venerdì 28 novembre 2014

Lgbt Radio: HIV emergenza che non riguarda solo gli uomini gay

Nella puntata di “Oltre le Differenze” di venerdì 28 novembre si parla di prevenzione, salute delle donne e delle persone trans

Donne e uomini, etero o omosessuali, il rischio di contrarre HIV o altre malattie sessualmente trasmissibili riguarda tutt*, siamo davvero informati e preparati su come evitare il contagio? Alle porte della Giornata Mondiale contro l'AIDS “Oltre le Differenze”, il format radiofonico di informazione sul mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer, condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, cercherà di dare informazioni e risposte a questa domanda nella puntata di venerdì 28 novembre alle 21 su Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10 o diretta online dal sito www.antennaradioesse.it) e in replica sabato 29 dalle ore 15.

Nel mondo l'epidemia di AIDS causa ancora oltre 1,6 milioni di vittime l'anno, in Italia le persone sieropositive possono gestire e trattare quella che può esser ormai considerata una malattia cronaca ma l'attenzione alla prevenzione non deve abbassarsi perché aumenta il numero dei nuovi contagi.
Con l'intervista a Valeria Roberto, referente del progetto benessere de Il Cassero Arcigay Bologna, sarà dedicata un'attenzione particolare alla salute delle donne e agli strumenti di protezione che anche le lesbiche possono e devono utilizzare, sui quale c' ancora poca conoscenza e qualche tabù culturale: le parole chiave sono prevenzione e sesso sicuro.

Torna poi la rubrica Trans-Corsi a cura di Giuliano Foca con il quale faremo un salto nel mondo Transgender, conoscendo anche i progetti messi in campo dalle associazioni a favore della salute delle persone transessuali.

Gran finale con i consigli su libri, cinema, curiosità ed eventi lgbt nella rubrica Rainbow Life Style. E' sempre possibile interagire con la redazione del programma attraverso la pagina fan su Facebook, mentre sul blog www.oltreledifferenze.wordpress.com, sono archiviate tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione di "Oltre le Differenze"

mercoledì 26 novembre 2014

Lgbt: Furia omofoba a Napoli: aggredita una coppia gay

Un bacio ed un abbraccio scatenano la violenza: giovane curato con punti di sutura.
Prima insultati e poi aggrediti a pugni in faccia.
Per un bacio. È successo ieri sera a Napoli, in piazza Dante dove una coppia di ragazzi gay sono passati dallo scambiarsi un bacio e un abbraccio in un momento di affetto, a subire l'ennesimo attacco di violenza omofoba.
Secondo quanto riporta la stampa locale, un testimone, chiamato in aiuto dai due giovani, ha raccontato che l'aggressore avrebbe dapprima insultato i due e poi si sarebbe scagliato contro di loro colpendone uno a pugni, infastidito dal loro bacio.

I soccorsi
Il ragazzo, con il volto tumefatto, è riuscito a chiedere aiuto da un passante che ha cercato di placare l'ira dell'aggressore. Ma poco prima che arrivassero i soccorsi, l'uomo si è dileguato. La vittima stata
trasportata all'ospedale Vecchio Pellegrino dove è stato curato con due punti di sutura al labbro. Il consigliere della II Municipalità Pino De Stasio si è detto sconvolto per l'accaduto ed ha dichiarato al Mattino che i due ragazzi che hanno subito l'aggressione sarebbero intenzionati a denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine. "Sono sconvolto per questo atto omofobo avvenuto a ridosso della giornata contro il femminicidio - ha dichiarato il consigliere che ha anche la delega alle Pari Opportunità - e ciò conferma che a Napoli bisogna fare ancora tanti passi avanti e bisogna ancora lottare per una cultura che contempli i diritti Lgbt".

