mercoledì 5 luglio 2017

Lgbt: Marina Abramović a Palazzo Strozzi. Nel 2018 la prima retrospettiva italiana a Firenze

 
Dopo Ai Weiwei e Bill Viola, la figura scelta dall’istituzione fiorentina per la grande retrospettiva annuale dedicata all’arte contemporanea è Marina Abramović. Annunciata anche la riesecuzione dal vivo di alcune sue celebri performance.


 Il contemporaneo è – ormai – di casa a Firenze. Nella stessa settimana in cui il Forte di Belvedere e altre 8 sedi espositive cittadine hanno accolto le oltre 100 opere di artisti italiani selezionate per la mostra YTALIA. Energia Pensiero Bellezza. Tutto è connesso, in una lunga intervista concessa all’edizione toscana de La Repubblica Arturo Galansino ha fatto luce sugli appuntamenti in arrivo nell’istituzione che dirige. 

A emergere con forza sono i nomi di Marina Abramović e di Carsten Höller, con il quale precisa Galansino “stiamo lavorando per realizzare, quanto prima, un progetto per Palazzo Strozzi: sicuramente non si tratterà di un’installazione “spot”, ma di un’operazione inserita in una vera e propria mostra site specific”. Già confermata invece, la “straordinaria retrospettiva”sull’artista originaria di Belgrado, al via il 21 settembre 2018, prima in Italia, seconda in Europa, seguendo quella al Moderna Museet di Stoccolma. Resa possibile con il suo diretto contributo, la mostra costituirà l’occasione per riunire a Firenze oltre 100 opere, realizzate nell’arco temporale che dagli anni Settanta arriva fino ai giorni nostri. 

Così come avvenuto nel processo intrapreso con Bill Viola in occasione di Rinascimento Elettronico, ancora aperta fino al 23 luglio prossimo, anche in questo caso Galansino ha voluto sottolineare il legame dell’artista con l’Italia e, in particolare, con la città di Firenze. “Qui”, ha precisato ancora nell’intervista nell’edizione locale del quotidiano La Repubblica, “ha prodotto diversi video ed è stata protagonista di varie mostre, ma non aveva mai avuto una monografica completa. La nostra ripercorrerà la sua carriera dagli esordi alle grandi produzioni, mettendo al centro proprio il rapporto col nostro Paese. Ci saranno sicuramente dei re-enactment, ma lei stessa verrà a Firenze e con ogni probabilità riserverà al pubblico qualche sorpresa.”

DAL ‘500 FIORENTINO ALLE UTOPIE RADICALI FINO ALL’ITALIA DEL DOPOGUERRA
Dopo lo stop del mese di agosto, intanto, da settembre Palazzo Strozzi accoglierà Il Cinquecento a Firenze. Da Michelangelo a Vasari, attesa mostra che chiude il ciclo dei tre appuntamenti curati da Carlo Falciani e Antonio Natali. Dopo la retrospettiva del 2010 su Bronzino e l’acclamata Pontorno e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della Maniera del 2014, il duo curatoriale questa volta si è focalizzato su una “eccezionale epoca culturale e di estro intellettuale”, segnata dalla Controriforma del Concilio di Trento e dal mecenatismo di Francesco I de’ Medici. Esattamente un anno prima della monografica su Marina Abramović, il piano nobile di Palazzo Strozzi accoglierà quindi oltre 70 opere di Michelangelo, Bronzino, Giorgio Vasari, Rosso Fiorentino, Pontormo, Santi di Tito, Giambologna e Bartolomeo Ammannati.

Da ottobre 2017, negli spazi underground della Strozzina verrà inoltre ricostruita, per la prima volta in maniera ampia e unitaria, la stagione delle avanguardie radicali. Curata da Pino Brugellis, Gianni Pettena e Alberto Salvadori, e in parte anticipata da appuntamento compreso nel palinsesto dell’Estate Fiorentina, la mostra Utopie Radicali renderà omaggio alle esperienze che si susseguirono tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, tra cui 999, Archizoom, Superstudio, Ufo, Zzigurat. Riflettori ancora puntati sul Novecento a partire dal 16 marzo 2018, con l’apertura di Nascita di una nazione.

 Dopo l’esperienza di Da Kandinsky a Pollock, questo nuovo appuntamento a cura di Luca Massimo Barbero ricostruirà gli scenari artistici italiani del secolo scorso attraverso i lavori, tra gli altri, di artisti Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto.
fonte: di Valentina Silvestrini per http://www.artribune.com

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