sabato 7 febbraio 2015

Lgbt Moda: A Mantova la mostra evento "Nel segno di Ferrè" Domenica 8 Febbraio

Domenica 8 Febbraio alle 16.00 "Gianfranco Ferrè-INDAGINE SUL METEO CORPO"
A cura di Michele Venturini presso Aula Magna dell'Università in via Scarselllini 2.

Alle 18.30 "Ferrè - Abito come accento che esce dal corpo" si svolgerà presso l’area Bernardelli di corso Umberto I, 27 una mostra a cura di Michele Venturini, allestimento di Stefano Gozzoli, evento organizzata in collaborazione con la Fondazione Gianfranco Ferré.
Alle 20.15 cena a favore del FAI

Per l’occasione sarà possibile ammirare 40 fra i migliori capi del celebre stilista, le sue famose camicie, i gioielli e un filmato appositamente realizzato dalla Fondazione. Saranno presenti anche il fratello di Ferré con la moglie, il compagno e la dottoressa Rita Airaghi, direttore della Fondazione.

Si tratta di un’evento eccezionale per la città di Mantova, essendo la mostra un’anteprima di quella in programma presso Palazzo Reale a Milano, a partire dal mese di marzo.

La mostra sarà introdotta dalla presentazione del curatore Michele Venturini, autore di numerosi interventi sulla storia della moda e del costume, che si terrà alle 16 presso l’Aula Magna dell’Università in via Scarsellini 2.

A conclusione dell’evento, per chi fosse interessato, avrà luogo una cena in onore del maestro presso casa Butturi, in via Ardigò, nell’atmosfera intrigante e suggestiva di una chiesa sconsacrata; i fondi ricavati saranno interamente devoluti al FAI (Fondo Ambiente Italiano).

Un evento a cura di Bernardelli
Per saperne di più info@bernardellistores.it
fonte http://www.megliomantova.com/nel-segno-di-ferre/

Lgbt: Unioni civili, a Firenze nel nuovo registro possono iscriversi le persone dello stesso sesso sposate all’estero

Il sindaco Nardella: “Abbiamo scelto la strada del pragmatismo e della legalità. Manteniamo fede ad un impegno assunto senza inseguire azioni ‘manifesto’ ma badando alla concretezza”
Il via libera della giunta.

Le persone dello stesso sesso sposate all’estero già dai prossimi giorni potranno iscriversi nel nuovo registro comunale delle unioni civili: lo ha deciso la giunta nella seduta odierna.
La delibera approvata stamani riconosce la possibilità di iscrizione nel nuovo registro comunale a due persone dello stesso sesso che abbiano celebrato un matrimonio all’estero considerandosi così assolto il requisito temporale di un anno di coabitazione richiesto finora.

Nel vecchio registro delle unioni civili era vietata l’iscrizione alle persone dello stesso sesso sposate all’estero. L’iscrizione nel vecchio registro delle unioni civili infatti poteva essere chiesta solo in base a due criteri: da due persone non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, ma da vincoli affettivi, coabitanti da almeno un anno ed aventi residenza nel Comune di Firenze; e da due persone coabitanti da almeno un anno per motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale ed aventi residenza nel Comune di Firenze.

Le persone dello stesso sesso sposate all’estero iscritte nel nuovo registro potranno richiedere che sia rilasciato loro su apposita modulistica un attestato di iscrizione al registro.
Tale attestato è idoneo all’attribuzione di benefici, opportunità amministrative e procedimentali in campo socio-sanitario, assistenziale, per inserimenti in graduatorie pubbliche di varia natura nel rispetto della normativa nazionale.

“Abbiamo scelto la strada del pragmatismo e della legalità - ha detto il sindaco Dario Nardella - e approvando la delibera abbiamo fatto in modo che le persone dello stesso sesso che si sposano all’estero possano iscriversi nel registro comunale delle unioni civili vedendosi così riconosciuti i benefici previsti dal regolamento comunale sulle unioni civili”.
“Nell’ambito delle nostre competenze e dei principi e delle regole fissate dalla legge statale - ha spiegato il sindaco - operiamo per promuovere pari opportunità alle unioni di fatto favorendone l’integrazione sociale”.
“Manteniamo così fede ad un impegno assunto senza inseguire azioni ‘manifesto’ ma badando di più alla concretezza e pensando così di imprimere un’accelerazione e uno stimolo al processo legislativo nazionale”.

