mercoledì 14 agosto 2013

Lgbt: Mondiali di Atletica, Nick Symmonds contro la legge russa: “Argento dedicato ai gay”

Nick Symmonds ha dedicato il suo argento negli 800 metri ai Mondiali di atletica di Mosca a tutti i suoi amici omosessuali, con una dichiarazione al sito russo R-sport che potrebbe costargli la possibile violazione della controversa legge russa contro la propaganda gay, da lui già criticata alla vigilia della manifestazione.

“Per quanto posso parlare apertamente su questo, credo che tutti gli esseri umani meritino allo stesso modo perché comunque li ha fatti Dio”, ha osservato dopo la vittoria di ieri.

“Non importa se uno è gay, eterosessuale, bianco o nero, noi tutti siamo degni di avere pari diritti, non sono d'accordo con questa legge. Se c'è qualcosa che posso fare per sostenere la causa e promuoverla ulteriormente, lo farò, senza paura di essere arrestato. Io rispetto la capacità dei russi di governare il loro popolo, ma non sono d'accordo con le loro leggi. Ho rispetto per questa nazione, ma non sono d'accordo con le sue regole”, ha aggiunto.

La legge russa contro la propaganda gay è stata oggetto di polemica prima dei Mondiali di atletica, quando il mondo internazionale dello sport ha espresso critiche e timori in vista delle grandi competizioni sportive organizzate dalla Russia: la prossima sono i Giochi Olimpici di Soci in febbraio.
fonte http://www.sportevai.it

Trieste perché non ospiti le olimpiadi lgbt?

Anversa ha ospitato la terza edizione del World Outgames (Woga) ovvero le olimpiadi lgbt.

Più di 6mila atleti e tantissimi spettatori, gare e competizione sportiva, dal nuoto ai balli di coppia ed in più una piccola manifestazione cittadina, con carri colorati, persone in festa, amore e condivisione, fiori e corone.

Anche se non è passata inosservata l’eccessiva sponsorizzazione dei carri, da parte di locali, pub, attività commerciali, che pubblicizzavano tale evento ed i loro volantini venivano diffusi durante il tragitto del corteo, d’altronde il capitalismo con il suo consumismo non può che approfittare anche di situazioni favorevoli come queste.

Ma la cosa che mi ha colpito di più è stato l’aver visto all’interno della parata di sabato 10 agosto, sfilare la polizia belga ed in divisa. Esistono diverse associazioni delle forze dell’ordine che fanno parte della rete LGBT (acronimo di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) di polizia, l’European Gay Police Network .

Vi è la Spagna, l’ Austria, la Germania, la Francia, la Svezia, l’ Irlanda, la Svizzera , il Belgio con i suoi Rainbow Cops Belgium ma anche l’Italia con Polis Aperta. Polis Aperta è un’associazione nata nel Febbraio 2005 per volontà di un gruppo di persone che svolgono il proprio servizio nelle forze di polizia e nelle forze armate, che condividono oltre al lavoro, anche l’orientamento affettivo omosessuale e tale associazione ha sede proprio a Trieste in Piazza Duca Degli Abruzzi ed ha partecipato anche al recente gay pride di Palermo.

Insomma da un lato hai l’Italia che continua a vivere l’omosessualità come un problema, l’omofobia con tutte le sue connotazioni è un male che trova le sue radici prevalentemente nell’ignoranza e nel bigottismo di questo Paese chiuso nelle sue tradizioni conservatrici nonché nella viva ipocrisia; dall’altro tramite l’associazionismo più variegato si cerca invece di alzare un muro contro questa viltà per isolarla.
Sarebbe importante per una città come Trieste poter ospitare le olimpiadi Woga lgbt, è questione di volontà e di sensibilità politica e sociale.
fonte http://bora.la di Marco Barone

Lgbt: Usa, in California cade un altro tabù: Studenti trans liberi di scegliere bagni

La nuova legge firmata dal governatore democratico Jerry Brown. Le scuole dovranno adeguarsi alla nuova normativa

SACRAMENTO (California) - La California rompe un altro tabù sessuale e diventa il primo Stato non solo degli Usa ma del mondo a permettere che gli studenti transessuali possano scegliere liberamente a scuola se andare nei bagni degli uomini o delle donne, così come se praticare sport nelle rappresentative maschili o femminili e se usare gli spogliatoi per maschi o quelli per femmine. Il governatore, il democratico Jerry Brown, ha firmato la legge che consente ai transgender di decidere in base alla percezione che hanno di se stessi. E le scuole dovranno adeguarsi alla novità.

