venerdì 8 marzo 2013

Lgbt Roma: UN 8 MARZO DIVERSO "Ama a viso scoperto. Le donne e gli uomini si confrontano sull’omofobia" Oggi venerdì 8 marzo dalle ore 17.00


Giovedì 8 marzo 2013 – ore 17.00
Sala Consiliare di Via 4 novembre - Ciampino


PROGRAMMA DEI LAVORI

17.00: Saluto del Presidente della Consulta comunale per le Pari Opportunità, Maria Tagliente.
17.05: Presentazione del dibattito di Alessio Mennecozzi.

INTERVENGONO:

17.15: Christian Floris
Conduttore televisivo e speaker radiofonico

17.30: Guido Allegrezza
Attivista nel mondo LGBT

17.45: Ettore Ciano
AGEDO (Associazione genitori, parenti e amici di omosessuali)

18.00: Salvatore Marra
Responsabile dell’ufficio Nuovi Diritti CGIL

18.15: Ivana Uras
Dirigente scolastico

18.30: Comando Polizia Municipale

18.45: Paola Costanzo
Psicoterapeuta, autrice del libro “La scelta consapevole”

MODERA:
Christian Floris

CONCLUSIONI
19.00: Conclusioni dell’Assessore alle Pari Opportunità, Anna Rita Fraioli.
fonte http://www.digayproject.org

Lgbt: Festa della donna, un 8 marzo non basta, i numeri della violenza contro le donne e la difficolta di chi la combatte tutti i giorni


Oggi è la giornata internazionale della donna, il giorno delle mimose e del giallo, il colore della liberazione delle energie.

Ma un 8 marzo non basta per occuparsi di problemi delle donne e della violenza contro le donne. Oggi le operatrici dei centri antiviolenza si rimboccheranno le maniche come sempre ed organizzeranno diverse iniziative, creeranno occasioni di incontro e di confronto sul loro lavoro e sulla loro esperienza del problema della violenza.

In alcune città i centri apriranno le porte a chi vorrà sapere che cosa è un centro antiviolenza e che cosa fa.

Tra le importanti iniziative a sostegno delle donne e dei centri è da segnalare quella di Groupon, "Mai più violenza sulle donne" che in occasione della festa della donna, ha deciso di scendere in campo sostenendo i centri antiviolenza.

E’ sufficiente collegarsi al blog di Groupon:
http://blog.groupon.it/?p=24862
e donare 3 euro e sarà possibile farlo fino al 17 marzo.


Un sostegno necessario perché i numeri della violenza denunciano un fenomeno in aumento. D.i.Re oggi ha pubblicato la rilevazione dei dati del 2012: sono state oltre quattordicimila le donne che hanno chiesto aiuto per violenza familiare ed extra- familiare.

Il 68,69% erano italiane, il dato conferma quelli degli anni precedenti e sfata il pregiudizio che la violenza sia una questione che riguarda soprattutto donne immigrate e culture ‘involute’ rispetto alla nostra. La lettura corretta è quella della trasversalità della violenza contro le donne.

Le violenze subite dalle donne che hanno contattato i centri sono avvenute in prevalenza nella cerchia familiare (88,66%), e quelle attuate dai partner costituiscono il 60,42% delle aggressioni.

Gli ex invece costituiscono il 19,36% degli autori delle violenze e il dato conferma come sia delicato il momento della separazione.
Quando una donna decide di lasciare un uomo che le fa violenza, è esposta a rischi di violenze più gravi, ed è in quel momento che il ruolo del centro diventa fondamentale per prevenire i femminicidi.

In Italia ogni due o tre giorni viene uccisa una donna.
L’uccisione della compagna è spesso l’atto finale di una lunga storia di violenze.


Il maltrattamento all’interno delle relazioni si esprime di fatto con un continuum di violenze che vengono messe in atto per ottenere controllo e potere.

La violenza psicologica è quella più diffusa (73,13%), segue quella fisica (59,9%) che è sempre accompagnata a quella psicologica, poi la violenza economica che consiste di impegni economici imposti, controllo o privazione dello stipendio. Il 15,64% delle donne ha subìto violenza sessuale e il 13,27% sono state vittime di stalking.

E le risposte quali sono? Solo 32 centri antiviolenza hanno la possibilità di inserire le donne in strutture insieme ai figli o alla figlie.

I numeri dell’ospitalità, considerato il numero limitato di posti letto, è alto: 470 donne e 473 minori hanno trovato rifugio nelle case Rifugio.

