lunedì 27 ottobre 2025

Libri: "Roberto Bolle. Ediz. illustrata" Rizzoli Editore

Roberto Bolle attraversa mondi che spesso si ignorano: la danza, il costume, la comunicazione visiva. 

Questo racconto di immagini e parole ricostruisce il modo in cui li ha fatti dialogare. Osserva, infatti, da vicino, il percorso di un interprete che ha saputo trasformare il proprio ruolo, portando la danza classica fuori dai suoi contesti tradizionali e aprendola a un pubblico nuovo e più vasto. 

Un personaggio che, senza perdere di vista l’eccellenza artistica, ha costruito una presenza pubblica che unisce rigore e popolarità, diventando un simbolo riconoscibile della cultura italiana all’estero. 

Le immagini dei più celebri fotografi italiani e internazionali, fra cui Bruce Weber, Annie Leibovitz, Fabrizio Ferri, Mert&Marcus, Karl Lagerfeld Gian Paolo Barbieri, Giovanni Gastel, Piero Gemelli, Mario Testino, Paolo Roversi, Gianpaolo Sgura, e molti altri, sono accompagnate dalle parole dello stesso Bolle, e da quelle di amici, colleghi e personaggi della cultura, del teatro e della moda, che tracciano un ritratto a tutto tondo di un artista italiano noto in tutto il mondo e della sua sensazionale carriera.
Questo libro è stato realizzato in collaborazione con Artedanza Srl e Fondazione Roberto Bolle.

Roberto Bolle, étoile del Teatro alla Scala e principal dancer presso l’American Ballet Theatre di New York, ha pubblicato nel 2008 per Rizzoli il volume Roberto Bolle alla Scala e, per Mondadori, La mia danza (2010). Inoltre, grazie alla collaborazione con Bruce Weber è uscito Roberto Bolle. An athlete in tights (TeNeues, 2009), una preziosa raccolta di scatti d’autore. È stato nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Ambasciatore Unicef. Nel 2014 è stato insignito a Parigi della Medaglia d’Oro dell’Unesco per il valore culturale universale della sua opera artistica.

fonte: www.mondadorielecta.it 

Mostre: "FERDINANDO SCIANNA. LA MODA, LA VITA" a Saluzzo (CN), La Castiglia, dal 24 ottobre 2025 al 1 marzo 2026

Attraverso 90 opere, la rassegna esplora, per la prima volta, uno dei capitoli che hanno segnato la carriera del fotografo siciliano: la moda.

 Dal 24 ottobre 2025 al 1° marzo 2026, la Castiglia di Saluzzo (CN), antica fortezza e residenza marchionale, oggi spazio museale e luogo del contemporaneo, ospita la personale di Ferdinando Scianna (Bagheria, PA, 1943), primo fotografo italiano a essere annoverato tra i membri della prestigiosa agenzia internazionale Magnum Photos e uno dei protagonisti assoluti della fotografia del Novecento.

La mostra, dal titolo Ferdinando Scianna. La moda, la vita, curata da Denis Curti, è un progetto del Comune di Saluzzo e della Fondazione Artea che esplora, per la prima volta, uno dei capitoli meno noti della carriera di Scianna: la moda. Un ambito che l’autore affronta con il suo linguaggio da fotogiornalista, scardinando ogni estetica patinata a favore di una narrazione più umana. Scianna porta la moda fuori dalle passerelle e dentro la vita, restituendo immagini che sono insieme documento e poesia, verità e immaginario.

Il percorso espositivo, che presenta oltre novanta fotografie, si apre con una sezione introduttiva dedicata al legame tra Scianna e Leonardo Sciascia, a partire dagli scatti realizzati insieme, che documentano non solo la loro collaborazione professionale, ma anche l’amicizia e la complicità intercorsa tra due grandi intellettuali siciliani, quindi continua con un serie di 12 fotografie provenienti dalla collezione della Fondazione Arte CRT, in comodato alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino; sono immagini realizzate in India, in Francia e in Bolivia, in cui appare evidente il suo occhio da fotoreporter, attento ai luoghi, alle persone, ai dettagli della vita quotidiana. Oltre a evidenziare l’importanza del fondo collezionistico custodito dall’istituzione torinese, probabilmente il più ricco dedicato all’autore, questa sezione offre la chiave di lettura dell’intera mostra. Per Scianna, il reportage resta la matrice stilistica e narrativa, sia che si stia approcciando alle feste religiose siciliane o che realizzi un servizio su commissione per conto di marchi di moda.

L’esordio di Ferdinando Scianna nel mondo della moda è datato 1987 quando Dolce&Gabbana, allora giovani stilisti emergenti, gli commissionano di realizzare le immagini per i cataloghi di due collezioni, dando vita a una delle collaborazioni meglio riuscite nella storia della fotografia. Un compito che l’artista siciliano assolse in modo originale e spiazzante. Scianna, infatti, non rinunciò alla sua natura di fotoreporter, né tantomeno rimase insensibile al richiamo della sua terra, così ricca di tradizioni, di cerimonie, di misticismo, facendo uscire la moda dagli studi di posa per trasportarla nella realtà della Sicilia e tra le strade dei paesi. Le sue fotografie di moda sono frammenti di storie che riflettono la sua visione del mondo, restituendo un ideale di bellezza che va oltre la pura descrizione del prodotto. Fondamentale in questo percorso fu anche la collaborazione con la top model Marpessa, che incarnava la bellezza mediterranea, che lo stesso Scianna scelse come sua musa.

L’esposizione segue tutto il percorso di Scianna nel mondo della moda, durato quasi dieci anni, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, durante il quale collaborò con importanti brand e numerose riviste internazionali, tra cui Vogue, Vanity Fair, Stern, Grazia. Nei suoi scatti si fondono etica e stile, memoria e intuizione, fotografia e letteratura; questo approccio gli ha consentito di interpretare e capovolgere i modelli di rappresentazione comunemente consacrati al glamour delle passerelle, trasformando la fotografia di moda in racconto visivo, mantenendo intatto il legame tra immagine, verità e cultura.

Il progetto Ferdinando Scianna. La moda, la vita, è reso possibile, oltre alle collaborazioni con la Fondazione Torino Musei, la GAM di Torino e la Fondazione Arte CRT, anche grazie al supporto del Museo Lavazza, di Confindustria Cuneo, della Fondazione Amleto Bertoni con Terres Monviso, e con il contributo dell’ATL del Cuneese e il patrocinio della Provincia di Cuneo.

In contemporanea, il Filatoio di Caraglio (CN) ospita Helmut Newton. Intrecci, monografica dedicata ad un altro grande protagonista della fotografia del Novecento. Le mostre di Ferdinando Scianna e Helmut Newton, concepite per dialogare tra loro, approfondiscono aspetti inediti o poco esplorati dei due autori, offrendo visioni originali e complementari, due approcci distinti ma convergenti alla moda e al racconto della vita. Le carriere di entrambi vivono una svolta sul finire degli anni Ottanta, anche a seguito delle trasformazioni in atto nella società del periodo: da un lato l’avvento delle prime apparecchiature digitali e di Photoshop, che mettono in discussione il valore testimoniale dell’immagine fotografica, dall’altro la caduta del muro di Berlino e la fine dell’Unione Sovietica, che ridefiniscono gli equilibri globali e aprono nuove prospettive di incontro tra culture. Nelle immagini di Newton tutto ciò si traduce in una sempre maggiore teatralizzazione delle scene ritratte, che si fanno più oniriche e complesse. Scianna, invece, chiamato per la prima volta a confrontarsi con il genere della moda, torna alla Sicilia delle sue origini, trasformando le strade e le piazze in set inconsueti dove la verità della vita quotidiana si intreccia con la finzione degli abiti di lusso.

