mercoledì 24 dicembre 2014

Lgbt Eventi Roma: #RIGHTSADDICT SHOW Libertà di essere - Uno spettacolo di e con Fabio Morìci dal 27 al 29 dicembre

Con il sostegno dell'Assessorato alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità di Roma Capitale e l'organizzazione dell'associazione I Mondi Diversi No Profit, l'autore e attore Fabio Morìci porta per la prima volta in scena il suo spettacolo "#RIGHTSADDICT SHOW – Libertà di essere", una suggestiva confluenza di parole, musica e danza per promuovere una cultura del rispetto, dell'inclusività e della parità a contrasto dell'omo-transfobia e delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.

Lo spettacolo è una delle iniziative di sensibilizzazione promosse dall'Assessorato attraverso il Piano LGBT “Roma Capitale dei diritti” ed è collegato al progetto didattico "lecosecambiano@roma", di cui Fabio Morìci è testimonial.

Il concept dello spettacolo si fonda sui messaggi della videocampagna contro l'omofobia "#RightsAddict – Iniziativa etero per i diritti gay", ideata e condotta da Fabio Morìci per scardinare, con freschezza e ironia, i principali pregiudizi riguardo la sessualità e l'affettività e promuovere la piena parità di diritti per le persone omosessuali.

In seguito al notevole successo riscosso dalla campagna, i materiali che la compongono, tra
cui testi di approfondimento, articoli, vignette, poster e composizioni fotografiche per il web, sono confluiti in un eBook gratuito dal quale è stato tratto lo spettacolo "#RIGHTSADDICT SHOW – Libertà di essere", pronto a debuttare nei prestigiosi Teatri di Villa Torlonia e di Tor Bella Monaca che fanno parte della Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea - struttura promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Dipartimento Cultura di Roma Capitale, gestita da Zètema Progetto Cultura con la direzione di Emanuela Giordano.

La chitarra di Enrico Olivanti si mescolerà alle parole di Fabio Morìci, mentre la danza avvolgerà la scena grazie alle coreografie di Vito Bortone e Antonio Di Vaio, il quale firma anche la regia. Il primo ballerino Vito Bortone,sarà sul palco assieme ai ballerini della Visual Arts Department Ballet Company.

Lo show sarà inoltre arricchito dall'amichevole partecipazione di ospiti speciali che interverranno in scena per incontrare Fabio Morìci e offrire il proprio punto di vista sul tema del rispetto e dei diritti delle persone LGBT.
La prima guest star ad aver aderito è Michela Andreozzi, attrice di cinema, teatro e TV, tra le protagoniste dell'ultima edizione di "Tale e Quale Show" su Rai Uno, che parteciperà al #RIGHTSADDICT SHOW sabato 27 dicembre, in occasione della prima.
Il giorno seguente, sarà la volta di Beatrice Dondi, giornalista de
L'Espresso e blogger de L'Huffington Post.

INFO: INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI IN SALA
L’appuntamento è a Roma, in due teatri diversi: il 27e 28 dicembre al Teatro di Villa Torlonia
e il 29 e 30 dicembre al Teatro Tor Bella Monaca.
È pertanto consigliabile prenotare gratuitamente chiamando il numero 060608.
Info al pubblico 06.99336451 (lun-sab, ore 12-19) rightsaddictshow@imondidiversi.org
Info alla stampa 06.99336453 (lun-sab, ore 12-20) press_rightsaddctshow@imondidiversi.org
Web https://www.facebook.com/rightsaddict
fonte comunicato stampa Fabio Morici

martedì 16 dicembre 2014

Lgbt: I ragazzi del Basket Bassano contro l'omofobia e tutte le diversità nel calendario 2015 fotografati da Luca Serradura

BASTA IL COLORE è un progetto della squadra di Basket di Bassano del Grappa, nato nel primo anniversario della morte del giovane Andrea, un ragazzo romano di 15 anni vittima di bullismo e omofobia perché indossava dei pantaloni rosa.

Hanno scelto di dare un esempio di impegno concreto affinché anche ognuno di noi impari ad essere più civile ed accogliente
“NON ESISTONO PERSONE DIVERSE, ESISTE SOLO UN MODO DIVERSO DI GUARDARLE.”

L’accettazione e la valorizzazione delle differenze dovrebbero diventare i principi fondamentali del vivere in società, perché la sconfitta dell’omofobia, della violenza e del bullismo passa attraverso un percorso culturale, nel quale le azioni simboliche rivestono un ruolo fondamentale.

BASTA IL COLORE si inserisce proprio in questo percorso, perciò gli atleti hanno deciso di uscire dal campo di gioco e di indossare una maglia di colore rosa, un simbolo semplice, ma anche chiaro ed esplicito che non ha bisogno di troppe spiegazioni per far arrivare il messaggio.

La direzione artistica del calendario 2015 è stata affidata al fotografo Luca Serradura: quest'anno i cestisti bassanesi sono stati ritratti in compagnia dei giocatori del Rugby Bassano: insieme hanno fatto squadra e hanno partecipato al progetto con l’entusiasmo e la passione che li contraddistingue da sempre.

Dodici scatti che mettono in luce altrettante scene in cui potrete rivedere il fratello del vostro migliore amico, la vostra vicina di casa o il ragazzo che ogni sera porta a spasso il cane: persone che rifiutano l’etichetta che qualcun altro ha deciso di imporre loro e sono felici di essere ciò che sono: persone che danno spazio alla vita e che mettono il loro impegno in ogni cosa che fanno.

In una società come la nostra, costruita intorno all’apparenza, serve davvero molto coraggio per essere se stessi.
Non importa che tu sia una bella ragazza con i capelli biondi o un adolescente a cui piace studiare, non importa che tu sia un signora anziana, o una donna incinta, non importa nemmeno che la gente pensi che chi è affetto da sindrome di Down è limitato, o che fare le pulizie sia un lavoro umiliante, da perdenti.

Tutti rischiano di non essere accettati per come sono, ma la persona che deve imparare ad accettarsi sei TU, perché NON ESISTONO PERSONE DIVERSE, ESISTE SOLO UN MODO DIVERSO DI GUARDARLE.

Anche quest’anno l’intero ricavato dell’iniziativa sarà devoluto alla Fondazione Città della Speranza perché siamo certi che il modo migliore per aiutare se stessi sia aiutare gli altri.
I finanziamenti destinati ai progetti umanitari sono spesso scarsi e il nostro piccolo aiuto potrà essere importante per chi si trova in difficoltà.
Grazie per aiutarci ad aiutare.


Qui il link del Calendario:
http://www.bastailcolore.it/acquista.html

Qui il link Video del backstage:
https://www.youtube.com/watch?v=8wljypwtrPE#t=68
fonte www.youtube.com - www.bastailcolore.it

sabato 13 dicembre 2014

Attrici: “Io, la Fata Ignorante di Ferzan” intervista a Lucrezia Valia

“Molte transessuali preferiscono prostituirsi perché gli piacciono i soldi facili”.
Una dichiarazione forte quella di Lucrezia Valia, l’indimenticata Mara de Le Fate Ignoranti di Ferzan Ozpetek.

Oggi Lucrezia fa la vendeuse (addetta alle vendite in francese) in una boutique del centro a Roma e, alla vigilia del suo compleanno, si confessa senza paura a GAY.tv.


Sono passati quattordici anni dall’uscita de ‘Le Fate Ignoranti’. Cosa è rimasto in te di quella Mara li?
Mi è rimasto un bellissimo ricordo. E’ stata una delle più belle esperienze della mia vita che mi ha poi dato l’opportunità di ottenere il lavoro di vendeuse in un importante negozio di moda, dandomi anche quella stabilità lavorativa di cui sentivo il bisogno. L’incontro con Ferzan è stato importante sotto ogni punto di vista: umano e professionale.

Perché quel film resta il più amato dal mondo gay?
Le Fate Ignoranti è rimasto nei cuori di tante persone perché ha rappresentato, per coloro che si sentivano emarginati dalla società, il raggiungimento di una agognata “normalità”.
La normalità di una famiglia allargata a cui persino i cosiddetti “normali” volevano appartenere. Forse da allora è stato sdoganato un nuovo concetto di famiglia.
Parlo di famiglia non solo biologica, ma famiglia come scelta di persone che si sostengono e si comprendono senza giudicarsi.

Cosa è significato diventare una transessuale famosa in quegli anni?
Ad essere sincera non me ne sono neanche accorta del successo. Ho sempre continuato a vivere e a lavorare come vendeuse anche se mi arrivavano diverse proposte artistiche. Il ricordo più tenero erano i fiori e lettere che mi venivano recapitati da ragazzi e ragazze che mi ringraziavano per avergli dato la possibilità di fare coming out e di essere finalmente se stessi.

Non hai avuto paura che recitare il ruolo di una trans ti avrebbe etichettata per sempre?
E perché mai? Magari mi chiamassero per fare questi ruoli. Non ho mai avuto paura di rimanere intrappolata o etichettata nei ruoli di transessuale perché, prima di tutto, non mi vergogno di essere tale, anzi. Inoltre penso che recitare in tali ruoli sia utile per sdoganare la nostra figura nella società che ancora oggi fa molta fatica ad accettarci. Secondo me quello della transessualità rimane l’ultimo tabù del mondo occidentale.

Nel frattempo nel mondo transessuale è cambiato qualcosa?
Penso che non sia cambiato nulla o, forse, siamo un po’ regrediti culturalmente. Oggi è difficile trovare lavoro ed emergere come persone e finché le persone non ci accetteranno per quello che siamo, sarà difficile trovare anche l’Amore.

Tu sei anche una assistente alle vendite in una boutique in pieno centro a Roma. Come mai molte transessuali preferiscono il marciapiede?
Molte transessuali preferiscono prostituirsi perché gli piacciono i soldi facili. Lavorare costa fatica, coraggio, determinazione e dedizione. E’ anche vero che è molto difficile inserirsi nel mondo del lavoro se si è transessuali ma nulla è impossibile ed io ne sono la prova.

Come mai hai smesso di recitare?
A dire il vero non ho mai smesso di recitare. L’ultimo lavoro cinematografico è stato Magnifica Presenza di Ozpetek, in cui interpreto il personaggio di Lou. E’ stato un piccolo cameo ma molto importante per me.
In questo momento sto preparando un lavoro teatrale con la regista Adele Caprio con la quale avevo già fatto un importante ruolo in un adattamento de Le Serve di Genet. La Caprio ha scritto un testo al quale stiamo lavorando da ottobre, ispirandosi a La Voce Umana di Jean Cocteau, ritagliando il personaggio su di me. Contiamo di debuttare nel 2015.

Dove trovi la tua dimensione: in negozio o sul set?
Non si dice forse che la vita è un palcoscenico? Si possono avere tante dimensioni, in boutique come su un set. E in fondo anche in negozio è come essere su di un palcoscenico dove l’unica cosa che conta davvero è l’arte.

