lunedì 4 novembre 2013

Firenze: Istituto Miller "DISFORIA DI GENERE Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) e disturbo dell’identità di genere"

Secondo i manuali internazionali la disforia di genere, quadro piuttosto raro ma che produce forti sofferenze in chi lo presenta, si manifesta con i seguenti criteri sintomatici.

1) Una forte e persistente identificazione col sesso opposto. Negli adolescenti e negli adulti, ciò si manifesta con sintomi come desiderio dichiarato di essere dell’altro sesso, farsi passare spesso per un membro dell’altro sesso, desiderio di vivere o di essere trattato come un membro dell’altro sesso, oppure la convinzione di avere sentimenti e reazioni tipici dell’altro sesso.
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2) Persistente malessere riguardo al proprio sesso o senso di estraneità riguardo al ruolo sessuale del proprio sesso. Negli adolescenti e negli adulti, l’anomalia si manifesta con sintomi come preoccupazione di sbarazzarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie o secondarie (per es., richiesta di ormoni, interventi chirurgici, o altre procedure per alterare fisicamente le proprie caratteristiche sessuali, in modo da assumere l’aspetto di un membro del sesso opposto) o convinzione di essere nati del sesso sbagliato.
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3) L’anomalia non è concomitante con una condizione fisica intersessuale.
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4) L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altre aree importanti del funzionamento.
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Le persone che presentano tale condizione in genere vengono accompagnate con un attento sostegno psicologico, medico e legale (occorre un decreto di un giudice che permetta la riattribuzione chirurgica di sesso) a un intervento chirurgico mirato a trasformare il più possibile le caratteristiche fisiche e sessuali della persona nella direzione del sesso opposto, relativamente al quale vi è una forte identificazione, che non concorda, come si è detto, col sesso biologico dell’individuo.
L’interento chirurgico è molto complesso e impegnativo e richiede un’équipe specializzata. Esso si effettua nel modo seguente:
Nei maschi: pretrattamento ormonale (antiandrogeni ed estrogeni); svuotamento dei corpi cavernosi, ablazione dei testicoli, creazione di una neovagina con introflessione della cute peniena e parte dello scroto; il glande conservato può essere posto a formare una sorta di collo dell’utero o un neo-clitoride; lo scroto viene utilizzato per formare le grandi labbra; inserimento di protesi ai seni.
Nelle femmine: pretrattamento ormonale (androgeni); mastectomia (eliminazione dei seni), riposizionamento dei capezzoli; ablazione utero, ovaie e salpingi; creazione di un neopene con varie tecniche (come lembi liberi dall’avambraccio) e di neouretra; con le grandi labbra si crea uno neoscroto; eventuale inserimento di protesi idrauliche per ottenere l’erezione.
Dopo l’intervento il transessuale, cioè la persona che effettuato la riattribuzione chirurgica di sesso, deve assumere per tutta la vita ormoni tipici dell’altro sesso, per mantenere le caratteristiche fisiche tipiche.

Unità per le Identità di Genere Atipiche in Età Evolutiva
Istituto Miller (Sede di Firenze) Viale dei Mille, 98 - 50131- Firenze
www.istitutomiller.it 055/2001723 - 349/7534967
E-mail: identitadigenere@istitutomiller.it


IDENTITÀ DI GENERE ATIPICHE IN ETÀ EVOLUTIVA
L'identità di genere rappresenta una dimensione dell'identità sessuale e fa riferimento al persistente senso di sé all'interno del continuum tra maschile e femminile (o eventualmente altre forme di espressione del proprio Sé sessuato).
Lo sviluppo dell'identità di genere non sempre è in accordo con il sesso biologico e si può accompagnare a un marcato disagio (disforia di genere) rispetto al genere attribuito alla nascita, che a sua volta può influenzare varie aree del funzionamento psicologico e sociale del bambino/adolescente con diversi esiti possibili.
Un bambino/adolescente può non sentirsi a proprio agio con il suo corpo e/o desiderare di appartenere a un'altra espressione di genere.
La maggioranza dei bambini tra i 4 e i 12 anni che sono confusi riguardo al proprio genere probabilmente risolverà tali dubbi nella pubertà e solo una piccola parte manterrà la disforia di genere. La disforia di genere in adolescenza è invece caratterizzata da una minore plasticità.