Ad accompagnare le due mostre sarà un ricco Public Programme, a cura di Monica Poggi e Fondazione Artea, che proporrà incontri e dialoghi con esperti di fotografia, moda e cultura visiva. Un’occasione per leggere e contestualizzare il lavoro dei due maestri, ma anche per riflettere sulle intersezioni fra fotografia, produzione, collezionismo e società contemporanea.e le 

Tutte le INFO QUI 

fonte: www.clp1968.it  

Libri: "I racconti dei gioielli. Lessico illustrato dall'Anello agli Orologi" di Eugenio Gallavotti

“Non ho mai odiato un uomo abbastanza da restituirgli i diamanti” (Zsa Zsa Gabor". 

“Se metti gioielli vistosi, il resto dev'essere neutro. Se no sei l'albero di Natale” (Karl Lagerfeld). 

“I gioielli distolgono l'attenzione dalle rughe” (Sonja Henie). 

Cosa racconta un anello di noi? E un paio d'orecchini asimmetrici? Un orologio incastonato di gemme? Da millenni scintillano come segni di potere, promesse d'amore, talismani, status symbol, opere d'arte da indossare. Più che ornamenti: narrazioni portatili, cristallizzazioni d'epoche, passioni, identità. 

Dopo scarpe e borse, questo libro completa la trilogia dei principali accessori - autentici pilastri del sistema moda - luccicando di memoria, materia e immaginario. Un lessico dalla A alla Z, fitto di storie affascinanti, citazioni, curiosità, personaggi, aneddoti e miti. In parallelo, una sezione di dialoghi esclusivi con designer e manager che svelano i loro backstage. 

Quale artigianato orafo al tempo dell'AI? Esisterà mai un bling-bling che sia anche etico e sostenibile? Domande aperte, risposte preziose. Ma si può parlare di bracciali e collane in tempi sempre più veloci e complicati? Si può. Perché i monili, minuscoli baluardi di senso, come pochi altri manufatti custodiscono il grande mistero: niente è più utile del futile. E si può perché, proprio nei momenti più tormentati della storia, i gioielli diventano beni rifugio, tesori tascabili, investimenti. 

Oggi come ieri, un diamante rosa o uno zaffiro del Kashmir valgono più di tanti titoli azionari... Un volume pensato per gli appassionati di moda e design, per gli addetti ai lavori (in Italia decine di migliaia), per chi frequenta corsi di fashion studies. E per chi sa che l'unico modo di afferrare la felicità è lasciarsi attraversare dalla luce restituendola al mondo ancora più viva. Come fanno i gioielli. 

Eugenio Gallavotti, già responsabile editoriale di Elle.it e delle brand extension (Elle Accessori, Elle Gioielli, Elle Gourmet…), è docente ai corsi di laurea in Comunicazione, media e pubblicità e in Moda e industrie creative all’Università Iulm e di Giornalismo nella moda al master Walter Tobagi dell’Università degli studi di Milano. Per FrancoAngeli ha pubblicato La teoria dei colori. Stile & società a contrasto. Quando siamo poveri la moda è ricca e viceversa. I racconti delle scarpe e I racconti delle borse.

fonte: www.ibs.it 

Mostre: "HELMUT NEWTON. Intrecci" al Filatoio di Caraglio, dal 23 ottobre 2025 al 1 marzo 2026

HELMUT NEWTON. Intrecci dal 23 ottobre 2025 al 1 marzo 2026 a cura di Matthias Harder

Nella cornice storica del Filatoio di Caraglio prende vita una grande esposizione dedicata a Helmut Newton, uno dei fotografi più celebri e discussi del Novecento, capace come pochi di intrecciare moda, arte e provocazione.

La mostra “Helmut Newton. Intrecci” ripercorre l’evoluzione del percorso professionale di Newton, dalle fotografie editoriali che lo hanno consacrato tra i grandi della moda internazionale, fino ai lavori commissionati da prestigiosi brand. Oltre 100 fotografie, tra icone e scatti poco noti, provenienti dalle collaborazioni con Yves Saint Laurent, Wolford, Ca’ del Bosco, Blumarine, Absolut Vodka, Lavazza, e molti altri.

Il titolo della mostra Intrecci richiama fin da subito la pluralità di significati che percorrono la sua opera: intrecci professionali con modelle e stilisti, intrecci narrativi che uniscono ironia, sensualità e potere, intrecci biografici che riportano Newton alle origini della sua carriera nella fotografia tessile. Non è un caso che l’esposizione trovi spazio proprio al Filatoio, antico setificio seicentesco, dove il filo della memoria industriale incontra le trame visive del fotografo.

La complicità con modelle come Monica Bellucci, Nadja Auermann, Kate Moss, Carla Bruni ed Eva Herzigová, unita alla fiducia di riviste e maison di moda, gli ha permesso di ridefinire radicalmente i canoni della fotografia patinata, trasformandola in un linguaggio teatrale, complesso e sorprendente. In bianco e nero o a colori, ogni immagine restituisce l’ambiguità e la forza di una visione che continua a sedurre e a spiazzare.

Il progetto espositivo dedicato a Helmut Newtonn si lega strettamente alla mostra “Ferdinando Scianna. La moda, la vita” (La Castiglia – Saluzzo, 24.10.2025 -01.03.2026) che vede protagonista un altro grande maestro della fotografia del Novecento. Due mostre in dialogo tra loro che approfondiscono aspetti inediti o poco esplorati nelle carriere dei due autori, offrendo al pubblico due visioni complementari della moda, vista dada Newton come provocazione dell’immaginario e da Scianna come racconto della vita.

ORARI
Giovedì e venerdì dalle ore 15.00 alle 19.00.
Sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle 19.00. Chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio. Chiusura biglietteria ore 18.00

Biglietteria presso il Filatoio di Caraglio (via Matteotti 40) o su ticket.it 

BIGLIETTI 
intero: € 12,00 (esclusi i diritti di prevendita)
ridotto: € 9,00 (esclusi i diritti di prevendita)
riservato a: bambini/ragazzi 7- 19 anni, studenti universitari fino a 25 anni, adulti over 65, insegnanti con certificazione, soci ACLI, soci FAI, possessori di biglietto di ingresso alla mostra Ferdinando Scianna. La moda, la vita (La Castiglia, Saluzzo – fino al 1 marzo 2026), possessori del voucher segnalibro ricevuto alla Festa del Libro Medievale di Saluzzo (ed. 2025).
ridotto gruppi e scuole (min 10, max 20 persone): € 6,00
ingresso gratuito: bambini fino ai 6 anni, soci ICOM, persone con disabilità + 1 accompagnatore; possessori di “Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta” o di “Abbonamento Musei Formula Extra”; guide turistiche abilitate del territorio piemontese; giornalisti (con tesserino); residenti in Caraglio soltanto la domenica mattina.

Visita la mostra e il Museo del Setificio Piemontese*!
cumulativo intero: € 16,00 (d.p. esclusi)
cumulativo ridotto: € 13,00 (d.p. esclusi)
* Il Museo è visitabile esclusivamente con visita guidata (durata 1h circa), ai seguenti orari: giovedì e venerdì alle 15.00, 16.30 e 18.00, sabato e domenica alle 10.30, 12.00, 15.00, 16.30, 18.00.

Mostra promossa e organizzata da: Fondazione Artea, Regione Piemonte
In collaborazione con: Comune di Caraglio, Helmut Newton Foundation
Con il contributo di: Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRC
Con il supporto di: Museo Lavazza, Confindustria Cuneo
Con il patrocinio di: Provincia di Cuneo
Media partner: La Stampa
Il Filatoio aderisce a: Terres Monviso

Altre >>  INFO > QUI  

Filatoio di Caraglio
Via Matteotti, n.40
12023 Caraglio (CN)  
Telefono Museo
+39 0171 618300

fonte: www.filatoiocaraglio.it 

Cinema: E' After The Hunt a dominare box office italia. Segue Tre Ciotole.