L’arte?
L’arte della comunicazione, ad esempio.

Cosa hai pensato dopo aver visto Jared Leto nel ruolo di una trans in ‘Dallas Buyers Club’?
Quando ho visto Leto nel ruolo di una transessuale tossicodipendente, malata di HIV mi sono emozionata e anche commossa. Un ruolo che avrei voluto fare anche io. Comunque bellissima interpretazione se si pensa che è stata fatta da un eterosessuale.

Luxuria da Berlusconi ti è piaciuta?
Quando ho visto la foto sui social istintivamente ho scritto: “Come si cambia per non morire, come si cambia per ricominciare”. Però poi a pensarci bene sono arrivata alla conclusione che solo nell’ incontro si possono risolvere i problemi e che solo gli stupidi non cambiano idea. Insomma, vedremo. Vlady è una cara amica che stimo molto.

Hai visto Laverne Cox sulla copertina del Time?
Sì, è stata una forte emozione. Quella copertina ha sicuramente aiutato l’opinione pubblica a non giudicarci solo in modo negativo. Comunque anche io. negli anni ’90, feci una foto per un importante settimanale italiano intitolata “Il terzo sesso”, ma fu censurata. La foto uscì solamente in Germania. I tempi non erano ancora maturi.

Cosa pensi di quelle attrici che si mettono a nudo con la loro storia privata da Barbara D’Urso?
Penso che sia solo un modo per cercare notorietà. Allora mi dico: perché no? Ognuno è libero di decidere della propria vita, ma detesto darsi in pasto al voyeurismo del pubblico, sempre pronto a nutrirsi del dolore altrui ma mai pronto ad aprire la mente e ad accettare, con amore, la diversità.
fonte http://www.gay.tv/ intervista di Alessio Poeta

lunedì 1 dicembre 2014

Lgbt: Oggi 1 dicembre giornata mondiale dedicata alla lotta contro l'Aids

Si celebra oggi, 1 dicembre, la giornata mondiale dedicata alla lotta contro l'Aids. Ecco i dati, gli obiettivi da raggiungere e le iniziative in corso

Si celebra oggi, 1 dicembre, la Giornata Mondiale dedicata alla lotta contro l'Aids, il virus che aggredisce il sistema immunitario e del quale attualmente ne soffrono 35 milioni di persone nel mondo, rappresentando ancora oggi un pericolo concreto per l'umanità.

Ogni anno si registrano in Italia 4 mila nuovi casi e, sempre secondo l'Istituto Superiore di sanità, sarebbero oltre mille i decessi, cifra che rappresenta il numero più alto nell'Europa occidentale.

I rapporti sessuali non protetti restano ancora oggi la prima causa della contrazione del virus dell'Hiv, che colpisce uomini e donne indistintamente, con una maggiore incidenza tra i primi. L'età media per le diagnosi è 39 anni per l'uomo e 36 per le donne. Il test dell'Hiv viene fatto, nel 41,9% dei casi, quando ci sono già sintomi del virus; di questo il 27,6% sceglie di farlo in seguito a un comportamento a rischio, mentre il 15% in casi di gravidanze e procreazione assistita. 

Nel 2013 le regioni con una maggiore incidenza sono state il Lazio, la Lombardia e il Piemonte, mentre il dato più basso appartiene alla Calabria.

Unaids, l’organizzazione Onu che si occupa di Aids ci conferma che purtroppo l'Aids non è solo una malattia del mondo occidentale: la zona più colpita al mondo è infatti l’Africa Subsahariana, che solo nello scorso anno ha registrato un milione e mezzo di nuovi casi di Hiv positivo, dei quali 240.000 sono bambini. Unaids si è posta l’obiettivo di avere 15 milioni di persone in terapia entro il 2015.

Lo slogan scelto per il 2014 è “Closing the gap in HIV prevention and treatment", ossia riduci la distanza fra prevenzione e trattamento dell'Aids. Entro il 2020 il ci si pone il seguente obiettivo, il traguardo 90-90-90: dare cioè, cure al 90% delle persone con HIV, permettere al 90% delle persone sieropositive di essere a conoscenza del proprio stato virale e azzerare la carica virale per il 90% delle persone in terapia.

Uno delle tante iniziative in onore della giornata è quella di Durex, il famoso marchio di profilattici che promuove l'iniziativa #1share1condom a favore dell’Associazione Italiana della Croce Rossa. È infatti con l’obiettivo di sostenere l’utilizzo del profilattico e una cultura preventiva contro le malattie sessualmente trasmissibili che il brand sceglie di promuovere l’iniziativa coinvolgendo chiunque intenda utilizzare il web per “condividere” il proprio sostegno nella lotta all’HIV: per ogni utente che pubblicherà su Facebook, Twitter e Instagram l’immagine scelta da Durex o semplicemente posterà l’hashtag #1share1condom, Durex Italia devolverà a Croce Rossa Italiana un profilattico per le attività che svolgeranno sul territorio in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS 2014.

L’impegno sociale di Durex nel sostenere la diffusione di una cultura sessuale capace di generare una vita di coppia sana e responsabile si concretizza durante tutto l’anno nel progetto Safebook by Durex, che anche grazie al coinvolgimento di Croce Rossa Italiana, si pone l’obiettivo di parlare alle nuove generazioni. Il brand coinvolge oltre 12.000 istituti tra scuole medie inferiori, rivolgendosi alle classi medie e superiori, di tutta Italia per promuovere tra i più giovani una corretta educazione all’affettività e alla sessualità.
fonte http://www.alfemminile.com di Valentina Grassini

venerdì 28 novembre 2014

Lgbt Radio: HIV emergenza che non riguarda solo gli uomini gay

Nella puntata di “Oltre le Differenze” di venerdì 28 novembre si parla di prevenzione, salute delle donne e delle persone trans

Donne e uomini, etero o omosessuali, il rischio di contrarre HIV o altre malattie sessualmente trasmissibili riguarda tutt*, siamo davvero informati e preparati su come evitare il contagio? Alle porte della Giornata Mondiale contro l'AIDS “Oltre le Differenze”, il format radiofonico di informazione sul mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer, condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, cercherà di dare informazioni e risposte a questa domanda nella puntata di venerdì 28 novembre alle 21 su Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10 o diretta online dal sito www.antennaradioesse.it) e in replica sabato 29 dalle ore 15.

Nel mondo l'epidemia di AIDS causa ancora oltre 1,6 milioni di vittime l'anno, in Italia le persone sieropositive possono gestire e trattare quella che può esser ormai considerata una malattia cronaca ma l'attenzione alla prevenzione non deve abbassarsi perché aumenta il numero dei nuovi contagi.
Con l'intervista a Valeria Roberto, referente del progetto benessere de Il Cassero Arcigay Bologna, sarà dedicata un'attenzione particolare alla salute delle donne e agli strumenti di protezione che anche le lesbiche possono e devono utilizzare, sui quale c' ancora poca conoscenza e qualche tabù culturale: le parole chiave sono prevenzione e sesso sicuro.

Torna poi la rubrica Trans-Corsi a cura di Giuliano Foca con il quale faremo un salto nel mondo Transgender, conoscendo anche i progetti messi in campo dalle associazioni a favore della salute delle persone transessuali.

Gran finale con i consigli su libri, cinema, curiosità ed eventi lgbt nella rubrica Rainbow Life Style. E' sempre possibile interagire con la redazione del programma attraverso la pagina fan su Facebook, mentre sul blog www.oltreledifferenze.wordpress.com, sono archiviate tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione di "Oltre le Differenze"

mercoledì 26 novembre 2014

Lgbt: Furia omofoba a Napoli: aggredita una coppia gay

Un bacio ed un abbraccio scatenano la violenza: giovane curato con punti di sutura.
Prima insultati e poi aggrediti a pugni in faccia.
Per un bacio. È successo ieri sera a Napoli, in piazza Dante dove una coppia di ragazzi gay sono passati dallo scambiarsi un bacio e un abbraccio in un momento di affetto, a subire l'ennesimo attacco di violenza omofoba.
Secondo quanto riporta la stampa locale, un testimone, chiamato in aiuto dai due giovani, ha raccontato che l'aggressore avrebbe dapprima insultato i due e poi si sarebbe scagliato contro di loro colpendone uno a pugni, infastidito dal loro bacio.

I soccorsi
Il ragazzo, con il volto tumefatto, è riuscito a chiedere aiuto da un passante che ha cercato di placare l'ira dell'aggressore. Ma poco prima che arrivassero i soccorsi, l'uomo si è dileguato. La vittima stata
trasportata all'ospedale Vecchio Pellegrino dove è stato curato con due punti di sutura al labbro. Il consigliere della II Municipalità Pino De Stasio si è detto sconvolto per l'accaduto ed ha dichiarato al Mattino che i due ragazzi che hanno subito l'aggressione sarebbero intenzionati a denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine. "Sono sconvolto per questo atto omofobo avvenuto a ridosso della giornata contro il femminicidio - ha dichiarato il consigliere che ha anche la delega alle Pari Opportunità - e ciò conferma che a Napoli bisogna fare ancora tanti passi avanti e bisogna ancora lottare per una cultura che contempli i diritti Lgbt".

Le associazioni
"Quello che è successo decreta il fallimento delle strategie napoletane - commenta Carlo Cremona, presidente de I-Ken -. Chi ha indicato quella piazza come un luogo friendly, in cui le persone gay, lesbiche e trans possono sentirsi al sicuro, deve assumersene la responsabilità.
In quella piazza non c'è integrazione e le cronache riportano troppo spesso di episodi di omofobia accaduti in quel chilometro quadrato. Questo è un comune in cui si sono stanziati 290 mila euro per i diritto degli animali e zero per quelli delle persone lgbt".
"Non mi stupisco dei pugni. Napoli non è la città dell'integrazione che si racconta - continua -.
Non c'è una strategia, un percorso culturale e tutto è affidato al volontariato delle associazioni.
Un progetto per le scuole che doveva essere triennale e che include anche le questioni contro l'omofobia, è stato ridotto a trimestrale".
"Non voglio che trapeli la cultura del nascondersi - conclude - abbiamo bisogno di visibilità, ma dobbiamo sapere che questa comporta dei rischi.
Noi apriremo un centro anti violenza in un bene confiscato alla camorra, grazie a fondi stanziati dal ministero della Gioventù, ma è urgente che il sindaco convochi un tavolo sulla sicurezza e l'ordine pubblico ed è importante che si denuncino fatti del genere alle autorità competenti".
fonte http://www.gay.it/

Lgbt: In Russia la statua di Steve Jobs rimossa per il coming out di Tim Cook

I russi sembrano non avere preso bene il recente coming out di Tim Cook e pare ne abbia fatto le spese l'installazione in memoria di Steve Jobs.

La Russia è stata spesso al centro delle cronache nell’ultimo periodo per le sue prese di posizione e per la sua legislazione contraria ai diritti delle persone lgbt.