La legge risponde alle questioni poste da famiglie di studenti transgender che a livello locale hanno dato battaglia alle autorità scolastiche, spesso portando le loro istanze nelle aule di tribunale. Secondo i sostenitori del provvedimento, contribuirà a ridurre il fenomeno del bullismo e le discriminazioni.

Gli oppositori, a cominciare da diversi parlamentari repubblicani, sostengono che comporterà un'intrusione nella privacy degli studenti cui bagni e spogliatoi sono da sempre destinati. Critiche cui i promotori della legge replicano facendo presente che in genere gli studenti transgender cercano di mescolarsi con gli altri e di non attirare l'attenzione di chi li circonda.

E ricordano che il più grande distretto scolastico della California, quello di Los Angeles, ha adottato questa politica quasi un decennio fa e non è mai stato segnalato nessun problema.
fonte http://www.repubblica.it

martedì 13 agosto 2013

Lgbt Salerno: sit-in e fiaccolata in Piazza Amendola per ricordare le vittime dell’omo-transfobia, oggi 13 agosto alle ore 20.00


Ancora il tragico suicidio di un adolescente, Roberto, che ha deciso di togliersi la vita a Roma il 7 agosto scorso perché deriso ed isolato il quanto gay. A Roberto una società omofoba aveva sottratto gli strumenti per comprendere che la sua vita era meravigliosa, come quella di tutti gli adolescenti. Nessuno, istituzioni, politica, media, associazioni, può sottrarsi alle responsabilità per ciò che accade e che puntualmente si ripete con drammatica frequenza.

Non basterà battersi per una legge giusta, subito, che reprima anche i reati motivati da omotransfobia, rimuovendo gli assurdi emendamenti che hanno svuotato il senso della proposta originaria. Ce lo insegnano anni di blanda applicazione della Legge Reale Mancino sui reati motivati da odio razziale o religioso. E’ impensabile che vi sia ancora chi ritiene "limitativo" della libertà di espressione il divieto di dire che essere gay significa essere malati e contronatura. L’emendamento proposto da alcuni parlamentari di area cattolica (anche del PD) introdurrebbe dunque, proprio nella legge che dovrebbe contrastare l’omotransfobia, la non punibilità di comportamenti che la generano.

L’approvazione di una legge giusta che punisca i reati motivati da omotransfobia deve essere soltanto il primo passo, cui bisognerà associare politiche culturali rivolte soprattutto al mondo della scuola. Ciò che noi possiamo fare per questa vittima, per le altre vittime di odio omotransfobico e per tutte le persone che soffrono in silenzio anche intorno a noi è operare affiché nessun ragazzo o ragazza omosessuale o trans debba mai più sentirsi sola o, peggio, “sbagliata”, affinchè essi comprendano che la loro e la nostra diversità, quella di tutte le persone, a prescindere dall’orientamento sessuale e dalla identità di genere, è un valore, e non una colpa.

Per ricordare Roberto, Andrea, e tutte le giovani vittime dell’indifferenza e dell’intolleranza omotransfobica, è convocato da Arcigay Marcella Di Folco di Salerno e dalla Antenna Territoriale Unar di Salerno un sit-in in Piazza Amendola, nei pressi della Prefettura di Salerno, per il giorno 13 agosto alle ore 20,00”.

Il Presidente del Comitato - Arcigay “Marcella Di Folco” di Salerno Ottavia Voza
12/08/2013 18.27.36
fonte http://www.salernonotizie.it

Lgbt Musica: Laura Pausini: non si può decidere di morire perché si è gay!

Tra le artiste italiane più amate all’estero, Laura Pausini ha sempre unito alla grande umiltà e alle straordinarie doti vocali, un forte impegno nel sociale, come hanno dimostrato i suoi continui sforzi, negli anni passati e anche adesso, per cause molto importanti, come l’iniziativa Amiche per l’Abbruzzo.

