giovedì 6 novembre 2014

Lgbt: La top model Lea T è la nuova musa di Redken 5th Avenue, sarà la prima modella transgender a rappresentare un’azienda del gruppo L’Oreal

Redken 5th Avenue presenta la sua nuova musa, la modella brasiliana molto attiva nelle campagne anti-bullismo.

Lea T farà il suo debutto con Redken a Gennaio 2015, comparendo nella campagna stampa e social della colorazione Chromatics, fotografata dal celebre fotografo di moda Matt Irwin.

Redken 5th Avenue presenta la sua nuova musa, la modella brasiliana molto attiva nelle campagne anti-bullismo Lea T.
Con il suo innegabile spirito, l’incredibile look e i sui splendidi capelli, Lea è una musa perfetta per Redken.

Oggi Lea T approda nell’olimpo delle muse e dei creatori di tendenze di Redken, raggiungendo la musicista Sky Ferreira, la fashion blogger Chiara Ferragni, il celebre hairstylist e leggenda del mondo della moda Guido Palau, e la colorista delle celebrities Tracey Cunningham.

"Lea T è una vera pioniera nel campo del beauty," afferma Shane Wolf, Global General Manager di Redken 5th Avenue. "Esprime la visione di Redken di una bellezza globale ed ha una percezione di sé e della bellezza assolutamente particolare.”

“Ognuno di noi ha la propria personalità, la propria bellezza, la propria vita,”
dice Lea T. “Mi piace lavorare con Redken perché come brand apprezza tutti i tipi di bellezza. Crede nell’individualità di ciascuno e penso che questo sia davvero importante.”


Una delle modelle più richieste a livello mondiale, Lea T è stata scoperta dal designer di Givenchy Riccardo Tisci e nel 2010 è diventata il volto del brand. È apparsa sulle riviste Vogue Paris, Vanity Fair, Vogue Brazil, Numero, W, Hercules, Interview, Cover e Love, nonché sulla copertina di Elle Brasil, e dell’edizione Primavera Estate 2011 di Love al fianco di una veterana del mondo della moda, Kate Moss.

Lea T farà il suo debutto con Redken a Gennaio 2015, comparendo nella campagna stampa e social della colorazione Chromatics, fotografata dal celebre fotografo di moda Matt Irwin.
fonte http://styleandfashion.blogosfere.it CaterinaDiIorgi- Foto by Twitter and Facebook

Lgbt Radio: L’Italia non è un paese per vecchi, soprattutto se gay, lesbiche o trans, se ne parla a“Oltre le Differenze”

Nella puntata di venerdì 7 novembre il progetto Lambda terza età e i gruppi Over55 lgbt

L’Italia è un paese accogliente per persone lgbtqi nella terza età? A questa domanda si cercherà di rispondere nella puntata di venerdì 7 novembre di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico di informazione sul mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer, condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, in onda alle 21 su Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10 o diretta online dal sito www.antennaradioesse.it) e in replica sabato 8 dalle ore 15.

La popolazione gay, lesbica o transgender over 60 ha esigenze e bisogni specifici?
A Torino è nato uno sportello di informazione e orientamento dedicato a questo target, il progetto Lambda terza età che è in grado di accogliere, ascoltare e rispondere ad alcune di queste esigenze, attraverso una rete di volontari, se ne parla meglio con una delle volontarie Emilia Astore.
Per rispondere alle necessità di socializzazione, visibilità e condivisione ci sono invece i gruppi Over55 lgbt, organizzati nelle città di Rimini, Modena, Bologna, ma presenti anche sui social network e in via di costituzione in altre località italiane, ce li presenterà Alfredo, referente del gruppo Over55 lgbt di Modena.
Non mancherè la rassegna stampa sulle notizie a tema lgbt, ma anche la notizia da “Passare Oltre…” e infine i consigli su libri, serie tv, eventi lgbt nella rubrica Rainbow Life Style.

E' sempre possibile interagire con la redazione del programma attraverso la mail redazione.oltreledifferenze@gmail.com, la pagina fan su Facebook e il blog www.oltreledifferenze.wordpress.com.

mercoledì 5 novembre 2014

Lgbt Libri: "Una Callas dimenticata" di Dario Fo e Franca Rame

A Franca
Questo mio libro è dedicato a una delle cantanti più famose dell'ultimo secolo e che, a Verona, nello stupendo palcoscenico dell'Arena, per la prima volta nella sua vita ha debuttato in Italia.
Si tratta di Maria Callas.