Del resto l’Italia è gravemente inadempiente rispetto alle direttive europee che prevedono per la popolazione italiana, almeno 5700 posti letto e invece ce ne sono solo 500.

I finanziamenti ai centri scarseggiano: solo il 74,6% ha tra le fonti di finanziamento diversi enti pubblici, ma nel 21,2% dei casi il finanziamento è inadeguato (meno di 10mila euro).
Il 69% dei centri riceve finanziamenti sotto i 10mila euro, e 7 centri sopravvivono a mala pena con questo contributo.

Con la caparbietà e l’ostinazione tipica delle donne, nei centri si valorizzano le risorse al massimo e si va avanti, ma è venuto il momento che le istituzioni diano una risposta ai cinque punti contenuti nel Manifesto di D.i.Re.

Non c’è alcuna necessità di leggi sul femminicidio o di aumenti delle pene, ma semmai di lavoro di rete tra soggetti istituzionali e centri antiviolenza, di una formazione adeguata, di campagne di sensibilizzazione, di interventi integrati e della corretta applicazione delle leggi che già ci sono.
Non ci vuole molto per fermare le cronache di morti annunciate.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it di Nadia Somma e Mario De Maglie
Ecco il video che le donne di Groupon hanno realizzato a sostegno dell’iniziativa

Lgbt: Flavio Romani (Arcigay): "Grandi opportunità per Parlamento a maggioranza laica"


“Vorremmo ricordare al Partito Democratico, in previsione della direzione che domani approverà una proposta di programma di Governo, l’enorme opportunità di crescita per il Paese che offrirà la presenza nel prossimo Parlamento di una maggioranza laica.

E l'impegno preso in campagna elettorale da molti dei candidati eletti per risolvere i problemi urgenti che affliggono gay, lesbiche e trans italiani.

Da questo punto di vista è molto preoccupante l’assenza, tra gli otto punti anticipati dalla stampa sui quali dovrebbe lavorare il prossimo esecutivo, del matrimonio per tutti i cittadini, dell’estensione della legge Mancino ai reati commessi per omofobia e transfobia, della cancellazione della legge 40 e della modifica della legge 164 del 1982 per garantire maggior benessere alle persone trans.
Non sia mai che uno schieramento laico e di sinistra come il Partito Democratico dimentichi, proprio ora, i diritti negati a omosessuali, lesbiche e trans.

E’ infatti il momento giusto per il centro-sinistra per quel salto di qualità che attendono da anni gli italiani e l’Europa.

Qualora il programma di Governo dovesse escluderci ancora una volta, è già successo con il Governo Prodi, o gli impegni fossero ritenuti insoddisfacenti ci adopereremo per una costante contestazione della sua opera.

Senza diritti per le persone gay, lesbiche e trans nessun cambiamento in meglio per un'Italia giusta è possibile”. E’ quanto dichiara Flavio Romani, presidente Arcigay.
fonte http://www.primapaginanews.it/

Lgbt Cinema: Pedro Almodóvar presenta a Madrid il suo aereo folle con "Los amantes pasajeros" in Italia dal 21 marzo


Da domani nelle sale spagnole e dal 21 marzo in quelle italiane "Los amantes pasajeros", commedia anarchica e strampalata, allegramente bisessuale, su un aereo di linea che rischia di precipitare.

“Un piacere democratico che nessuno ci può togliere”. Il Comandante Almodóvar definisce così la bisessualità, abbondante e ruspantella, de "Gli amanti passeggeri", la sua nuova commedia anarchica, strampalata, leggerissima.

Una sorta di "L’aereo più pazzo del mondo" in chiave gay-camp che il Maestro spagnolo ha presentato ieri all’Espacio Fundacion Telefonica di Madrid insieme al suo variegato cast che vede alcune sue storiche attrici quali l’argentina Cecilia Roth e la catalana Lola Dueñas affiancare nuove promesse del cinema iberico come il bellissimo Miguel Ángel Silvestre o la delicata Blanca Suárez.

“L’umorismo è sempre una delle migliori armi per combattere contro l’angoscia e tutte le limitazioni della nostra vita, il dolore e la morte - spiega il regista -.

"Gli amanti passeggeri" è una metafora della Spagna: un aereo sul punto di precipitare, con comandanti che occultano informazioni, una classe turistica anestetizzata perché non esploda il panico e quella in business che mantiene i suoi privilegi.
In questo momento un’intera classe sociale è stata indotta con la forza al sonno. Drogata perché non reagisca”.