ANSA - RIPRODUZIONE RISERVATA
E' After The Hunt - Dopo la caccia il migliore incasso di quest'ultimo weekend - non particolarmente ricco - ai botteghini italiani anche se recupera un 3,4 per cento su quello scorso, ma senza titoli che abbiano superato il milione di euro in 417 cinema.

Il film di Luca Guadagnino con protagonisti Julia Roberts, Ayo Edebiri e Andrew Garfield, presentato all'ultimo Festival di Venezia e distribuito da Eagle, ha raccolto 619.758 euro con una media di 1.486 euro secondo i dati di Cinetel. 

Il nuovo film con Julia Roberts e Andrew Garfield non conquista però la migliore media per sala che va al quarto in classifica, l'altro esordiente The Black Phone 2 che conquista 1.554 euro in 283 strutture ( negli Usa è in vetta al box office con 26,5 milioni ndr) Perde solo il 12 per cento nella sua seconda settimana Tre ciotole che, con altri 555mila euro è in seconda posizione arrivando a un totale di 1,4 milioni di euro, il migliore incasso italiano dell'attuale stagione cinematografica iniziata lo scorso agosto.

Al terzo posto troviamo il travolgente Una battaglia dopo l'altra che, alla quarta settimana, resiste con un totale di 4,4 milioni di euro, il miglior incasso in Italia del regista Paul Thomas Anderson.     

Direttamente dalla Festa del cinema di Roma in corso, arriva in quinta posizione Per te di Alessandro Aronadio che conquista 379mila euro con un giorno in meno di programmazione, è uscito di venerdì dopo la presentazione festivaliera con una buona media per copia di 1.005 euro in 377 sale.  

Le città di pianura, in settima posizione (ma con la quarta migliore media per copia) alla quarta settimana (la prima ha visto un'uscita solo nel Triveneto) perde solo il 12 per cento per un totale di 815mila euro. Mentre è già a fine corsa Tron: Ares al sesto posto con un totale di 1,1 milioni di euro in due settimane. Eddington di Ari Aster è in ottava posizione con 144mila euro. 

A proposito di festival, Amata di Elisa Amoruso con Tecla Insolia, Miriam Leone e Stefano Accorsi, presentato lo scorso settembre alle Giornate degli Autori a Venezia, ha debuttato in nona posizione con solo 139mila euro e quasi la peggiore media per sala della classifica, 422 euro in 330 cinema. Chiude la Top Ten Il professore e il pinguino al decimo posto nella sua seconda settimana con 376 euro in 234 sale. 

fonte: di Redazione ANSA   www.ansa.it   RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati    

lunedì 20 ottobre 2025

Libri: "L'ultimo segreto" di Dan Brown

A quasi dieci anni dal suo ultimo successo, Dan Brown torna con il suo romanzo più ambizioso ed emozionante: una nuova caccia di Robert Langdon dove, come sempre nei suoi libri, nulla è più pericoloso della conoscenza, e nulla è più efficace di una mente affilata.

«Per anni Brigita Gessner aveva deriso i pazienti che affermavano di essere stati a un passo dalla morte e di ave poi fatto ritorno. Ora si trovò a pregare di poter ingrossare le file di quelle rare anime. Ma era troppo tardi, lo sapeva. La sua vita si era conclusa.»

«Praga magica, Golem incluso. E gli altri intrighi sono anche meglio.» - Matteo Trevisani, La Lettura

«Che tipo, Dan Brown. Sei a casa sua da dieci minuti e già t'incanta inanellando piccole rivelazioni, quasi fosse scivolata anche tu nelle pagine del suo nuovo, attesissimo romanzo: L'ultimo segreto». - Anna Lombardi, Il Venerdì

 

«L'ultimo segreto in fondo è "un libro sul potere dei libri".» - Raffaella Silipo, la Stampa

Robert Langdon è a Praga insieme a Katherine Solomon, con cui ha da poco avviato una relazione. Un viaggio di piacere in veste di accompagnatore dell’esperta di noetica, invitata a una conferenza in città per esporre le sue innovative teorie sulla mente. 

All’improvviso, gli eventi prendono una piega inquietante: la mattina del quarto giorno Katherine sembra sparire senza lasciare tracce e Robert assiste, sul ponte Carlo, a una scena che sfida la razionalità e di fronte alla quale reagisce d’istinto, finendo nel mirino dei servizi di sicurezza cechi. Intanto, a New York, una misteriosa organizzazione mette in campo risorse all’avanguardia per distruggere il manoscritto che Katherine ha consegnato al suo editore e che raccoglie le sue rivoluzionarie ricerche. 

Ma come mai quello che dovrebbe essere un saggio teorico attira così tanto interesse? In poco più di ventiquattr’ore, Langdon dovrà dimostrarsi in grado di ritrovare Katherine, seminare le forze dell’ordine della città e quelle dell’ambasciata americana e oltrepassare le porte di un laboratorio segreto in cui vengono condotti esperimenti indicibili. La posta in gioco è altissima: una nuova concezione della mente, una visione che può regalare un futuro diverso all’umanità ma che potrebbe, anche, diventare un’arma dall’impatto devastante. 

fonte: www.lafeltrinelli.it 

Libri: "Game of lust. Tentazione" di Hazel Riley

L'ultimo attesissimo volume della saga Game of gods. Lo spin-off con protagonista Hermes Lively

Hermes Lively ha sempre vissuto per la ribalta, con le sue battute taglienti e i suoi modi seduttivi, è sempre stato il re delle notti folli di Yale. Ma ora tutto è cambiato: su di lui un'accusa di omicidio pesa come una condanna e una scritta sulla porta della sua camera lo definisce ASSASSINO. 

Questa volta non c'è un copione e sul palco bisogna improvvisare. In un campus che lo tratta come un mostro, Hermes dovrà decidere se togliersi la maschera o diventare il personaggio che tutti si aspettano. È lui, infatti, la chiave per accedere a Pandora, che si dice contenga le prove dei crimini dei patriarchi della famiglia. Quando sui cellulari dei Lively compare una misteriosa app, ormai è chiaro: Urano vuole svelare i segreti che tutti nascondono e costringerli ad affrontarsi in un perverso gioco nel tentativo di distrarli dalla ricerca della verità. 

Mentre il mistero di Pandora incombe, Hermes dovrà affrontare l'ultima sfida, tra le tentazioni dell'agente Love Liakos, che sembra l'unica capace di riconoscere il dolore che nasconde, e i suoi sentimenti sempre più confusi per Lockie. Ma costruire un lieto fine non è semplice, soprattutto quando i riflettori illuminano anche le fragilità. 

Hazel Riley è lo pseudonimo di un'autrice italiana, classe '97, di origine sarda. Scrive da quando ne ha memoria e all'età di quindici anni comincia a pubblicare le sue storie su Wattpad. Laureata in Comunicazione, continua a coltivare la passione per la scrittura, legge tanti romance e studia Marketing. Nel 2023 Sperling & Kupfer pubblica in Italia, Discesa agli inferi. Game of gods. Seguono nel 2024 Ascesa al Paradiso. Game of Titans e Game of chaos. Redenzione. 

fonte: www.lafeltrinelli.it 

Brescia: in anteprima assoluta "All You Need Is Love" con le canzoni dei Beatles suonate dal vivo

Da un’idea originale di Chiara Canzian e Sandro Cisolla “Coloriamo i Sogni” presenta ALL YOU NEED IS LOVE un viaggio alla scoperta di sé sulle note dei Beatles anteprima assoluta
GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2025 BRESCIA - TEATRO SANTA GIULIA

Un viaggio dell’anima in uno spettacolo di teatro musicale nel quale le canzoni dei Beatles, suonate dal vivo da una band d’eccezione, accompagnano i protagonisti in scena e gli spettatori in un autentico percorso di crescita personale.