Le iscrizioni avvengono solo sulla base di una domanda presentata congiuntamente dagli interessati all’ufficio comunale competente e corredata dalla documentazione relativa alla sussistenza dei requisiti necessari.
Il venir meno anche di uno solo dei requisiti produce la cancellazione d’ufficio dal registro.
La cancellazione può essere richiesta anche da uno e da entrambe le persone interessate. (fp)
fonte http://press.comune.fi.it

venerdì 6 febbraio 2015

Lgbt Libri: «Che te ne fai di un cielo senza stelle» di Alessio Poeta

Esce «Che te ne fai di un cielo senza stelle» di Alessio Poeta: romanzo avvincente, che vede una strutturazione basata su un gioco di metafore, da cui nasce il titolo, figlio letterario di un’epoca fatta di nuove tecnologie e di social network. cambiano lignuaggi e introspettiva descrizione degli aspetti psicologici dei personaggi.
Romanzo autobiografico? Alessio ci parla di una scrittura avvenuta in un momento difficile della sua vita e come Valerio, il protagonista del romanzo, sia stata la figura attraverso cui l’autore è riuscito a fare «esorcizzare» le sue paure e le sue insicurezze, uscendone «vincitore». Abbiamo intervistato Alessio.

Alessio Poeta: il tuo primo romanzo gay è uscito lo scorso 28 novembre. Che cosa ha significato lavorare a un testo a tematica, il lavoro di scrittura?
In verità non ho scritto il romanzo pensando ad una tematica ben precisa. Ho scritto, in un momento poco felice della mia vita, la storia di un ragazzo che aveva scoperto, grazie ai tanto amati social, il tradimento che avveniva quotidianamente dentro la casa che aveva comprato con il suo compagno. Forse il vero tema del libro è la “rinascita”. Spesso la fine di un amore si associa ad un lutto e questo libro può essere un ottimo elemento di distrazione.

Il titolo:«Che te ne fai di un cielo senza stelle». Quale è il rapporto con la storia narrata e quali le connessioni che si creano, il motivo della scelta del titolo?
Il titolo è nato così per caso, mentre scrivevo i dialoghi tra i protagonisti del romanzo. Ovviamente, è una metafora. Che te ne fai di un amore se poi è sbiadito? Che te ne fai di un amore se poi è spento? Valerio, il protagonista del romanzo, ha scelto di non accontentarsi più.

L’idea del libro da dove è venuta, come è nata?
Era finita da pochissimo la mia storia. Dovevo partire in vacanza ma oramai avevo perso tutto, biglietti aerei inclusi. Sono rimasto a Roma, da solo, con un caldo micidiale e con tanto tempo da perdere. Era da tempo che volevo misurarmi con un romanzo e se non fosse stata per quell’occasione chissà quando l’avrei fatto.

Parliamo del protagonista, Valerio Falabella: come è avvenuta la definizione del personaggio, il suo aspetto caratteriale, la costruzione del personaggio stesso?

Valerio ha molto di me. A lui ho fatto esorcizzare tutte le mie paure e le mie insicurezze. E ti dirò: ne è uscito vincitore.

Le nuove tecnologie, i network, la rete: come cambia il rapporto tra narrativa, intreccio e storia nella letteratura conte,portanza in cui non si può prescindere, sociologicamente e nel linguaggio, dall’esistenza di questi luoghi virtuali di incontro e di conoscenza?
I social, all’interno del romanzo, sono sempre presenti. Siamo tutti vittime della terza spunta di WhatsApp ed è proprio vero che oramai in amore non vince più chi fugge, ma chi resta online e non risponde. Nel libro ci si confronta su Grindr, su Badoo, su Facebook e sul significato dei “poke” che, ad oggi, nessuno ancora ha capito a cosa servono.

Il romanzo ha un lato autobiografico, o il reale e la vita sono presi come elementi basilari di definizione del libro e del suo contenuto?
Al protagonista ho regalato, per certi versi, la vita che vorrei. Abbiamo in comune giusto la fase di partenza che non è il tradimento, ma la fine di una convivenza. Di autobiografico c’è ben poco. Le biografie lasciamole alle varie Ripa di Meana.

Possiamo parlare di un romanzo di formazione?

Oddio non sono così presuntuoso da pensare di aver scritto un romanzo di formazione. Se per la Mazzucco a Roma è stata fatta una protesta per il mio potrebbe venire giù l’Italia intera.

Stai lavorando ad altri testi magari a tematica Lgbt?
Al momento no. Ho tante idee ma vediamo prima come va questo. Se mi ha letto solo mia madre, la mia vicina e il mio ex che senso ha continuare? (ride, ndr)

Cosa dobbiamo aspettarci dall’evoluzione della storia e del protagonista che vive all’interno di essa?
Valerio, dopo la fine della sua storia d’amore, rimette in discussione tutto: Roma, amici e anche il lavoro. Nella nuova città si confronta con il mondo della tv, della politica, della prostituzione e con una coinquilina molto particolare. E’ un libro veloce e leggero dove è davvero facile immedesimarsi nei vari protagonisti.
Intervista di Alessandro Rizzo
fonte http://www.pianetagay.com/cielo-senza-stelle-alessio-poeta/

