martedì 22 marzo 2011

Lgbt Lirica, Teatro San Carlo di Napoli: una “Carmen” fiera e coraggiosa


Teatro gremito alla prima di Carmen, firmata da Micha van Hoecke, su musiche di Georges Bizet, al San Carlo di Napoli.

Un allestimento ricco e completo, che ha visto la partecipazione del corpo di ballo del San Carlo diretto da Alessandra Panzavolta,
e dell’Ensemble di Misha van Hoecke, del coro diretto da Salvatore Caputo, del coro di voci bianche diretto da Stefania Rinaldi e dell’orchestra diretta da Alain Guingal.

Stupende le scene di Nicola Rubertelli, ispirate al ciclo di opere che Pablo Picasso dedicò alla Carmen, e bellissimi i costumi di Alessandro Lai.

Géraldine Chauvet una Carmen passionale e fiera, che non perde mai la tensione artistica del suo personaggio e che va incontro alla morte con grande coraggio.

Secondo le parole di Misha van Hoecke: «Carmen è anche una maga in cui è impresso un senso profondo del destino e delle natura che fa parte del mondo zingaro [...]

Carmen non è semplicemente la vittima di un pazzo che la uccide: è talmente proiettata verso l’assoluto da accettare il proprio stesso destino di morte».

Una Carmen che a tratti diventa simbolo dell’umanità “nuda, senz’ombra di sovrastrutture”.

Jorge De Leon un Don José a tratti commovente, nel suo struggersi d’amore, un amore implacabile, anch’esso non mediato, che diventa folle e crudele.

Si potrebbe affermare che nel suo realismo psicologico, tuttavia non privo di lirismo, quest’opera sia la celebrazione della natura umana nel senso primigenio del termine, in una concezione scevra da convenzionalismi.

Altri personaggi principali: Vitaliy Bilyy (Escamillo); Norah Amsellem nel ruolo di Micäela; Annalisa Stroppa (Mércèdes) e Arianna Vendittelli (Frasquita).

La danza un punto di forza e di unione di quest’opera in cui le scene coreografate rispecchiano la forza espressiva e l’armonia dell’intera costruzione scenica.

A Misha van Hoecke va il merito di aver sapientemente integrato tutti gli elementi di uno spettacolo così composito, creando l’uniformità di un’opera completa, fruibile a 360 gradi.
fonte giornaledelladanza.com, di Lorena Coppola, Foto di Alessio Buccafusca

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