venerdì 11 marzo 2011

Lgbt Arte: a Firenze Picasso, Mirò e Dalì: tre “Giovani arrabbiati”

Picasso "Les Demoiselles d’Avignon" (1907)

Dal 12 marzo al 17 luglio la rassegna dedicata ai tre più grandi artisti spagnoli del Novecento. Una mostra esplora i percorsi di Picasso, Mirò e Dalì alla ricerca della propria strada e indaga sulle radici comuni di uno stile che ha, in seguito, reso celebri i nomi dei tre artisti

Picasso, Mirò, e Dalì “Giovani e arrabbiati”. Visti così forse non si erano mai visti. Da sabato 12 marzo al prossimo 17 luglio Palazzo Strozzi di Firenze presenta la mostra Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità, una rassegna dedicata alla produzione giovanile dei tre più grandi artisti spagnoli del Novecento.

Più di sessanta opere e oltre cento schizzi picassiani, per la prima volta visibili tutti insieme: provengono dai più importanti musei spagnoli, dal Metropolitan museum of art e da collezioni private.

Fra questi anche il quaderno di Picasso Cahier 7 del 1907 (per la prima volta esposto fuori dalla Spagna) che raccoglie i primissimi schizzi per il suo rivoluzionario capolavoro Les Demoiselles d’Avignon (nella foto) fonte di sollecitazioni fortissime per Dalí e Miró e, in generale, punto di partenza per la nascita del linguaggio dell’arte moderna.

Tutte le informazioni per la mostra - Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità

L'allestimento della mostra è concepito “come un film a ritroso, fatto di flashback” ha spiegato all’inaugurazione James Bradburne, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi.

I flashback rinviano a una serie di incontri e incroci tematici e formali tra i tre grandi pittori spagnoli, 'ripresi’ all'inizio della loro avventura artistica.

Curata da Eugenio Carmona e da Christoph Vitali, la mostra esplora i percorsi di Picasso, Mirò e Dalì alla ricerca della propria strada e indaga sulle radici comuni di uno stile che ha, in seguito, reso celebri i nomi dei tre artisti.

Ad essere approfondita e raccontata è poi la loro comune voglia di ribellarsi alle convenzioni dell'epoca.

L'arte giovanile di Picasso (che è stato a Firenze nel 1917 e nel 1949) rifletteva spesso le sue forti convinzioni politiche: anche Mirò intese l'arte come un aspetto della politica e allo stesso tempo Dalì, nel 1926, fu espulso dall'Accademia poco prima degli esami finali, poiché sosteneva che nessuno all'interno della facoltà era abbastanza competente per poterlo esaminare.

Organizzata in 5 sezioni che coprono (a ritroso) un arco di 30 anni, la rassegna inizia con una serie di opere che rimandano alla presunta visita di Dalì a Picasso a Parigi nel 1926, per attraversare la nascita della modernità con le risposte di Dalì a Mirò.

Evidenzia poi l'incrocio avvenuto fra Mirò e Picasso (1917) e termina ancor prima dell'arrivo del giovanissimo Picasso a Parigi nel 1900.

Il percorso si chiude con opere dei tre artisti che, ricollegandosi alla straordinaria rivoluzione di Picasso di inizio secolo, mostrano il persistere dell'influsso di Cahier n.7: il capolavoro cubista di Picasso Donna che piange (1937), la Composizione geometrica di Mirò (1933) e l'Arlecchino di Dalì, risalente (1926).
fonte .businesspeople.it

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