Dopo la tragica notizia che vi abbiamo riportato ieri, del 14enne romano suicidatosi perché omosessuale, la Pausini non è riuscita a stare zitta, profondamente indignata e addolorata per un evento così tragico in un Paese che continua a definirsi civilizzato.

“Non si può decidere di lasciare la vita perché nessuno ti comprende – scrive Laura – Sono senza parole, piena di rabbia e dolore perché in questo nostro paese si vive per giudicare (…) Com’è possibile estraniare un giovane ragazzo perché è gay? (…) voi che soffrite ancora, cercate di trovare chi vi ascolta, e non giustificatevi mai per chi siete”.

La cantante continua a far sentire la propria voce, non solo in note, ma anche per smuovere qualcosa, e nel caso specifico, proprio quel provvedimento legislativo contro l’omofobia tanto sostenuto dalla Boldrini.

Ma quello che è necessario cambiare, in Italia, è l’animo,laura pausini The Greatest Hits World Tour la testa, la predisposizione delle persone per un pregiudizio e una paura che non dovrebbe esistere. Una voce nota, come quella di Laura, può aiutare a smuovere le cose in alto, ma siamo noi cittadini a dover cambiare, a dover accogliere, e soprattutto a dover imparare ad amarci.
fonte http://www.pinkdna.it di Chiara Guida

Lgbt: Parlamentari del PD di Bologna: “in prima fila per legge anti omofobia”

“L’approvazione di una legge contro l’omofobia e la transfobia sarà una delle priorità del Parlamento dopo la pausa estiva.

Daremo il nostro contributo attivo affinchè il testo finale dia una risposta chiara e ferma alla richiesta ormai ventennale delle cittadine e dei cittadini lgbt: la piena estensione della legge Mancino alle discriminazioni e agli atti di odio e violenza motivati da orientamento sessuale e identità di genere”.

Così i deputati e senatori bolognesi del Pd rispondono alla sollecitazione del Cassero, il circolo di Bologna dell’Arcigay, che aveva invitato il Pd bolognese a fare pesare nel dibattito nazionale la posizione storicamente più attenta e più matura del partito bolognese sul tema dei diritti civili.

“La storia di Bologna, città da sempre attenta al pluralismo e ai diritti di tutte tutti, e la presenza in città di solide organizzazioni di promozione dei diritti delle donne, di gay e lesbiche, delle persone transessuali fanno della nostra città un luogo di forte elaborazione e spesso di apripista sui temi che riguardano la libertà delle persone.

Anche per questo tutte e tutti noi siamo in prima fila in Parlamento nella promozione di leggi che amplino questi spazi di libertà : dalla legge sul femminicidio alla cittadinanza per i bambini figli di stranieri, dall’omofobia e la transfobia al riconoscimento dei diritti delle coppie dello stesso sesso. Sia nella nostra azione in città che nel dibattito nazionale questo nostro contributo non verrà meno”.

(Sen. Sergio Lo Giudice - Sen. Rita Ghedini - Sen. Claudio Broglia - Sen. Francesca Puglisi - Sen. Giancarlo Sangalli - On. Sandra Zampa - On. Marilena Fabbri - On. Donata Lenzi - On. De Maria - On. Carlo Galli - On. Paolo Bolognesi)
fonte http://www.bologna2000.com

Lgbt Festival del Cinema di Venezia 2013: i film in corsa per il Queer Lion e la sigla ufficiale

Festival di Venezia 2013: il Queer Lion compie 7 anni. Sono 9 i titoli in corsa per il "leoncino gay", tra cui i film di Emma Dante e Xavier Dolan.

Torna al Lido il Queer Lion, il “leoncino gay” che premia il miglior film a tematica LGBT. Durante la 70.

Mostra del Cinema di Venezia verrà assegnato il premio collaterale che giunge nel 2013 al suo settimo anno d’età, dopo aver coronato gli anni scorsi pellicole come A Single Man e Wilde Salome.

