mercoledì 16 ottobre 2013

Lgbt: I GLAAD Media Awards: cosa sono, chi li assegna e cosa rappresentano

L'innovazione sta a volte anche nel decidere il tipo di premio: come vengono rappresentati gli LGBT in televisione?

Qualche giorno fa, il diciassette per l’esattezza, è stato lo Spiritday: il viola per dimostrare solidarietà e attenzione a gay, lesbiche, bisessuali etransgender, promossa dal GLAAD che sta per Gay and Lesbian Alliance Against Defamation.

Ogni anno il GLAAD assegna dei premi a personaggi che in qualche modo hanno contribuito a restituire un’immagine veritiera e non quindi deformata, della realtà di chi viene indicato come “diverso”.

Scorrendo la lista dei vincitori dei premi, che sono circa una decina ogni anno, si leggono vari nomi interessanti: da quello di Whoopi Goldberg, si passa per Julienne Moore, arrivando a Shonda Rhimes (la mente di Grey’s Anatomy), Tom Ford.

Ma la cosa interessante è che questi premi vengono assegnati anche ai programmi televisivi. I GLAAD Media Awards premiano le trasmissioni in primetime (la fascia più spinosa dei palinsesti televisivi proprio perchè seguita dalle famiglie): ottanta esperti dei vari settori (televisione, musica, cinema e informazione), decidono le candidature per ogni singolo premio e che devono essere approvate dal consiglio direttivo del GLAAD. I vincitori così vengono determinati tramite votazioni online dei circa novecento iscritti.

Facciamo un passo indietro. Si parlava appunto di programmi televisivi, serie tv e cinema. Il fatto che questi premi vengano assegnati a una importante parte dei media, è sicuramente sintomo di una maggiore consapevolezza o quanto meno, germoglio di un nuovo inizio. Ricordiamoci che i programmi televisivi, le serie tv e i film di maggior successo, vengono esportati.
Prendiamo per esempio “Grey’s Anatomy“: in passato si è parlato di Alzhaimer, eutanasia, pena di morte, depressione, aborto. Nelle ultime stagioni, quelle più concentrate sulle vite dei protagonisti, c’è una coppia di lesbiche sposate con una bambina. Serie americana, trasmessa in molte parti del mondo, con successo.

La ABC e la FOX sono i soli networks a dimostrare un incremento quest’anno e ad avere la più alta percentuale di protagonisti LGBT al 5,4% ciascuna. Poi fra i dati raccolti si legge anche che: “Mentre l’anno scorso non ci sono stati protagonisti transgender, ce ne sarà uno nella prossima stagione di Glee“.

Si viene anche a conoscenza del fatto che dei settecentonovantasei personaggi nel broadcast primetime, la percentuale di personaggi femminili è diminuita in qualche modo del 43%. Le persone di colore verranno dipinte ancora al 23% dei regolari personaggi, mentre solo l’1% sarà raffigurato come persone con disabilità.

Le cose di stanno muovendo, già solo il fatto che qualcuno abbia pensato di premiare chi dimostri la natura infondata dei timori alla base delle discriminazioni, ha intuito come fare luce su un tema così scottante. Attirare l’attenzione quindi, mettere sotto la lente d’ingrandimento chi si espone in modo ragionevole e veritiero. In attesa di vedere una maggior presenza di LGBT nelle trasmissioni e nelle serie tv nostrane, accontentiamoci di quello che arriva dall’America.
fonte http://www.bloglive.it/i

Lgbt: “Invano mi odiano” di Yulia Matsiy, il primo film sui gay cristiani in Russia questa sera alle 21.00 al Circolo Arcigay di Milano

Ha ventiquattro anni e questa è la seconda intervista che le faccio. Sveglia cittadina di mondo, Yulia Matsiy è una cinefila eccezionale di origini russe, che usa l’immagine per denunce sociali e culturali.