Personalmente ho conosciuto questa eccezionale soprano quando avevo poco più di 20 anni. Lei ne aveva due o tre più di me.
Frequentavo l'Accademia di Brera e tutti noi allievi spesso eravamo ingaggiati dalla Scala, nello spazio dedicato alla scenografia, per rinfrescare i fondali e i drappi di repertorio per i nuovi allestimenti.

Naturalmente ci pagavano... poco, ma ci pagavano!
Da un trabattello sul quale stavo lavorando ho notato una ragazza piuttosto avvenente che attraversava tranquillamente il palco, transitando come niente fosse tra le strutture sceniche e gli scorrevoli. Preoccupato le ho gridato: “Fermati, è pericoloso attraversare il palco adesso! Non vedi che dalla soffitta stanno calando centine e colonnati della scena? Dove stai andando? Vuoi finire schiacciata come una sfogliatella?”

E lei: “Sto andando in proscenio, stiamo provando lì”.
All'istante arrivò il responsabile del montaggio che disse: “Non si preoccupi signora Callas, ci penso io”; e così le fece strada prendendosela per mano e l'accompagnò passando da dietro le quinte.
Poi la sentii cantare. Tutti noi ragazzi della scenografia ci bloccammo, scendemmo da scale e praticabili.
Quindi, badando di non dare nell'occhio, ci avvicinammo al proscenio: di lì a poco eravamo tutti seduti sul pavimento dietro le quinte, ad ascoltare affascinati l'aria di Casta Diva.
Alla fine, non abbiamo potuto trattenerci dall'applaudire, il direttore di scena ci cacciò dal palco come degli intrusi. “Peggio, dei guardoni musicali... non si ascolta di nascosto una soprano come questa!”

E poi parte lo spettacolo ... lo spettacolo immaginato da Dario e lo spettacolo a volte tragico della vita della grande diva Maria Callas.

"Una Callas dimenticata" La vita straordinaria di Maria Callas raccontata da Dario Fo e Franca Rame
fonte pagina FB Dario Fo via http://www.commercioetico.it

martedì 4 novembre 2014

Lgbt Arte: Frida Kahlo e Diego Rivera. La mostra a Palazzo Ducale di Genova

“Tu ti chiamerai Auxocromo, colui che capta il colore. Io Cromofora, colei che dà il colore… Tu riempi e io ricevo”

Frida: una donna poliedrica, criptica, affascinante, insomma, un mito. Se la mostra allestita alle Gallerie del Quirinale a Roma fino al 31 agosto era incentrata quasi esclusivamente su di lei, a Genova, Palazzo Ducale apre le sue stanze per accogliere le sue opere affiancate a quelle di Diego Rivera, il compagno di una vita.

Nelle prime stanze, il colore blu delle pareti ci indica la presenza di opere che testimoniano la maturazione artistica di Diego Rivera (1886-1957), dagli esordi, caratterizzati da una pittura realista, al suo arrivo a Madrid e poi a Parigi, dove si inserirà nel gruppo degli artisti di Montparnasse. Entrato in contatto con le Avanguardie artistiche del primo Novecento si ispirò in particolar modo al cubismo. Il clima di incontro-scontro, gelosie e rivalità varie, interno al gruppo, però lo porterà ad allontanarsi da questi artisti, spostandosi verso uno stile più naturalistico.

Proseguendo, il colore delle pareti diventa rosa acceso: eccoci in compagnia di Frida Khalo, nata a Città del Messico nel 1907. Animata da una forte passione politica, farà parte del Movimento degli studenti rivoluzionari e verrà a contatto con il movimento futurista di cui condividerà molte idee. Un grave incidente in autobus segnerà la sua vita: durante la convalescenza infatti Frida iniziò a dipingere, da autodidatta.
Il suo stile si ispirò allo stridentismo (adattamento del futurismo europeo) e alle scuole naif ed espressive messicane post-rivoluzionarie. La svolta della sua carriera artistica avvenne nel 1928, quando mostrò i suoi dipinti a Rivera, artista di ventuno anni più grande di lei, che l’anno successivo diventerà suo marito.