Sarà una bella lotta, visto che sono 9 i titoli che si sfideranno per vincere il premio. Dal concorso ufficiale arrivano due titoli. Il primo è uno dei tre film italiani in corsa per il Leone d’oro: parliamo di Via Castellana Bandiera, esordio nel mondo del cinema della regista teatrale Emma Dante, che nel film fa coppia con Alba Rohrwacher.

Sempre dal concorso arriva Tom à la ferme del 24enne canadese Xavier Dolan, già Queer Palm 2012 per Laurence Anyways. Il giovanissimo autore sbarca al Lido con il suo quarto lungometraggio, tratto da una pièce teatrale di Michel Marc Bouchard. Il film narra la storia di un ragazzo che torna a casa per il funerale del compagno, e scopre che la famiglia non sapeva né della sua esistenza né dell’identità sessuale del ragazzo.

Sono ben quattro i titoli a tematica LGBT che arrivano invece dalle Giornate degli Autori. Restando in zona Canada, ecco il già molto chiacchierato Gerontophilia, la nuova fatica di Bruce La Bruce. Un lavoro pare meno spinto ed esplicito dei precedenti, ma che farà sicuramente parlare. La storia è quella di un diciottenne che s’innamora di un uomo ottantenne ricoverato in ospedale.

Candidato al Queer Lion ovviamente anche Giovani Ribelli - Kill Your Darlings, in cui Daniel Radcliffe interpreta un giovanissimo Allen Ginsberg. Ritratto degli autori della Beat Generation durante gli anni dell’adolescenza, il film di John Krokidas è già stato accolto molto bene al Sundance e si prepara a far parlare i fan dell’ex maghetto Harry Potter per il suo rapporto sul grande schermo con Dane DeHaan.

Sempre dalle Giornate arriva Julia, documentario diretto da J. Jackie Baier. La regista ha seguito per più di dieci anni la transessuale Julia K., nato ragazzo a Klaipeda in Lituania, iscrittosi ad una scuola d’arte, e poi un giorno partito per Berlino. La Baier riprende la sua dura vita da prostituta, fuorilegge e anticonformista che non è mai scesa a compromessi con la società.

Ultimo titolo proveniente dalle Giornate è May in the Summer di Cherien Dabis, mentre dalla Settimana della Critica arriva L’Armée du salut di Abdellah Taïa, in cui un ragazzo vive la propria omosessualità a Casablanca.
Manca ancora un titolo tra quelli in programma a Venezia che concorrerà per il Queer Lion, ma verrà annunciato il 20 agosto. Immaginiamo si tratti di Eastern Boys di Robin Campillo, ma lo scopriremo quando la selezione verrà ufficializzata.
fonte http://www.cineblog.it/Scritto da Gabriele Capolino

lunedì 12 agosto 2013

Lgbt Australia: Premier promette: se rieletto autorizzo le nozze gay

Sydney,(TMNews)Il premier australiano Kevin Rudd ha promesso di approvare la legge che autorizza il matrimonio omosessuale, in caso di rielezione a settembre, ritenendo ormai giunto il momento di mettere fine all’”astioso” dibattito sulla questione.

Se i laburisti otterranno la maggioranza il prossimo 7 settembre, Rudd ha fatto sapere che proporrà entro 100 giorni la legge sulle nozze gay. “Francamente – ha detto oggi alla stampa – credo che sia giunto il momento di lasciarci alle spalle questo dibattito astioso.

Ci ho riflettuto a lungo sul significato del matrimonio e non nascondo che sia stata una riflessione molto lunga per me. Ma ecco quello a cui sono giunto: diamo il nostro meglio quando riconosciamo a tutti gli australiani la stessa dignità e la stessa opportunità di felicità. Dovremmo avere tutti il diritto di sposare la persona che amiamo”.

Già diversi Stati australiani hanno autorizzato le unioni civili omosessuali, ma l’istitizione del matrimonio è di competenza delle autorità federale. (fonte Afp)
fonte TMNews via http://www.internazionale.it/

Lgbt: Giovani gay, solissimi, di Delia Vaccarello

E’ difficile immaginare la profondissima solitudine degli adolescenti omosessuali.
Da qualche anno si parla molto di più di omofobia ma la si identifica quasi esclusivamente con l’aggressione violenta e sanguinaria. Con la coltellata o il pestaggio.
C’è invece un’omofobia quotidiana che miete vittime tra i giovanissimi e può pesare per tutta la vita.