A quanto pare anche il recente coming out dell’attuale CEO di Apple, Tim Cook, non è stato recepito molto bene a mosca.

Questo iPhone gigante, che potete vedere nelle foto, era stato installato dalla società in omaggio a Steve Jobs dopo la sua scomparsa.

Ebbene seguito alle dichiarazioni di Tim Cook la società ha pensato di rimuovere l’installazione.

Prima di tutto perchè disapprovano il comportamento di una società che spia i propri utenti e passa le informazioni ai servizi di sicurezza statunitesni. E in secondo luogo per rispettare “la legge federale russa a protezione dei bambini da qualsiasi contenuto che neghi i valori tradizionali della famiglia.”

Resta da capire per quale motivo un’installazione dedicata a Jobs costituirebbe anche indirettemente una propaganda anti-famiglia…
fonte http://www.gizmodo.it/via Gizmodo.fr

martedì 25 novembre 2014

Lgbt: 1522 il numero verde antiviolenza e stalking 24h su 24h - Mai più violenze sulle donne, 25 novembre giornata mondiale di sensibilizzazione

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un fenomeno sociale che in questi ultimi tempi ha toccato livelli patologici.
Pochi dati del “bollettino di guerra”: una donna su tre viene uccisa dopo aver scelto di lasciare il proprio partner.
Ma il segnale nuovo del rapporto della banca dati Eures è il forte aumento dei matricidi, compiuti “anche per effetto del perdurare della crisi”, ovvero per ragioni di denaro o per un’esasperazione dei rapporti in seguito a convivenze imposte da necessità. Sono infatti 23 le madri uccise nell’ultimo anno, pari al 18,9% dei femminicidi familiari. Dando uno sguardo generale al fenomeno, sono stati 179 i femminicidi nel 2013, rispetto alle 157 vittime del 2012, l’anno scorso le donne uccise sono aumentate del 14%.

Un anno nero, con la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, in pratica una ogni due giorni. In 7 casi su 10 i femminicidi si sono consumati all’interno del contesto familiare, una costante nell’interno periodo tra il 2000 e il 2013 (70,5%).
“Inadeguata – secondo Eures – la risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne “, visto che nel 2013 più della metà delle future vittime (il 51,9%) aveva segnalato o denunciato le violenze subite. Per dieci anni quasi la metà dei femminicidi è avvenuta al nord.
Ma dal 2013 c’è stata un’inversione di tendenza e il meridione ha visto una crescita del 27% degli omicidi di donne (75 casi), mentre al centro Italia le vittime sono raddoppiare, dalle 22 del 2012 a 44 dello scorso anno. Il nord, dove nel 2013 sono state uccide 60 donne, rimane il territorio dove si verificano più omicidi in famiglia, 8 su 10.
La maglia nera spetta al Lazio e alla Campania, con 20 vittime ciascuno; solo a Roma sono state 11. Ma è l’Umbria a registrare l’indice più alto di mortalità con 12,9 femminicidi per milione di donne residenti. Resta la mano del partner quella dietro il 66% degli omicidi di donne. Dal 2000 sono 333 le compagne o mogli uccise perché “colpevoli di decidere“, come le definisce il dossier, ovvero le donne che avevano scelto di lasciare il loro compagno ma non sono riuscite a scappare in tempo dalla furia del partner.

Ma il segnale nuovo che il report collega alla crisi economica è il forte aumento dei matricidi, spesso compiuti per ragioni di denaro. Le madri uccise nell’ultimo anno corrispondono al 18,9% dei femminicidi familiari.

Tante le iniziative ovunque programmate per tentare di arginare il nefando fenomeno, e, perché no, cercare di difendersi , in pratica fare aprire gli occhi, ai soggetti passivi e alle vittime protagoniste dei tragici accadimenti: in diverse località si organizzano addirittura dei “corsi” ad hoc rivolti alle donne ed anche agli uomini di ogni età, corsi programmati per insegnare cosa fare e come agire di fronte a un’aggressione, una rapina o un tentativo di violenza, situazioni queste che, purtroppo, stanno diventando sempre più frequenti nelle nostre città.
Il proposito di queste “istruzioni per l’uso” è quello di perseguire due obiettivi due obiettivi, l’uno è far sì che i partecipanti vincano la paura e l’insicurezza, tenendo le emozioni sotto controllo, l’altro è insegnare a difendersi, sfruttando i punti deboli dell’avversario e applicando alcune tecniche in uso nelle cosiddette arti marziali.

E cosi si imparano tecniche di divincolata e di percossa, facili da apprendere e applicabili in moltissime situazioni, che non si basano sull’utilizzo della forza ma sulla cinetica corporea e sull’applicazione di leggi fisiche di leve e proiezioni. In pratica si procede con la simulazione di situazioni reali, privilegiando un insegnamento “personalizzato” che consente di acquisire una preparazione efficace da utilizzare alla bisogna.
Il 25 novembre dunque si celebra la giornata dedicata alla “ violenza sulle donne” istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dal 1999 per sensibilizzare i Governi e l’opinione pubblica sul tema dei maltrattamenti femminili. La data del 25 novembre è stata scelta per ricordare il brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal da parte del regime di Rafael Leònidas Trujillo, sanguinario dittatore della Repubblica Dominicana per oltre 30 anni.

Una breve riflessione sul tema: violentate e picchiate, in Italia una donna su tre tra i 16 e 20 anni è stata vittima nella sua vita di aggressioni maschili, aggressioni che spesso finiscono tragicamente con la soppressione della donna, tragici eventi che si consumano quasi sempre nell’ambito familiare. Stando ai dati Istat sono oltre sette milioni le donne che hanno subito violenza e dato ancor più allarmante: in media 100 italiane vengono uccise dal proprio partner o dall’ex, il 10% degli omicidi è stato preceduto da stalking. Sempre secondo i dati in possesso lo stalking è senza dubbio in crescita anche se le denunce rappresentano solo una piccola parte degli episodi, almeno fino ad ieri, ma oggi la donna è diventata più matura e consapevole e le denunce sono in aumento.

Tra gli obiettivi della Giornata sono il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di genere come violazione dei diritti umani; il rafforzamento delle attività a livello locale e internazionale contro questo tipo di violenza; la creazione di spazi internazionali di discussione per l’adozione di strategie condivise ed efficaci in materia; dimostrazioni di solidarietà con le vittime di queste violenze in tutto il mondo; il ricorso a governi affinché adottino provvedimenti concreti per l’eliminazione di questo tipo di violenze.
fonte http://www.insiemeragusa.it/Silvio Biazzo

lunedì 24 novembre 2014

Lgbt Icone: “Queen Forever” il ritorno di Freddy Mercury a 23 anni dalla sua scomparsa

A 23 anni dalla morte di Freddy Mercury, la voce del cantante torna in nuovi brani inediti inclusi nella nuova raccolta "Queen Forever" che raccoglie alcuni grandi pezzi della band inglese, più delle chicche inedite per i fan, compreso il duetto tra Freddy e Michael Jackson.

L’ultimo album in studio dei Queen risale al 1995, era “Made In Heaven” e uscì a 4 anni, ormai, dalla morte di Freddy Mercury (24 novembre 1991), il quale, però, prima di morire registrò delle tracce vocale chiedendo alla band di lavorarci su, come poi avvenne. Per risalire, invece, all’ultimo album in cui Freddy era vivo bisogna tornare a “Innuendo”, del 1991, uno degli album della band ritenuti migliori, conquistando la prima posizione in Inghilterra e in molti paesi del mondo.

Freddy Mercury sapeva di essere malato già a fine degli anni ’80 e lo ammise alla band ma non al pubblico e ai giornalisti, ma nonostante ciò la stampa scandalistica cominciò a chiedersi i motivi di quell’aspetto dimesso nelle poche occasioni in cui Mercury appariva in pubblico.

La sua malattia rallentò anche i lavori dell’album che, però, resta una delle pietre miliari della band e della musica in generale. Da quel momento in poi, come sempre avviene per le grandi band, la discografia si è arricchita di raccolte, edizioni speciali, inediti cacciati dai cassetti, tribute album e tutto ciò che ne consegue. Un modo per mantenere viva la memoria del cantante, per far conoscere alle giovani generazioni l’opera di una delle band più influenti degli ultimi decenni, senza dimenticare i motivi economici, sempre presenti dietro questa scelta.

Il perché di “Queen Forever”
“Avevamo un po’ più materiale del previsto chiuso in un cassetto, quindi al momento stiamo lavorando su alcuni pezzi. Freddie suona fresco come ieri” aveva dichiarato Brian May in occasione della partenza del tour americano a inizio anno e l’attesa s’era fatta alta per questo ennesimo cofanetto che racchiude il meglio delle canzoni d’amore dei Queen.
“Queen Forever” è composto da un’edizione standard con un cd che contiene 20 tracce e una versione doppia con 36 tracce: grandi hit, brani classici del loro repertorio, e pezzi meno noti che May ha descritto come “cose a cui abbiamo lavorato insieme e che sono rappresentative della nostra crescita forse più delle grandi hit”.

Ci sono anche tre inediti a dare un di più a tutti i fan della band: “Let Me in Your Heart Again” tratto dalle sessioni di registrazioni di “The Works”, l’album del 1984, una nuova versione di “Love Kills”, brano incluso nel primo lavoro da solista di Mercury e rivisitato da Giorgio Moroder e quello che era uno dei pezzi più attesi, ovvero il duetto tra Freddy e Michael Jackson in “There Must Be More To Life Than This”, nato da una canzone scritta dal cantante inglese per le session di “Hot Space”, quando Mercury andò a trovare il King Of Pop senza, però, arrivare mai a una versione definitiva del pezzo che oggi è stata messa nelle mani del produttore William Orbit che l’ha prodotta e remixata utilizzando la backing track originale dei Queen e le voci dei due cantanti: “Conosco Roger [Taylor, ndr] da molti anni – ha detto Orbit -, e un giorno mi chiama al telefono per chiedermi se mi sarei imbarcato in una nuova avventura musicale.
Quando l’ho suonata per la prima volta nel mio studio, ho aperto un forziere di delizie fornite dai musicisti più grandi di sempre” per poi aggiungere: “Sentire la voce di Michael Jackson è stata un’emozione. Così vivida, così straordinaria, così toccante, è stato come averlo lì in studio dal vivo. E lavorare al mix di Freddie sul mio desk non ha fatto che aumentare la mia ammirazione per il suo talento. L’attitudine alla musica di tutti e quattro i Queen è fenomenale”.

