ma che potrebbe, anche, diventare un’arma dall’impatto devastante. 

fonte: www.lafeltrinelli.it 

Libri: "Game of lust. Tentazione" di Hazel Riley

L'ultimo attesissimo volume della saga Game of gods. Lo spin-off con protagonista Hermes Lively

Hermes Lively ha sempre vissuto per la ribalta, con le sue battute taglienti e i suoi modi seduttivi, è sempre stato il re delle notti folli di Yale. Ma ora tutto è cambiato: su di lui un'accusa di omicidio pesa come una condanna e una scritta sulla porta della sua camera lo definisce ASSASSINO. 

Questa volta non c'è un copione e sul palco bisogna improvvisare. In un campus che lo tratta come un mostro, Hermes dovrà decidere se togliersi la maschera o diventare il personaggio che tutti si aspettano. È lui, infatti, la chiave per accedere a Pandora, che si dice contenga le prove dei crimini dei patriarchi della famiglia. Quando sui cellulari dei Lively compare una misteriosa app, ormai è chiaro: Urano vuole svelare i segreti che tutti nascondono e costringerli ad affrontarsi in un perverso gioco nel tentativo di distrarli dalla ricerca della verità. 

Mentre il mistero di Pandora incombe, Hermes dovrà affrontare l'ultima sfida, tra le tentazioni dell'agente Love Liakos, che sembra l'unica capace di riconoscere il dolore che nasconde, e i suoi sentimenti sempre più confusi per Lockie. Ma costruire un lieto fine non è semplice, soprattutto quando i riflettori illuminano anche le fragilità. 

Hazel Riley è lo pseudonimo di un'autrice italiana, classe '97, di origine sarda. Scrive da quando ne ha memoria e all'età di quindici anni comincia a pubblicare le sue storie su Wattpad. Laureata in Comunicazione, continua a coltivare la passione per la scrittura, legge tanti romance e studia Marketing. Nel 2023 Sperling & Kupfer pubblica in Italia, Discesa agli inferi. Game of gods. Seguono nel 2024 Ascesa al Paradiso. Game of Titans e Game of chaos. Redenzione. 

fonte: www.lafeltrinelli.it 

Brescia: in anteprima assoluta "All You Need Is Love" con le canzoni dei Beatles suonate dal vivo

Da un’idea originale di Chiara Canzian e Sandro Cisolla “Coloriamo i Sogni” presenta ALL YOU NEED IS LOVE un viaggio alla scoperta di sé sulle note dei Beatles anteprima assoluta
GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2025 BRESCIA - TEATRO SANTA GIULIA

Un viaggio dell’anima in uno spettacolo di teatro musicale nel quale le canzoni dei Beatles, suonate dal vivo da una band d’eccezione, accompagnano i protagonisti in scena e gli spettatori in un autentico percorso di crescita personale.

“Dove l’ombra è più nera, la luce brilla più intensa”

Milano, 17 ottobre 2025 – È attesa giovedì 11 dicembre al Teatro Santa Giulia di Brescia (biglietti disponibili su Liveticket.it) l’anteprima assoluta di ALL YOU NEED IS LOVE, un nuovo spettacolo di teatro musicale nato da un’idea originale di Chiara Canzian e Sandro Cisolla, sintesi delle diverse professioni e passioni che li animano: lui scrittore di narrativa e copywriter, lei con varie esperienze rilevanti nel teatro (regista residente in Casanova Operapop, performer in Cats nel ruolo di Grizabella come alternate di Malika Ayane), cantautrice e life-coach. 

A condurre il filo dello spettacolo - un viaggio dell’anima alla ricerca del sé più autentico – sono le canzoni e la musica dei Beatles, suonate dal vivo da una band di eccezione, composta da Phil Mer alla batteria (produttore e musicista, spesso in tour a fianco dei Pooh, Enrico Ruggeri, Francesco Renga, Zucchero e altri) che ha curato anche la direzione musicale e gli arrangiamenti, Andrea Lombardini al basso e Alberto Milani alla chitarra. In programma 24 brani iconici dal repertorio dei Fab Four, fra i quali Can’t buy me Love, A hard day’s night, Yesterday, Help, Lucy in the sky with diamonds, Strawberry fields forever, I am the Walrus, Helter Skelter, Blackbird, While my guitar gently weeps e altre. Protagonisti della storia nel ruolo di LEI e LUI sono la stessa Chiara Canzian e Jacopo Sarno, volto noto di musical, cinema e tv (lanciato giovanissimo dalle produzioni Disney a partire da High School Musical, fra i tanti titoli che poi lo hanno visto fra i protagonisti in teatro Mamamia, Casanova Operapop, Full Monty). La regia è affidata alla giovane Carolina Fanelli, un nome nuovo con una formazione in drammaturgia e già varie esperienze nella direzione artistica. Le coreografie per il corpo di ballo composto da cinque ballerini sono di Mattia Fazioli, versatile danzatore di formazione classica le cui più recenti esperienze in ambito italiano e internazionale annoverano Casanova Operapop, Chicago e Magic Mike nel West End di Londra.