Tu, adolescente gay, ti senti condannato al silenzio quando accanto a te i compagni di scuola trovano naturale esibire le ragazze quasi fossero il trofeo di un’appena conquistata virilità.

E tu, ragazza lesbica, se non atteggi il corpo secondo i rituali della eterosessualità sei considerata “chiusa”, “racchia”. Il vostro mondo emotivo si chiude a riccio. Apparentemente siete come gli altri, ma di fatto dissimulate, vi sdoppiate.

E anche se non parlate di voi, chi vi sta intorno sente che avete qualcosa di “strano”. C’è un diaframma tra voi e il mondo esterno, una parete di vetro, ed è fatta di quel freno che avete messo alla spontaneità per evitare che gli altri si accorgano del vostro segreto.

Ma i compagni di scuola, gli amici, spesso intuiscono. E mettono in atto quella ferocia fatta anche solo di occhiate e piccoli gesti che a modiche dosi molti hanno sperimentato da giovanissimi, spesso cedendo. E’ la crudeltà del gruppo che, inquietato dalle variabili fuori controllo, perseguita chi rappresenta una minaccia perché non conforme.

Il gay o la lesbica, però, non possono adeguarsi, se non pagando l’altissimo prezzo di reprimere le proprie emozioni. L’aggressione nei confronti dell’omosessuale diventa una formazione di genere: se non dimostri anche solo a parole che per te “essere frocio” vuol dire non essere maschio diventi sospetto.

Scatta allora l’esilio dal gruppo: è la condanna emessa dall’omofobia nei confronti di chi scopre presto di avere un’attrazione erotica e sentimentale verso una persona del proprio sesso. Oggi più di prima il gruppo è per i ragazzi la seconda famiglia.
Se non la prima. Può succedere che il giovane gay o la ragazza lesbica trovino il coraggio di svelarsi, ma non significa che siano attrezzati all’impatto con un mondo che non li prevede.

Lavoro nelle scuole di Venezia da quasi dieci anni a progetti di “Educazione sentimentale come educazione alla cittadinanza” che tentano di sgretolare nei ragazzi la prigione del pensiero omologante. Quest’anno uno di loro ha detto: “Senza pregiudizi sarebbe il caos”.

Una frase che ci dà la misura del modo in cui viene vissuto chi rappresenta una figura “atipica”. Se a 14 anni diventi per i tuoi amici e per i tuoi parenti l’incarnazione del caos puoi essere fortemente tentato di toglierti la vita. La legge contro l’omofobia è in discussione al Parlamento.

Comunque vada, nel paese occorre una massiccia e capillare azione culturale condotta, non a colpi di slogan, ma con intelligenza emotiva affinché cambi negli adulti e nei giovani la percezione di chi non si allinea a quei “dover essere” di cui il gruppo è prigioniero.
fonte http://liberitutti.com.unita.it/su Liberi tutti Autore: Delia Vaccarello

Lgbt: ROMA, 14ENNE GAY SI SUICIDA. ASSOCIAZIONI: URGE LEGGE CONTRO L’OMOFOBIA

Non poteva più reggere il peso di insulti e offese che gli arrivavano da alcuni coetanei a causa della sua omosessualità.

Per questo un giovane 14enne ha deciso di suicidarsi gettandosi dal terrazzo della propria abitazione situata in zona San Basilio a Roma.
Prima di compiere l’amaro gesto il ragazzo ha però lasciato un biglietto in cui spiegava le motivazioni della sua scelta. “Sono gay, nessuno capisce il mio dramma e non so come farlo accettare alla mia famiglia. Tutti mi prendono in giro, nessuno mi capisce. Non ce la faccio più“, queste le frasi che ha scritto nel pezzo di carta trovato dagli inquirenti al momento dei rilievi. Sul caso è stato aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti e non esclude l’istigazione al suicidio.

Intanto è montata la polemica delle associazioni per i diritti degli omosessuali che chiedono insistono sulla necessità e soprattutto l’urgenza di una legge contro l’omofobia.

