sabato 1 febbraio 2014

Lgbt Campania: Candelora, Carlo Cremona: Irpinia faro del nostro cammino. L’intervista

Il responsabile I-Ken Campania: la violenza di genere passa in Italia attraverso il femminicidio, ma la realtà in cui viviamo è misogina a tutti gli effetti, e passa attraverso il disprezzo contro femmine, femminielli ed effemminati

Domani saliremo tutti insieme a Montevergine e, come ogni anno da quando siamo nati, abbiamo celebrato la vigilia della Candelora con Carlo Cremona, responsabile campano di I Ken Campania.

«Celebrare un Candelora day - ci ha detto Cremona - è solo la rappresentazione di un’Italia libera e democratica, che si scontra contro una realtà politica che non riconosce l’uguaglianza sociale agli LGBT. Salire a Montevergine significa rinnovare il nostro orgoglio gay di volta in volta: si va lì principalmente per entrare in Chiesa, accendere le luci ed esprimere a Mamma Schiavona i nostri desideri, ballando e cantando».

Cremona, però, mette in guardia dalla dannosa parcellizzazione che sta interessando il movimento: «non dobbiamo più perdere il tempo a studiare l’evento o i femminielli, ma lavorare insieme per la creazione di hub, di sportelli per la tutela degli LGBT, insieme alle donne e ai minori. La violenza di genere passa in Italia attraverso il femminicidio, ma la realtà in cui viviamo è misogina a tutti gli effetti, e passa attraverso il disprezzo contro femmine, femminielli ed effemminati». A tal proposito, il protocollo d’intesa del Comune di Avellino fatto con due assessorati è certamente indice di una sensibilità maggiore, ma la vera priorità è l’avvio di un percorso di comunicazione, fatto di dialogo e confronto.

Quella di I Ken è una realtà unica, ma è principalmente la voce dell’Irpinia in Italia, un modello autonomo e forte. «Prima dell’effetto mediatico - ha aggiunto Cremona - l’Irpinia non aveva ben capito che gli LGBT sono presenti anche qua. Noi vogliamo essere solo noi stessi, e dire al mondo “IO ESISTO”, e chiediamo solo la libertà di poter salire da Mamma Schiavona per pregarla, e chiederle aiuto contro le discriminazioni».
fonte http://www.orticalab.it/ di Marco Staglianò

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