Dopo le nozze soggiornarono quattro anni in USA, per il lavoro di Diego, attirando così l’attenzione mediatica. Per Frida sarà l’occasione di conoscere le Avanguardie artistiche e far maturare il suo stile pittorico. La vita coniugale sarà travagliata, scombussolata da vari tradimenti di Diego, da un aborto spontaneo di Frida, da un divorzio e da un loro secondo matrimonio. A New York Frida indagò la sua personalità attraverso l’influsso dell’oggettività tedesca, della pittura degli Anni ’30 europea e del futurismo.
La loro storia si intrecciò con le vicende post-rivoluzionarie, con i murales rievocativi commissionati a Rivera (“Murales di Emiliano Zapata”), con la loro adesione al Partito Comunista, con la figura della loro amica, fotografa e comunista, Tina Modotti.

Le pareti color arancio rivelano il confronto tra le opere di Frida e quelle di Diego: se i ritratti di Diego Rivera sono eleganti e raffinati, quelli di Frida sono precisi, enigmatici, iconografici. Si parla spesso del Surrealismo dei due artisti: quello di Frida consiste nel prendere l’iconografia del quotidiano, alienandola per descrivere la sua surrealtà, quello di Diego consiste invece nel trovare oggetti, osservarli, potenziandone le sembianze.
Nelle opere di Diego non c’è mai un chiaro segno dell’amore per la moglie, mentre nei lavori di Frida il desiderio d’amore è il tema costante. Frida sarà per tutta la vita legata a quest’uomo che ripetutamente la tradì, persino con la sorella di lei – questa sarà la causa del loro divorzio, seguito però un anno dopo dal loro secondo matrimonio.
Le opere di Frida hanno implicazioni biografiche, psicologiche, introspettive.
Basti pensare a “Diego nei miei pensieri”, “L’abbraccio amorevole dell’Universo, la terra (il Messico), Diego, io e il signor Xolotl”, “Autoritratto con scimmia” e moltissimi altri.
Negli ultimi anni della sua vita, segnati dalla malattia, Frida è portata a dipingere soprattutto nature morte o autoritratti.
La vita di questa coppia, continuamente segnata da passioni politiche, passioni artistiche, tradimenti e amore, è magistralmente raccontata in questa mostra attraverso un dialogo serrato e avvincente delle opere di Diego e Frida. Una mostra che lascia il segno.

“Vorrei darti tutto quello che non hai mai avuto, e neppure così sapresti quanto è meraviglioso amarti” Frida-Kahlo

INFORMAZIONI UTILI
Frida Kahlo e Diego Rivera PALAZZO DUCALE Piazza Giacomo Matteotti, 9 – Genova
20 settembre 2014 – 8 febbraio 2015
INFOLINE, PRENOTAZIONI Tel. +39 010.9280010; gruppi scolastici Tel.+39 010.8171604
www.fridakahlogenova.it

fonte http://www.artslife.com/By Giulia Genesio

Apre a Vicenza da mercoledì 5 novembre il primo sportello Lgbt gratuito

Anche Vicenza avrà da mercoledì 5 novembre un nuovo servizio dedicato a tutte le persone lesbiche, gay, bisex, trans, intersessuali e queer che sentano la necessità di un supporto o un ascolto non giudicante. Offrirà consulenza e sostegno psicologico gratuito per questioni di genere, mobbing, coming out, bullismo omofobico, transizioni di genere.

Lo sportello Lgbt (Lesbian Gay Bisex Transgender) avrà sede presso l'associazione “Donna Chiama Donna onlus”, in via Torino 11, dove sarà a disposizione gratuitamente, su appuntamento, un'operatrice esperta, affiancata da personale volontario appositamente formato.

Il nuovo servizio è stato presentato oggi dal consigliere delegato alle pari opportunità Everardo Dal Maso e dai rappresentanti del coordinamento delle associazioni Lgbt Daniela Ghiotto, Nicoletta Piazzetta e Mauro Miazzolo. “Finalmente siamo riusciti a concludere il percorso lungo e complesso che ci ha condotto all'apertura di uno sportello di riferimento soprattutto per i giovani che, in un particolare momento della loro vita, non avendo il coraggio di parlare con i genitori o con gli insegnanti, sentono il bisogno di rivolgersi ad una persona con specifica preparazione che possa sostenerli – ha annunciato il consigliere delegato alle pari opportunità Everardo Dal Maso -.