“Dove l’ombra è più nera, la luce brilla più intensa”

Milano, 17 ottobre 2025 – È attesa giovedì 11 dicembre al Teatro Santa Giulia di Brescia (biglietti disponibili su Liveticket.it) l’anteprima assoluta di ALL YOU NEED IS LOVE, un nuovo spettacolo di teatro musicale nato da un’idea originale di Chiara Canzian e Sandro Cisolla, sintesi delle diverse professioni e passioni che li animano: lui scrittore di narrativa e copywriter, lei con varie esperienze rilevanti nel teatro (regista residente in Casanova Operapop, performer in Cats nel ruolo di Grizabella come alternate di Malika Ayane), cantautrice e life-coach. 

A condurre il filo dello spettacolo - un viaggio dell’anima alla ricerca del sé più autentico – sono le canzoni e la musica dei Beatles, suonate dal vivo da una band di eccezione, composta da Phil Mer alla batteria (produttore e musicista, spesso in tour a fianco dei Pooh, Enrico Ruggeri, Francesco Renga, Zucchero e altri) che ha curato anche la direzione musicale e gli arrangiamenti, Andrea Lombardini al basso e Alberto Milani alla chitarra. In programma 24 brani iconici dal repertorio dei Fab Four, fra i quali Can’t buy me Love, A hard day’s night, Yesterday, Help, Lucy in the sky with diamonds, Strawberry fields forever, I am the Walrus, Helter Skelter, Blackbird, While my guitar gently weeps e altre. Protagonisti della storia nel ruolo di LEI e LUI sono la stessa Chiara Canzian e Jacopo Sarno, volto noto di musical, cinema e tv (lanciato giovanissimo dalle produzioni Disney a partire da High School Musical, fra i tanti titoli che poi lo hanno visto fra i protagonisti in teatro Mamamia, Casanova Operapop, Full Monty). La regia è affidata alla giovane Carolina Fanelli, un nome nuovo con una formazione in drammaturgia e già varie esperienze nella direzione artistica. Le coreografie per il corpo di ballo composto da cinque ballerini sono di Mattia Fazioli, versatile danzatore di formazione classica le cui più recenti esperienze in ambito italiano e internazionale annoverano Casanova Operapop, Chicago e Magic Mike nel West End di Londra.

Un nucleo di professionisti dell’arte che si sono trovati intorno a un progetto che offre diversi piani di lettura. Il concept dello spettacolo ruota intorno all’ipotesi che i Beatles, non si sa se consapevolmente, abbiano inserito una piccola “mappa” nascosta all’interno della loro discografia, un filo di perle – ovvero le loro canzoni immortali - che in perfetto ordine cronologico sembrano delineare le tappe precise di un autentico cammino evolutivo, attraverso il quale ognuno può riflettere sulla propria vita in modo profondo. Il percorso è guidato da un’unica grande stella, l’Amore, declinato nelle forme potenzialmente infinite che può assumere nella nostra esistenza.

Da un lato All You Need is Love è uno spettacolo teatrale con una forma artistica, fra prosa e musica, estremamente curata in tutti i suoi aspetti e dalla sinossi particolarmente empatica: un uomo, sopraffatto dal fallimento della propria vita affettiva e professionale decide di farla finita, ma desidera ancora vedere la bellezza di un’alba in un parco. Qui il suo destino lo porta a incontrare una musicista, artista di strada, che si rivela profonda conoscitrice della vita e metterà in gioco tutte le proprie forze per trasmettere al suo nuovo amico la speranza, anche attraverso la musica e le parole delle canzoni. D’altro canto lo spettacolo è l’occasione per affrontare seriamente, e con un approccio simile a quello adottato nel life-coaching, temi profondi, universali e di grande attualità, come la salute mentale, il senso di fallimento e la depressione che porta al desiderio di annullamento, affrontati in modo analitico ed emotivo con il supporto salvifico della musica, spesso capace di farsi strumento terapeutico e canale emozionale attraverso il quale creare un rapporto solido e vero con la propria interiorità, per scoprire che ognuno di noi è parte di un tutto più grande, ovvero che il “tutto”, cioè l’Amore nella sua essenza, è parte di ognuno di noi.

Uno spettacolo del quale godere da spettatori che amano il teatro musicale, ma anche da vivere appieno come esperienza personale e costruttiva.  

All You Need is Love è prodotto da Coloriamo i Sogni, una realtà che cura progetti solidali attraverso l’arte, la musica e lo sport. Main sponsor del progetto è Claim Expert, l’anteprima dell’11 dicembre al Teatro Santa Giulia di Brescia gode della preziosa collaborazione dei Beatlesiani d’Italia Associati, la community ufficiale che riunisce i fan, i musicisti e i collezionisti dei Fab Four, e di ArtOne, associazione culturale che cura eventi musicali sul territorio.

ALL YOU NEED IS LOVE – un viaggio alla scoperta di sé sulle note dei Beatles

Giovedì 11 dicembre 2025 – Teatro Santa Giulia, Via Quinta 4 – BRESCIA - Info 0721 548189

Inizio spettacolo ore 21:00

Ingresso posto numerato € 20,00 - 25,00 + prevendita

Biglietti su Liveticket.it

fonte: Ufficio Stampa: pantarei 3.0 - Elena Pantera pantera.tre.zero@gmail.com 

Social Media Manager: Giulia Pagano giulia.pagano90@gmail.com

lunedì 13 ottobre 2025

Firenze: a Palazzo Pitti il Novecento in quaranta abiti da sogno: nuovo allestimento al Museo della Moda

Nove sale appena inaugurate (con molti capi mai esposti fino ad oggi) raccontano gli stili dello scorso secolo dal Charleston degli anni Venti agli scintillanti anni Ottanta di Enrico Coveri, passando per le creazioni mozzafiato di Elsa Schiaparelli, Yves Saint Laurent, Pierre Cardin e Roberto Capucci.

Un secolo di moda, dalla vivacità del Charleston agli scintillanti anni Ottanta di Enrico Coveri, passando per le creazioni mozzafiato di Elsa Schiaparelli, Yves Saint Laurent, Pierre Cardin e Roberto Capucci. A raccontarlo - attraverso 40 abiti simbolo della più elevata sartorialità mondiale (molti dei quali mai esposti), posti in elegante dialogo con opere di maestri della pittura del Novecento quali Galileo Chini, Felice Casorati, Alberto Burri - è il nuovo allestimento realizzato dal Museo della Moda di Palazzo Pitti.  

A un anno esatto dalla riapertura totale della Galleria, interamente rinnovata, la selezione novecentesca esposta ‘gira’, per offrire al pubblico un nuovo capitolo da sogno della storia del costume. Forte di una collezione di 15.000 capi storici e accessori, dal Settecento a oggi, il Museo della Moda ha stabilito di rinnovare a cadenza annuale le collezioni in mostra, facendo riemergere a rotazione dai depositi abiti straordinari, inediti e accuratamente restaurati per poter essere offerti alla visione del pubblico. Restano invariate le sale della moda Sette-Ottocentesca e degli Abiti Medicei.

Il primo dei nuovi spazi, dedicato alla ‘Moda Charleston’ tra avanguardie ed esotismo, apre la nuova selezione: lo straordinario Trittico di Galileo Chini trasforma la sala in un set scenografico di pucciniana memoria con l’abito indossato dalla moglie del pittore in occasione della prima di Turandot al Teatro La Scala di Milano il 25 aprile 1926. Altri abiti preziosi realizzati con sete pregiate arricchiti da motivi decorativi ispirati alla Cina, al Giappone e all’India rammentano come l’orientalismo si intrecciasse con il desiderio di emancipazione e sperimentazione tipico delle flapper, giovani donne dell’epoca che rompevano con la tradizione.

Seguono due sale dedicate alla Moda tra le due Guerre: una infilata di abiti mozzafiato che spaziano dalla cultura Déco, a quella delle avanguardie, al razionalismo, al glamour cinematografico degli anni Trenta del Novecento. In tale contesto, il dipinto di Felice Casorati, Lo straniero, fa da controcanto a capi di Elsa Schiaparelli e Madeleine Vionnet.