“La notizia del quattordicenne che l’altra notte a Roma si è tolto la vita perchè non sopportava più di essere deriso e marginalizzato per la sua omosessualità ci fa sprofondare in un dolore terribile”. E’ quanto ha dichiarato Flavio Romani, presidente Arcigay che ha chiesto alla politica di “assumersi responsabilità” di quanto accaduto. “Quel gesto estremo – ha chiarito – è una sconfitta dal peso insopportabile, che ci riporta la fotografia di persone esasperate, sole, emarginate, alle quali nessuno parla e nessuno trasmette la possibilità di un futuro migliore. Mentre i politici discutono di omofobia rassicurando i vescovi sul loro ‘salvacondotto’, la realtà con un tempismo tragico e maledetto ci sbatte in faccia il problema: è ai ragazzi e alle ragazze come questo quattordicenne che bisogna pensare quando si dibatte dell’omofobia”. “Così come è al corpo massacrato di Andrea, la transessuale trovata senza vita dieci giorni fa a Termini, che bisogna pensare quando si parla di transfobia – ha aggiunto Romani – Perchè questa è la realtà. Ed è una realtà ancora molto lontana dal cambiamento e che è un tunnel senza uscite per le persone che la vivono”.

“Il Parlamento italiano – ha affermato ancora – si accapiglia sull’estensione della legge Mancino, che è tutela minima e dovuta, riconosciuta da anni a molti gruppi e condizioni bersaglio di violenza e discriminazione, e non si interroga nemmeno su quanto questa legge sarà risolutiva dell’intero problema, nè riesce a mettere in agenda provvedimenti in grado di produrre un cambiamento nei luoghi scolastici, in quelli sportivi, nelle famiglie, nella cultura”. “Questa è la vera anomalia italiana – ha spiegato – Non c’è una promessa credibile di cambiamento che questo Paese riesca a fare alle persone lgbt e questo ci costa un prezzo altissimo, fatto di violenza, di marginalizzazione, di gesti estremi e di vite spezzate. Di tutto ciò la politica deve assumersi la responsabilità. Alla famiglia del giovane romano – ha concluso il presidente di Arcigay – trasmettiamo la nostra vicinanza e il nostro abbraccio”.

”È l’ennesima vittima di quell’omofobia che in tanti negano e ci dice più di ogni altra cosa che il tema dell’omofobia è un’emergenza, un’urgenza che non può più essere negata. Questa vicenda avviene nel mezzo del dibattito sulla legge contro l’omofobia”, ha commentato invece Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia, riferendosi al provvedimento, la cui approvazione è saltata dal programma di agosto e rinviata a dopo la pausa estiva – Mi chiedo cosa ci vuole ancora per procedere con l’approvazione rapida di questa legge. Lancio un appello ai deputati cattolici: basta dire che c’è la libertà di opinione. Mi chiedo quante vittime sono ancora necessarie per superare le resistenze di chi non vuole una legge di questo tipo che non c’entra nulla con la libertà di opinione. Il maschilismo criminale è alla base dell’omofobia e del femminicidio. Ed è urgente intervenire legislativamente contro l’omofobia. Nessuno si illude che si risolva tutto con la legge, ma una legge è importante perchè fa diventare senso comune il fatto che l’omofobia è una cosa sbagliata e può uccidere”. “Usare dileggio, usare un insulto può diventare un’istigazione al suicidio – ha sottolineato – e una legge repressiva è utile per fare diventare senso comune il fatto che l’omofobia è negativa, poi occorre anche la capacità di un intervento sul piano culturale che modifichi il modo di pensare, come sul tema più generale del bullismo. Come Gaynet – ha annunciato – abbiamo già fatto iniziative contro l’omofobia nello sport e non c’è dubbio che chiederemo un incontro con la commissione di Vigilanza Rai perché vorremmo che le campagne del ministero delle Pari Opportunità contro l’omofobia fossero ripetute in modo costante”.

E sulla legge il capogruppo Pdl alla Camera, Mara Carfagna, sottolinea che, nonostante sia importante,”non basta, da sola, ad evitare gesti disperati” come quello del 14enne romano. “Servono, – ha chiarito – anche se non soprattutto, momenti di sensibilizzazione nelle scuole e tra i ragazzi più giovani, così come quelli che avevamo avviato sotto il governo Berlusconi, in accordo con la Gelmini, per entrare negli istituti con temi come la violenza di genere e l’omofobia”.