Lgbt Torino: In Comune le persone transessuali avranno sul cartellino il nome corrispondente all’aspetto

La Città ha accolto la richiesta avanzata in novembre dalle associazioni glbt nella Giornata che ricorda le vittime della transfobia in Italia e nel mondo

Ancora un primato torinese sul fronte dei diritti: a seguito degli accordi presi in occasione della Trans Freedom March del 22 novembre scorso e dopo il convegno sulle prospettive di riforma della legge n. 164 del 1982 sul cambiamento di sesso, la Città di Torino ha introdotto per le persone transgender, dipendenti comunali, la possibilità di avere un tesserino identificativo consono al genere d’elezione.
In pratica, in tutti gli uffici comunali le persone in transizione potranno, d’ora in avanti, avere il nome corrispondente all’aspetto e vivere così la propria identità di genere anche sul luogo di lavoro.

«Non è solo una norma formale», sottolinea Christian Ballarin, responsabile di SpoT (Sportello Transgender). «Questa novità andrà a incidere sulla qualità della vita delle persone, non solo trans, perché un lavoratore sereno - prosegue Ballarin - offrirà un servizio migliore. Come già l’Università di Torino e altri atenei che hanno seguito l’esempio torinese, anche il Comune, grazie agli assessori Ilda Curti e Gianguido Passoni, ha deciso di offrire uno spazio di libertà e autodeterminazione».

Anche Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride glbt, ringrazia «la tenacia e la costanza dell’assessore Curti: questa novità rende la nostra Città ancora più attenta ed inclusiva per tutte e tutti. Si tratta di una decisione epocale anche se legata al solo luogo di lavoro in quanto la legge italiana, ad oggi, nonostante alcune recenti sentenze lascino intravedere la possibilità che le cose possano cambiare, non permette il cambio del nome prima degli interventi chirurgici».
fonte: di Maria Teresa Martinengo-http://www.lastampa.it/2015/02/05/cronaca/in-comune-le-persone-transessuali-avranno-sul-cartellino-il-nome-corrispondente-allaspetto-3iZlDYticfMTuXhHa2V05N/pagina.html

Lgbt: Caro Presidente Mattarella chiamaci con i nomi che abbiamo, perché noi siamo una risorsa. Di Delia Vaccarello

Il discorso di insediamento del nuovo Presidente mi ha provocato brividi ed emozioni per il rispetto profondo che nutro nei confronti delle Istituzioni, ma non ha lenito una ferita aperta: dove sono, Presidente, i diritti da riconoscere e che vengono ancora negati a tanti cittadini sulla base del loro orientamento sessuale e della identità di genere?
Caro presidente, se dici la parola lesbica o la parola gay non solo domani migliaia di cittadini smetteranno di nascondersi, ma la società riconoscerà che gay, lesbiche, bisessuali e transgender sono una risorsa enorme per tutti.

Mattarella è palermitano come me, e il brivido nel vedere eletto Presidente un esponente della mia terra di origine ha rafforzato il sapore dolce amaro della mia partecipazione da cittadina all’importante ingresso del neo presidente al Quirinale.

Faccio una analisi lessicale, sapendo che i fatti verranno e che dei fatti parleremo. Ma oggi analizziamo le parole, che sono vita e danno vita, oppure la oscurano.

Mattarella ha parlato di famiglia al singolare citando “la famiglia” risorsa della società.” Ha scelto dunque di non riconoscere che un nucleo di due uomini e di due donne che si amano possa essere famiglia. Poi ha parlato delle donne, delle comunità straniere, dei disabili……… Non di gay, lesbiche, trans. Non ci ha ricordati anche se costituiamo una emergenza nel nostro Paese. E’ innegabile infatti: la mancanza dei diritti per le nostre unioni segnala che nel nostro paese c’è una lacuna nel riconoscimento dei diritti umani che ci confina agli ultimi posti in Europa.

Quando ha parlato della Resistenza mi sono ancora di più emozionata, in genere mi emoziono non solo per il significato storico della parola Resistenza, ma anche per ciò che ha voluto dire “fare resistenza” sia nella mia vita sia in quella di tanti gay, lesbiche trans. Questa volta, però, mi sono emozionata di più: fino al 31 luglio ho scritto sull’Unità, giornale fondato da Gramsci e diffuso in clandestinità. Un giornale che ha dato voce alla questione omosessuale con il coraggio di chi sa interpretare le emergenze del nostro tempo. Un giornale che oggi non è più in edicola.