Questa sera alle h.21.00 al CIG, Circolo Arcigay di Milano di via Bezzecca 3, sarà trasmesso il suo ultimo film, “Invano mi odiano-Racconto sui cristiani LGBT”: la prima pellicola in assoluto sui gay cristiani in russia. Per i LGBT(Lesbiche Gay Bisex Transgender) la situazione è diventata sempre più difficile dopo l’approvazione, nel 2013, della legge “omofoba” 6.21 che vieta la cosiddetta “propaganda dei rapporti non tradizionali ai minori”. La legge che finge di proteggere i minori dal traviamento ma, di fatto, legittima la violenza verso LGBT, favorisce il bullismo, reprime la libertà di stampa e distrae l’attenzione del popolo dai veri problemi sociali presenti nel Paese. Come spiega la sinossi del film, la trama si focalizza maggiormente sulla situazione della Russia, che però è comune per tutti i Paesi dell’ ex Unione Sovietica (URSS).

Per la realizzazione del film Yulia ha utilizzato, oltre alle interviste e alle scene girate, le riprese delle manifestazioni, documenti che ha trovato online, che denunciano la violenza delle proteste a Mosca e riprese esclusive della funzione ecumenica cristiana svolta alla chiusura del Vl Forum dei cristiani LGBT dell’ Est Europa e Asia Centrale, che è stato svolto quest’anno a Kiev (Ucraina) e le testimonianze delle persone semplici che vogliono che le loro voci siano sentiti in Europa e in tutto il mondo.
«Il titolo originale fa riferimento al Vangelo di Giovanni 15:25 che, secondo la traduzione sinodale in russo, significa letteralmente “mi odiano invano” e fa ricordare che Gesù stesso per primo è stato perseguitato per le sue idee che sembravano contraddittorie alla morale della maggioranza.» mi spiega Yulia prima di rispondermi alle domande.

Com’è nata l’idea di girare questo film?
«Per molte persone omosessualità e religione è un connubio stonato. Da quattro anni frequento la Chiesa Valdese, ufficialmente aperta a tutti coloro che credono in Gesù Cristo, compresi LGBT. Mi sono sentita chiedere più di una volta “Ma esistono gay credenti?” e ho pensato di fare un film per raccontare questa realtà.
Ho iniziato a girare in Italia, ma poi a Giugno in Russia, terra in cui è ambientata la storia, hanno approvato la legge repressiva 6.21 che viola la propaganda dei rapporti non tradizionali. Sono seguite tantissime manifestazioni, così ho contattato gli attivisti che lottano per i diritti LGBT. Ho preso l’aereo e sono andata a girare il mio film.»

Dal punto di vista dei contenuti perché lo ritieni interessante?
«Alcune riprese delle manifestazioni mi sono state regalate da Dmitry Zikov (Grani-TV), che vorrei tanto ringraziare. Io non c’ero fisicamente a Mosca quando approvarono la legge e quando ci sono state le manifestazioni. In più, quest’anno rappresentavo il gruppo VARCO (Gruppo evangelico di valorizzazione e riconoscimento della comunità omosessuale, gay e lesbica) al Forum dei Cristiani LGBT dell’Est Europa e dell’Asia Centrale. Di solito è proibito fare le foto e video durante il forum. Si fa molta attenzione alla privacy: tanti attivisti e partecipanti del forum usano i pseudonimi. Era proibito fare anche foto o video, ma a me, miracolosamente, hanno permesso di fare le riprese della funzione religiosa alla fine del forum con possibilità di inserirlo nel mio film.

Nel film parlo anche di movimento “Occupy Pedofilai” – movimento che finge di lottare contro la pedofilia ma invece si mostra violento verso persone di cui la colpa (o l’intenzione di fare il reato) è incerta. Infatti, il film contiene immagini forti di violenza psico-fisica. I video di questo movimento si trovano liberamente su internet e sono inseriti con lo scopo di denunciare tale comportamento. Sono invece censurati i volti delle vittime per rispetto di esse.»

Di cosa si tratta esattamente?

