venerdì 16 gennaio 2015

Lgbt: Il film "Nobody Wants the Night" con Juliette Binoche apre il Festival di Berlino 2015

Un dramma ambientato in Groenlandia a inizio secolo scorso aprirà l'edizione 2015 del Festival Internazionale del Film di Berlino: si tratta del sesto film - guidato da un'ispirata Juliette Binoche di Isabel Coixet ad essere scelto da Berlinale

Nobody Wants the Night della regista spagnola Isabel Coixet inaugurerà l'edizione 2015 del Film Festival di Berlino.

A guidare il cast la sempreverde Juliette Binoche, che ha da poco terminato le riprese del film italiano di Piero Messina. La premiere del film avverrà la sera del 5 febbraio; l'attrice francese divide la scena con la giapponese Rinko Kikuchi e l'irlandese Gabriel Byrne.

Elle Driver si occuperà della distribuzione internazionale, mentre in Francia il film sarà gestito da Wild Bunch. L'avventura è ambientata in Groenlandia nel 1908 e tratta di donne coraggiose e uomini ambiziosi che rischiano tutto per l'amore e la gloria; le location sono Bulgaria, Norvegia e Spagna, con la Francia all'interno della co-produzione. Sei film della Coixet hanno già goduto della vetrina di Berlinale, tra i quali My Life Without Me nel 2003 e Elegy nel 2008.

Juliette Binoche ha le idee chiare anche sul cinema e sulla società americana: "A Hollywood i troppi soldi che girano creano negli attori una pressione che qui in Europa non c’è: ma mi sono adattata. Così come sono riuscita a conciliare il ruolo di attrice con quello di madre di due figli. Mi hanno seguito ovunque. Ma non ho mai pensato di trasferirmi stabilmente negli Stati Uniti.
Qualche giorno fa ho avuto una discussione con mia figlia a proposito di un telefilm che stava guardando. Le ho chiesto: “Ma non vedi come recitano male?”. E lei: “Sì, ma a me interessa la storia”. È questo che mi preoccupa di più: molte serie Tv propongono dei comportamenti stereotipati che però rischiano di essere presi a modello da chi le guarda".

Da poco l'attrice ha anche compiuto 50 anni, ma questo non la spaventa: "Se si vive pienamente la propria vita, non ha senso rimpiangere ciò che è stato. Quando ti rendi conto che non puoi controllare il tempo che passa, diventi libero e la libertà crea l’eternità. Recitare significa abbandonarsi totalmente: è come un salto nel vuoto e ogni volta bisogna ritrovare la vertigine. Noi attori siamo come medici dell’animo, perché diamo la possibilità alle persone di conoscersi più a fondo. I miei modelli sono Anna Magnani, Liv Ullmann e Gena Rowlands: sono un triangolo perfetto. Con le altre non c’è gara".
fonte http://farefilm.it/Autore Marco Rovaris

Lgbt: A Roma la commedia “Siamotuttigay” di Lucilla Lupaioli dal 22 gennaio al Teatro Ambra Garbatella

Va in scena a Roma dal 22 al 25 Gennaio e dal 29 al 1° Febbraio al Teatro Ambra Garbatella “Siamotuttigay”, irresistibile commedia scritta e diretta da Lucilla Lupaioli da un’idea di Marco Marciani.

Che succederebbe se il mondo fosse omosessuale e l’eterosessualità fosse un’anomalia? Se intorno a noi fossero tutti gay come faremmo capire a mamma e papà che ci sentiamo attratti da persone dal sesso opposto al nostro? È questa la difficile e paradossale situazione in cui si trovano i figli eterosessuali di Maggie, a cui da corpo e voce Alessandro Di Marco e di Tessy interpretata da Michela Fabrizi in un’immaginaria società rovesciata. Maggie e Tessy sono una coppia lesbica collaudatissima, in cui l’una è una famosa attrice di teatro, interpretata sulla scena da un attore en travestì, e l’altra è la sua fidata compagna e ufficio stampa.

È il giorno della prima, Maggie come sempre è tesa nel suo camerino e Tessy le sta accanto per rassicurarla. I loro figli: Willy, interpretato da Antonio De Stefano e Sheila da Giulia Paoletti non sanno come affrontare il difficilissimo coming out.
Decidono quindi di chiedere aiuto a Max, il macchinista nonché segreto amante di Sheila, interpretato da Claudio Renzetti, e a Lucy la sarta, segreta fidanzata di Willy a cui da il volto Martina Montini. I due figli, la cui eterosessualità viene tollerata solo perché ruotano nell’eccentrico mondo del teatro, Insieme ai loro “complici” troveranno il coraggio di affrontare le due madri e il camerino di Maggie diventa lo scenario di un rocambolesco ed esilarante tentativo di confessare la verità.

Il ritmo dello spettacolo, presentata con grande successo al Todi Festival 2013, segue quello della commedia degli equivoci: fraintendimenti, interruzioni, colpi di scena, rivelazioni improvvise ed happy end, ma rivedere questo schema classico alla luce del paradosso è davvero travolgente.