“Let Me In Your Heart Again” per la ricerca sull’Aids
Ad aprire questo nuovo lavoro una vera e propria chicca, ovvero proprio “Let Me In Your Heart Again”, pezzo di Roger May a cui ha lavorato negli anni in cui scrissero alcuni dei brani storici della band, come “Radio Ga Ga” e “I Want To Break Free”, e mai portato a compimento, finché non ci hanno rimesso le mani lo stesso May e Taylor che lo hanno utilizzato anche come mezzo di raccolta fondi a favore della ricerca sull’Aids: “Sono passati 23 anni da quando abbiamo perso il nostro amato Freddie Mercury.
Da allora, sono stati fatti progressi enormi nella lotta all’AIDS, ma non possiamo cullarci sul fatto che esistono delle cure. Dobbiamo assicurarci che esse vengano fornite. Io e Roger siamo fieri di poter consegnare questa canzone riscoperta alla campagna (Coca-Cola) RED, nella speranza che la potente voce di Freddie possa ispirare il mondo, ancora una volta”.
ASCOLTALA A QUESTO LINK
https://www.youtube.com/watch?v=jA0OfvQQVx0
fonte http://music.fanpage.it

sabato 22 novembre 2014

"Una nobile rivoluzione" Al Torino Film Festival il documentario del regista Simone Cangelosi dedicato a Marcella Di Folco la leader del movimento LGBT scomparsa nel 2010

"Una nobile rivoluzione" Al Torino Film Festival il documentario dedicato a Marcella Di Folco la leader del movimento LGBT scomparsa nel 2010. La storia della prima transessuale eletta a una carica pubblica e della sua vulcanica attività politica.
Il regista Simone Cangelosi: "Una personalità straordinaria, di portata storica"

Marcella Di Folco è stata la prima transessuale al mondo eletta a una carica pubblica. Era il 1995, il suo ingresso al consiglio comunale di Bologna fu una tappa, non l'ultima, di una vita di battaglie. Prima nel privato, poi il privato è diventato politico, pubblico.

Una nobile rivoluzione è il titolo del film documentario che racconta la vita della leader del MIT, Movimento Identità Transessuale, una delle figure più significative della lotta per i diritti civili in Italia negli ultimi quarant'anni.
Lo ha diretto Simone Cangelosi, scritto insieme a Roberto Nisi in collaborazione con Fulvia Antonelli e Silvia Silverio, sarà distribuito dalla Fondazione Cineteca di Bolgna e presentato al Torino Film Festival il 22, in concomitanza con la data fissata quest'anno - il 20 - per il Transgender Day of Remembrance, la giornata che commemora le vittime della transfobia.
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"Una nobile rivoluzione" è il titolo del film documentario che racconta la vita della leader del MIT, Movimento Identità Transessuale, una delle figure più significative della lotta per i diritti civili in Italia negli ultimi quarant'anni. Lo ha diretto Simone Cangelosi, scritto insieme a Roberto Nisi in collaborazione con Fulvia Antonelli e Silvia Silverio, sarà distribuito dalla Fondazione Cineteca di Bolgna e presentato al Torino Film Festival il 22, in concomitanza con la data fissata quest'anno - il 20 - per il Transgender Day of Remembrance, la giornata che commemora le vittime della transfobia

Marcella Di Folco è morta nel 2010 dopo aver attraversato molte vite. Figlia di un gerarca fascista, famiglia "parolina" caduta in disgrazia dopo la morte del genitore, è stata uomo poi è stata donna, protagonista delle notti romane degli anni Sessanta e caratterista al cinema con Fellini (prima Satyricon, poi Amarcord, nel ruolo del Principe), Rossellini, Petri.

Poi è arrivata la politica, è iniziata la nobile rivoluzione.
Prima, però, c'è il cambio di sesso. Succede alla fine di un grande amore che non funziona. La delusione, la crisi d'identità. Nell'estate del 1980 Marcello va a Casablanca, torna Marcella. Sempre per inseguire l'amore, la sua città diventa Bologna.

E lì, nell'arco di vent'anni circa, diventa una delle leader del movimento LGBT italiano. Il pubblico e il privato si fondono definitivamente. "La chiave di questo film è proprio questa - spiega Simone Cangelosi - lei era convinta che non ci fossero confini fra la dimensione politica e quella personale, quando l'ho incontrata per la prima volta ho avuto la percezione netta che fosse già da viva un personaggio storico. La sua morte mi ha fatto sentire l'urgenza di raccontare la sua storia. Ha influenzato moltissimo chi le stava accanto, aveva una personalità straordinaria, riuscivi a sentire, appunto, la sua portata storica".

Marcella Di Folco è stata la prima transessuale al mondo eletta a una carica pubblica. Era il 1995, il suo ingresso al consiglio comunale di Bologna fu una tappa, non l'ultima, di una vita di battaglie. Il 22 novembre, al Torino Film Festival, sarà presentato "Una nobile rivoluzione", documentario che racconta la vita della leader del MIT, il Movimento Identità Transessuale.

Cangelosi l'ha conosciuta bene, il suo percorso è simile a quello di Marcella Di Folco, ripete che per lui ha rappresentato "un punto di riferimento".
Per questo nel film i diversi piani narrativi sono sempre filtrati da quello intimo, affettivo.
Anche nella scelta dei materiali: accanto a quelli ufficiali si affiancano quelli dei suoi amici e compagni bolognesi. "Sono filmati girati con lei presente, con lei accanto, Marcella si vede, si sente la sua voce. Non si tratta solo di testimonianze, volevamo che fosse lei a parlare in prima persona, oltre che chi ha documentato le sue battaglie.

L'obiettivo era costruire una scena che interloquisse col presente, aprendo confini fra dimensioni temporali. Tutto si mischia, passato e presente, nulla è privilegiato rispetto ad altro". Ci sono i ricordi di chi le stava accanto e i filmati delle manifestazioni, il digitale non c'era ancora e la grana fa sembrare tutto più antico e familiare, come un Super8 di famiglia. "Subiamo continuamente violenza - dice Di Folco nel suo intervento sul palco a 'Emilia Romagna delle differenze', nel 2010, era maggio, a settembre se ne sarebbe andata per sempre - non solo violenza fisica, anche la violenza degli sguardi che ci seguono quando passiamo e ci spaccano il cuore come un infarto". In quell'occasione annunciò che una delegazione del Movimento, da lei guidata, sarebbe stata ricevuta da Napolitano, "il primo a darci un riconoscimento, e sono così emozionata".

Dal film emerge un'attività vulcanica di attivista, "la sua era una battaglia per il diritto di tutti all'amore, lei s'era fatta strumento di lotta politica per gli altri", continua Cangelosi, che ricorda quando la seguiva "nelle mille occasioni dei Pride, delle interviste, delle campagne elettorali, negli interventi pubblici, dei comitati politici e delle emergenze politiche cittadine o nazionali cui prendeva parte.
I racconti della sua vita erano talmente sorprendenti che all'inizio stentavi a credere che fossero veri. L'atteggiamento delle istituzioni e della società nei riguardi delle persone LGBT è cambiato rispetto ad allora, è vero, ma molto deve ancora cambiare e quel che s'è ottenuto anche grazie alle battaglie di Marcella serve a chiarire qual è la direzione da prendere.
Le conquiste sono quotidiane, c'è ancora parecchia strada da fare".
fonte http://www.repubblica.it/di ALESSANDRA VITALI

giovedì 20 novembre 2014

Lgbt Radio: A “Oltre le Differenze” si parla di bullismo e omofobia a scuola

Nella puntata di venerdì 21 novembre tra gli ospiti anche Stefano Ciccone dell’associazione Maschile Plurale

Quali strategie possono essere messe in campo per arginare omofobia e bullismo dalle nostre scuole? A questa domanda si cercherà di rispondere nella puntata di venerdì 21 novembre di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico di informazione sul mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer, condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, in onda alle 21 su Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10 o diretta online dal sito www.antennaradioesse.it).

Apertura dedicata alla notizia proveniente dal perugino di un’aggressione fisica avvenuta a scuola da parte di un docente verso un ragazzo di 14 anni che avrebbe risposto all’affermazione del prof. “essere gay è brutto”. Delle possibili ripercussioni e conseguenze psicologiche sulla vittima e su tutti gli altri studenti della scuola parleremo con la dott.ssa Eleonora Motta, psicologa e sessuologa, curatrice della rubrica “A far l’amore comincia tu…”.

Un’ampia riflessione sulle origini e sulle cause del bullismo a sfondo omofobico, ma anche sui modelli identitari della nostra società, su virilità e fantomatica ideologia del gender, sarà fatta insieme al formatore Stefano Ciccone, presidente dell'Associazione Maschile Plurale e autore di numerose pubblicazioni sulle questioni dell’identità e dei ruoli di genere come ad esempio “Essere maschi” della casa editrice Rosemberg&Sellier.

Non mancheranno i consigli su libri, film ed eventi lgbt nella rubrica Rainbow Life Style che ospiterà anche Ingrid Lamminpaa, una delle protagoniste del docu-film “Lei Disse Sì” in programmazione in questi giorni in numerosi cinema toscani (sabato 22 e domenica 23 al Teatro Verdi di Monte San Savino – AR e giovedì 27 novembre al cinema Garibaldi di Poggibonsi – SI). Questa settimana non andrà in onda la replica del sabato pomeriggio per lasciare spazio allo sport, ma è sempre possibile interagire con la redazione del programma attraverso la mail redazione.oltreledifferenze@gmail.com, la pagina fan su Facebook e il blog www.oltreledifferenze.wordpress.com dove sono archiviate tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione di "Oltre le Differenze"

mercoledì 19 novembre 2014

Florence Queer Festival, la grande festa del cinema "lgbt" Il regista Eytan Fox e la drag performer Cybersissy tra gli ospiti della 12 edizione della kermesse

Un cartellone densissimo, con una lunga carrellata di ospiti in cui spiccano il regista israeliano Eytan Fox, ma anche Ernst Ostertag e Robi Rapp, protagonisti della vera storia raccontata da "Der Kreis" di Stefan Haupt, film vincitore nella sezione documentari all'ultima Berlinale che ricostruisce l'epopea del primo club gay di Zurigo, nonché precursore del genere in Europa.

E ancora Cybersissy, artista e performer drag, con le sue incredibili parrucche in mostra allo Ied, e i cineasti Tim Lienhard, Thérèse Clerc, Sara Basilone, Luigi Caiffa. Torna da venerdì 21 a giovedì 27 all'Odeon, nell'ambito della "Cinquanta giorni di cinema internazionale a Firenze", l'appuntamento con il Florence Queer Festival, manifestazione dedicata al cinema - ma anche al teatro, all'arte e alla letteratura - "Lgbtiq" (acronimo per "lesbo, gay, bisexual, transgender, intersex e questioning") diretta da Bruno Casini e Roberta Vannucci con Silvia Minnelli e giunta alla sua dodicesima edizione.