Le associazioni
"Quello che è successo decreta il fallimento delle strategie napoletane - commenta Carlo Cremona, presidente de I-Ken -. Chi ha indicato quella piazza come un luogo friendly, in cui le persone gay, lesbiche e trans possono sentirsi al sicuro, deve assumersene la responsabilità.
In quella piazza non c'è integrazione e le cronache riportano troppo spesso di episodi di omofobia accaduti in quel chilometro quadrato. Questo è un comune in cui si sono stanziati 290 mila euro per i diritto degli animali e zero per quelli delle persone lgbt".
"Non mi stupisco dei pugni. Napoli non è la città dell'integrazione che si racconta - continua -.
Non c'è una strategia, un percorso culturale e tutto è affidato al volontariato delle associazioni.
Un progetto per le scuole che doveva essere triennale e che include anche le questioni contro l'omofobia, è stato ridotto a trimestrale".
"Non voglio che trapeli la cultura del nascondersi - conclude - abbiamo bisogno di visibilità, ma dobbiamo sapere che questa comporta dei rischi.
Noi apriremo un centro anti violenza in un bene confiscato alla camorra, grazie a fondi stanziati dal ministero della Gioventù, ma è urgente che il sindaco convochi un tavolo sulla sicurezza e l'ordine pubblico ed è importante che si denuncino fatti del genere alle autorità competenti".
fonte http://www.gay.it/

Lgbt: In Russia la statua di Steve Jobs rimossa per il coming out di Tim Cook

I russi sembrano non avere preso bene il recente coming out di Tim Cook e pare ne abbia fatto le spese l'installazione in memoria di Steve Jobs.

La Russia è stata spesso al centro delle cronache nell’ultimo periodo per le sue prese di posizione e per la sua legislazione contraria ai diritti delle persone lgbt.

A quanto pare anche il recente coming out dell’attuale CEO di Apple, Tim Cook, non è stato recepito molto bene a mosca.

Questo iPhone gigante, che potete vedere nelle foto, era stato installato dalla società in omaggio a Steve Jobs dopo la sua scomparsa.

Ebbene seguito alle dichiarazioni di Tim Cook la società ha pensato di rimuovere l’installazione.

Prima di tutto perchè disapprovano il comportamento di una società che spia i propri utenti e passa le informazioni ai servizi di sicurezza statunitesni. E in secondo luogo per rispettare “la legge federale russa a protezione dei bambini da qualsiasi contenuto che neghi i valori tradizionali della famiglia.”

Resta da capire per quale motivo un’installazione dedicata a Jobs costituirebbe anche indirettemente una propaganda anti-famiglia…
fonte http://www.gizmodo.it/via Gizmodo.fr

martedì 25 novembre 2014

Lgbt: 1522 il numero verde antiviolenza e stalking 24h su 24h - Mai più violenze sulle donne, 25 novembre giornata mondiale di sensibilizzazione

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un fenomeno sociale che in questi ultimi tempi ha toccato livelli patologici.
Pochi dati del “bollettino di guerra”: una donna su tre viene uccisa dopo aver scelto di lasciare il proprio partner.
Ma il segnale nuovo del rapporto della banca dati Eures è il forte aumento dei matricidi, compiuti “anche per effetto del perdurare della crisi”, ovvero per ragioni di denaro o per un’esasperazione dei rapporti in seguito a convivenze imposte da necessità. Sono infatti 23 le madri uccise nell’ultimo anno, pari al 18,9% dei femminicidi familiari. Dando uno sguardo generale al fenomeno, sono stati 179 i femminicidi nel 2013, rispetto alle 157 vittime del 2012, l’anno scorso le donne uccise sono aumentate del 14%.

Un anno nero, con la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, in pratica una ogni due giorni. In 7 casi su 10 i femminicidi si sono consumati all’interno del contesto familiare, una costante nell’interno periodo tra il 2000 e il 2013 (70,5%).
“Inadeguata – secondo Eures – la risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne “, visto che nel 2013 più della metà delle future vittime (il 51,9%) aveva segnalato o denunciato le violenze subite. Per dieci anni quasi la metà dei femminicidi è avvenuta al nord.
Ma dal 2013 c’è stata un’inversione di tendenza e il meridione ha visto una crescita del 27% degli omicidi di donne (75 casi), mentre al centro Italia le vittime sono raddoppiare, dalle 22 del 2012 a 44 dello scorso anno. Il nord, dove nel 2013 sono state uccide 60 donne, rimane il territorio dove si verificano più omicidi in famiglia, 8 su 10.
La maglia nera spetta al Lazio e alla Campania, con 20 vittime ciascuno; solo a Roma sono state 11. Ma è l’Umbria a registrare l’indice più alto di mortalità con 12,9 femminicidi per milione di donne residenti. Resta la mano del partner quella dietro il 66% degli omicidi di donne. Dal 2000 sono 333 le compagne o mogli uccise perché “colpevoli di decidere“, come le definisce il dossier, ovvero le donne che avevano scelto di lasciare il loro compagno ma non sono riuscite a scappare in tempo dalla furia del partner.

