sabato 15 febbraio 2014

Dopo Sochi, al via le Olimpiadi LGBT a Mosca dal 26 febbraio

All'indomani della chiusura ufficiale delle Olimpiadi Invernali di Sochi, in Russia, prenderanno il via le Olimpiadi gay.

Le Olimpiadi invernali di Sochi sicuramente verranno ricordate tra le più contestate di sempre dalla comunità internazionale per quanto riguarda la legge anti-gay voluta dal Paese lo scorso anno. Questa legge, che tante polemiche ha sollevato e che vieta la propaganda gay nel Paese di Vladimir Putin ha, però, sortito l'effetto contrario.

Ed infatti, dal 26 febbraio, all'indomani della chiusura ufficiale dei Giochi Olimpici, a Mosca partiranno le Olimpiadi LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali).

Alla manifestazione sportiva vi prenderanno parte 180 atleti provenienti dagli USA, dalla Gran Bretagna, Germania, Francia, Paesi Bassi, Kazakistan e Russia.

Si terranno gare in otto discipline sportive.
La Olimpiadi gay sono state organizzate dalla federazione russa LGBT che fa parte delle associazioni sportive internazionali delle minoranze sessuali.
Quelle che si svolgeranno in Russia, però, saranno solo un'anticipazione ridotta delle vere Olimpiadi gay che si terranno in Canada a Vancouver.

Tra gli ospiti d’onore, delle Olimpiadi di Mosca, ci saranno il ministro dello Sport olandese Edith Schippers e il tuffatore statunitense Greg Louganis, quattro volte campione olimpionico.

La manifestazione sportiva sarà chiusa al pubblico per ovvi motivi di sicurezza; essa è pubblicizzata in Rete e per potervi partecipare come spettatore e/o supporter bisogna compilare un questionario, sarà poi discrezione degli organizzatori l'invio dei biglietti alle persone prescelte.

La quota d'iscrizione per i tifosi si aggira intorno ai cinque euro, mentre per gli atleti sui 30. Gli organizzatori non sono riusciti a trovare nessun privato che sponsorizzasse l'evento, per questo motivo si sono rivolti al Ministero dello Sport e alla Presidenza russa per avere un finanziamento pubblico, previsto per gli eventi sportivi senza scopo di lucro. Ovviamente si sono rifiutati, negando i finanziamenti.
Sono state alcune associazioni LGBT occidentali e russe a mettere a disposizione i fondi necessari.
fonte http://www.articolotre.com/

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