Oltre trenta i titoli, quindici dei quali in concorso, presenti nell'articolato programma della rassegna che prevede anche due contest per corti ("Videoqueer" e "Se hai la testa fai il test", quest'ultimo sul tema della prevenzione dell'Hiv) e una retrospettiva dedicata proprio a Eytan Fox, atteso alla serata inaugurale (venerdì 21 alle 21) con il suo ultimo lavoro, "Cupcakes", esilarante commedia musicale che celebra l'amore, l'amicizia e la gioia di vivere. Fox - di cui saranno proiettati anche "Yossi", "Yossi and Jagger", "Mary Lou", "Walk on Water", tutti lungometraggi mai o poco visti in Italia - sarà poi protagonista di un incontro a ingresso libero domenica 23 alle 11.30 con Bruce Edelstein della New York University.

Sempre il giorno dell'inaugurazione è in programma anche "This is Plastic!" di Patrizio Saccò, viaggio nel club milanese mecca dell'underground, dal quale sono passati Andy Warhol, Vincent Gallo, Madonna o Vivienne Westwood. Tra i titoli da non perdere, oltre al già citato "The Kreis" (il 23 alle 21 e, in replica, il 26 alle 18.30), vi sono poi "Pierrot Lunaire" del visionario regista canadese Bruce LaBruce, fra musiche di Schönberg e versi di Albert Giraud (sabato 22 alle 23.45), il documentario "Global Gay: the next frontier in human rights" di Frédéric Martel e Rémi Lainé, sul movimento globale per i diritti degli omosessuali (in anteprima italiana mercoledì 26 alle 18.30), "One Zero One" di Tim Lienhard, ibrido fra documentario e performance dal vivo sulla vita delle drag Cybersissy e BayBjane (il 22 alle 19), "Giò Stajano. Siamo tutti figli di Dio" di Luigi Caiffa, sulla vita del primo omosessuale dichiarato in Italia, scomparsa nel 2011 (il 23 alle 18.15), "Violette Leduc" di Esther Hoffenbnerg, sulla scrittrice iconoclasta degli anni Cinquanta (il 23 alle 18.30) e come film di chiusura, il 27 alle 22.30 in anteprima europea, "Helicopter Mum" di Salomé Breziner, storia di una mamma amorevole ma invadente, interpretata da Nia Vardalos (attrice e sceneggiatrice de "Il mio grosso grasso matrimonio greco") e del figlio diciassettenne Lloyd, ancora indeciso sulla propria identità.

In occasione della Giornata mondiale contro la transfobia del 20 novembre, inoltre, saranno presentati nel corso del festival tre film dedicati a questo tema: il documentario "Purple Skies" di Sridhar Rangayan, sull'emarginazione e la violenza subite in India dalle donne lesbiche, bisessuali o transessuali (il 25 alle 18 in anteprima europea); "Boy meets girl" di Eric Schaeffer, commedia struggente e romantica interpretata da Michael Welch (già protagonista di "Twilight") che affronta il passaggio all'età adulta (il 22 alle 21 in anteprima europea) e "Favolose: storie in passerella!" di Luca Oliviero, con le voci e i racconti delle protagoniste di un concorso di bellezza sui generis (il 27 alle 17 alla presenza di Regina Satariano, presidente del consultorio transgenere di Torre del Lago).
Ancora, un focus sui diritti umani, mercoledì 26 in collaborazione col Robert F. Kennedy Center, mostre e presentazioni di libri.
Programma completo su www.florencewueerfestival.it; biglietti da 5 a 10 euro.
fonte http://firenze.repubblica.it/ di GAIA RAU

martedì 18 novembre 2014

Lgbt: A Taranto per la prima volta il “TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE” il 20 novembre nell’auditorium del SS. Annunziata

CON IL “TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE” SI PRESENTA LA NUOVA ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO “T GENUS - MAGNA GRECIA” PER UNA NUOVA IDEA DI TRANSESSUALITÀ

Per la prima volta in assoluto, il 20 novembre prossimo verrà accesa la candela del TDoR (Transgender Day of Remembrance), la Giornata Mondiale contro la Trasfobia con cui da anni in tutto il mondo si commemorano le vittime di questa forma di discriminazione.

L’iniziativa è nata sul web per ricordare l’assassinio di Rita Hester, una transgender americana uccisa nel 1998 ad Allston, nel Massachusetts: già l’anno successivo venne organizzata a San Francisco a una grande veglia a lume di candela per ricordare lei e tutti i morti per transfobia, e da allora il 20 novembre di ogni anno le iniziative TDoR, sempre con simbolo una candela accesa, si sono via via moltiplicate in numerosi paesi di tutto il mondo.

A Taranto il TDoR (Transgender Day of Remembrance) sarà celebrato per la prima volta dall’associazione “T Genus - Magna Grecia”, in particolare organizzando il convegno “L’importanza della psicoterapia nel percorso verso sé stessi”; la manifestazione, sostenuta dal Centro Servizi Volontariato nell’ambito del “Regolamento Patrocini 2014”, si terrà giovedì prossimo, dalle ore 16.30 alle 19.00, nell’Auditorium del Padiglione Vinci dell’Ospedale SS. Annunziata.

Saranno trattati temi delicati inerenti il cambiamento di genere, come il percorso psicologico e l'iter legale, regolamentato ancora oggi dalla ormai obsoleta Legge n.164/82; interverranno Luca Quagliarella, psicoterapeuta del Policlinico di Bari, Barbara Gambillara, consigliera provinciale di Parità, Antonella Palmitesta, psicosessuologa e presidente dell’associazione N.U.D.I., Marina Venezia, coordinatore regionale Giustizia per i diritti-CittadinanzAttiva, e la psicologa Lucia Lacarbonara.

I lavori saranno coordinati da Miky Formisano, presidente dell’associazione “T Genus - Magna Grecia” che, costituita nello scorso aprile, è attiva per la tutela dei diritti delle persone transessuali e transgender.

Presentando l’iniziativa Miky Formisano ha spiegato che «T Genus è formata da persone, attive sul nostro territorio, che vogliono rivendicare una nuova idea positiva di transessualità priva di vittimismi, soprattutto non più legata al mondo della prostituzione, una piaga purtroppo ancora presente, o al travestitismo. Una nuova immagine di transessualità, un volto nuovo, fresco, autentico, vero e fuori da stereotipi che ci vogliono ancora vittime di una società di cui oggi facciamo invece parte integrante».
fonte http://www.agoramagazine.it Scritto da redazione cultura

Lgbt Arte: A Firenze "Omaggio al Maestro Piero Tosi" in mostra a Palazzo Pitti i costumi di scena di Maria Callas e Romy Schneider

Dal 1° ottobre 2014 fino all’11 gennaio 2015 la Galleria del Costume di Palazzo Pitti ospita la mostra dedicata a Piero Tosi nell’anno del conseguimento del premio Oscar onorario alla carriera con la seguente motivazione “Piero Tosi, un visionario i cui incomparabili costumi superano il tempo facendo vivere l’arte nei film”.

Il Maestro ha lavorato per anni come costumista teatrale, poi affermandosi soprattutto nel cinema a fianco di grandi registi fra i quali vanno ricordati Luchino Visconti ed altri che hanno contribuito a fare la storia del cinema italiano come Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mauro Bolognini, Liliana Cavani, Franco Zeffirelli e Pier Paolo Pasolini.

Tosi si è avvalso di sartorie teatrali di prestigio, come quella di Umberto Tirelli,con la quale collabora ancor oggi a distanza di anni dalla scomparsa di quest’ultimo.
La mostra, dal titolo “Omaggio al Maestro Piero Tosi. L’arte dei costumi di scena dalla Donazione Tirelli”, propone una quindicina di abiti di scena di Piero Tosi; questi sono esposti nella sala da ballo del museo, nell’allestimento coordinato dall’architetto Mauro Linari, e costituiscono un nucleo di grande importanza storica e di innegabile fascino della ricca donazione fatta da Umberto Tirelli alla Galleria del Costume nel 1986, comprendente abiti storici e costumi teatrali e cinematografici.

“Questa selezione di abiti di scena tratti dalla Donazione Tirelli – come afferma il Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini – non solo rappresenta la nota creatività di Tosi in una varietà di epoche e di tipologie, ma ci porta attraverso i migliori film dei più grandi registi italiani del Novecento”. Tra i costumi di scena disegnati da Tosi che è possibile ammirare in mostra ricordiamo Medea (film: Medea, regia di Pier Paolo Pasolini, interprete: Maria Callas), Elisabetta (Sissi) (film: Ludwig, regia di Luchino Visconti, interprete: Romy Schneider), Giuliana Hermil (film: L’innocente, regia di Luchino Visconti, interprete: Laura Antonelli); questi due ultimi sono frutto del sodalizio con Luchino Visconti che diede vita a veri e propri capolavori fondati su un rigore filologico perfetto, “al quale sono complementari – come spiega la Direttrice della Galleria del Costume, Caterina Chiarelli -, svelando la complessità di espressione del Maestro, l’inventiva e la creatività sprigionata dai personaggi atavici, quasi tribali nel film Medea”.

La mostra, chiusa ogni primo e ultimo lunedì del mese, sarà visitabile dalle 8.15 alle 18.30 nel mese di ottobre, e dalle 8.15 alle 16.30 da novembre a gennaio.
L’ingresso al museo è gratuito fino a 18 anni; dai 18 ai 25 anni è ridotto; gli adulti pagano il biglietto d’ingresso. Un’opportunità per le famiglie Domenica 12 ottobre 2014, in occasione della “Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo”, la Sezione Didattica del Polo Museale Fiorentino e la Galleria del Costume di Palazzo Pitti, propongono una serie di visite alla mostra “Omaggio al maestro Piero Tosi.

L’arte dei costumi di scena dalla Donazione Tirelli”. L’occasione offrirà alle famiglie e ai loro bambini la possibilità di partecipare a un percorso alla scoperta degli abiti creati per attori di cinema e teatro dalle abili mani di Piero Tosi, costumista, artista e poeta che con la sua arte riuscì a “vestire i sogni”. Le visite si terranno alle ore 10 e alle ore 11.30 con accompagnamento didattico gratuito, ingresso con il biglietto d’accesso alla Galleria del Costume.
La prenotazione è obbligatoria ed è possibile a partire da mercoledì 1° ottobre, presso Sezione Didattica (via della Ninna 5, a Firenze), telefonando al numero 055-284272 oppure scrivendo un’email all’indirizzo didattica@polomuseale.firenze.it. Per ogni visita è previsto un numero massimo di 15 bambini.

"Omaggio al Maestro Piero Tosi. L’ arte dei costumi di scena dalla Donazione Tirelli"
1° ottobre 2014 – 11 gennaio 2015 - Galleria della Moda e del Costume Palazzo Pitti Firenze
Telefono per info: +39 055 3693407 - E-Mail info: firenzemusei@operalaboratori.com
Sito ufficiale: http://www.polomuseale.firenze.it
fonte http://www.gonews.it Fonte: Ufficio Comunicazione Opera Laboratori Fiorentini

lunedì 17 novembre 2014

Lgbt: Perugia il prof che picchia l’alunno 14enne e gli dice «Essere gay è brutto»

Il ragazzo replica alla frase omofoba del docente e questi lo attacca con calci e pugni.
In attesa di indagini, il ragazzo è stato spostato in un’altra sezione

Picchiato a scuola e insultato da un professore. Il fatto è stato denunciato alla polizia dalla famiglia di uno studente 14enne che frequenta un istituto della provincia di Perugia.