I luoghi comuni vengono ribaltati, le scene-tipo attraversate al contrario e quei due poveri ragazzi eterosessuali ci spingono a riflettere sulla convenzione della morale e sul concetto di diversità, ma anche e soprattutto sull’identità delle famiglie etero ed omosessuali.
Mai prima d’ora, infatti, ci erano state mostrate famiglie gay così conservatrici e tradizionali, protettive e affettuose ma fedeli a un ruolo educativo contro cui tutti – etero e omosessuali – ci siamo prima o poi ribellati.

“Siamotuttigay” è prodotto dall’Associazione Bluestocking, assistente alla regia è Armando Quaranta, responsabile delle luci è Giovanna Venzi, le scene e i costumi sono di Nicola Civinini.

fonte http://www.megamodo.com/

Lgbt: Gli 007 inglesi al top delle politiche gay-friendly

Dopo decenni di paranoie sulla presenza di omosessuali nei propri ranghi l’MI5, l’agenzia per la sicurezza e il controspionaggio inglese, è entrata per la prima volta nella top 10 dei datori di lavoro più gay-friendly del Regno Unito.

L’intelligence interna di Sua Maestà, infatti, si è piazzata settima nella speciale classifica (http://www.stonewall.org.uk/at_work/stonewall_top_100_employers/default.asp) redatta annualmente dall’organizzazione Stonewall.

Questo traguardo arriva proprio nel 15° anniversario della revoca del divieto di reclutare persone omosessuali nell’esercito.

Non a caso al successo dell’MI5 si aggiunge il miglioramento delle politiche verso le persone LGBT in tutti e tre i rami delle Forze Armate della Gran Bretagna.
Per la prima volta, infatti, Esercito, Marina e Aeronautica entrano insieme nella top 100 dei posti di lavoro più aperti a lesbiche, gay e bisessuali. Piazzandosi rispettivamente al 46°, 56° e 91° posto.

Per le organizzazioni LGBT le Forze Armate britanniche hanno capito l’importanza di reclutare persone migliori per il lavoro da svolgere, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
fonte http://www.west-info.eu/it/di Ivano Abbadessa

Libri: "Resto Umano" di Anna Paola Lacatena, la storia vera di Miki un uomo che non si è mai sentito donna

Questo libro narra la storia vera di un uomo che non si è mai sentito donna. Miki è un uomo in un corpo di donna con una storia da raccontare: la storia di Michela, diventata Miki.

Il libro è composto da due parti: la prima è la storia di vita di Miki, la seconda è un’appendice dove il lettore può trovare approfondimenti in merito alle tematiche trattate nella ricostruzione del protagonista.

Una storia vera
intensa e lucida, raccontata con la serenità che caratterizza chi è sopravvissuto al peggio, corredata da una serie di riferimenti tecnici e informazioni più specifiche su tossicodipendenza, su transessualismo e sulle tematiche sociali trattate.
E’ soprattutto, un romanzo biografico in cui non c’è spazio per luoghi comuni, condanne, pregiudizi, patetismi e favole.

Michela, già da bambina, vive un dramma interiore al quale non sa dare un nome e che la porta presto a scegliere di vivere per e di strada, dove incontra compagnie pericolose, sostanze stupefacenti (l’eroina è la mia signora, il mio corpo il suo regno!), il carcere e infine la contrazione dell’AIDS. Le prime esperienze sentimentali e sessuali la inducono a respingere gli uomini e preferire le attenzioni delle donne, dapprima amiche poi qualcosa di più. Fino a quando le viene diagnosticato un carcinoma maligno all’utero curabile solo con la rimozione dell’organo: quasi una liberazione per Michela, che inizia così il suo percorso per diventare Miki e, forse, finalmente se stesso.

"Maschio o femmina alla nascita, tale devi rimanere per tutta la vita. Se questa cosa ti fa soffrire, al mondo non interessa. Vivitelo come vuoi, ma senza che quel dolore faccia troppo rumore."

Ricostruendo la storia di Miki, la Dott.ssa Lacatena ha narrato un’esistenza di grande vulnerabilità e sofferenza, troppo spesso ignorata dalla società, cercando di restituirle visibilità e valore. Dipendenza patologica, detenzione, AIDS e transessualismo sono entità di devianza, che non dispongono di validazioni e approvazioni sociali da parte della collettività.

Le società e le culture possiedono una propria configurazione di genere (maschio e femmina), e forniscono pertanto modelli di condotta sessuale specifici e definiti culturalmente. Il rapporto tra i sessi è, infatti, un principio imprescindibile nell’ambito dei processi sociali, configurandosi più precisamente come struttura sociale di genere, attraverso la quale vengono apprese norme e valori.