E veniamo alla possibile citazione. Mattarella ha poi espresso l’intenzione di favorire il “pieno sviluppo dei diritti civili nella sfera sociale economica affettiva….” .
Ho ritenuto che noi fossimo inseriti nella espressione “diritti civili nella sfera affettiva”, ma la categoria è talmente ampia che il riferimento poteva essere ai diritti delle famiglie etero ricomposte, cioè ai diritti del secondo marito di una donna che ha avuto figli in un primo matrimonio. Diamo per buono che si riferisse a gay e lesbiche.
Allora va detto a gran voce che le nostre unioni non sono soltanto affettive, che è la sessualità a fare la differenza. La tradizione cattolica contempla l’amore tra una donna e una altra donna se resta solo nella sfera del sentimento e non diventa unione sessuale.
Dunque l’espressione puntuale sarebbe stata “diritti civili nella sfera sessuale e affettiva”.
Ancora, dopo questo passaggio, Mattarella ha parlato di Unione Europea.
E avrebbe potuto, proprio riferendosi alla Unione Europea e al Consiglio d’Europa, citare il grande lavoro fatto per il contrasto delle discriminazioni e per il riconoscimento dei diritti a gay lesbiche e trans non in quanto minoranza, ma in quanto cittadini che non godono del giusto riconoscimento sul piano delle leggi.

Nella giornata mondiale contro l’omofobia del 2013 Napolitano parlò di “orientamento sessuale” un termine diffuso in ambito europeo, disse, e che l’Europa come istituzione ha messo alla base della sua azione di contrasto delle discriminazioni e di sostegno al riconoscimento dei diritti.

Mattarella avrebbe potuto inserire in questo passaggio il riferimento ai “diritti civili nella sfera affetiva” e sarebbe stato più chiaro.
Attenzione: se scompare il nome scompare anche chi viene individuato attraverso quel nome, scompaiono i cittadini.

Altra l’ampiezza del discorso di Obama(http://www.anddos.org/lgbt-obama-ne-parla-alla-nazione/)nell‘ultimo “State of The Union speech”: “condanniamo la persecuzione delle donne, delle minoranze religiose, o delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender”, ha detto il presidente degli Stati Uniti.

A confortare però l’apprensione scaturita da queste mie analisi è stata la presenza del cagnolino. Nell’atrio del quirinale c’era un cagnolino con un “vestitino” rosso che si è accucciato a pochi passi da Mattarella. Un ospite completamente inedito in un simile contesto istituzionale. Io so che chi ama gli animali, come dimostra un’ampia letteratura, sviluppa una grande sensibilità verso chi è debole o, nel nostro caso, povero di diritti. Me lo insegna tutti i giorni il rapporto che stringo con il mio cagnolino di nome Lacan.

E dunque rinnovo l’invito: Caro presidente parla di gay, lesbiche, bisessuali e transgender, perché noi siamo una grande risorsa per questo Paese e abbiamo un valore come tutti gli altri cittadini.
fonte http://www.anddos.org/caro-presidente-mattarella-chiamaci-con-i-nomi-che-abbiamo-perche-noi-siamo-una-risorsa/di Delia Vaccarello

Lgbt Radio: Viaggio nella Candelora: tra leggenda e narrazione queer a “Oltre le Differenze”

Nella puntata di venerdì 6 febbraio alle 21 ospiti lo scrittore Dario Accolla, Donata Ferrante e Carlo Preziosi

La storia e il mito dei femminielli napoletani e la tradizione della Candelora saranno protagoniste della puntata di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico di informazione sul mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer, di venerdì 6 febbraio in programma dalle 21 su Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10 o diretta online dal sito www.antennaradioesse.it) e in replica sabato 7 dalle ore 15 circa.

Donata Ferrante, referente dell'associazione I-Ken di Avellino, racconterà tutti gli eventi organizzati in occasione della Candelora 2015 e in particolare della tradizionale “juta dei femminielli”, il pellegrinaggio a piedi dei devoti verso il santuario di Montevergine, al quale partecipano moltissimi omosessuali e transessuali. Un excursus storico sulla Candelora e sulla rete di associazioni lgbt che da anni collabora al mantenimento di questa tradizione, modificandone inevitabilmente anche i significati simbolici, sarà a cura di Carlo Preziosi, autore di una tesi sull'argomento.

E infine, con lo scrittore Dario Accolla una riflessione su come la narrazione su femminielli, sulle persone transgender e in generale sul mondo queer sia cambiata negli anni.

Si chiude con la rubrica Rainbow Life Style con i consigli su libri, film, curiosità e appuntamenti a tema da non perdere. Sul blog www.oltreledifferenze.wordpress.com è possibile riascoltare tutte le puntate già andate in onda, mentre per interagire con la redazione del programma e restare sempre informati è attiva la pagina fan su Facebook “Oltre le Differenze”.
fonte redazione di "Oltre le Differenze"

giovedì 5 febbraio 2015

Lgbt: A Firenze ritorna "Danzainfiera" dal 26 febbraio al 1 marzo alla Fortezza da Basso

Da dieci anni Danzainfiera è il più grande ed originale evento fieristico internazionale dedicato alla danza e al ballo. La manifestazione si è confermata l'evento di riferimento in termini di numero di espositori, visitatori e superficie. Questo appuntamento imperdibile dedicato a professionisti del settore, ballerini, scuole, compagnie di danza ed aziende si rinnova ogni anno a Firenze.