“Il Giornale dell’Umbria” riporta che l’episodio si è svolto la settimana scorsa durante una lezione: secondo il racconto del ragazzo, suffragato dalla testimonianza di tre compagni di scuola, il professore avrebbe pronunciato la frase «essere gay è una brutta malattia», guardando fisso lo studente e in seguito chiamandolo per nome e cognome. In seguito, rispondendo a una domanda del giovane, avrebbe rincarato la dose: «Certo che dico a te, è brutto essere gay. Tu ne sai qualcosa».
Il professore avrebbe poi perso le staffe alla reazione contrariata del ragazzo che avrebbe risposto: «Sicuramente, da quando conosco lei».
Testimoni e il 14enne riferiscono di due calci alle gambe sferrati dal docente all’alunno , due pugni alla spalla e una lunga e pericolosa stretta al collo.

Il racconto del ragazzo in famiglia e la querela
All’inizio il 14enne interrogato sui fatti dalla coordinatrice di classe, non vuole parlare e anche una volta rincasato si mostra titubante. I genitori insistono quando lo vedono zoppicare e alla fine lui, tra lacrime di dolore e rabbia, racconta tutto e viene accompagnato in ospedale.
Al nosocomio gli riscontrano un grosso ematoma alla coscia (giudicato guaribile in cinque giorni) e dopo la segnalazione obbligatoria dell’ospedale, i genitori si recano alla polizia.
I genitori si sono affidati ad un legale ed hanno proceduto a depositare una querela, riservandosi ogni azione a tutela del figlio.
In attesa degli accertamenti la preside dell’istituto ha deciso di spostare il ragazzo di sezione in modo che non possa più incontrare il professore.
fonte http://www.corriere.it di Redazione Online

Lgbt: Laura Pausini ospite all'edizione spagnola di "C'è posta per te" un momento toccante con protagonista un giovane ragazzo transessuale

Non è la prima volta che Laura Pausini si trova al centro delle notizie LGBT della settimana, ma questa volta, per fortuna, non è per denunciare qualche crimine d'odio o combattere l'omofobia direttamente sulle pagine Facebook e in concerto: è successo tutto all'edizione spagnola di C'è posta per te, Hay una cosa que te quiero decir, dove la cantante è stata protagonista di una sorpresa davvero bella a Hugo, ragazzo transessuale FTM,, prima donna, innamorato follemente di lei e della sua musica.

Sfortunatamente i video non sono stati pubblicati su YouTube, quindi potrete vederli tutti AL LINK:
http://www.telecinco.es/hayunacosaquetequierodecir/programas/programa-116-12-11-14/Laura-Pausini-Conectamos-traves-musica_0_1891050573.html

Si tratta di filmati davvero commoventi, visto che il ragazzo ha ammesso di essere profondamente legato a Laura, perché proprio lei è stata uno dei suoi grandi punti di riferimento nel difficile periodo di cambiamento che l'ha visto protagonista. Preparatevi a una storia stupenda, insomma, da vedere e ascoltare senza interruzioni.

"Tu eri davvero tutto per me - queste, le parole di Hugo quando ha visto la busta aprirsi -. Sei stata la mia confidente, il mio rifugio e la mia protezione, una specie di amica migliore che mi ha aiutato e mi è stata vicina nei momenti più difficili".
fonte http://www.queerblog.it/Scritto da Mik

Al Centro Culturale Candiani di Mestre un "Focus on Daniele Sartori" retrospettiva dei corti queer più interessanti dell’artista veneziano

Mercoledì 26 novembre 2014 il Centro Culturale Candiani di Mestre, in collaborazione con l’ Ass. Cult. Mismomatic e Segnoperenne, presenta “Focus on Daniele Sartori”, una breve retrospettiva dedicata ai corti queer più interessanti dell’artista veneziano.


A partire dalle ore 18.30, presso la Sala Conferenze al IV° piano, saranno proiettati “L’appuntamento”, “Doris Ortiz”, “What about Alice?” e il nuovo “Contatto forzato”, girato interamente a Forte Carpenedo di Mestre e in questi giorni in concorso al XII° Florence Queer Festival.

L’evento è curato dall’Artista Adolfina De Stefani, la presentazione critica è affidata a Gaetano Salerno e in sala interverranno il cast artistico e tecnico delle opere.

La durata della proiezione è di 70 min. c.a., l’ingresso è libero.

Il Centro Culturale Candiani è in Piazzale Candiani 7 a Venezia Mestre.
Telefono 041-2386111. Mail candiani@comune.venezia.it

A QUESTO LINK MAGGIORI DETTAGLI DELLE OPERE:
http://lostinvauxhall.com/2014/11/15/focus-on-daniele-sartori-al-centro-culturale-candiani-una-retrospettiva-dedicata-al-regista-veneziano/
fonte Comunicato Stampa Lost in Vauxhall

sabato 15 novembre 2014

Lgbt Eventi: ”Jane Austen a Firenze” una mostra di Alessandro Fullin al Florence Queer Festival dal 16 al 30 Novembre

Il Florence Queer Festival
presenta ”Jane Austen a Firenze”
una mostra di Alessandro Fullin

Ireos via de’ Serragli 3, Firenze
Vernissage: 16 novembre 2014 ore 19.00
Finissage: 30 novembre 2014 ore 19.00 Ingresso libero


Jane Austen, la celebre scrittrice inglese, non è mai stata a Firenze. Per la precisione, non è mai stata in Italia: bisognerà infatti aspettare qualche anno prima che le signorine britanniche, armate della celebre guida Baedeker, intraprendano il loro Gran Tour nella penisola, alla ricerca di marmi romani e dei loro aitanti discendenti.
Per rimediare a questa “svista” biografica, Alessandro Fullin porta a Firenze i suoi minuscoli quadri (cm. 20×20) della serie “Jane Austen“: nature morte monocromatiche che raccontano gli oggetti oggi in pericolo grazie alle mail e l’ipod. Libri, lettere, fogli di carta: una biblioteca romantica fuori tempo massimo.
Accanto a questi lavori non mancano le lugubri “Clothbrush” o i cinematografici “Super Friedrich” e i “San Sebastiano“, icona sacra diventata, da Guido Reni in poi, anche gay.

La mostra inaugura alle ore 19.00 alla presenza dell’artista. Alle 19.30 si terrà “La visita guidata alle Opere e ai Fantasmi” e, a seguire, la presentazione dell’ultimo libro di Alessandro Fullin “Panico Botanico” (Cairo Editore). Un romanzo sorprendente, venato di humor e aforismi folgoranti, in un mondo declinato tutto al femminile, tra ambientazioni bucoliche surreali e passioni che stravolgono il cuore.

Il Florence Queer Festival è organizzato dall’associazione Ireos – Centro Servizi Autogestiti per la Comunità Queer di Firenze, in collaborazione con Arcilesbica Firenze e Music Pool, con il contributo di Fondazione Sistema Toscana – Mediateca Regionale e il patrocinio del Comune di Firenze. Il festival è inserito nel cartellone della 50 giorni di cinema internazionale a Firenze di F.S.T. -Mediateca regionale toscana. Direzione artistica Bruno Casini e Roberta Vannucci, organizzazione generale Silvia Minelli, selezione e programmazione Susan Sabatini, consulenti al festival Paolo Baldi e Massimo Poccianti.

Ireos – Via de’ Serragli, 3 – Firenze t. 055 216907
info@florencequeerfestival.it - silvia@florencequeerfestival.it - www.florencequeerfestival.it
fonte http://www.taxidrivers.it by RàRò

lunedì 10 novembre 2014

Associazioni lgbt: “Fateci cambiare genere senza modificare gli organi sessuali”

Appello al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e a quello del Senato, Piero Grasso, per far approvare il ddl 405 che permetterebbe di passare da maschio a femmina (e viceversa) sui documenti senza fare un intervento di demolizione o ricostruzione genitale.
Chiesto anche di impedire ogni operazione su bambini nati con condizione intersex

NON BISOGNA ESSERE TRANSGENDER PER SOSTENERE LA PETIZIONE FIRMA E FAI FIRMARE A QUESTO LINK :
https://www.change.org/p/per-l-approvazione-di-una-legge-che-tuteli-le-persone-transessuali


Stop agli interventi chirurgici e ormonali obbligatori per le persone transessuali e basta con i medici che stabiliscono un sesso per i bambini intersessuali, quando non sia a rischio la salute del neonato. Le associazioni per i diritti glbtqi (gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali) chiedono alla politica di prendere nettamente posizione sui temi di genere e lo fanno affidando a ilfattoquotidiano.it un appello indirizzato al presidente del Consiglio Matteo Renzi e a quello del Senato, Piero Grasso, oltre che ai presidenti delle commissioni giustizia e diritti umani, Francesco Nitto Palma e Luigi Manconi.

Trentotto sigle chiedono una veloce approvazione del disegno di legge 405 (http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/6267) in materia di riattribuzione del sesso, in modo che il cambio di genere sui documenti non implichi la rimozione dei genitali. “Il sesso sociale sia al di sopra di quello genitale, perché questa oggi è l’interpretazione più consona alla società italiana ed europea” scrivono.

La mappa europea: dove è obbligatoria la sterilizzazione
Chi non si sottopone a interventi di demolizione e ricostruzione dei genitali, in Italia non può cambiare genere sui documenti. E così capita che al proprio funerale, una donna sia vestita da uomo e celebrata con un nome maschile. E’ il caso di Nicole, di Avenza (in provincia di Massa Carrara), transessuale dall’età di 17 anni, che alla camera ardente è stata vestita come un uomo dalla famiglia e il cui funerale è stato celebrato con il suo vecchio nome.

Non accade ovunque così. In molti Paesi europei la sterilizzazione non è obbligatoria: Portogallo, Spagna, Regno Unito, Svezia, Germania, Paesi Bassi, Austria, Polonia e Croazia, solo per citarne alcuni. La fonte è la Mappa dei diritti dei trans in Europa pubblicata da Transgender Europe
(http://www.mediafire.com/view/bfncfn3xl2mx8ga/mappa%20sterilizzazione.pdf).

Le operazioni chirurgiche sono invece richieste per legge, tra gli altri Paesi, in Italia, Svizzera, Francia, Belgio, Norvegia, Finlandia, Lettonia, Danimarca, Repubblica Ceca, Grecia, Romania, Russia e Turchia.
Ma ci sono anche Stati in cui la riattribuzione di genere non è contemplata, come Irlanda, Slovenia, Ungheria, Lituania, Albania, Macedonia, Serbia e Bulgaria.