Il transessualismo si configura come un disturbo dell’identità di genere. Il Transessualismo (Benjamin, 1953) può essere definito come il desiderio di un cambiamento di sesso da riportare a un’identificazione completa con il genere opposto, negando e cercando di modificare il sesso biologico di origine. Esso è stato inserito nel DSM-IV e nell’ICD-10, nei disturbi di genere; nel DSM V invece è stato derubricato come disturbo mentale. Questa depatologizzazione del transessualismo ha acceso un dibattito, ancora in corso, che comprende numerosi piani di dialogo (socio-culturale, normativo, economico,…). L’approccio multidisciplinare appare imprescindibile al cospetto di un fenomeno che porta con sé implicazioni sociali, psicologiche, biologiche, giuridiche, quando non di tipo bio-etico.
La sfida attuale è di sottrarre una questione così complessa al quadro puramente ideologico.
fonte: www.stateofmind.it

mercoledì 14 gennaio 2015

Lgbt: FIRMA LA PETIZIONE - No al logo EXPO 2015 per il convegno sulla terapia riparativa per "curare l'omosessualità".

Diretta a Presidente della "Commissione EXPO" del Comune di Milano Ruggero Gabbai
Questa petizione sarà consegnata a: Presidente della "Commissione EXPO" del Comune di Milano
Ruggero Gabbai

A Milano il 17 gennaio prossimo si terrà un convegno per propagandare l'a-scientifica terapia riparativa per "curare dell'omosessualità".







QUI IL LINK PER FIRMARE LA PETIZIONE
https://www.change.org/p/no-al-logo-expo-2015-per-il-convegno-sulla-terapia-riparativa-per-curare-l-omosessualit%C3%A0?utm_source=action_alert&utm_medium=email&utm_campaign=215906&alert_id=HyQYVrYxGz_1Y37I1bIaIJod2nA7fObN5X6D0WMI1c2iC8IOPfw9GM%3D

Perché l'Expo ha concesso l'uso del logo a un'organizzazione che ha organizzato un convegno che propugnerà le "teorie riparative" per la "cura" dell'omosessualità?

Il convegno, dal punto di vista scientifico e penale, propugnerebbe l'attuazione di un'attività che è definibile come CRIMINALE.
Fino a quanto in Italia gli omosessuali e i cittadini tutti devono essere "legalmente ostaggi" di un gruppo di pressione al quale non mi risultano appartenere personaggi di spicco nel campo dell'etologia, dell'antropologia, della storia, della medicina, della psichiatria, della psicologia, nella sessuologia, dell'arte, della letteratura, ma solo politici di basso profilo alla ricerca di facile consenso e notorietà, ottenuti tramite la propaganda di discriminazione sociale?

Che l'EXPO revochi la concessione del proprio logo per un convengo così indegno.
Grazie
L'associazione "Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI"
fonte https://www.change.org/

Lgbt Trans: Il Mit ricorre alla Consulta contro la “sterilizzazione forzata”

Bologna, 13 gen. – Dopo la campagna “Un altro genere è possibile” il Mit (http://www.mit-italia.it/) ha deciso di portare alla Corte Costituzionale il ricorso contro l’obbligo dell’intervento chirurgico per le persone trans che desiderano cambiare il genere sulla carta d’identità.

Ad aprire la strada al ricorso, spiega Cathy La Torre avvocata e vicepresidente del Mit, è stata l’ordinanza 228/2014 del Tribunale di Trento che ha sollevato la questione di costituzionalità sull’obbligo dell’operazione chirurgica prevista dalla legge 164 del 1982 “in materia di rettificazione di attribuzione di sesso”. L’imposizione di un intervento chirurgico, dice l’ordinanza, potrebbe essere lesivo del diritto alla salute (“sia il trattamento ormonale sia la RCS, sono – notoriamente – molto rischiosi per la salute umana” si legge) e dello stesso diritto a scegliere la propria identità di genere, previsto dalla legge 164.

A QUESTO LINK LA REGISTRAZIONE DELL'INTERVISTA A Cathy La Torre - Vicepresidente Mit
http://www.radiocittadelcapo.it/archives/trans-mit-consulta-sterilizzazione-forzata-154566/

Il Mit ha quindi deciso di aderire a quella interpretazione del Tribunale di Trento raccontando le storie di persone trans che, avendo rifiutato l’operazione, si trovano spesso in situazioni difficili o imbarazzanti perché i documenti non rispecchiano il loro aspetto esteriore. I problemi possono accedere alle frontiere, in aeroporto, alla posta per il ritiro di una raccomandata, racconta Cathy La Torre.

I tempi in cui verrà analizzata la questione dipendono ora dalla Corte Costituzionale, ma La Torre è ottimista. La Consulta ha già dimostrato in passato di avere una certa sensibilità sul tema. C’è il precedente del caso Bernaroli, nel quale La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che annulla le nozze se uno dei due coniugi cambia sesso.
fonte http://www.radiocittadelcapo.it di Damiana Aguiari/Immagine della campagna “Un altro genere è possibile“