PER TUTTE LE INFO:
http://www.danzainfiera.it/danzainfiera.html


Cosa offre Danzainfiera?
• una panoramica sui nuovi trend del settore
• nuove opportunità di carriera e formazione ad ogni livello
• numerosi opinion leader dell’universo danza
• un contesto specializzato per la promozione e la crescita delle attività

Danzainfiera è una piattaforma unica nel suo genere, dove gli spazi espositivi e i luoghi di incontro si alternano ai palchi ed alle aule per accogliere una vastissima programmazione che abbraccia tutti gli stili di danza.

Cosa si trova a Danzainfiera?
• Stand dei migliori prodotti per la danza, lo sport e il benessere
• Aree dedicate a scuole, compagnie e associazioni
• Sfilate di presentazione nuove linee e collezioni, dalla dance fashion al settore tecnico
• Spettacoli, show ed esibizioni con grandi ballerini e compagnie nazionali e internazionali
• Lezioni aperte a tutti con importanti docenti
• Convegni, workshop e mostre per parlare e confrontarsi a 360°
• Incontri e talk show con personaggi famosi
• Gare e concorsi per vivere l'evento da protagonisti
• Audizioni per accedere a percorsi professionali
• Casting per lavorare nel settore danza
fonte http://www.danzainfiera.it/danzainfiera.html

Lgbt Libri: "Il giorno più felice della mia vita" di Sebastiano Mauri

Italia e Grecia sono gli unici paesi a non aver ancora riconosciuto diritti alle coppie dello stesso sesso. Se volete capire il perchè e verificare che nei paesi in cui ciò è avvenuto non si siano manifestate distruzioni à la Sodoma e Gomorra, prendetevi due ore di tempo.

Troverete pagine esilaranti ma con un chiaro sentore di rabbia e amarezza. Un pamphlet dolceamaro che ha la serietà del saggio e la leggerezza dello scrittore acuto che non vuole persuadere ma illuminare, fare chiarezza.

Geniali le pagine sul concetto di natura legato all'unione omosessuale - un viaggio pieroangeliano tra lama, bonobo, cigni neri - e le citazioni - oggi perlomeno discutibili - dalla Bibbia per mettere in forse una lettura del testo sacro avulsa dal contesto socioculturale in cui è stato prodotto in materia "famiglia".
Vi confronterete con le posizioni di Mirtha Legrand, Alain Delon, dell'ex arcivescovo di Buenos Aires Antonio Quarracino e non saprete se ridere o piangere.
Sputeranno in faccia a qualcuno e farà male.

Non state a guardare come davanti a un episodio di Star Trek. Non si tratta di una galassia lontana, e non ci sono alieni in vista. Si parla dei vostri figli e delle vostre sorelle.
I diritti umani non si assegnano a rate o con riserve.
E "separato" non è "uguale". L'unione civile è l'apartheid.
In passato si chiedeva la mano della sposa al padre, oggi ci si propone all'interessata.
Io, invece, per sposarmi sono costretto a chiedere il permesso a sessanta milioni di italiani.
Considerate che lo abbia appena fatto.
Vi prego, prima di negarmelo, di ricordarvi che forse, un giorno, a chiedervelo non sarò io, ma una vostra figlia o un vostro nipote.
Il giorno più felice della mia vita non sarà quando e se mi sposerò, ma il giorno in cui mi permetterete finalmente di sognarlo.


L'unica cosa che mi chiedo è se un omofobo leggerà questo libro. Forse no, ma molto probabilmente - oh, magari mi sbaglio - non legge affatto, così, a naso.
fonte da Michael Archetti
http://confessionilibrarie.blogspot.it/2015/02/sebastiano-mauri-il-giorno-piu-felice.html?m=1

Firma la Petizione: "Matteo Renzi, LGBT marriage in Italy. Now!"

Diretta a:
Presidente del Consiglio - Segretario del Partito Democratico Matteo Renzi
Presidente del Senato della Repubblica Italiano Pietro Grasso
Presidente del Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo
Gianni Pittella
Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana Laura Boldrini

Chiediamo al Governo Italiano di annullare ogni provvedimento teso a colpire le coppie omosessuali sposate all'estero. Siamo cittadine e cittadini dell’UE prima ancora che italiani, e il divieto di trascrizione in Italia dei nostri matrimoni lede il diritto alla libertà di circolazione delle nostre famiglie.