Riattribuzione del genere: un iter troppo lungo e costoso
Per cambiare genere sui documenti, oggi in Italia bisogna andare incontro a un percorso psicologico obbligatorio, a una terapia ormonale, ad operazioni chirurgiche di demolizione e ricostruzione e a una trafila nei tribunali.
“Il periodo in cui una persona transessuale, che voglia sottoporsi ad interventi chirurgici, è costretta a vivere con i documenti difformi è tra i 6 e gli 8 anni, che diventa tutta la vita per chi, invece, non sente la necessità di modificare la propria anatomia. Essendo le persone transessuali spesso disoccupate, i costi dell’iter giuridico, poi, sono sostenuti dalla collettività perché coperti dal gratuito patrocinio” spiega Michela Angelini, 31 anni, fondatrice del gruppo che promuove il ddl 405, per un iter giuridico snello e soprattutto omogeneo in tutto lo Stivale. “Siamo in un Paese estremamente difforme per trattamento: a Roma ci sono state sentenze di rettifica anagrafica senza interventi chirurgici, in altri tribunali è obbligatorio almeno eliminare le gonadi, in altri è richiesto l’obbligo di ricostruzione di un apparato genitale esterno” continua l’attivista.

Chi vive in attesa della riattribuzione di genere conosce un limbo doloroso, durante il quale è obbligato a dare spiegazioni sul proprio genere ogni volta che effettua una qualsiasi iscrizione o va semplicemente nello spogliatoio della palestra. Come aveva raccontato a ilfattoquotidiano.it Gianmarco Romanini, vicesindaco di Viareggio (in provincia di Lucca) in attesa della riattribuzione di genere.
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/03/vice-sindaco-chiara-romanini-aiutero-chi-come-me-vuole-cambiare-sesso-ma-e-solo/1080832/)

“L’aver documenti difformi al proprio aspetto è una fonte certa di transfobia e di continua violazione della privacy, ogni volta che si mostra un documento questo ci denuncia come transessuali e, specialmente in questo momento storico, trovare un datore di lavoro disposto ad assumere una persona transessuale è difficile” ricorda Angelini.

L’iter per la riattribuzione minaccia anche l’indipendenza economica.
“Sul nostro blog disegnodilegge405.blogspot.it Stefano, libero professionista, racconta che, in attesa che si compia l’iter giuridico, con oramai un corpo maschile ma i documenti femminili, è costretto a ridurre al minimo i rapporti con i clienti e anche a negare la propria transessualità per mantenere il lavoro” rivela la promotrice del ddl.

Che le persone transessuali nel nostro Paese siano molto discriminate è opinione diffusa: lo pensa l’80,3 per cento degli italiani tra i 18 e i 74 anni tra quelli intervistati dall’Istat per il rapporto “La popolazione omosessuale nella società italiana” del 2012. E per quasi 8 italiani su 10 non è accettabile che non trovino lavoro o venga loro rifiutato un affitto a causa della loro condizione sessuale. Eppure – è questa la contraddizione – il 30,5 per cento degli stessi intervistati non vorrebbe averli come vicini di casa.

I casi dei bambini intersex
Le associazioni chiedono alla politica anche di “impedire qualsiasi intervento genitale su bambini nati con condizione intersex/DSD”, cioè disordini della differenziazione sessuale.
Questi sono, ad esempio, una inusuale combinazione di cromosomi o variazioni nei genitali, che possono essere in parte maschili e in parte femminili.
Una situazione che non necessariamente pregiudica la salute dei neonati, e può essere modificata una volta che abbiano sviluppato un’identità di genere.
Accade invece che alcuni medici scelgano di attribuire arbitrariamente un sesso, con l’assenso di genitori poco informati. Gli interventi chirurgici e le terapie ormonali su bambini intersex durano anni e possono essere traumatici, come rivela il documentario XXXY (2000) di Porter Gale & Laleh Soomekh, che dà la parola a uomini e donne il cui sesso è stato deciso alla nascita dai dottori. “Proprio ieri sera parlavo con la madre di una bambina intersessuale (all’anagrafe è obbligatorio dare un sesso ai bambini, anche se questo non è definibile) che ha deciso di non intervenire e di lasciar sviluppare l’identità della figlia autonomamente – conclude Angelini - La prossima settimana conoscerà un’altra famiglia che ha preso la stessa decisione. Ma sono eccezioni”.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it di Ilaria Lonigro

Lgbt Libri: "La ragazza indossava Dior" Storia (a fumetti) della Maison creata da Monsieur Dior

È il 12 febbraio 1947, a Parigi ci sono -6 gradi ed eleganti signore in fila davanti al numero 30 di Avenue Montaigne.
Sta per iniziare la nuova storia della moda.
Sta per nascere il "new look".
Un uomo sta per diventare una leggenda dell'haute couture.
È il giorno della prima sfilata dello stilista Christian Dior.

Questo l'incipit di una storia da leggere, ammirare e sfogliare (per sognare) attraverso le pagine e le illustrazioni del libro
"La Ragazza indossava Dior", edito da BAO Publishing.

Una storia da sogno durata dieci anni, dal 1947 al 1957, che ha portato la Maison Dior nell’olimpo della moda mondiale, raccontata con il tratto elegante della fumettista francese Annie Goetzinger.

Protagonista assoluto Christian Dior. Ma ci sono anche le sue donne in atelier, sarte, costumiste e collaboratrici, le sue "ragazze", le muse-modelle, che lo accompagnano fedeli tra duro lavoro, ambizioni, successi e delusioni, il lusso e lo splendore delle passerelle. E poi le dive e il glamour da Rita Hayworth a Marlene Dietrich, comprese le più importanti nobildonne europee. Tra le tavole si riconosce anche Carmel Snow, redattrice di Vogue che consegnò alla storia la definizione di New Look, una vera rivoluzione della moda.

A guidarlo, il suo pensiero, attualissimo ed eterno come il suo stile:“La Moda, in questi tempi governati dalle macchine, è uno degli ultimi rifugi dell’umanità, della personalità, dell’inimitabile.”
fonte http://www.elle.it/ Désirée Paola Capozzo

giovedì 6 novembre 2014

Lgbt: La top model Lea T è la nuova musa di Redken 5th Avenue, sarà la prima modella transgender a rappresentare un’azienda del gruppo L’Oreal

Redken 5th Avenue presenta la sua nuova musa, la modella brasiliana molto attiva nelle campagne anti-bullismo.

Lea T farà il suo debutto con Redken a Gennaio 2015, comparendo nella campagna stampa e social della colorazione Chromatics, fotografata dal celebre fotografo di moda Matt Irwin.

Redken 5th Avenue presenta la sua nuova musa, la modella brasiliana molto attiva nelle campagne anti-bullismo Lea T.
Con il suo innegabile spirito, l’incredibile look e i sui splendidi capelli, Lea è una musa perfetta per Redken.

Oggi Lea T approda nell’olimpo delle muse e dei creatori di tendenze di Redken, raggiungendo la musicista Sky Ferreira, la fashion blogger Chiara Ferragni, il celebre hairstylist e leggenda del mondo della moda Guido Palau, e la colorista delle celebrities Tracey Cunningham.

"Lea T è una vera pioniera nel campo del beauty," afferma Shane Wolf, Global General Manager di Redken 5th Avenue. "Esprime la visione di Redken di una bellezza globale ed ha una percezione di sé e della bellezza assolutamente particolare.”

“Ognuno di noi ha la propria personalità, la propria bellezza, la propria vita,”
dice Lea T. “Mi piace lavorare con Redken perché come brand apprezza tutti i tipi di bellezza. Crede nell’individualità di ciascuno e penso che questo sia davvero importante.”


Una delle modelle più richieste a livello mondiale, Lea T è stata scoperta dal designer di Givenchy Riccardo Tisci e nel 2010 è diventata il volto del brand. È apparsa sulle riviste Vogue Paris, Vanity Fair, Vogue Brazil, Numero, W, Hercules, Interview, Cover e Love, nonché sulla copertina di Elle Brasil, e dell’edizione Primavera Estate 2011 di Love al fianco di una veterana del mondo della moda, Kate Moss.

Lea T farà il suo debutto con Redken a Gennaio 2015, comparendo nella campagna stampa e social della colorazione Chromatics, fotografata dal celebre fotografo di moda Matt Irwin.
fonte http://styleandfashion.blogosfere.it CaterinaDiIorgi- Foto by Twitter and Facebook

Lgbt Radio: L’Italia non è un paese per vecchi, soprattutto se gay, lesbiche o trans, se ne parla a“Oltre le Differenze”

Nella puntata di venerdì 7 novembre il progetto Lambda terza età e i gruppi Over55 lgbt

L’Italia è un paese accogliente per persone lgbtqi nella terza età? A questa domanda si cercherà di rispondere nella puntata di venerdì 7 novembre di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico di informazione sul mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer, condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, in onda alle 21 su Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10 o diretta online dal sito www.antennaradioesse.it) e in replica sabato 8 dalle ore 15.

La popolazione gay, lesbica o transgender over 60 ha esigenze e bisogni specifici?
A Torino è nato uno sportello di informazione e orientamento dedicato a questo target, il progetto Lambda terza età che è in grado di accogliere, ascoltare e rispondere ad alcune di queste esigenze, attraverso una rete di volontari, se ne parla meglio con una delle volontarie Emilia Astore.
Per rispondere alle necessità di socializzazione, visibilità e condivisione ci sono invece i gruppi Over55 lgbt, organizzati nelle città di Rimini, Modena, Bologna, ma presenti anche sui social network e in via di costituzione in altre località italiane, ce li presenterà Alfredo, referente del gruppo Over55 lgbt di Modena.
Non mancherè la rassegna stampa sulle notizie a tema lgbt, ma anche la notizia da “Passare Oltre…” e infine i consigli su libri, serie tv, eventi lgbt nella rubrica Rainbow Life Style.

E' sempre possibile interagire con la redazione del programma attraverso la mail redazione.oltreledifferenze@gmail.com, la pagina fan su Facebook e il blog www.oltreledifferenze.wordpress.com.

mercoledì 5 novembre 2014

Lgbt Libri: "Una Callas dimenticata" di Dario Fo e Franca Rame

A Franca
Questo mio libro è dedicato a una delle cantanti più famose dell'ultimo secolo e che, a Verona, nello stupendo palcoscenico dell'Arena, per la prima volta nella sua vita ha debuttato in Italia.
Si tratta di Maria Callas.

Personalmente ho conosciuto questa eccezionale soprano quando avevo poco più di 20 anni. Lei ne aveva due o tre più di me.
Frequentavo l'Accademia di Brera e tutti noi allievi spesso eravamo ingaggiati dalla Scala, nello spazio dedicato alla scenografia, per rinfrescare i fondali e i drappi di repertorio per i nuovi allestimenti.