QUANDO E PERCHÉ CHIEDERE AIUTO?
Bambini e adolescenti che vivono un’incongruenza fra il genere che sentono maggiormente proprio e quello loro attribuito alla nascita possono trovarsi ad affrontare non solo conflitti interiori, ma anche l'incomprensione da parte di famiglia, amici e insegnanti, avendo difficoltà a esprimersi liberamente, con conseguente senso d’insicurezza e abbassamento dell'autostima.
Alcuni bambini/adolescenti in tale situazione si chiudono completamente in se stessi; altri al contrario diventano incontenibili e facilmente irritabili.
Inoltre, sono frequentemente vittime di bullismo, in particolare di tipo omofobico.
È importante chiedere aiuto quando il bambino/adolescente mostra dubbi da molto tempo e se tale condizione comporta un disagio significativo con compromissione del suo benessere psicologico e sociale.

LA VALUTAZIONE PSICODIAGNOSTICA E IL TRATTAMENTO

La valutazione e il trattamento di bambini e adolescenti con identità di genere atipiche da noi proposti sono impostati sulla base del modello di lavoro della clinica universitaria di Amsterdam Kennis- en Zorgcentrum voor Genderdysforie (centro di riferimento a livello europeo) e sono caratterizzati da un approccio multidimensionale che si fonda sugli Standards of Care elaborati dalla World Professional Association for Transgender Health.
L’impostazione olandese rappresenta un modello pionieristico nel campo, come dimostrano le numerose pubblicazioni scientifiche in merito, con lo specifico intento di lavorare secondo un protocollo condiviso e coordinato a livello nazionale e internazionale, che sia in grado di rispondere alle richieste sempre più frequentemente emergenti in tali fasce d'età.
Nello specifico, sono previste fasi opportunamente strutturate e differenziate in base all'età e alle esigenze del singolo caso:
• Assessment psicologico • Valutazione medica • Eventuale psicoterapia
• Esperienza di vita reale • Somministrazione di GnRH analoghi • Terapia ormonale cross-sex

ALTRE ATTIVITÀ
- Incontri di gruppo psico-educazionali e di sostegno per adolescenti con identità di genere atipica.
- Incontri di gruppo psico-educazionali e di sostegno con le famiglie, gli insegnanti e le figure mediche di riferimento.
- Corsi di formazione e workshop per enti, strutture socio-sanitarie e scuole.
- Attività di ricerca e produzione di materiale scientifico e divulgativo, in stretta collaborazione con il centro clinico universitario di Amsterdam.

È possibile prenotare un incontro informativo gratuito telefonando al numero 055/2001723 o 349/7534967, oppure inviando una e-mail a identitadigenere@istitutomiller.it

IL TEAM
Prof. Davide Dèttore,
Università degli Studi di Firenze,
Presidente dell'Istituto Miller
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Dott.ssa Jiska Ristori
Psicologa e psicoterapeuta
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Dott.ssa Silvia Villani
Psicologa e psicoterapeuta
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Dott. Paolo Antonelli
Psicologo
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Dott.ssa Elisa Bandini
Medico, specialista in psichiatria
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Dott.ssa Alessandra Fisher
Medico, specialista in endocrinologia
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L’Unità si avvale della collaborazione di diversi specialisti in ambito clinico e socio-sanitario, tra cui Prof. Peggy Cohen-Kettenis, Dr. Annelou de Vries e Dr. Thomas Steensma del Kennis- en Zorgcentrum voor Genderdysforie del VU University Medical Center di Amsterdam, e dell'Associazione IREOS - Centro servizi autogestito per la comunità queer di Firenze (http://www.ireos.org).
fonte: www.istitutomiller.it

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