Lo sportello, che sarà in funzione per due ore al giorno ogni due settimane su appuntamento, fornisce consulenze gratuite. Con i 7 mila euro messi a disposizione dal Comitato Vicenza Pride 2013 lo sportello riuscirà a rimanere attivo per i prossimi due anni senza gravare in alcun modo sulle casse del comune. Sono convinto che si tratti di un servizio concreto a sostegno della comunità Lgbt che tanto si è spesa per il Pride 2013”. “Le tre operatrici che si turneranno allo sportello, già in servizio per “Donna Chiama donna onlus”, e una ventina di volontari che le affiancheranno, hanno seguito nove incontri di formazione, finanziati dal Comitato Vicenza Pride 2013, che hanno spaziato attraverso varie tematiche, condotti da specialisti tra cui avvocati e psicoterapeuti – ha precisato Daniela Ghiotto del coordinamento delle associazioni Lgbt - e gli ultimi incontri si terranno il 15 novembre e il 6 dicembre”. I giovani ragazzi Lgbt sono spesso vittime di violenza e bullismo e nella maggior parte dei casi non hanno il coraggio di rivolgersi ai genitori, ai professori o alle forze dell'ordine.

In un momento della vita già di per sé complicato, si trovano quindi ad essere vittime di pregiudizi ed ingiustizie e a non avere un punto di riferimento con cui sfogarsi o chiedere aiuto.

Lo sportello nasce con l'intento di aiutare questi ragazzi e di prevenire situazioni limite che portano anche a gesti estremi. Lo sportello è nato dalla volontà di una parte dei componenti del Comitato Vicenza Pride 2013, che ha proposto alle associazioni Lgbt vicentine di partecipare al progetto, dando vita a questo servizio nuovo e gratuito per la comunità vicentina.

Il coordinamento vicentino, formato dalle associazioni Delos, Agedo Vicenza, Rete Genitori Rainbow, la Parola, Arcigay 15 Giugno, Famiglie Arcobaleno, che si battono a favore del riconoscimento dei diritti della comunità rappresentata lesbiche, gay, bisex, trans, intersessuali e queer, ha accolto l'invito di costituire uno Sportello Lgbt in città e si è attivamente impegnato per la sua realizzazione. Lo sportello sarà aperto al pubblico ogni primo e terzo mercoledì del mese dalle 17.30 alle 19.30 su appuntamento.

I costi del servizio saranno sostenuti per i primi due anni con fondi raccolti dal Comitato Vicenza Pride 2013 che ha messo a disposizione la somma di circa 7.000 euro. Chi lo desidera può richiedere l'attestato di iscrizione quale famiglia anagrafica costituita da persone coabitanti legate da vincoli affettivi. Dal venerdì 1 giugno 2012 ad oggi la richiesta all'ufficio anagrafe a palazzo Uffici è stata presentata complessivamente da 61 coppie di cui 53 composte da un uomo e da una donna, 3 da due donne, 5 da due uomini.
fonte http://www.ilgiornaledivicenza.it

lunedì 3 novembre 2014

Lgbt Eventi: Anna Marchesini in "Cirino e Marilda non si può fare" al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 4 al 16 Novembre

Anna Marchesini torna al Piccolo con Cirino e Marilda non si può fare, un reading, con l’accompagnamento dal vivo del trio ‘Aire de Mar’.

Protagonista è il solitario professor Cirino Pascarella: “un’incantevole figura”, come racconta la stessa Marchesini, “candidata a essere completamente travolta da quella turbolenza di emozioni da cui ha sempre procurato di tenersi distante”. A complicargli la vita prova la signora Olimpia, tenutaria della Pensione Smeraldo, dove il professore vive, decisa a fargli sposare la figlia Marilda, ormai quasi quarantenne. Continua l’attrice: “con gioia attendo di raccontare questa storia in un palcoscenico che ho immaginato nudo e senza supporti scenici per permettere alla voce e al corpo di riscrivere ogni volta la storia, rappresentarla senza mai conoscerne la fine”.

Perché vederlo?
Per assistere all’interpretazione di un’attrice che riesce a restituire le mille sfaccettature dei personaggi; per sorridere delle incomprensioni che nascono dall’incontro/scontro di due mondi diversi.


Piccolo Teatro Grassi dal 4 al 16 novembre 2014
"Cirino e Marilda non si può fare" di e con Anna Marchesini
musiche eseguite dal vivo da AIRE DE MAR
Durata: un’ora e 20 minuti senza intervallo

PER TUTTE LE INFO: DATE ORARI E COSTI VAI AL LINK:
http://www.piccoloteatro.org/events/2014-2015/cirino-e-marilda-non-si-puo-fare