“Negli ultimi anni – ha spiegato l’ex ministro delle Pari Opportunità – sono stati compiuti molti passi per promuovere la cultura del rispetto dell’altro, a prescindere dagli orientamenti sessuali, e per battere qualsiasi tipo di discriminazione. Durante il governo Berlusconi abbiamo avviato una campagna contro l’omofobia. È stata la prima volta che la parola omofobia è entrata in una campagna istituzionale. Inoltre – ha proseguito –, grazie a un proficuo confronto con le associazioni abbiamo tentato una serie di iniziative, come quella assai riuscita della settimana contro la violenza nelle scuole di ogni grado, per sensibilizzare non soltanto gli studenti ma anche genitori e docenti”.

“Proprio per questo – ha dichiarato in conclusione – invito il governo e la viceministro Cecilia Guerra che ha la delega alle pari Opportunità a riprendere le campagne che noi abbiamo sperimentato in passato con buoni risultati”.
fonte http://www.clandestinoweb.com Di Monica Gasbarri

Lgbt Sport: Italia tutta d'oro alle Olimpiadi gay

WORLD OUTGAMES. Gli azzurri della Upaper Fc Italy vincono i Giochi di Anversa riservati agli sportivi omosessuali.
La Nazionale ha già le valigie pronte per la prossima edizione che si svolgerà a Miami nel 2017

In foto La Nazionale di calcio gay ha conquistato l'alloro olimpico ai Giochi di Anversa

La prossima edizione, la quarta, si terrà a Miami, negli Stati Uniti, tra quattro anni. Ieri, ad Anversa, si è chiusa la terza. Stiamo parlando degli World Outgames, evento sportivo e culturale organizzato dalla Gay and Lesbian International Sport Association.

In soldoni, le Olimpiadi gay. Cinquemila atleti, provenienti da cento Paesi che, nell'arco di dodici giorni, si sono dati battaglia nelle discipline più varie, dal tiro con l'arco al badminton; dal ciclismo alla pallamano; dalle bocce agli scacchi, al basket, al ballo e al calcio.

Che il mondo dello sport sia costellato di atleti disposti più o meno a fare outing non è più una notizia. Lo è, invece che, con cadenza quadriennale, ci sia qualcuno che si prende la briga di organizzare dei giochi olimpici «alternativi». Durante i quali quest'anno l'Italia, nel calcio, ha conquistato l'oro olimpico. Il merito è tutto loro, dei ragazzi della Upaper Fc Italy.

E di Giacomo Di Muro, che col mondo gay non c'entra ma che (siccome anche i soldini fanno la loro parte) ci ha messo sensibilità e sponsor. Un sogno, quello di una nazionale di calcio gay, che va indietro negli anni. Sette, per la precisione. Forte era la voglia di aggregazione.

Così come forte era il desiderio di non ostentare, di non far passare l'equazione «gay» uguale «lustrini e paillettes». Niente di tutto ciò erano e sono i Black Angels, squadra romana di ragazzi omosessuali, accomunati dalla passione per il calcio e che del calcio ne hanno fatto motivo di integrazione.
Prima attraverso partitelle stile scapoli-ammogliati. Poi con una nazionale di calcio a undici. Che, c'è giurarci, ha già le valigie pronte per Miami 2017. Assai più prossimo, però, c'è l'appuntamento con le Olimpiadi invernali a Sochi, in Russia, il prossimo febbraio.

Attorno alle quali già si stanno scatenando polemiche (di cui un assaggio lo si è potuto avere in questi giorni in occasione dell'apertura dei Mondiali di atletica a Mosca) a causa di una legge federale anti-gay. Sulla questione è arrivato addirittura ad esprimersi Barack Obama, con toni un po' dissacratori («senza atleti omosessuali siete più deboli»). Detto, però, da uno che con Vladimir Putin ha già il dente avvelenato per l'affaire Snowden è come gettare benzina sul fuoco.
fonte http://www.larena.it/ di Valerio Barghini