Chiediamo al Parlamento italiano di approvare entro la fine dell'anno una legge che finalmente elimini ogni forma di discriminazione tra unioni eterosessuali ed omosessuali: stando alle dichiarazioni dei leader di partito, il 78% dei parlamentari attualmente seduti tra Senato e Camera sarebbe pronto a votare SUBITO una legge in tale direzione.

Chiediamo al Partito Democratico e al primo ministro Matteo Renzi di smetterla di perdere tempo in promesse vane, agendo nella realtà dei fatti in direzione contraria a quanto affermano. Se la loro parola vale qualcosa, che agiscano e in tempi rapidi. Senza compromessi al ribasso, poiché la nostra dignità umana non merita di essere presa in giro un'altra volta con un'ennesima discriminazione travestita da uguaglianza.

Qualora il primo ministro Matteo Renzi continuasse a ignorare i diritti delle cittadine e dei cittadini omosessuali, perseverando in atti di forza contro gli stessi e di ostinata cecità verso i bisogni della comunità LGBTI, chiediamo al presidente del Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo Gianni Pittella di espellere il Partito Democratico italiano per incongruenza con i valori fondanti e fondamentali del gruppo S&D.

www.loveoutlaw.it info@loveoutlaw.it

FIRMA A QUESTO LINK:
https://www.change.org/p/matteo-renzi-matteo-renzi-lgbt-marriage-in-italy-now?recruiter=54772586&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=autopublish&utm_term=mob-xs-share_petition-no_msg

Lgbt Verona: Unioni gay, il leghista Flavio Tosi apre ai registri per le coppie di fatto

Il Comune di Verona rilascerà un attestato "alle famiglie anagrafiche unite da vincolo affettivo" caratterizzate da una convivenza stabile e duratura. "Possibilità prevista già nell'89, ora verrà attuata", sottolinea il sindaco. Ora si attendono le reazioni nel partito

Dopo i sindaci delle più grandi città italiane, da Milano a Napoli, da Bologna a Torino, anche un primo cittadino della Lega Nord apre al riconoscimento delle coppie di fatto.
Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha infatti annunciato che il suo comune consegnerà un attestato “alle famiglie anagrafiche unite da vincolo affettivo” caratterizzate da una convivenza stabile e duratura. È il primo sindaco del Carroccio a seguire l’esempio dei comuni di Roma, Milano e Torino, che hanno dato il via libera al riconoscimento delle unioni civili.

“Questa possibilità – ha ricordato il sindaco – era già prevista “da una legge del 1989″ che a Verona “sarà adesso attuata. Si tratta – ha spiegato – di un primo passo nel riconoscimento delle cosiddette coppie di fatto, date le mutate esigenze della società contemporanea e l’evidente discrasia tra realtà sociale e disciplina giuridica”. In altre occasioni, aveva ricordato che la questione investe migliaia di persone, che non si può far finta che non esistano.
“Nel giro di qualche settimana, il Comune – ha sottolineato – sarà in grado di rilasciare un attestato a tutte le coppie conviventi da almeno due anni per il riconoscimento di alcuni diritti, senza interferire con la vigente normativa in materia di anagrafe e di stato civile, con il diritto di famiglia e con altre leggi di tipo civilistico”.

Il documento, che sarà rilasciato dopo un anno di convivenza se uno dei due partner ha più di settanta anni o immediatamente nel caso di conviventi con figli in comune o di coppie che hanno già ottenuto un medesimo riconoscimento in un altro Comune, “permetterà ai conviventi di far valere i propri diritti, quale coppia, per ottenere informazioni sullo stato di salute del convivente, per l’assistenza in strutture sanitarie in caso di degenza o per l’accesso a documentazione presso le Pubbliche Amministrazioni“, ha aggiunto Tosi.

“L’attestato inoltre – ha continuato il segretario della Lega Nord Liga Veneta – permetterà di fruire di agevolazioni per i servizi rivolti a coppie, giovani, genitori e anziani, per lo sport e il tempo libero, e di aver accesso ai servizi sociali e ad attività di sostegno e aiuto nell’educazione”.

Tosi ha poi ricordato che a Verona da tempo “le coppie con figli, a prescindere dal fatto che siano o meno sposate, hanno pari diritti per l’accesso ai nidi, ai servizi per l’infanzia e per la richiesta di case popolari”. Proprio per quanto riguarda quest’ultimo punto una precisazione: “la normativa per l’assegnazione di alloggi popolari non verrà modificata per le coppie conviventi senza figli; sono così tante le richieste avanzate da famiglie con bambini che comunque le prime non entrerebbero in graduatoria”, ha concluso.
fonte di F. Q.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/04/unioni-gay-leghista-flavio-tosi-si-registri-per-coppie-fatto/1398315/

martedì 3 febbraio 2015

Lgbt: "Avedon: Beyond Beauty" in mostra a Roma i ritratti di Richard Avedon.