La rassegna continua con un viaggio nella Moda nel dopoguerra, con un rarissimo abito del giovane Yves Saint Laurent, nominato, dopo la morte di Christian Dior nel 1957, direttore creativo della prestigiosa Maison e tre abiti, tra cui un Gattinoni, appartenuti a Ingrid Bergman.

A seguire tre sale interamente dedicate agli anni Sessanta e Settanta del Novecento, che culminano con una incursione nello Space Age Movement, caratterizzato da un’estetica futuristica e minimalista ispirata alle esplorazioni spaziali e alle innovazioni tecnologiche dell’epoca, grazie a designer iconici come André Courreèges, André Laug e Pierre Cardin, tutti rappresentati in mostra.

Spazio poi a Roberto Capucci, uno dei protagonisti più audaci e innovativi della moda italiana. In un’epoca dominata dalla rivoluzione giovanile, dalla minigonna e dal prêt-à-porter emergente, rimase fedele a una visione quasi architettonica e scultorea dell’abito, che lo rese famoso sulla scena internazionale.

Finale ‘esplosivo’ con Enrico Coveri, che a partire dagli anni Ottanta fece delle paillettes il simbolo del suo stile scintillante, ironico e anticonformista.

Annualmente ci saranno rotazioni, per far riemergere dai depositi della galleria pezzi storici mai visti prima.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde: “Questa nuova selezione di abiti del Museo della Moda e del Costume racconta la moda del Novecento come linguaggio visivo e culturale, in dialogo costante con la pittura e le arti. Dai ricami esotici delle flapper all’immaginario decorativo di Galileo Chini, dalla sintesi formale di Casorati e della moda degli anni Trenta fino al minimalismo dello Space Age, accostato ai bianchi e neri di Alberto Burri. La moda si rivela così non solo specchio della trasformazione del femminile, ma anche patrimonio di forme, materiali e visioni che affianca e arricchisce la narrazione figurativa dell’arte”.

La curatrice del Museo della Moda e del Costume Vanessa Gavioli: “Nel Novecento la moda racconta la donna tra libertà ed eleganza. Dalle flapper degli anni Venti con abiti leggeri e accenti esotici, si passa agli anni Trenta, con una femminilità più classica e tradizionale. Chanel rivoluziona il tailleur, poi rielaborato da Galitzine e Schön. Negli anni Sessanta e Settanta esplodono minigonne, grafismi e subculture, mentre lo Space Age guarda al futuro e Capucci scolpisce l’abito. Negli anni Ottanta, Coveri esalta luce e colore con le paillettes”.

fonte e Info: www.uffizi.it 

Mostre: "Alaïa e Balenciaga. Scultori della forma" al Museo del Tessuto di Prato, dal 25 ottobre 2025 al 3 maggio 2026

Dal 25 ottobre 2025, il Museo del Tessuto celebra due stilisti iconici della moda francese – Azzedine Alaïa e Cristobal Balenciaga – con una grande mostra curata da Olivier Saillard.

25 ottobre 2025 – 3 maggio 2026

In occasione del suo cinquantesimo anniversario, la Fondazione Museo del Tessuto di Prato in collaborazione con la Fondazione Azzedine Alaïa, annuncia come progetto speciale la mostra “ALAÏA e BALENCIAGA. Scultori della forma“.

Concepita nel 2020 da Olivier Saillard presso la Fondation Alaïa di Parigi per assecondare il desiderio di Hubert de Givenchy di una mostra che riunisse due storici talenti della haute couture francese, l’esposizione arriva per la prima volta in Italia al Museo del Tessuto di Prato.

La mostra ha ottenuto il prestigioso patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia.

Cinquanta abiti provenienti dalla Fondazione Azzedine Alaïa, saranno esposti nelle sale suggestive della ex fabbrica Campolmi, accompagnati da documenti e video originali dell’Archivio Balenciaga per mettere a confronto la creatività dei due stilisti.

Venticinque creazioni di Azzedine Alaïa (1935-2017) – considerato dai più l’ultimo Couturier in grado di saper padroneggiare ogni fase della progettazione e della realizzazione di un abito – dialogano in mostra con altrettanti capi del grande Cristobal Balenciaga (1895-1972), in un confronto senza tempo tra due abilissimi sperimentatori di forme e volumi.

Solo per citare un esempio, lo spencer di Alaïa della collezione Couture Autunno/Inverno 1986 trova ispirazione nella giacca Haute Couture 1938 di Balenciaga, così come i bolero delle collezioni Autunno/Inverno 1986 e 1989 citano il bolero della Haute Couture 1940.

È ormai risaputo come, una volta chiusa definitivamente la Maison Balenciaga nel 1968 per mano dello stesso Balenciaga, Alaïa – giovane stilista emergente – sia stato chiamato dalla vice-direttrice vendite, Mademoiselle Renée, a scegliere liberamente una selezione di creazioni del Maestro, che solo le sue abili mani avrebbero potuto rielaborare per dar loro un nuovo aspetto. Il giovane Alaïa restò talmente stupito dalle forme, dall’architettura dei tagli e dall’abilità tecnica di ogni capo, che da allora coltivò per tutta la vita un profondo rispetto per la storia della moda e considerò l’incontro con il lavoro di Balenciaga il punto di partenza per la riscoperta dai grandi maestri del taglio che lo avevano preceduto.

“Le clienti mi portavano abiti di Balenciaga e mi chiedevano di accorciare l’orlo: io chiedevo loro se potevo tenere gli abiti e fare invece qualcosa di nuovo per loro. E’ in quel periodo che ho iniziato a prendere coscienza del fatto che la moda è un patrimonio culturale: è importante dare ai giovani stilisti l’opportunità di scoprire il lavoro e le tecniche dei loro predecessori. E’ così che ho iniziato a collezionare moda, ma anche arte e design. Ho intenzione di creare una fondazione per ospitare la mia collezione oltre ai miei archivi”. Azzedine Alaïa, Revue des Deux Mondes, 2014

Tutti i capi presenti in mostra appartengono alla Fondazione Azzedine Alaïa, creata nel 2007 dallo stesso Couturier francese per preservare e valorizzare i suoi archivi personali e la sua ricchissima collezione di abiti dei più grandi stilisti che hanno segnato la storia della moda.

Con questa mostra, la Fondazione Museo del Tessuto di Prato prosegue il suo percorso di studio e valorizzazione della Moda e dei protagonisti che ne hanno fatto la storia, affrontando per la prima volta il tema della couture francese; questo all’indomani del recente omaggio al padre del prêt-à-porter italiano Walter Albini (2024), all’inedita retrospettiva su Ossie Clark e Celia Birtwell (2022), protagonisti della scena londinese degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, e – ancora prima – della prima grande mostra dedicata alla camicia bianca di Gianfranco Ferré (2014).

La mostra è realizzata con il supporto di: Comune di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Saperi, Estra; Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, Regione Toscana.

Un sentito ringraziamento a Pitti Immagine.

Si ringraziano inoltre per l’importante supporto al progetto le aziende tessili Arché, Marini Industrie, Balli il Lanificio, oltre che Gruppo Colle, Lyria, Faliero Sarti e le aziende del Museo del Tessuto Textile Lovers.

Museo del Tessuto
Via Puccetti 3
59100 Prato (PO)
+39 0574 611503
info@museodeltessuto.it
museodeltessuto@pec.uipservizi.it 

fonte: www.museodeltessuto.it

Libri: "La domestica a ore" di Sveva Casati Modignani

Un romanzo intenso e appassionante che racconta la forza silenziosa delle donne e la possibilità di ricominciare, sempre.