«Allora il movimento “occupy pedophilai” è un movimento popolare ideato da una persona che preferisco non nominare per non fargli pubblicità. Il movimento sostiene che il governo e la polizia non facciano abbastanza per fermare i pedofili, quindi si occupano in prima persona della “caccia”, che chiamano “safari”.
Cercano le persone su internet usando i profili fittizi (o di un ragazzo-esca) per cercare i pedofili, organizzano un appuntamento, poi invece durante l’incontro sfogano tutta la loro rabbia sul presunto pedofilo. Lo interrogano e lo trattano male lo umiliano in vari modi: sporcandolo di urina, dandogli schiaffi, rovinandogli i vestiti. A volte questi incontri finiscono con la violenza fisica vera e propria . Tutto ciò viene registrato con la camera e caricato su internet. Sono decine e decine di video, se non centinaia.
CONTINUA A LEGGERE L'INTERVISTA A QUESTO LINK:
http://www.milanopost.info/2013/10/16/invano-mi-odiano-di-yulia-matsiy-il-primo-film-sui-gay-cristiani-in-russia/
fonte http://www.milanopost.info di Claudia Pastore

Lgbt Radio: A Oltre le Differenze l’on. Walter Verini parla della proposta di legge contro omofobia e transfobia, giovedì 17 ore 21

Eccezionalmente in onda di giovedì 17 ottobre alle 21, nel format radiofonico sul mondo LGBTQI ospiti anche Lorenza e Ingrid, neo-spose dalla Svezia

L’on. Walter Verini del PD sarà l’ospite principale di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer, condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, nella puntata che eccezionalmente per questa settimana andrà in onda giovedì 17 ottobre alle 21 su Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10) o diretta online dal sito www.antennaradioesse.it.

Qualche settimana fa la Camera dei Deputati ha approvato il decreto legge che estende ai reati commessi in ragione di omofobia o transfobia le aggravanti previste dalla legge Mancino, qualcuno lo ha definito un passo storico, altri un compromesso politico necessario, altri ancora una legge farsa.

L’ on. Walter Verini è firmatario di un emedamento in particolare che ha scatenato forti critiche e discussioni, con il parlamentare del Partito Democratico approfondiremo quindi l’intento della legge, la questione della libertà di espressione e gli eventuali rischi interpretativi di tale norma, che adesso attende l’approvazione anche del Senato.

In seguito, primo appuntamento con la rubrica novità della 5° stagione “il giorno più bello” con ospiti Lorenza & Ingrid, neo-spose dalla Svezia, che hanno raccontato i preparativi del loro giorno più bello attraverso il blog LeiDisse Sì e ai microfoni di Oltre racconteranno come sono andate le celebrazioni delle nozze ma anche la fase successiva, ovvero la battaglia per il riconoscimento del matrimonio anche in Italia.

In chiusura consueto spazio alle segnalazioni di libri, film e appuntamenti a tema nello scaffale LGBT. Come sempre, c'è la possibilità di interagire con la redazione del programma ai contatti: 366 2809050 o redazione.oltreledifferenze@gmail.com. E’ attiva una pagina fan su Facebook e il blog www.oltreledifferenze.wordpress.com .
fonte Redazione OLTRE LE DIFFERENZE

martedì 15 ottobre 2013

Lgbt: Emilia Romagna: "Pronti ad accogliere i gay che scappano dalla Russia"

Il consiglio regionale ha approvato una risoluzione con cui si dice disposta ad accogliere i gay in fuga da putin e chiede per loro l'asilo politico. La Lega: "Quelle russe leggi di buon senso".

Durante l'ultima seduta del consiglio regionale dell'Emilia Romagna, che si è svolta lo scorso 9 ottobre, la maggioranza composta dai partiti di centrosinistra e dagli indipendenti Giovanni Favia e Franco Grillini, ha approvato una risoluzione con la quale si rende disponibile ad accogliere le persone lgbt russe costrette a scappare dal loro paese per via delle leggi omofobe e delle politiche discriminatorie messe in atto da Putin e dal parlamento di Mosca.

La risoluzione, proposta dai consiglieri Franco Grillini, Liana Barbati (Idv) e Luciani Vecchi (Pd), impegna il governo italiano a riconoscere lo status di rifugiati a gay, lesbiche e bisessuali che, perseguitati dal loro governo, si vedano costretti a scappare. Naturalmente, ora sta al governo aderire alla richiesta della regione guidata da Vasco Errani.