Rigore, equilibrio ed eleganza rivoluzionarono la fotografia di moda
In foto Audrey Hepburn and Art Buchwald, with Simone D’Aillencourt, Frederick Eberstadt, Barbara Mullen, and Dr. Reginald Kernan, evening dresses by Balmain, Dior, and Patou, Maxim's Paris, August 1959 Photograph by Richard Avedon © The Richard Avedon Foundation

In abito lungo incede severa con passo regale. In mano ha un calice di vino, sul viso l’espressività drammatica di chi è abituato a calcare le scene. È l’ultimo giorno d’agosto a Venezia. Palazzo Volpi, tirato a lucido per il Gran Ballo di Valentino, anticipa il Festival del Cinema con il suo stuolo di ospiti in gran spolvero. Richard Avedon, con la sua macchina fotografica, è lì a carpire scampoli di mondanità. Madame Jacqueline Delubac , bellissima protagonista del sensuale cinema francese in bianco e nero, avanza austera, non lo vede. La vede lui con il suo obiettivo indiscreto. E scatta.

“Avedon: Beyond Beauty” in mostra a Roma alla Gagosian Gallery sottolinea la forza della rappresentazione creativa, e a volte scioccante, che Avedon faceva delle donne.
Dal 27 febbraio all’11 aprile i ritratti intimi e le celebri fotografie di moda realizzate per Harper’s Bazaar, Vogue, The New Yorker racconteranno la carriera di uno dei più influenti artisti del Novecento, insieme all’”Early Paris Fashion Portfolio”, undici immagini scattate dal celebre artista tra il 1947 e il 1957 “en plein air” per le strade di Parigi. C’è Marlene Dietrich al Ritz che si accende fascinosamente una sigaretta indossando un turbante di Dior, Dorian Leigh che si specchia nel camerino di Helena Rubenstein, una donna che salta su un ciottolato tenendo un ombrello e resta a mezz’aria.

Ma prima di approdare con obiettivo e rullini negli atelier di Gianni Versace, Calvin Klein e Christian Dior, prima di realizzare due edizioni del calendario Pirelli (nel 1995 e 1997), prima di esporre al MoMa di New York le istantanee del padre Jacob consumato dal cancro, Avedon (1923-2004) era solo un ragazzo con la voglia di partire.

Anni di foto-ritratti ai compagni di camerata durante la guerra lo iniziarono al culto dei volti e dello sguardo. Perfino la gavetta alla Marina Militare seminò qualcosa nel ragazzo che a 19 anni aveva lasciato gli studi in filosofia per andare sotto le armi. A segnare il suo destino di fotografo di moda di caratura internazionale fu però l’incontro con Alexey Brodovitch, direttore di Harper’s Bazaar a New York, rimasto affascinato da una sua foto scattata a due reclute gemelle durante il servizio militare: una a fuoco, l'altra sfuocata: “Se riesci a mettere la stessa intensità in una foto di moda, torna a farti vedere”, gli disse. Nel 1961 gli lasciò il suo posto alla guida della rivista.

Fin dalla metà degli anni 40, infatti, Avedon si distinse con un immaginario così peculiare e innovativo da sfidare i canoni della bellezza convenzionale. La linea d’ombra tra la giovinezza e la maturità professionale la superò con l’originalità in fotografia: rifiutando la staticità, l’immobilismo, il rigore delle forme, ritraeva modelle in movimento provocandole perché apparissero curiose, ribelli, esuberanti e sicure di sé. Le portava al luna park, al Cirque d’Hiver (“Dovima with Elephants, Evening Dress by Dior” del 1955), fra le suore e gli orfanelli di un collegio. Rifiutava gli schemi, le imposizioni estetiche, la rigidità.

A loro sostituiva ambientazioni e situazioni, perché i soggetti trovassero nello spazio-tempo la propria profondità. “Ho una grande fede nella superficie, quando è interessante, comporta in sé infinite tracce - diceva - Le mie fotografie non vogliono andare al di là della superficie. Sono piuttosto letture di ciò che sta sopra”. Quando Avedon decise che anche una gonna o un vestito avevano qualcosa da raccontare, la rivoluzione nella fotografia di moda si compì.

Se volete saperne di più, visitate il sito della Fondazione Avedon:
http://www.avedonfoundation.org/fashion/

fonte: scritto da Silvia De Santis, http://www.huffingtonpost.it/2015/01/31/avedon-beyond-beauty-in-m_n_6584424.html?ref=fbpd

Lgbt: «Il mio viaggio per raggiungere la vita» la storia di Gloria Gramaglia referente per la Sicilia dell’associazione ‘Libellula’

In foto Gloria Gramaglia con a sinistra il dottore Giuseppe Di Dedda a destra il dottore Garofalo Felice.
La disforia di genere è un travagliato percorso dell’anima e del corpo. Un viaggio per ‘raggiungere’ la vita”.

