lunedì 18 dicembre 2017

Lgbt: La valorizzazione delle differenze. Inclusive Mindset, una nuova piattaforma per le aziende. Di Marco Buemi

Le organizzazioni nazionali ed internazionali, che investono nelle politiche di diversità ed inclusione nel mondo del lavoro, negli ultimi anni hanno fatto passi in avanti sia in termini di risorse investite che di incisività nell’attuazioni delle politiche elaborate. Il concetto di gestione delle differenze nasce negli Stati Uniti negli anni ‘60 e solo dagli anni ’90 in poi ha cominciato a diffondersi prima in Europa e poi successivamente anche in Italia. 

 

Il Diversity Management può essere definito come "un approccio diversificato alla gestione delle risorse umane, finalizzato alla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo, in grado di favorire l'espressione del potenziale individuale e di utilizzarlo come leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi" (Barabino, Jacobs e Maggio). Ma cosa significa questo in termini pratici per i cittadini, ma soprattutto per i lavoratori e per le organizzazioni pubbliche o private, e perché ormai è diventato indispensabile adottare politiche del lavoro inclusive?


Sin dagli anni ‘80, in seguito alla crescita dei flussi migratori, al processo di globalizzazione e all'internazionalizzazione dei mercati, i cittadini, i lavoratori e le aziende hanno dovuto relazionarsi con stakeholder e utenze eterogenei, e ciò ha comportato una variazione sostanziale nella composizione della forza lavoro. Le strutture stesse delle città in cui viviamo, ormai sempre più multiculturali, favoriscono la contiguità fra diverse appartenenze (territoriali, etniche, culturali e religiose) e diversi sistemi simbolici e valoriali.
Per questi motivi, oggi la sfida per le organizzazioni, pubbliche e private, è duplice: da un lato, è necessario che esse riconsiderino la vita lavorativa delle risorse impiegate al loro interno e i servizi offerti ai lavoratori; dall'altro è necessario adattare gli aspetti relazionali, sociali ed economici delle organizzazioni stesse in funzione di nuovi valori quali inclusione, creatività ed innovazione attraverso la creazione di nuove modalità di gestione delle risorse umane fondate sulle specificità dei singoli individui e la comprensione della differenza che contraddistingue le varie tipologie di soggetti attivi, in modo da dare avvio ad una modalità di gestione più partecipativa e inclusiva.

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fonte: Marco Buemi per http://obiettivo-sostenibile.blogautore.espresso.repubblica.it/

Lgbt: Trans, cambio di sesso e di nome in una volta sola: sconfitta la burocrazia



Il tribunale torinese accetta una rivoluzione che dimezza i tempi e soprattutto i costi

 Cambiare nome e sesso per via chirurgica, in un colpo solo. Da oggi anche a Torino si potrà farlo, lo afferma una sentenza del tribunale piemontese che ha riconosciuto ad Andrea, il nome è di fantasia, l'autorizzazione all'operazione e alla modifica dei documenti, con il passaggio del nome dal maschile al femminile o viceversa, in contemporanea. Una rivoluzione che dimezza i tempi della burocrazia, e anche i costi per le persone trans, che era arrivata in tutta Italia, ma non a Torino dove gli avvocati specializzati in questo tipo di cause non avevano mai ottenuto questo provvedimento.

A quanto si apprende dagli ambienti di Palazzo di Giustizia nessuno di loro lo aveva mai neppure chiesto: “I legali che hanno sempre gestito queste pratiche in città sostenevano che il tribunale non avrebbe mai seguito questo orientamento e così a quanto pare non presentavano la doppia domanda – racconta Cathy La Torre, avvocata e attivista Lgbt - O almeno così ci ha detto il giudice in sede di udienza, affermando che il Tribunale non aveva alcuna preclusione ad uniformarsi a una giurisprudenza più favorevole alle persone trans che così risparmiano tempo e soprattutto denaro”.

Una vicenda piuttosto grave perché questi legali sono quelli a cui si appoggia il CiDiGem, il centro disturbi identità di genere dell’ospedale Molinette di Torino che si occupa di tutte le persone che vivono nella non corrispondenza fra il proprio sesso biologico e quello psicologico, tanto da voler modificare aspetto e genere: “L'impressione è che nessuno mostrasse molto interesse ad abbassare onorari e spese di procedura. Considerate che invece di pagare doppio, ovvero due distinte cause, in questo modo si paga una solo procedura” continua Latorre.

I costi della pratica finora sono stati attorno ai 4.500 euro, mentre con la nuova sentenza la causa scendono enormemente: “Si riducono enormemente anche i tempi perché prima si arrivava a 4 anni dall'inizio del procedimento al cambio dei documenti” aggiunge l'avvocata. La giurisprudenza infatti consentiva da tempo ai non operati di cambiare nome, mentre per chi voleva fare anche l'operazione erano necessari due procedimenti, uno per l'intervento chirurgico e uno per i cambi nei documenti: “La prima causa l'ho fatta un paio d'anni fa a Modena, ma nel frattempo erano arrivate sentenze simili in tutta Italia – spiega La Torre – Mancava solo Torino dove tutti dicevano che non si potesse fare per un orientamento del tribunale. Oggi però scopriamo che più che un orientamento del tribunale forse si trattava di un interesse degli avvocati, mentre in questo tipo di cause il faro che orienta noi avvocati dovrebbe essere svolgere bene il nostro lavoro con onorari che non impediscano alle persone trans di agire il proprio diritto ad avere in tempi ragionevoli il cambio dei documenti e l'autorizzazione all'intervento. Questa sentenza lo dimostra”.

Il presidente del collegio del tribunale, Cesare Castellani, e il giudice estensore Marco Carbonaro, nella sentenza spiegano infatti che “nulla osta all'accoglimento della domanda di autorizzazione al trattamento medico-chirurgico per l'adeguamento dei propri caratteri sessuali al sesso maschile e alla contemporanea rettifica del nome, visto che da molti anni la parte è conosciuta così al mondo esterno. Ora ci aspettiamo che il Cidigem e i colleghi che seguivano gli utenti del Cidigem agiscano di conseguenza - conclude l'avvocata - Provando che l'interesse è quello di tutelare pienamente persone che già subiscono discriminazioni quotidiane a causa della loro transizione”.

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