Ma il segnale nuovo che il report collega alla crisi economica è il forte aumento dei matricidi, spesso compiuti per ragioni di denaro. Le madri uccise nell’ultimo anno corrispondono al 18,9% dei femminicidi familiari.

Tante le iniziative ovunque programmate per tentare di arginare il nefando fenomeno, e, perché no, cercare di difendersi , in pratica fare aprire gli occhi, ai soggetti passivi e alle vittime protagoniste dei tragici accadimenti: in diverse località si organizzano addirittura dei “corsi” ad hoc rivolti alle donne ed anche agli uomini di ogni età, corsi programmati per insegnare cosa fare e come agire di fronte a un’aggressione, una rapina o un tentativo di violenza, situazioni queste che, purtroppo, stanno diventando sempre più frequenti nelle nostre città.
Il proposito di queste “istruzioni per l’uso” è quello di perseguire due obiettivi due obiettivi, l’uno è far sì che i partecipanti vincano la paura e l’insicurezza, tenendo le emozioni sotto controllo, l’altro è insegnare a difendersi, sfruttando i punti deboli dell’avversario e applicando alcune tecniche in uso nelle cosiddette arti marziali.

E cosi si imparano tecniche di divincolata e di percossa, facili da apprendere e applicabili in moltissime situazioni, che non si basano sull’utilizzo della forza ma sulla cinetica corporea e sull’applicazione di leggi fisiche di leve e proiezioni. In pratica si procede con la simulazione di situazioni reali, privilegiando un insegnamento “personalizzato” che consente di acquisire una preparazione efficace da utilizzare alla bisogna.
Il 25 novembre dunque si celebra la giornata dedicata alla “ violenza sulle donne” istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dal 1999 per sensibilizzare i Governi e l’opinione pubblica sul tema dei maltrattamenti femminili. La data del 25 novembre è stata scelta per ricordare il brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal da parte del regime di Rafael Leònidas Trujillo, sanguinario dittatore della Repubblica Dominicana per oltre 30 anni.

Una breve riflessione sul tema: violentate e picchiate, in Italia una donna su tre tra i 16 e 20 anni è stata vittima nella sua vita di aggressioni maschili, aggressioni che spesso finiscono tragicamente con la soppressione della donna, tragici eventi che si consumano quasi sempre nell’ambito familiare. Stando ai dati Istat sono oltre sette milioni le donne che hanno subito violenza e dato ancor più allarmante: in media 100 italiane vengono uccise dal proprio partner o dall’ex, il 10% degli omicidi è stato preceduto da stalking. Sempre secondo i dati in possesso lo stalking è senza dubbio in crescita anche se le denunce rappresentano solo una piccola parte degli episodi, almeno fino ad ieri, ma oggi la donna è diventata più matura e consapevole e le denunce sono in aumento.

Tra gli obiettivi della Giornata sono il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di genere come violazione dei diritti umani; il rafforzamento delle attività a livello locale e internazionale contro questo tipo di violenza; la creazione di spazi internazionali di discussione per l’adozione di strategie condivise ed efficaci in materia; dimostrazioni di solidarietà con le vittime di queste violenze in tutto il mondo; il ricorso a governi affinché adottino provvedimenti concreti per l’eliminazione di questo tipo di violenze.
fonte http://www.insiemeragusa.it/Silvio Biazzo

lunedì 24 novembre 2014

Lgbt Icone: “Queen Forever” il ritorno di Freddy Mercury a 23 anni dalla sua scomparsa

A 23 anni dalla morte di Freddy Mercury, la voce del cantante torna in nuovi brani inediti inclusi nella nuova raccolta "Queen Forever" che raccoglie alcuni grandi pezzi della band inglese, più delle chicche inedite per i fan, compreso il duetto tra Freddy e Michael Jackson.

L’ultimo album in studio dei Queen risale al 1995, era “Made In Heaven” e uscì a 4 anni, ormai, dalla morte di Freddy Mercury (24 novembre 1991), il quale, però, prima di morire registrò delle tracce vocale chiedendo alla band di lavorarci su, come poi avvenne. Per risalire, invece, all’ultimo album in cui Freddy era vivo bisogna tornare a “Innuendo”, del 1991, uno degli album della band ritenuti migliori, conquistando la prima posizione in Inghilterra e in molti paesi del mondo.