Gloria Gramaglia è referente per la Sicilia dell’associazione "Libellula",volontaria presso la Clinica del Mediterraneo.

Lei, donna ex-transessuale, combatte tutti i giorni per sostenere chi decide di intraprendere il suo stesso iter, lungo minimo 5 anni, prima di raggiungere la tanto agognata meta: “Ossia - spiega Gloria - la libertà d’un viaggio che si chiama vita. Non a caso talune vittime di questa logorante e disumana attesa vengono trovate purtroppo suicide: un sogno che può diventare ergastolo tramutandosi in un tormentoso incubo finendo in tragedia.

“La Clinica del Mediterraneo ha effettuato gli interventi nel minore tempo possibile, evidenzia Gloria Gramaglia, l’attesa massima è stata di un mese evitando, a tanti pazienti meridionali, quei famosi viaggi della speranza”.
Gloria racconta le difficoltà di “mettere in armonia con l’anima la propria identità”. Un percorso iniziato all’età di 8 anni il suo, quando in collegio dalle suore cominciò a capire che imitava le ragazze e si innamorava dei ragazzini. Un conflitto interiore che sottolinea citando un aneddoto: “Visto il mio comportamento ‘femminile’ per punirmi le suore mi vestirono con un abitino rosa con le maniche a sbuffo.In me suscitarono però un misto di entusiasmo e di grande serena contentezza.

La prima persona a cui rivelai la mia vera identità fu mio padre- racconta Gloria - ricordo bene che gli dissi: ‘Papà io non guardo le donne come può guardarle un ragazzo”. Mio padre mi zittì dicendomi:
“Non preoccuparti, io ci sono’. Purtroppo mi lasciò poco tempo dopo, all’età di 14
anni. Poi andai via di casa, con molto dolore perché non volevo che mia mamma e i miei fratelli vedessero i miei ‘cambiamenti’.
Andai a Roma dove iniziai a combattere per la salva-guardia di chi come me reclamava i propri diritti.
Scoprii che con un’operazione si poteva cambiare sesso e nome. La manifestazione alla
quale partecipai era quella che poi fece approvare la legge 164/82”.
E’il momento in cui Gloria si sottopone alle cure ormonali, “naturalmente tutto sottobanco
- spiega - perché era impensabile che un endocrinologo ti aiutasse, con costi altissimi dato datoche i farmaci erano di contrabbando”. A seguire un percorso di cinque anni al San Camillo le permise di sottoporsi all’intervento “con un dispendio di energie e di denari non indifferente e devastante psicologicamente”.

Grazie a un foniatra di Torino, Gloria completò il suo ‘miracolo’ con la voce: “Il 3 ottobre del 2011 mi sottoposi ad un intervento alle corde vocali che mi ha dato tanta serenità e sicurezza.
"Oggi,in Sicilia e a Ragusa, mi occupo di aiutare le persone transgender nel percorso medico,chirurgico e legale evitando loro i viaggi della speranza”.

Dal 2011 Gloria fa parte anche del comitato scientifico dell’associazione National Organized Integration con la quale ha avvitato dei percorsi contro il razzismo, la discriminazione sociale e di genere. Non solo. Gloria è in prima linea contro la violenza di genere. Presente, con garbo e cortesia, ad ogni iniziativa utile a comunicare che lei ce l’ha fatta grazie alla forza interiore che riesce a trasmettere a chi la ascolta. Gloria parla agli studenti nelle scuole e ne rapisce l’attenzione raccontandosi e invogliandoli a essere se stessi sempre, ma senza mai calpestare i sentimenti degli altri.

“Guardate ragazzi prendete un foglio di carta bianco - esordisce Gloria creando subito un feeling
con la platea - Ecco, adesso fate come me: accartocciatelo e stropicciatelo. Fatto? Bene,adesso provate a farlo tornare come era prima. Impossibile. Questo è ciò che succede a un cuore ferito.
Il male che gli fate si può ripianare, ma nulla potrà mai cancellare i segni di ferite così profonde”.
Il pensiero va subito alle pieghe del cuore di Gloria, ma lei sorride, parla, si commuove e commuove soprattutto quando ricorda le persone che le sono state accanto: «Ricordatevi, prima di offendere qualcuno, di questo foglio bianco stropicciato» ricorda. E l’applauso che la saluta, è un abbraccio.
Fonte: Articolo di VALENTINA MACI pubblicato su LA SICILIA di LUNEDÌ 30 GIUGNO 2014