Isabella Boccadoro d'Este ha scelto di vivere senza ostentare le sue nobili origini, lavorando come domestica a ore a Milano. Con la sua discrezione e la sua innata sensibilità, porta ordine e serenità dove regnano solitudine e disarmonia. Finché una mattina, entrando nell'appartamento elegante dei Tizzoni, non trova Laura, la giovane padrona di casa, gravemente ferita. 

Dietro la facciata rispettabile di una famiglia perfetta, si nasconde una storia di violenza che minaccia di travolgere anche i due figli della coppia. Mentre la giustizia fatica a fare il suo corso tra bugie e omertà, Isabella si ritrova coinvolta personalmente sempre di più nella vicenda, scoprendo la forza della solidarietà femminile e la fragilità di chi sembra invincibile. 

Accanto a lei, Duccio Soldanieri, un capitano dei carabinieri affascinante e determinato, anche lui nobile, porta nella sua vita un sentimento nuovo e inatteso. Tra segreti, passioni e scelte difficili, Isabella dovrà affrontare le proprie paure e imparare che, a volte, avere coraggio significa lasciarsi amare. 

Sveva Casati Modignani è uno pseudonimo, dietro il quale sono celati i coniugi Bice Cairati (Milano 13 luglio 1938) e Nullo Cantaroni (Milano 27 agosto 1928 - 29 dicembre 2004). Bice ha continuato a usare il nom de plume anche dopo la morte del marito, dando seguito a una produzione letteraria di grande successo che prosegue dal 1981. Tutti i libri da quell'anno in poi sono stati editi da Sperling & Kupfer, tranne Il diavolo e la rossumata - con ricordi autobiografici di Bice - che pubblicato da Mondadori nel 2012, seguito da Il bacio di Giuda (2014) e Un battito d'ali (2017), terzo volume della serie. Tra i suoi romanzi ricordiamo Anna dagli occhi verdi (1981), suo esordio, Lezione di tango (1998), 6 aprile '96 (2003), Qualcosa di buono (2004), Palazzo Sogliano (2013), La moglie magica (2014), Dieci e lode (2016), Festa di famiglia (2017) e Suite 405 (2018), Segreti e ipocrisie (2019), Il falco (2020), L'amore fa miracoli (2021)Mercante di sogni (2022), La vita è bella, nonostante (2023), Lui, lei e il paradiso (2024).

fonte: www.ibs.it 

lunedì 6 ottobre 2025

Cinema > Nuova carica di Star Wars da Gosling ai primi Jedi. Fra i nuovi successi Andor, nel 2026 in sala Mandalorian e Grogu

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Nonostante le polemiche, negli ultimi anni, intorno ai nuovi film nell'universo di Star Wars e le montagne russe delle produzioni televisive del franchise, le lotte in una galassia lontana lontana ideate da George Lucas, continuano a svilupparsi in varie direzioni.

Tra nuovi successi come The Mandalorian e Andor e flop di pubblico come The Acolyte e Skeleton Crew, arrivano nuovi debutti e sono tanti anche i progetti in cantiere, anche se con pochi annunci ufficiali della Disney e un mare di indiscrezioni.
    E' di qualche giorno fa l'esordio di Disney+ di Lego Star Wars: Rebuild the Galaxy: Pieces of the past, miniserie animata che si aggiunge al lungo racconto, iniziato nel 2004, del mondo di Guerre stellari costruito a mattoncini.

Il 29 ottobre ci sarà l'esordio sulla piattaforma di Star Wars: Visions Volume 3, nuovo capitolo antologico nel quale storie e personaggi vengono reimmaginati da nove cortometraggi realizzati da nove studi d'animazione giapponesi. E' previsto per il 20 maggio 2026 l'arrivo dell'attesissimo The Mandalorian and Grogu di Jon Favreau, ritorno di Pedro Pascal, stavolta sul grande schermo, dopo la serie fenomeno su Disney+ , nei panni del cacciatore di taglie mandaloriano Din Djarin affiancato dal suo giovane allievo Grogu (ribattezzato 'baby Yoda' dai fans). 

Nella storia, entrambi vengono 'reclutati' dalla nascente Nuova Repubblica, che dopo la caduta dell'Impero, cerca di proteggere tutto ciò per cui l'Alleanza Ribelle ha combattuto. Nel cast fra gli altri anche Sigourney Weaver e Jeremy Allen White. Sono iniziate in primavera le riprese, con un debutto pensato per il 2026, della seconda stagione di Ahsoka, serie spin-off di Dave Filoni da The Mandalorian, che ha al centro la guerriera ribelle, ex allieva jedi, Ahsoka Tano, interpretata da Rosario Dawson e Hayden Christensen. Filoni è il creatore anche della serie animata Star Wars: Maul - Shadow Lord (2026), dedicata all'ex potente Sith che cerca di ricostruire il suo gruppo criminale. 

E' bastata una foto dal set, postata nei giorni scorsi sui social dal regista Shawn Levy per esaltare i fans, in attesa di vedere sul grande schermo Starfighter, nelle sale a maggio 2027.     

L'immagine mostra il protagonista Ryan Gosling insieme al piccolo cointerprete Flynn Gray mentre guardano in camera in una pausa delle riprese al largo della Sardegna. Sulla trama nessuna informazione ufficiale, ma dovrebbe essere ambientata circa cinque anni dopo gli eventi di L'ascesa di Skywalker e pare esplori un filone inedito della storia. Fra i progetti annunciati è ancora sospeso (ma per adesso non cancellato) il nuovo film sulla jedi Rey Skywalker. Sembra invece andare avanti, ma a piccoli passi, Dawn of the Jedi (L'alba dei Jedi) di James Mangold, anche coautore della sceneggiatura con Beau Willimon, ambientato 25 mila anni prima i fatti del film del 1977.  

fonte: di Redazione ANSA   www.ansa.it  RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati     

Danza > Riaprite i corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche! Firma questa petizione

Il problema

In Italia esistono circa 1 milione e mezzo di allievi che studiano danza nelle migliaia di scuole di ballo presenti sul territorio, sostenuti, economicamente e moralmente, dalle relative famiglie. 1 milione e mezzo di allievi che, ad oggi, non hanno la possibilità di costruirsi un futuro professionale nel nostro paese.

In Italia ci sono 14 Fondazioni lirico-sinfoniche (il Teatro Petruzzelli di Bari, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Lirico di Cagliari, il Teatro Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di Palermo, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, il Teatro La Fenice di Venezia e l’Arena di Verona), teatri eccellenze a livello nazionale ed internazionale, finanziati dallo Stato con circa la metà dei fondi pubblici destinati a tutto lo Spettacolo dal Vivo, proprio per avere, al loro interno, masse artistiche a tempo indeterminato, con le quali produrre opera lirica, musica sinfonica e balletto 12 mesi all’anno. 

Ci sono 14 Fondazioni lirico-sinfoniche, 14 Sovrintendenti, 14 orchestre, 14 cori, 14 settori tecnici, 14 settori amministrativi, ma soltanto 4 corpi di ballo (Milano, Roma, Napoli e Palermo).
Esiste un +1, che rappresenta la situazione di Verona, dove, nonostante la chiusura del corpo di ballo nel 2017, la Fondazione, da allora fino ad oggi, ha continuato a bandire audizioni e ad assumere danzatori, ma solo con contratti a tempo determinato, incarnando, così, l’apice del precariato.  

Tutte le altre Fondazioni, tranne l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, che si occupa solo di spettacoli sinfonici, continuano a produrre balletto esternalizzando l’attività, quindi affidandola a compagnie esterne (estere o italiane; quest’ultime, spesso, impongono ai danzatori condizioni lavorative illecite ed estremamente instabili), e per le opere con balletto assumono danzatori, in difformità rispetto a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, quindi non tramite selezioni pubbliche e non tramite contratti di tipo subordinato, ma con contratti di tipo autonomo o a partita iva o talvolta inquadrandoli come mimi, che poi mimi non sono poiché sul palcoscenico è richiesto loro di danzare, svilendo, in questo modo, la professione di danzatrice e di danzatore. 