Freddy Mercury sapeva di essere malato già a fine degli anni ’80 e lo ammise alla band ma non al pubblico e ai giornalisti, ma nonostante ciò la stampa scandalistica cominciò a chiedersi i motivi di quell’aspetto dimesso nelle poche occasioni in cui Mercury appariva in pubblico.

La sua malattia rallentò anche i lavori dell’album che, però, resta una delle pietre miliari della band e della musica in generale. Da quel momento in poi, come sempre avviene per le grandi band, la discografia si è arricchita di raccolte, edizioni speciali, inediti cacciati dai cassetti, tribute album e tutto ciò che ne consegue. Un modo per mantenere viva la memoria del cantante, per far conoscere alle giovani generazioni l’opera di una delle band più influenti degli ultimi decenni, senza dimenticare i motivi economici, sempre presenti dietro questa scelta.

Il perché di “Queen Forever”
“Avevamo un po’ più materiale del previsto chiuso in un cassetto, quindi al momento stiamo lavorando su alcuni pezzi. Freddie suona fresco come ieri” aveva dichiarato Brian May in occasione della partenza del tour americano a inizio anno e l’attesa s’era fatta alta per questo ennesimo cofanetto che racchiude il meglio delle canzoni d’amore dei Queen.
“Queen Forever” è composto da un’edizione standard con un cd che contiene 20 tracce e una versione doppia con 36 tracce: grandi hit, brani classici del loro repertorio, e pezzi meno noti che May ha descritto come “cose a cui abbiamo lavorato insieme e che sono rappresentative della nostra crescita forse più delle grandi hit”.

Ci sono anche tre inediti a dare un di più a tutti i fan della band: “Let Me in Your Heart Again” tratto dalle sessioni di registrazioni di “The Works”, l’album del 1984, una nuova versione di “Love Kills”, brano incluso nel primo lavoro da solista di Mercury e rivisitato da Giorgio Moroder e quello che era uno dei pezzi più attesi, ovvero il duetto tra Freddy e Michael Jackson in “There Must Be More To Life Than This”, nato da una canzone scritta dal cantante inglese per le session di “Hot Space”, quando Mercury andò a trovare il King Of Pop senza, però, arrivare mai a una versione definitiva del pezzo che oggi è stata messa nelle mani del produttore William Orbit che l’ha prodotta e remixata utilizzando la backing track originale dei Queen e le voci dei due cantanti: “Conosco Roger [Taylor, ndr] da molti anni – ha detto Orbit -, e un giorno mi chiama al telefono per chiedermi se mi sarei imbarcato in una nuova avventura musicale.
Quando l’ho suonata per la prima volta nel mio studio, ho aperto un forziere di delizie fornite dai musicisti più grandi di sempre” per poi aggiungere: “Sentire la voce di Michael Jackson è stata un’emozione. Così vivida, così straordinaria, così toccante, è stato come averlo lì in studio dal vivo. E lavorare al mix di Freddie sul mio desk non ha fatto che aumentare la mia ammirazione per il suo talento. L’attitudine alla musica di tutti e quattro i Queen è fenomenale”.

“Let Me In Your Heart Again” per la ricerca sull’Aids
Ad aprire questo nuovo lavoro una vera e propria chicca, ovvero proprio “Let Me In Your Heart Again”, pezzo di Roger May a cui ha lavorato negli anni in cui scrissero alcuni dei brani storici della band, come “Radio Ga Ga” e “I Want To Break Free”, e mai portato a compimento, finché non ci hanno rimesso le mani lo stesso May e Taylor che lo hanno utilizzato anche come mezzo di raccolta fondi a favore della ricerca sull’Aids: “Sono passati 23 anni da quando abbiamo perso il nostro amato Freddie Mercury.
Da allora, sono stati fatti progressi enormi nella lotta all’AIDS, ma non possiamo cullarci sul fatto che esistono delle cure. Dobbiamo assicurarci che esse vengano fornite. Io e Roger siamo fieri di poter consegnare questa canzone riscoperta alla campagna (Coca-Cola) RED, nella speranza che la potente voce di Freddie possa ispirare il mondo, ancora una volta”.
ASCOLTALA A QUESTO LINK
https://www.youtube.com/watch?v=jA0OfvQQVx0
fonte http://music.fanpage.it