Intanto, però, non mancano le polemiche per l'iniziativa presa dalla maggioranza.
Al momento del voto in aula, infatti, Pdl e Lega hanno abbandonato gli scranni per protesta. I consiglieri dei due partiti di centrodestra, infatti, hanno tenuto a sottolineare non solo la contrarietà alla proposta della giunta, ma anche il loro favore alle iniziative legislative intraprese dal governo russo, in special modo alla legge che vieta la cosiddetta "propaganda e le relazioni sessuali non tradizionali in presenza di minori".

"È una tutela dei bambini - ha dichiarato Enrico Aimi, Pdl - e quanto al divieto dell'adozione di figli da parte di coppie omosessuali, anche in Italia non è consentito, come in Russia: dunque siamo nella stessa situazione".

Gli fa eco il collega leghista, Roberto Corradi. "Malgrado fosse evidente l'assurdità di muovere censure a norme che hanno quale unico scopo quello di tutelare i minori - ha commentato Corradi -, la potente lobby gay, che anche nella rossa Emilia detta la linea politica alla maggioranza di sinistra, non ha perso l'occasione per riaffermare con protervia il proprio essere al di sopra del bene e del male, esprimendosi con veemenza contro norme che si limitano a vietare (peraltro comminando mere sanzioni pecuniarie), la promozione e l'apologia di relazioni sessuali coi minori, e ad escludere le coppie gay dall'adozione, norme che qualsiasi persona normodotata riterrebbe improntate al buonsenso. Invece la maggioranza di sinistra ha votato una risoluzione al vetriolo, che oltre a chiedere al governo di deferire la Russia al Consiglio d'Europa, arriva perfino a sollecitare la concessione del diritto d'asilo politico per i gay russi".

Quello che il consigliere Corradi trascura è che la Russia è già stata richiamata sia dal Consiglio d'Europa che dall'Onu proprio per quelle leggi che la Lega ritiene "di buonsenso". Per di più le norme in questione vanno ben oltre le pene pecuniarie, prevedendo la reclusione anche per chi mostrasse solidarietà alle persone lgbt russe. Infine, vale la pena ricordare l'ondata di feroce violenza che sta colpendo la comunità lgbt nel territorio della federazione russa perpetrate da gruppi di violenti supportati dalle leggi in vigore.

Per Vecchi, infatti, quella emilianoromagnola è un'iniziativa che va nella direzione della tutela dei diritti umani e della non discriminazione.
"La Federazione russa - ricorda il consigliere del Pd - ha dei precisi obblighi di non discriminazione derivanti dalla sua adesione all’organismo internazionale e dalla ratifica della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
E non parliamo solo di una legislazione che discrimina, è qualcosa di molto più forte perché la legislazione adottata dalla Federazione Russa vuole colpire la propaganda dell’omosessualità e tutta la sessualità non tradizionale e punisce con il carcere persino chi dimostra tolleranza o comprensione verso le persone lgbt".
fonte http://www.gay.it/

Lgbt: Il sindaco De Magistris candida Napoli per il Pride 2014: "Vicini al movimento"

Il sindaco del capoluogo campano avanza la candidatura della sua città per la parata del prossimo anno: "Napoli è inclusiva e in prima linea".
Arcigay: "Sosteniamo la candidatura".

Napoli si candida ad ospitare il Pride nazionale del prossimo anno e ad avanzare la candidatura è il primo cittadino in persona, Luigi De Magistris.
Proprio come era stato lo scorso anno per Palermo, quando alla fine del corteo regionale Leoluca Orlando salì sul palco dichiarando la disponibilità ad accogliere la parata nazionale nel 2013, come è stato, un altro sindaco del sud si fa avanti e si schiera a fianco della comunità lgbt.