Un nucleo di professionisti dell’arte che si sono trovati intorno a un progetto che offre diversi piani di lettura. Il concept dello spettacolo ruota intorno all’ipotesi che i Beatles, non si sa se consapevolmente, abbiano inserito una piccola “mappa” nascosta all’interno della loro discografia, un filo di perle – ovvero le loro canzoni immortali - che in perfetto ordine cronologico sembrano delineare le tappe precise di un autentico cammino evolutivo, attraverso il quale ognuno può riflettere sulla propria vita in modo profondo. Il percorso è guidato da un’unica grande stella, l’Amore, declinato nelle forme potenzialmente infinite che può assumere nella nostra esistenza.

Da un lato All You Need is Love è uno spettacolo teatrale con una forma artistica, fra prosa e musica, estremamente curata in tutti i suoi aspetti e dalla sinossi particolarmente empatica: un uomo, sopraffatto dal fallimento della propria vita affettiva e professionale decide di farla finita, ma desidera ancora vedere la bellezza di un’alba in un parco. Qui il suo destino lo porta a incontrare una musicista, artista di strada, che si rivela profonda conoscitrice della vita e metterà in gioco tutte le proprie forze per trasmettere al suo nuovo amico la speranza, anche attraverso la musica e le parole delle canzoni. D’altro canto lo spettacolo è l’occasione per affrontare seriamente, e con un approccio simile a quello adottato nel life-coaching, temi profondi, universali e di grande attualità, come la salute mentale, il senso di fallimento e la depressione che porta al desiderio di annullamento, affrontati in modo analitico ed emotivo con il supporto salvifico della musica, spesso capace di farsi strumento terapeutico e canale emozionale attraverso il quale creare un rapporto solido e vero con la propria interiorità, per scoprire che ognuno di noi è parte di un tutto più grande, ovvero che il “tutto”, cioè l’Amore nella sua essenza, è parte di ognuno di noi.

Uno spettacolo del quale godere da spettatori che amano il teatro musicale, ma anche da vivere appieno come esperienza personale e costruttiva.  

All You Need is Love è prodotto da Coloriamo i Sogni, una realtà che cura progetti solidali attraverso l’arte, la musica e lo sport. Main sponsor del progetto è Claim Expert, l’anteprima dell’11 dicembre al Teatro Santa Giulia di Brescia gode della preziosa collaborazione dei Beatlesiani d’Italia Associati, la community ufficiale che riunisce i fan, i musicisti e i collezionisti dei Fab Four, e di ArtOne, associazione culturale che cura eventi musicali sul territorio.

ALL YOU NEED IS LOVE – un viaggio alla scoperta di sé sulle note dei Beatles

Giovedì 11 dicembre 2025 – Teatro Santa Giulia, Via Quinta 4 – BRESCIA - Info 0721 548189

Inizio spettacolo ore 21:00

Ingresso posto numerato € 20,00 - 25,00 + prevendita

Biglietti su Liveticket.it

fonte: Ufficio Stampa: pantarei 3.0 - Elena Pantera pantera.tre.zero@gmail.com 

Social Media Manager: Giulia Pagano giulia.pagano90@gmail.com

lunedì 13 ottobre 2025

Firenze: a Palazzo Pitti il Novecento in quaranta abiti da sogno: nuovo allestimento al Museo della Moda

Nove sale appena inaugurate (con molti capi mai esposti fino ad oggi) raccontano gli stili dello scorso secolo dal Charleston degli anni Venti agli scintillanti anni Ottanta di Enrico Coveri, passando per le creazioni mozzafiato di Elsa Schiaparelli, Yves Saint Laurent, Pierre Cardin e Roberto Capucci.

Un secolo di moda, dalla vivacità del Charleston agli scintillanti anni Ottanta di Enrico Coveri, passando per le creazioni mozzafiato di Elsa Schiaparelli, Yves Saint Laurent, Pierre Cardin e Roberto Capucci. A raccontarlo - attraverso 40 abiti simbolo della più elevata sartorialità mondiale (molti dei quali mai esposti), posti in elegante dialogo con opere di maestri della pittura del Novecento quali Galileo Chini, Felice Casorati, Alberto Burri - è il nuovo allestimento realizzato dal Museo della Moda di Palazzo Pitti.  

