martedì 28 gennaio 2014

Lgbt: Gianni Amelio gay, il coming out del regista: "Chi ha una vita pubblica ha il dovere di dirlo"

Gianni Amelio ha dichiarato a Vanity Fair di essere pansessuale: “Io non sono omosessuale. Sono pansessuale, nel senso che ho avuto molte esperienze, talvolta casuali e altre provocate, con uomini ma non solo.
Vede, alla mia età non si hanno più remore, e credo che chi fa il mio mestiere faccia bene ad ammettere pubblicamente di essere omosessuale, se lo è, perché può aiutare altre persone a venire allo scoperto in modo sereno. Però non è il mio caso.
E poi io non ho mai creduto alla convivenza, ma solo alla seduta momentanea, legata al piacere, che certo può durare anche un sacco di tempo. Oggi sto molto bene con me stesso, e sono comunque sempre pronto ad aprire la porta di casa”.

L'argomento non è nuovo: il regista 69enne non ne ha mai fatto mistero, ma torna prepotentemente alla ribalta perché a breve il regista porterà al Festival del Cinema di Berlino il documentario Felice chi è diverso, un viaggio attraverso le vite degli omosessuali italiani dall'inizio del Novecento fino agli anni '80.

Il film "raccoglie le storie di uomini che sono stati giovani quando gli omosessuali non esistevano, se non in una vita clandestina temuta, perseguitata, irrisa".
Il che porta a una riflessione sull'omosessualità, sul coming out, sulle reazioni da parte degli altri a questa notizia.

"Alla mia età sarebbe un po' tardivo, forse ridicolo. Altri dovrebbero essere i coming out davvero importanti, di chi froda il fisco per esempio, di chi usa la politica per arricchirsi. Comunque credo che chi ha una vita molto visibile abbia il dovere della sincerità: e allora sì, lo dico per tutti gli omosessuali, felici o no, io sono omosessuale.
Omofobia è ancora imperante, capita anche che ragazzi si uccidano perché froci o ritenuti tali, e quindi scherniti, isolati, picchiati. Insomma la battaglia non è vinta, non c'è da noi un riconoscimento giuridico delle coppie.
C'è poi ancora la difficoltà di farsi accettare dalla famiglia, soprattutto dai padri, ancora immersi in una cultura maschilista".
fonte http://gossip.excite.it/di Silvia Tozzi foto Getty

Nessun commento:

Posta un commento