De Magistris ha inviato una lettera alle associazioni per proporre Napoli come sede del corteo del 2014. "Carissimi - scrive il sindaco -, Napoli è da sempre una città inclusiva, in prima linea sui diritti civili, vicina al movimento Lgbtqi italiano, in particolare, nel pretendere dal Parlamento una legge contro l'omofobia, a favore delle adozioni e matrimoni gay, che ci faccia uscire dall'oscurantismo per diventare finalmente un paese laico. Il grande successo dell'ultimo Pride regionale e dell'Onda pride 2013, ci inducono a candidare con entusiasmo e convinzione la nostra città quale sede ospitante del Gay pride nazionale del 2014. Sempre vicino alle vostre istanze di libertà e uguaglianza".

La lettera del primo cittadino partenopeo è stata accolta con favore dalle associazioni cittadine. "Un gesto importante" l'ha definito il presidente di Arcigay Napoli Antonello Sannino a La Repubblica. La candidatura, poi, cade in un anno particolare dato che proprio nel 2014 il circolo Arcigay della città vesuviana festeggia i suoi 30 anni di attività. "Il sindaco ha dichiarato la sua massima disponibilità a supportare l'organizzazione del Pride nazionale 2014.
Napoli è da sempre una città inclusiva, anche se estremamente difficile - ha commentato Sannino -. E questa amministrazione comunale è stata da subito vicina al movimento lgbt.

Sono anni invece che proviamo a chiedere un incontro al governatore (della Regione Campania, ndr) Stefano Caldoro senza avere alcun tipo di risposta ma solo terribili silenzi: di fatto, non vi è alcun tipo di sostegno effettivo alla comunità Lgbt da parte della Regione, un vuoto politico che ci spaventa e ci inquieta e che ci induce a tenere alto il livello di guardia".
Favore, dunque, da parte di Arcigay, ma anche sostegno alla richiesta di De Magistris.
Adesso la proposta dovrà essere valutata a livello nazionale, dove anche Roma si era candidata, ma non su richiesta del sindaco capitolino.
fonte http://www.gay.it

lunedì 14 ottobre 2013

Lgbt Napoli: Il convegno “Varianze di genere: buone pratiche e questioni sociali e politiche” si terrà venerdì 25 e sabato 26 ottobre

Si terrà venerdì 25 e sabato 26 ottobre prossimi presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli il convegno “Varianze di genere: buone pratiche e questioni sociali e politiche” organizzato dall’ONIG - Osservatorio Nazionale Identità di Genere, nel corso del quale saranno affrontate - a partire da un’ottica interdisciplinare - le questioni connesse ai percorsi di transizione ed il benessere delle persone lgbtqi.

Molteplici sono le sfide che si presentano per gli operatori sociali, gli psicologi, i medici, gli psichiatri, i giuristi ed i politici, chiamati a garantire la crescita e lo sviluppo dei singoli e della intera società in direzione di una maggiore inclusione ed accettazione di tutte le “diversità” e “particolarità”.

In particolare, nel corso del convegno, si parlerà del benessere delle persone trans, dei molteplici dilemmi che gli operatori affrontano nell’area delle varianze di genere quando si lavora con bambini ed adolescenti, delle nuove proposte di legge relative ai procedimenti di riassegnazione anagrafica del sesso e delle sfide che affrontano le persone trans per inserirsi nel mondo del lavoro.

Tra i relatori: Francesco Bilotta (avvocato, Rete Lenford), Giuseppina La Delfa (Famiglie Arcobaleno), Porpora Marcasciano (MIT, Bologna), Andrea Morniroli (Cooperativa Sociale Dedalus), Prof. Paolo Valerio, (Ordinario di Psicologia Clinica, Università degli Studi di Napoli Federico II, ONIG).

> scarica il programma completo:

http://www.onig.it/drupal6/files/flyers/Programma%20Onig_2013-2.pdf

Il convegno è realizzato con il patrocinio di con il Patrocinio di: Regione Campania, Comune di Napoli, Universita’ degli Studi di Napoli “Federico II”, Ordine Psicologi della Campania, Ordine Medici - Chirurghi e Odontoiatri di Napoli e Provincia, U.N.A.R. Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziali, Fondazione “Genere Identita’ Cultura”, Arcigay Napoli “identità libere”, Centro di ateneo Sinapsi.