A un anno esatto dalla riapertura totale della Galleria, interamente rinnovata, la selezione novecentesca esposta ‘gira’, per offrire al pubblico un nuovo capitolo da sogno della storia del costume. Forte di una collezione di 15.000 capi storici e accessori, dal Settecento a oggi, il Museo della Moda ha stabilito di rinnovare a cadenza annuale le collezioni in mostra, facendo riemergere a rotazione dai depositi abiti straordinari, inediti e accuratamente restaurati per poter essere offerti alla visione del pubblico. Restano invariate le sale della moda Sette-Ottocentesca e degli Abiti Medicei.

Il primo dei nuovi spazi, dedicato alla ‘Moda Charleston’ tra avanguardie ed esotismo, apre la nuova selezione: lo straordinario Trittico di Galileo Chini trasforma la sala in un set scenografico di pucciniana memoria con l’abito indossato dalla moglie del pittore in occasione della prima di Turandot al Teatro La Scala di Milano il 25 aprile 1926. Altri abiti preziosi realizzati con sete pregiate arricchiti da motivi decorativi ispirati alla Cina, al Giappone e all’India rammentano come l’orientalismo si intrecciasse con il desiderio di emancipazione e sperimentazione tipico delle flapper, giovani donne dell’epoca che rompevano con la tradizione.

Seguono due sale dedicate alla Moda tra le due Guerre: una infilata di abiti mozzafiato che spaziano dalla cultura Déco, a quella delle avanguardie, al razionalismo, al glamour cinematografico degli anni Trenta del Novecento. In tale contesto, il dipinto di Felice Casorati, Lo straniero, fa da controcanto a capi di Elsa Schiaparelli e Madeleine Vionnet.

La rassegna continua con un viaggio nella Moda nel dopoguerra, con un rarissimo abito del giovane Yves Saint Laurent, nominato, dopo la morte di Christian Dior nel 1957, direttore creativo della prestigiosa Maison e tre abiti, tra cui un Gattinoni, appartenuti a Ingrid Bergman.

A seguire tre sale interamente dedicate agli anni Sessanta e Settanta del Novecento, che culminano con una incursione nello Space Age Movement, caratterizzato da un’estetica futuristica e minimalista ispirata alle esplorazioni spaziali e alle innovazioni tecnologiche dell’epoca, grazie a designer iconici come André Courreèges, André Laug e Pierre Cardin, tutti rappresentati in mostra.

Spazio poi a Roberto Capucci, uno dei protagonisti più audaci e innovativi della moda italiana. In un’epoca dominata dalla rivoluzione giovanile, dalla minigonna e dal prêt-à-porter emergente, rimase fedele a una visione quasi architettonica e scultorea dell’abito, che lo rese famoso sulla scena internazionale.

Finale ‘esplosivo’ con Enrico Coveri, che a partire dagli anni Ottanta fece delle paillettes il simbolo del suo stile scintillante, ironico e anticonformista.

Annualmente ci saranno rotazioni, per far riemergere dai depositi della galleria pezzi storici mai visti prima.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde: “Questa nuova selezione di abiti del Museo della Moda e del Costume racconta la moda del Novecento come linguaggio visivo e culturale, in dialogo costante con la pittura e le arti. Dai ricami esotici delle flapper all’immaginario decorativo di Galileo Chini, dalla sintesi formale di Casorati e della moda degli anni Trenta fino al minimalismo dello Space Age, accostato ai bianchi e neri di Alberto Burri. La moda si rivela così non solo specchio della trasformazione del femminile, ma anche patrimonio di forme, materiali e visioni che affianca e arricchisce la narrazione figurativa dell’arte”.

La curatrice del Museo della Moda e del Costume Vanessa Gavioli: “Nel Novecento la moda racconta la donna tra libertà ed eleganza. Dalle flapper degli anni Venti con abiti leggeri e accenti esotici, si passa agli anni Trenta, con una femminilità più classica e tradizionale. Chanel rivoluziona il tailleur, poi rielaborato da Galitzine e Schön. Negli anni Sessanta e Settanta esplodono minigonne, grafismi e subculture, mentre lo Space Age guarda al futuro e Capucci scolpisce l’abito. Negli anni Ottanta, Coveri esalta luce e colore con le paillettes”.

fonte e Info: www.uffizi.it 

Mostre: "Alaïa e Balenciaga. Scultori della forma" al Museo del Tessuto di Prato, dal 25 ottobre 2025 al 3 maggio 2026

Dal 25 ottobre 2025, il Museo del Tessuto celebra due stilisti iconici della moda francese – Azzedine Alaïa e Cristobal Balenciaga – con una grande mostra curata da Olivier Saillard.