In pratica, lo Stato finanzia con centinaia di milioni di euro le Fondazioni lirico-sinfoniche per produrre anche balletto e le Fondazioni, con questi soldi (le nostre tasse!), pagano agenzie private esterne per fare, al posto loro, quello che loro stesse dovrebbero fare, impedendo di fatto alle danzatrici e ai danzatori italiani di poter lavorare per questi enti.
Si contano circa 350 produzioni esternalizzate negli ultimi 6 anni; considerando una media di 4/5 spettacoli per ogni produzione, si contano 1.400/1.750 spettacoli esternalizzati.

Negli ultimi due anni sono state approvate, dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, le nuove dotazioni organiche delle Fondazioni lirico-sinfoniche.
Su un totale di 4.715 posti (orchestra, coro, ballo, tecnici, amministrativi) di lavoro a tempo indeterminato, quelli riservati ai danzatori sono solo 212, il 4,5% del totale dei posti disponibili.
1 milione e mezzo di allievi che studiano danza in Italia e poco più di 200 posti di lavoro, peraltro già occupati, in tutto il paese. 

Secondo la fotografia risalente a giugno/luglio 2021, sono presenti danzatrici e danzatori italiani in almeno 111 compagnie di balletto europee, professionisti costretti ad espatriare perché in Italia i corpi di ballo, da decenni, sono stati quasi tutti dismessi.
La realtà che vive la categoria si può descrivere con tre parole: precarietà, disoccupazione, discriminazione.

Il 28 febbraio 2023 è stato depositato al Senato il Disegno di Legge n. 568 riguardante “Disposizioni per la promozione e a tutela e salvaguardia della produzione artistica e culturale della danza”, che tratta, appunto, della salvaguardia e della ricostituzione dei corpi di ballo all’interno delle Fondazioni lirico-sinfoniche.

Il 18 aprile 2023 è stata depositata alla Camera dei Deputati la risoluzione n. 7/00088, che impegna il Governo, tra le varie cose, a valorizzare i corpi di ballo rimanenti e a riaprirne di nuovi.

Il Ministro della Cultura, in diverse occasioni pubbliche, a partire dall’audizione svoltasi il 1 dicembre 2022 davanti alle Settime Commissioni del Senato e della Camera dei Deputati, ha dichiarato di voler riaprire i corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche, in particolare di voler consentire a due o più Fondazioni (ci auguriamo siano più di due!), che, ad oggi, non hanno un corpo di ballo, di ricostituirne uno.

Con questa petizione chiediamo a gran voce a tutte le Istituzioni, al Ministro della Cultura e a tutti i partiti politici di rendere concreta, con urgenza, la riapertura dei corpi di ballo stabili delle Fondazioni lirico-sinfoniche, laddove ad oggi non ci sono, nonché la salvaguardia e la valorizzazione dei 4 corpi di ballo già esistenti, ovvero la fine del precariato e delle esternalizzazioni.

È importante firmare questa petizione perché la danza coinvolge milioni di cittadini italiani e rappresenta un pezzo del nostro patrimonio artistico e culturale, che non possiamo permetterci di perdere, oltre che una motivazione per tantissimi giovani e una professione per molti lavoratori e molte lavoratrici

I corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche rappresentano gli unici istituti dove è possibile svolgere questa professione in condizioni di minima sopravvivenza e con la continuità che necessita questo mestiere

Gli spettacoli di balletto sono seguitissimi dal pubblico e, quasi sempre, fanno il tutto esaurito, costituendo, così, un beneficio significativo anche per i teatri stessi.
È importante firmare questa petizione per gli allievi e le loro famiglie, per le scuole, per i professionisti, per gli appassionati e per tutti gli spettatori che amano il teatro e il balletto. 

Un corpo dì ballo stabile significa: occupazione per numerosi professionisti (non solo danzatori, ma anche coreografi, direttori, maîtres de ballet, tecnici, professori d’orchestra, trucco e parrucco, sartoria, ufficio marketing, ufficio stampa); benefici per il teatro (incremento di abbonati e appassionati, fidelizzazione di un pubblico diverso rispetto a quello dell’opera lirica, valorizzazione dell’immagine e della programmazione artistica, possibili nuovi sponsor); sviluppo di altri importanti settori (turismo, alberghi, trasporti, ristoranti).

Basta un piccolo, ma fondamentale, gesto di ognuno di noi per scegliere di non arrendersi, di diffondere questa voce e di credere che l’Italia possa essere una nazione migliore!
Firma questa petizione! Adesso, più che mai, è il momento di insistere! 


Condividi questa petizione di persona o utilizza il codice QR per il tuo materiale. 

 
Promotore della petizione
Siamo Anna Chiara Amirante, Vito Lorusso, Andrea Morelli ed Alessandro Staiano, danzatori professionisti e ideatori del movimento Danza Error System, movimento nato in difesa dei corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche. 
 
Firma QUI  
 

Mostre: Roma, Dalí. Rivoluzione e Tradizione, dal 17 Ottobre 2025 – 1 Febbraio 2026 a Palazzo Cipolla

Direzione scientifica di Montse Aguer con la curatela di Carme Ruiz González e Lucia Moni, realizzata dalla Fondazione Roma in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalí e con il supporto organizzativo di MondoMostre.

La mostra Dalí. Rivoluzione e Tradizione presenta una selezione di oltre 60 opere tra dipinti e disegni, accompagnate da documenti fotografici e audiovisivi, che indagano l’universo creativo dell’artista e il suo profondo rapporto con i grandi maestri del passato e del suo tempo.

La produzione artistica di Dalí, dalla giovinezza fino alle ultime opere, oscilla costantemente tra due poli apparentemente opposti: rivoluzione e tradizione. Dalí nutre una profonda ammirazione e attrazione per i maestri del passato, tra cui i suoi prediletti: Velázquez, Vermeer, Raffaello. Non si può tuttavia dimenticare un altro artista, suo contemporaneo e connazionale, con il quale Dalí intrattiene un rapporto ambivalente: Pablo Picasso.

L’esposizione, realizzata dalla Fondazione Roma in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalí e con il supporto organizzativo di MondoMostre, è curata da Carme Ruiz González e Lucia Moni sotto la direzione scientifica di Montse Aguer. Il progetto riunisce opere provenienti dalla Fundació Gala-Salvador Dalí e da altre prestigiose istituzioni internazionali come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza.

Tutte le Info QUI  


  • Dalí, tra Cinema e Arte
    XX edizione della Festa del Cinema di Roma
    21 e 24 ottobre 2025 mini rassegna cinematografica presso Museo del Corso

    Maggiori informazioni

  • fonte: https://museodelcorso.com 

    lunedì 29 settembre 2025

    Libri: "La principessa che voleva amare Narciso. Come uscire insieme dai labirinti del cuore" di Maria Chiara Gritti

    Una mattina d'estate, in un antico e bellissimo regno nasce la generosa principessa Febe, colei che dona luce. O almeno, questo è ciò che crede di dover fare, perché crescendo impara a dedicarsi solo agli altri e a renderli felici riempiendoli di affetto e calore. 

    Quando incontra Flavio, il principe Narciso, se ne innamora al primo sguardo e crede di aver finalmente trovato la persona giusta. Ma il ragazzo nasconde un segreto: educato per diventare un perfetto principe azzurro, non può rivelare a nessuno le proprie debolezze e deve sempre mostrarsi impeccabile. Più Febe si avvicina, più lui si sente minacciato; più Flavio si allontana, più lei fa di tutto per tentare di salvarlo. 

