sabato 13 dicembre 2014

Attrici: “Io, la Fata Ignorante di Ferzan” intervista a Lucrezia Valia

“Molte transessuali preferiscono prostituirsi perché gli piacciono i soldi facili”.
Una dichiarazione forte quella di Lucrezia Valia, l’indimenticata Mara de Le Fate Ignoranti di Ferzan Ozpetek.

Oggi Lucrezia fa la vendeuse (addetta alle vendite in francese) in una boutique del centro a Roma e, alla vigilia del suo compleanno, si confessa senza paura a GAY.tv.


Sono passati quattordici anni dall’uscita de ‘Le Fate Ignoranti’. Cosa è rimasto in te di quella Mara li?
Mi è rimasto un bellissimo ricordo. E’ stata una delle più belle esperienze della mia vita che mi ha poi dato l’opportunità di ottenere il lavoro di vendeuse in un importante negozio di moda, dandomi anche quella stabilità lavorativa di cui sentivo il bisogno. L’incontro con Ferzan è stato importante sotto ogni punto di vista: umano e professionale.

Perché quel film resta il più amato dal mondo gay?
Le Fate Ignoranti è rimasto nei cuori di tante persone perché ha rappresentato, per coloro che si sentivano emarginati dalla società, il raggiungimento di una agognata “normalità”.
La normalità di una famiglia allargata a cui persino i cosiddetti “normali” volevano appartenere. Forse da allora è stato sdoganato un nuovo concetto di famiglia.
Parlo di famiglia non solo biologica, ma famiglia come scelta di persone che si sostengono e si comprendono senza giudicarsi.

Cosa è significato diventare una transessuale famosa in quegli anni?
Ad essere sincera non me ne sono neanche accorta del successo. Ho sempre continuato a vivere e a lavorare come vendeuse anche se mi arrivavano diverse proposte artistiche. Il ricordo più tenero erano i fiori e lettere che mi venivano recapitati da ragazzi e ragazze che mi ringraziavano per avergli dato la possibilità di fare coming out e di essere finalmente se stessi.

Non hai avuto paura che recitare il ruolo di una trans ti avrebbe etichettata per sempre?
E perché mai? Magari mi chiamassero per fare questi ruoli. Non ho mai avuto paura di rimanere intrappolata o etichettata nei ruoli di transessuale perché, prima di tutto, non mi vergogno di essere tale, anzi. Inoltre penso che recitare in tali ruoli sia utile per sdoganare la nostra figura nella società che ancora oggi fa molta fatica ad accettarci. Secondo me quello della transessualità rimane l’ultimo tabù del mondo occidentale.

Nel frattempo nel mondo transessuale è cambiato qualcosa?
Penso che non sia cambiato nulla o, forse, siamo un po’ regrediti culturalmente. Oggi è difficile trovare lavoro ed emergere come persone e finché le persone non ci accetteranno per quello che siamo, sarà difficile trovare anche l’Amore.

Tu sei anche una assistente alle vendite in una boutique in pieno centro a Roma. Come mai molte transessuali preferiscono il marciapiede?
Molte transessuali preferiscono prostituirsi perché gli piacciono i soldi facili. Lavorare costa fatica, coraggio, determinazione e dedizione. E’ anche vero che è molto difficile inserirsi nel mondo del lavoro se si è transessuali ma nulla è impossibile ed io ne sono la prova.

Come mai hai smesso di recitare?
A dire il vero non ho mai smesso di recitare. L’ultimo lavoro cinematografico è stato Magnifica Presenza di Ozpetek, in cui interpreto il personaggio di Lou. E’ stato un piccolo cameo ma molto importante per me.
In questo momento sto preparando un lavoro teatrale con la regista Adele Caprio con la quale avevo già fatto un importante ruolo in un adattamento de Le Serve di Genet. La Caprio ha scritto un testo al quale stiamo lavorando da ottobre, ispirandosi a La Voce Umana di Jean Cocteau, ritagliando il personaggio su di me. Contiamo di debuttare nel 2015.

Dove trovi la tua dimensione: in negozio o sul set?
Non si dice forse che la vita è un palcoscenico? Si possono avere tante dimensioni, in boutique come su un set. E in fondo anche in negozio è come essere su di un palcoscenico dove l’unica cosa che conta davvero è l’arte.

L’arte?
L’arte della comunicazione, ad esempio.

Cosa hai pensato dopo aver visto Jared Leto nel ruolo di una trans in ‘Dallas Buyers Club’?
Quando ho visto Leto nel ruolo di una transessuale tossicodipendente, malata di HIV mi sono emozionata e anche commossa. Un ruolo che avrei voluto fare anche io. Comunque bellissima interpretazione se si pensa che è stata fatta da un eterosessuale.

Luxuria da Berlusconi ti è piaciuta?
Quando ho visto la foto sui social istintivamente ho scritto: “Come si cambia per non morire, come si cambia per ricominciare”. Però poi a pensarci bene sono arrivata alla conclusione che solo nell’ incontro si possono risolvere i problemi e che solo gli stupidi non cambiano idea. Insomma, vedremo. Vlady è una cara amica che stimo molto.

Hai visto Laverne Cox sulla copertina del Time?
Sì, è stata una forte emozione. Quella copertina ha sicuramente aiutato l’opinione pubblica a non giudicarci solo in modo negativo. Comunque anche io. negli anni ’90, feci una foto per un importante settimanale italiano intitolata “Il terzo sesso”, ma fu censurata. La foto uscì solamente in Germania. I tempi non erano ancora maturi.

Cosa pensi di quelle attrici che si mettono a nudo con la loro storia privata da Barbara D’Urso?
Penso che sia solo un modo per cercare notorietà. Allora mi dico: perché no? Ognuno è libero di decidere della propria vita, ma detesto darsi in pasto al voyeurismo del pubblico, sempre pronto a nutrirsi del dolore altrui ma mai pronto ad aprire la mente e ad accettare, con amore, la diversità.
fonte http://www.gay.tv/ intervista di Alessio Poeta