25 ottobre 2025 – 3 maggio 2026

In occasione del suo cinquantesimo anniversario, la Fondazione Museo del Tessuto di Prato in collaborazione con la Fondazione Azzedine Alaïa, annuncia come progetto speciale la mostra “ALAÏA e BALENCIAGA. Scultori della forma“.

Concepita nel 2020 da Olivier Saillard presso la Fondation Alaïa di Parigi per assecondare il desiderio di Hubert de Givenchy di una mostra che riunisse due storici talenti della haute couture francese, l’esposizione arriva per la prima volta in Italia al Museo del Tessuto di Prato.

La mostra ha ottenuto il prestigioso patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia.

Cinquanta abiti provenienti dalla Fondazione Azzedine Alaïa, saranno esposti nelle sale suggestive della ex fabbrica Campolmi, accompagnati da documenti e video originali dell’Archivio Balenciaga per mettere a confronto la creatività dei due stilisti.

Venticinque creazioni di Azzedine Alaïa (1935-2017) – considerato dai più l’ultimo Couturier in grado di saper padroneggiare ogni fase della progettazione e della realizzazione di un abito – dialogano in mostra con altrettanti capi del grande Cristobal Balenciaga (1895-1972), in un confronto senza tempo tra due abilissimi sperimentatori di forme e volumi.

Solo per citare un esempio, lo spencer di Alaïa della collezione Couture Autunno/Inverno 1986 trova ispirazione nella giacca Haute Couture 1938 di Balenciaga, così come i bolero delle collezioni Autunno/Inverno 1986 e 1989 citano il bolero della Haute Couture 1940.

È ormai risaputo come, una volta chiusa definitivamente la Maison Balenciaga nel 1968 per mano dello stesso Balenciaga, Alaïa – giovane stilista emergente – sia stato chiamato dalla vice-direttrice vendite, Mademoiselle Renée, a scegliere liberamente una selezione di creazioni del Maestro, che solo le sue abili mani avrebbero potuto rielaborare per dar loro un nuovo aspetto. Il giovane Alaïa restò talmente stupito dalle forme, dall’architettura dei tagli e dall’abilità tecnica di ogni capo, che da allora coltivò per tutta la vita un profondo rispetto per la storia della moda e considerò l’incontro con il lavoro di Balenciaga il punto di partenza per la riscoperta dai grandi maestri del taglio che lo avevano preceduto.

“Le clienti mi portavano abiti di Balenciaga e mi chiedevano di accorciare l’orlo: io chiedevo loro se potevo tenere gli abiti e fare invece qualcosa di nuovo per loro. E’ in quel periodo che ho iniziato a prendere coscienza del fatto che la moda è un patrimonio culturale: è importante dare ai giovani stilisti l’opportunità di scoprire il lavoro e le tecniche dei loro predecessori. E’ così che ho iniziato a collezionare moda, ma anche arte e design. Ho intenzione di creare una fondazione per ospitare la mia collezione oltre ai miei archivi”. Azzedine Alaïa, Revue des Deux Mondes, 2014

Tutti i capi presenti in mostra appartengono alla Fondazione Azzedine Alaïa, creata nel 2007 dallo stesso Couturier francese per preservare e valorizzare i suoi archivi personali e la sua ricchissima collezione di abiti dei più grandi stilisti che hanno segnato la storia della moda.

Con questa mostra, la Fondazione Museo del Tessuto di Prato prosegue il suo percorso di studio e valorizzazione della Moda e dei protagonisti che ne hanno fatto la storia, affrontando per la prima volta il tema della couture francese; questo all’indomani del recente omaggio al padre del prêt-à-porter italiano Walter Albini (2024), all’inedita retrospettiva su Ossie Clark e Celia Birtwell (2022), protagonisti della scena londinese degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, e – ancora prima – della prima grande mostra dedicata alla camicia bianca di Gianfranco Ferré (2014).

La mostra è realizzata con il supporto di: Comune di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Saperi, Estra; Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, Regione Toscana.

Un sentito ringraziamento a Pitti Immagine.

Si ringraziano inoltre per l’importante supporto al progetto le aziende tessili Arché, Marini Industrie, Balli il Lanificio, oltre che Gruppo Colle, Lyria, Faliero Sarti e le aziende del Museo del Tessuto Textile Lovers.

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fonte: www.museodeltessuto.it