Segreteria Scientifica: Paolo Valerio, Roberto Vitelli, Vittoria Colonna, Luca Chianura, Damiana Massara.
Segreteria Organizzativa: Fabiana Santamaria, Elena Curti, Paolo Fazzari
Per informazioni e iscrizioni: Unità di Psicologia clinca e Psicoanalisi applicata, Via Pansini, 5 - Napoli | 081 74 63 458 | convegno.onig2013@gmail.com

Orario: venerdì dalle ore 9.15 alle 17.45; sabato dalle ore 9.00 alle 13.00.
L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici si trova in via Monte di Dio 14.
fonte http://www.napoligaypress.it/

Lgbt: Angola, cantante transessuale ambasciatrice dell’ONU

La cantante transessuale angolana Titica potrebbe essere una dei prossimi ambasciatori di buona volontà di UNAIDS, non nuova a scegliere personaggi di grande visibilità sociale per le sue campagne, come la Miss Universo angolana Leila Lopes, che da enormi manifesti stradali incoraggia gli angolani all’uso del preservativo e a sottomettersi al test per l’HIV.

La scelta di Titica, famosissima transessuale, cantante di successo venerata da centinaia di migliaia di angolani, star indiscussa dello showbiz del paese, potrebbe essere la più controversa, proprio a causa della sessualità della sua protagonista.

Le leggi dell’Angola puniscono i rapporti omosessuali con i lavori forzati, ma nessuno ricorda l’ultima volta che la legge è stata applicata e nel paese non c’è traccia – ma si può sempre peggiorare – della feroce omofobia che caratterizza gran parte dell’Africa in questo scorcio di nuovo millennio e l’Angola è il paese africano in cui l’incidenza dell’HIV è più bassa.
fonte http://www.gaiaitalia.com di Daniele Santi

Lgbt: Spagna, denunciate tre scuole perché non vogliono rispettare «l’identità di genere dei bambini»

Grazie al sostegno dell’Associazione Transessuali Andalusia, tre famiglie hanno ingaggiato una battaglia legale contro gli istituti frequentati dai figli

L‘ultimo caso di famiglie che assecondano i figli, che sentono di appartenere a un sesso diverso da quello biologico, viene dalla Spagna, come ha raccontato El País: «La procura dell’Andalusia ha aperto un’indagine contro tre scuole di Málaga, due religiose e una pubblica, che hanno mostrato reticenze ad accogliere la sollecitudine dei genitori per il rispetto dell’identità di genere dei loro figli». Due scuole, per non incappare in problemi legali, hanno ceduto alle richieste della famiglie, mentre una terza non vuole accettare di inserire un maschio «nella lista degli alunni con il suo nome da femmina».

ASSECONDARE I BAMBINI. La madre di quest’ultimo bambino ha fatto causa alla scuola perché il collegio dei professori non vuole consegnare al piccolo l’uniforme da femmina. Le tre denunce sono state presentate dall’Associazione Transessuali Andalusia (Atc), che consiglia alle famiglie di assecondare il disagio e la volontà di cambiare sesso dei figli e ha convinto 12 genitori a ingaggiare una battaglia legale contro le scuole. E, oltre alla richiesta di vestire i bambini con uniformi del sesso opposto e a usare i bagni di conseguenza, l’Atc ha chiesto al governo dell’Andalusia di diffondere nelle scuole un nuovo metodo educativo che rispetti la loro libertà di scelta.

ALTRI CASI. I casi spagnoli sono solo gli ultimi di un elenco che si fa sempre più lungo. In Colorado i genitori del piccolo Coy hanno vinto la battaglia legale con la scuola che non voleva permettergli di usare il bagno delle bambine. Coy, da quando aveva appena 18 mesi, è trattato da genitori come una femmina solo perché giocava con i giochi della sorella.
Anche la mamma e il papà della canadese Wrenna hanno deciso che la figlia era un maschio perché lei si sentiva così. Perciò la scuola ha accettato di accoglierla negli spogliatoi maschili.
Lo stesso è accaduto a Manuel che a sei anni, grazie a sua madre, è diventato Lulu: lo Stato argentino gli ha permesso di ottenere documenti femminili.
fonte http://www.tempi.it/Benedetta Frigerio