    La complessità dei loro sentimenti li porta a perdersi in un labirinto emotivo senza uscita, che li tiene dolorosamente legati e distanti, finché Vera non insegnerà loro a guardarsi dentro per ritrovare la strada... Attraverso questa suggestiva favola metaforica, la psicoterapeuta Maria Chiara Gritti svela con sensibilità i meccanismi e le cause profonde della dipendenza affettiva e del narcisismo patologico, tracciando un percorso liberatorio verso la conoscenza di sé. Perché solo scoprendosi si può raggiungere la consapevolezza necessaria ad amare e farsi amare pienamente. 

    Maria Chiara Gritti, psicologa e psicoterapeuta a Bergamo, esperta nel trattamento della dipendenza affettiva, da anni conduce gruppi terapeutici sulla love addiction. Ideatrice di un percorso di guarigione innovativo sulla dipendenza amorosa, tiene corsi di formazione rivolti a psicologi per diffondere l'applicazione del suo metodo di intervento. Tra i suoi titoli, La principessa che aveva fame d'amore (Sperling & Kupfer, 2017), La principessa che voleva amare Narciso (Sonzogno, 2021) e La leggenda del filo d'amore (Sonzogno, 2024). 

    fonte: www.lafeltrinelli.it 

    Firenze: a Palazzo Strozzi la mostra "Beato Angelico" dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026

    Dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026 la Fondazione Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco presentano Beato Angelico, straordinaria e irripetibile mostra dedicata all’artista simbolo dell’arte del Quattrocento e uno dei principali maestri dell’arte italiana di tutti i tempi.

    L’esposizione, realizzata in collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei nazionali Toscana e Museo di San Marco, mettendo in atto uno stretto dialogo tra istituzioni culturali e territorio, costituisce uno degli eventi culturali di punta del 2025, celebrando un padre del Rinascimento in un percorso tra le due sedi di Palazzo Strozzi e del Museo di San Marco.

    La mostra affronta la produzione, lo sviluppo e l’influenza dell’arte di Beato Angelico e i suoi rapporti con pittori come Lorenzo Monaco, Masaccio, Filippo Lippi, ma anche scultori quali Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia. A cura di Carl Brandon Strehlke, Curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, con – per il Museo di San Marco – Angelo Tartuferi, già Direttore del Museo di San Marco, e Stefano Casciu, Direttore regionale Musei nazionali Toscana, Beato Angelico rappresenta la prima grande mostra a Firenze dedicata all’artista esattamente dopo settant’anni dalla monografica del 1955 andando a creare un dialogo unico tra istituzioni e territorio.

    Celebre per un linguaggio che, partendo dall’eredità tardogotica, utilizza i principi della nascente arte rinascimentale, Beato Angelico (Guido di Piero, poi Fra Giovanni da Fiesole; Vicchio di Mugello, 1395 circa – Roma, 1455) ha creato dipinti famosi per la maestria nella prospettiva, nell’uso della luce e nel rapporto tra figure e spazio. La mostra offre una occasione unica per esplorare la straordinaria visione artistica del frate pittore in relazione a un profondo senso religioso, fondato su una meditazione del sacro in connessione con l’umano.

    L’esposizione riunisce tra le due sedi oltre 140 opere tra dipinti, disegni, sculture e miniature provenienti da prestigiosi musei quali il Louvre di Parigi, la Gemäldegalerie di Berlino, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington, i Musei Vaticani, la Alte Pinakothek di Monaco, il Rijksmuseum di Amsterdam, oltre a biblioteche e collezioni italiane e internazionali, chiese e istituzioni territoriali.

    Frutto di oltre quattro anni di preparazione, il progetto ha reso possibile un’operazione di eccezionale valore scientifico e importanza culturale, grazie anche a un’articolata campagna di restauri e alla possibilità di riunificare pale d’altare smembrate e disperse da più di duecento anni.

    >> La Pala di San Marco di Beato Angelico Operazione di ricostruzione sostenuta da Intesa Sanpaolo 

    Orario mostra

    Tutti i giorni 10.00 - 20.00
    Giovedì fino alle 23.00 

    Altre info >> QUI  

    Acquista i biglietti per Palazzo Strozzi  

    Acquista i biglietti per Museo di San Marco

    In copertina: Beato Angelico, Trittico francescano (det.), 1428-1429. Su concessione del Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei nazionali Toscana – Museo di San Marco

    fonte: www.palazzostrozzi.org 

    Musica: L'ITALIA DEL BOOM - il nuovo singolo e video di TRICARICO fuori oggi!

    Dal 26 settembre è disponibile su tutte le piattaforme digitali

    L’ITALIA DEL BOOM il nuovo singolo e video di FRANCESCO TRICARICO
    Una canzone filastrocca che, attraverso l’ironia disincantata tipica dell’autore, suscita quesiti senza dare risposte, costringe a pensare ma soprattutto… a ballare!
    Il singolo esce accompagnato dal video girato per le strade di Milano, dove Tricarico, novello pifferaio magico, coinvolge passanti occasionali, uniti nel ballo del nuovo mantra, L’ITALIA DEL BOOM
     

    Milano, 26 settembre 2025 – Da oggi, 26 settembre 2025, è disponibile su tutte le piattaforme digitali L’Italia del Boom (qui il link https://linktr.ee/TRICARICO_off ), il nuovo singolo e video di Francesco Tricarico, una sorta di filastrocca dal ritmo allegro e trascinante – fra il jingle e il cartoon – ma che, sotto l’ironia disincantata tipica del suo autore, solleva quesiti importanti, pensieri profondi, domande senza una risposta scontata, che si esplicitano nell’intermezzo dal sapore battistiano.

     

    Il video che ne accompagna l’uscita è girato per le strade di Milano, uno sfondo non casuale perché la città oggi più che mai racchiude e illumina le contraddizioni del tempo che viviamo. Nel video Tricarico è un novello pifferaio magico che invita gli occasionali passanti a cimentarsi in una coreografia all’apparenza semplice, fatta per sorridere e “amarsi un po’”. Il sotto-testo appare presto chiaro: il BOOM attuale appare lontano da quello dei favolosi anni ’60. Pare essere più il boom di una deflagrazione, quella che cerca inesorabilmente di spazzare via i nostri sogni. Ma potrà essere una canzone a salvarci? Con il suo incedere accattivante, l’invito coinvolgente a unirsi per ballare, l’intermezzo poetico di parole dette per riflettere, L’Italia del Boom è qui, ora. Qualunque cosa significhi.

     


    Dopo 25 anni di carriera – l’esordio discografico con Io sono Francesco è del 2000 - la luce di Tricarico continua a brillare, come si è visto nel passaggio al Festival di Sanremo 2025, ospite di Francesco Gabbani nella serata delle cover, e al Premio Tenco 2024, del quale è stato ospite in apertura di tutte e tre le serate, proponendo ogni sera qualcosa di diverso. Con 11 album, 2 libri e innumerevoli successi all’attivo, Tricarico continua a puntare il faro sulla “ricerca di senso della vita che trova ragione nella poesia, nella musica e nell'arte, al di là di meccanismi di narrazione standard della realtà, dove ci si accorge che la finzione, la fantasia, l'immaginazione divengono concrete più di ogni realtà considerata tale”.

     

    Il recente periodo è stato scandito da un’intensa attività live con il concerto-reading Buonasera Io Sono Tricarico e dalla pubblicazione di nuove canzoni, prodotte da Franco Godi, pubblicate da Best Sound e distribuite da SAAR Records: un primo assaggio nel febbraio del 2023 con la provocatoria Mi state tutti immensamente e profondamente sul cazzo 1, diventato in breve un piccolo mantra, è stato seguito da Faccio di Tutto, uscito alla fine del 2023, Telefono Fisso nel marzo 2024, Un’estate bellissima in giugno e poi In Fiamme, un ulteriore grido addolorato e di iper-realismo immaginifico per il poeta metropolitano del terzo millennio.

     

    Youtube: www.youtube.com/@tricarico88            IG: tricarico_official

     

    fonte: Ufficio Stampa Best Sound: pantarei 3.0 – Elena Pantera – pantera.tre.zero@gmail.com