martedì 8 marzo 2022

Libri: Daniela Brogi, Lo spazio delle donne. Come illuminare lo spazio oscuro negato alle testimoni

Basterebbe anche solo la bibliografia che chiude il volume, divisa in libri indispensabili e volumi che sono serviti allo studio, per apprezzare la ricerca di Daniela Brogi mossa da una domanda: ''Come capire che la persistenza, preoccupante, del divario di genere è una situazione che riguarda tutte e tutti, in primo luogo chi si occupa di cultura - vale a dire chi costruisce ponti tra generazioni?'' 

Un saggio da leggere tutti i giorni dell'anno ovviamente, non soltanto l'8 marzo, per capire come ''trasformare in pensiero, racconto, sentimento e azioni condivise'', quello spazio buio, silenziato, cancellato, in cui nei secoli le donne sono state relegate, con il loro valoro ''materiale, culturale, creativo''. 

Questa visione va affrontata, secondo Brogi, anche ''liberandoci per esempio del pregiudizio per cui occuparsi di culture e opere lontane possa essere un gesto neutro, indifferente alla storia del dominio e allo spazio delle donne''. Insomma rimuovere gli elementi di misoginia nella storia della cultura è necessario, senza per questo cadere nell'errore di condannare la grandezza dell'arte, è solo un fatto di chiarezza senza sprofondare nei confini del politicamente corretto. ''La cancel culture non appartiene al futuro ma all'emergenza presente'', come del resto nella storia è sempre accaduto quando è stato necessario riportare il discorso culturale su una strada di giustizia. 

Le donne del passato non sono solo ''le eroine, le principesse, le eccentriche'', ma anche tante altre che devono essere portate fuori dallo spazio dei luoghi comuni in cui troppo spesso sono relegate, nella generica definizione di ''gente'' contrapposta al valore maschile in primo piano. Nella letteratura come nella realtà, ci racconta Brogi, spesso le donne sono state limitate o addirittura segregate (e in molti paesi lo sono ancora) in luoghi chiusi: giardini, case, salotti, collegi, cucine, stanze da letto. Così spesso davanti ad un camino da diventare l'angelo del focolare, prima figura combattuta da Virginia Woolf. 

''Avere uno studio'', come chiede in modo illuminante Alice Munro, è occupare uno spazio tuo che dia dignità a quello che fai proiettandolo fuori dalle mura domestiche, così così difficile da percorrere anche per le donne che pure quel posto nella società e nella cultura se lo sono guadagnato. 

La conquista di questo spazio non è solo fisica ma anche e soprattutto intellettuale, perchè come scrive bene Daniela Brogi ''scrivere, creare, è esso stesso uno spazio delle donne: non necessariamente separato e contrapposto, ma un territorio in cui chi dice 'io' sta cercando di dire anche ''noi''. 

Uno spazio in cui sono troppo spesso solo le donne a parlare di donne, una battaglia da fare senza vezzeggiativi, senza perdere tempo in chiacchiere rumorose come sottolinea giustamente l'autrice ma piuttosto per riportare 'con forza 'questa verità'' nei luoghi ''anche istituzionali del sapere''.
    Spazi in in cui ''i diritti dei gruppi e delle minoranze andranno rinegoziati e ripensati via via anche facendo attenzione a non cancellare i corpi e gli spazi delle donne'' che rischiano di finire in un nuovo oblio che ha nomi diversi ma stessa sostanza. (ANSA). 

fonte: di Elisabetta Stefanelli www.ansa.it  RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

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