Naturalmente ci pagavano... poco, ma ci pagavano!
Da un trabattello sul quale stavo lavorando ho notato una ragazza piuttosto avvenente che attraversava tranquillamente il palco, transitando come niente fosse tra le strutture sceniche e gli scorrevoli. Preoccupato le ho gridato: “Fermati, è pericoloso attraversare il palco adesso! Non vedi che dalla soffitta stanno calando centine e colonnati della scena? Dove stai andando? Vuoi finire schiacciata come una sfogliatella?”

E lei: “Sto andando in proscenio, stiamo provando lì”.
All'istante arrivò il responsabile del montaggio che disse: “Non si preoccupi signora Callas, ci penso io”; e così le fece strada prendendosela per mano e l'accompagnò passando da dietro le quinte.
Poi la sentii cantare. Tutti noi ragazzi della scenografia ci bloccammo, scendemmo da scale e praticabili.
Quindi, badando di non dare nell'occhio, ci avvicinammo al proscenio: di lì a poco eravamo tutti seduti sul pavimento dietro le quinte, ad ascoltare affascinati l'aria di Casta Diva.
Alla fine, non abbiamo potuto trattenerci dall'applaudire, il direttore di scena ci cacciò dal palco come degli intrusi. “Peggio, dei guardoni musicali... non si ascolta di nascosto una soprano come questa!”

E poi parte lo spettacolo ... lo spettacolo immaginato da Dario e lo spettacolo a volte tragico della vita della grande diva Maria Callas.

"Una Callas dimenticata" La vita straordinaria di Maria Callas raccontata da Dario Fo e Franca Rame
fonte pagina FB Dario Fo via http://www.commercioetico.it

martedì 4 novembre 2014

Lgbt Arte: Frida Kahlo e Diego Rivera. La mostra a Palazzo Ducale di Genova

“Tu ti chiamerai Auxocromo, colui che capta il colore. Io Cromofora, colei che dà il colore… Tu riempi e io ricevo”

Frida: una donna poliedrica, criptica, affascinante, insomma, un mito. Se la mostra allestita alle Gallerie del Quirinale a Roma fino al 31 agosto era incentrata quasi esclusivamente su di lei, a Genova, Palazzo Ducale apre le sue stanze per accogliere le sue opere affiancate a quelle di Diego Rivera, il compagno di una vita.

Nelle prime stanze, il colore blu delle pareti ci indica la presenza di opere che testimoniano la maturazione artistica di Diego Rivera (1886-1957), dagli esordi, caratterizzati da una pittura realista, al suo arrivo a Madrid e poi a Parigi, dove si inserirà nel gruppo degli artisti di Montparnasse. Entrato in contatto con le Avanguardie artistiche del primo Novecento si ispirò in particolar modo al cubismo. Il clima di incontro-scontro, gelosie e rivalità varie, interno al gruppo, però lo porterà ad allontanarsi da questi artisti, spostandosi verso uno stile più naturalistico.

Proseguendo, il colore delle pareti diventa rosa acceso: eccoci in compagnia di Frida Khalo, nata a Città del Messico nel 1907. Animata da una forte passione politica, farà parte del Movimento degli studenti rivoluzionari e verrà a contatto con il movimento futurista di cui condividerà molte idee. Un grave incidente in autobus segnerà la sua vita: durante la convalescenza infatti Frida iniziò a dipingere, da autodidatta.
Il suo stile si ispirò allo stridentismo (adattamento del futurismo europeo) e alle scuole naif ed espressive messicane post-rivoluzionarie. La svolta della sua carriera artistica avvenne nel 1928, quando mostrò i suoi dipinti a Rivera, artista di ventuno anni più grande di lei, che l’anno successivo diventerà suo marito.

Dopo le nozze soggiornarono quattro anni in USA, per il lavoro di Diego, attirando così l’attenzione mediatica. Per Frida sarà l’occasione di conoscere le Avanguardie artistiche e far maturare il suo stile pittorico. La vita coniugale sarà travagliata, scombussolata da vari tradimenti di Diego, da un aborto spontaneo di Frida, da un divorzio e da un loro secondo matrimonio. A New York Frida indagò la sua personalità attraverso l’influsso dell’oggettività tedesca, della pittura degli Anni ’30 europea e del futurismo.
La loro storia si intrecciò con le vicende post-rivoluzionarie, con i murales rievocativi commissionati a Rivera (“Murales di Emiliano Zapata”), con la loro adesione al Partito Comunista, con la figura della loro amica, fotografa e comunista, Tina Modotti.

Le pareti color arancio rivelano il confronto tra le opere di Frida e quelle di Diego: se i ritratti di Diego Rivera sono eleganti e raffinati, quelli di Frida sono precisi, enigmatici, iconografici. Si parla spesso del Surrealismo dei due artisti: quello di Frida consiste nel prendere l’iconografia del quotidiano, alienandola per descrivere la sua surrealtà, quello di Diego consiste invece nel trovare oggetti, osservarli, potenziandone le sembianze.
Nelle opere di Diego non c’è mai un chiaro segno dell’amore per la moglie, mentre nei lavori di Frida il desiderio d’amore è il tema costante. Frida sarà per tutta la vita legata a quest’uomo che ripetutamente la tradì, persino con la sorella di lei – questa sarà la causa del loro divorzio, seguito però un anno dopo dal loro secondo matrimonio.
Le opere di Frida hanno implicazioni biografiche, psicologiche, introspettive.
Basti pensare a “Diego nei miei pensieri”, “L’abbraccio amorevole dell’Universo, la terra (il Messico), Diego, io e il signor Xolotl”, “Autoritratto con scimmia” e moltissimi altri.
Negli ultimi anni della sua vita, segnati dalla malattia, Frida è portata a dipingere soprattutto nature morte o autoritratti.
La vita di questa coppia, continuamente segnata da passioni politiche, passioni artistiche, tradimenti e amore, è magistralmente raccontata in questa mostra attraverso un dialogo serrato e avvincente delle opere di Diego e Frida. Una mostra che lascia il segno.

“Vorrei darti tutto quello che non hai mai avuto, e neppure così sapresti quanto è meraviglioso amarti” Frida-Kahlo

INFORMAZIONI UTILI
Frida Kahlo e Diego Rivera PALAZZO DUCALE Piazza Giacomo Matteotti, 9 – Genova
20 settembre 2014 – 8 febbraio 2015
INFOLINE, PRENOTAZIONI Tel. +39 010.9280010; gruppi scolastici Tel.+39 010.8171604
www.fridakahlogenova.it

fonte http://www.artslife.com/By Giulia Genesio

Apre a Vicenza da mercoledì 5 novembre il primo sportello Lgbt gratuito

Anche Vicenza avrà da mercoledì 5 novembre un nuovo servizio dedicato a tutte le persone lesbiche, gay, bisex, trans, intersessuali e queer che sentano la necessità di un supporto o un ascolto non giudicante. Offrirà consulenza e sostegno psicologico gratuito per questioni di genere, mobbing, coming out, bullismo omofobico, transizioni di genere.

Lo sportello Lgbt (Lesbian Gay Bisex Transgender) avrà sede presso l'associazione “Donna Chiama Donna onlus”, in via Torino 11, dove sarà a disposizione gratuitamente, su appuntamento, un'operatrice esperta, affiancata da personale volontario appositamente formato.

Il nuovo servizio è stato presentato oggi dal consigliere delegato alle pari opportunità Everardo Dal Maso e dai rappresentanti del coordinamento delle associazioni Lgbt Daniela Ghiotto, Nicoletta Piazzetta e Mauro Miazzolo. “Finalmente siamo riusciti a concludere il percorso lungo e complesso che ci ha condotto all'apertura di uno sportello di riferimento soprattutto per i giovani che, in un particolare momento della loro vita, non avendo il coraggio di parlare con i genitori o con gli insegnanti, sentono il bisogno di rivolgersi ad una persona con specifica preparazione che possa sostenerli – ha annunciato il consigliere delegato alle pari opportunità Everardo Dal Maso -.

Lo sportello, che sarà in funzione per due ore al giorno ogni due settimane su appuntamento, fornisce consulenze gratuite. Con i 7 mila euro messi a disposizione dal Comitato Vicenza Pride 2013 lo sportello riuscirà a rimanere attivo per i prossimi due anni senza gravare in alcun modo sulle casse del comune. Sono convinto che si tratti di un servizio concreto a sostegno della comunità Lgbt che tanto si è spesa per il Pride 2013”. “Le tre operatrici che si turneranno allo sportello, già in servizio per “Donna Chiama donna onlus”, e una ventina di volontari che le affiancheranno, hanno seguito nove incontri di formazione, finanziati dal Comitato Vicenza Pride 2013, che hanno spaziato attraverso varie tematiche, condotti da specialisti tra cui avvocati e psicoterapeuti – ha precisato Daniela Ghiotto del coordinamento delle associazioni Lgbt - e gli ultimi incontri si terranno il 15 novembre e il 6 dicembre”. I giovani ragazzi Lgbt sono spesso vittime di violenza e bullismo e nella maggior parte dei casi non hanno il coraggio di rivolgersi ai genitori, ai professori o alle forze dell'ordine.

In un momento della vita già di per sé complicato, si trovano quindi ad essere vittime di pregiudizi ed ingiustizie e a non avere un punto di riferimento con cui sfogarsi o chiedere aiuto.

Lo sportello nasce con l'intento di aiutare questi ragazzi e di prevenire situazioni limite che portano anche a gesti estremi. Lo sportello è nato dalla volontà di una parte dei componenti del Comitato Vicenza Pride 2013, che ha proposto alle associazioni Lgbt vicentine di partecipare al progetto, dando vita a questo servizio nuovo e gratuito per la comunità vicentina.

Il coordinamento vicentino, formato dalle associazioni Delos, Agedo Vicenza, Rete Genitori Rainbow, la Parola, Arcigay 15 Giugno, Famiglie Arcobaleno, che si battono a favore del riconoscimento dei diritti della comunità rappresentata lesbiche, gay, bisex, trans, intersessuali e queer, ha accolto l'invito di costituire uno Sportello Lgbt in città e si è attivamente impegnato per la sua realizzazione. Lo sportello sarà aperto al pubblico ogni primo e terzo mercoledì del mese dalle 17.30 alle 19.30 su appuntamento.

I costi del servizio saranno sostenuti per i primi due anni con fondi raccolti dal Comitato Vicenza Pride 2013 che ha messo a disposizione la somma di circa 7.000 euro. Chi lo desidera può richiedere l'attestato di iscrizione quale famiglia anagrafica costituita da persone coabitanti legate da vincoli affettivi. Dal venerdì 1 giugno 2012 ad oggi la richiesta all'ufficio anagrafe a palazzo Uffici è stata presentata complessivamente da 61 coppie di cui 53 composte da un uomo e da una donna, 3 da due donne, 5 da due uomini.
fonte http://www.ilgiornaledivicenza.it