“Nel film c’è anche questo rapporto col potere - ha continuato Almodóvar -, rappresentato dai piloti che cercano di tacere, di scappare. L’ordine che dà il comandante all’equipaggio è inventare qualunque cosa, un dettaglio tecnico qualsiasi per distrarre i passeggeri. Anche questo somiglia molto a quanto fanno i nostri dirigenti”.

I tre steward della classe economica sono tutti gay e vistosamente effeminati (li interpretano Javier Cámara, Raul Arevalo e Carlos Areces). Nell’irresistibile trailer imbastiscono una coreografia smaccatamente queer sulle note di "I’m So Excited", cult anni ’80 delle Pointer Sisters che dà il titolo internazionale al film e omaggia le sue prime commedie scombiccherate alla "Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio".
Ma per la prima volta nella sua carriera, Pedrito ha girato in digitale, generando al computer i cumulonembi che si vedono dagli oblò dell’aereo ricostruito interamente in studio.

Particolarmente esilarante si preannuncia il personaggio di Joserra, interpretato da Cámara, che ha una storia col pilota segretamente bisessuale, Alex (Antonio De La Torre) ma, a causa di un vecchio trauma, non riesce mai a tacere né a mentire, innescando situazioni paradossali.
La critica l’ha accolto in maniera controversa e particolarmente incattivita si è dimostrata la recensione di Carlos Boyero di "El Pays" che parla di “una notevole idiozia, ripugnante a tutti i livelli. […]

Si tratta di una successione di sciocchezze senza grazia, di capricci vagamente surrealisti in una pellicola pretenziosa così provocatoria che semplicemente mi ha causato astio e noia infinita”.
Ma bisogna anche dire che Boyero ha quasi sempre stroncato i film di Almodóvar, al punto che il regista stesso ha pregato la redazione del quotidiano "El Pays" di inviare altri critici a visionare le sue opere.

"Los amantes pasajeros" uscirà domani in tutta la Spagna - Almodóvar sarà presente all’inaugurazione di una mostra con gli oggetti di scena del film a Calzava de Calatrava, il paesino di neanche cinquemila anime dov’è nato, nella profonda Mancha - e in Italia atterrerà giovedì 21 marzo distribuito dalla Warner Bros Italia.
A QUESTO LINK IL TRAILER:
http://www.youtube.com/watch?v=a30iALmWHng&feature=player_embedded

fonte http://www.gay.it/di Roberto Schinardi

Lgbt Roma: Il wedding planner per nozze gay dell'agenzia Same Love


Non poteva che chiamarsi Same Love la prima agenzia di wedding planning specializzata in matrimoni omosessuali.

Nel nostro paese le coppie gay non possono sposarsi, ma Same Love ha colto un'esigenza che comunque non ferma gli innamorati dello stesso sesso: sposarsi, anche all'estero, dove la legge lo permette, o organizzare una cerimonia simbolica in Italia, per festeggiare l'amore nonostante tutto.

Nato da un'idea di un team di creativi, Same Love, con sede a Roma, è la prima agenzia specializzata nell'organizzazione di matrimoni gay: dalla cerimonia al catering, dagli abiti all'intrattenimento, tutto è curato nei minimi dettagli, senza dimenticare l'eventuale viaggio all'estero per sposarsi dove la legge lo permette.

Il lavoro del team di Same Love, composto da Alessandro Bentivegna, Laura Marchetti, Irene Di Luzio, Stefania Nanni e Cristiana Giovagnoli, nasce dalla convinzione, come dichiarano, che "l'amore è un sentimento che non distingue i sessi, è amore e basta, uguale per tutti".
Per tutte le informazioni: www.samelove.it
fonte http://www.alfemminile.com/

Lgbt: La trans diventata campionessa di arti marziali fa coming out


Per tutti, nel suo ambiente, è sempre stata una donna.
Dopo l'operazione di sei anni fa, le arti marziali diventano la sua vita e lei, Fallon Fox vive da donna in tutto e per tutto.
Ora il coming out.

Negli ultimi sei anni, ovvero da quando si era sottoposta all'operazione per la riassegnazione del genere, nessuno aveva mai messo in dubbio che Fallon Fox, campionessa di arti marziali miste, fosse una donna, ma lei sapeva che prima o poi il suo passato sarebbe venuto fuori e che tutti avrebbero saputo che, in realtà, era nata uomo.

Fino a quando, una sera, dopo l'ennesima vittoria arrivata a 39 secondi dall'inizio della gara, il telefono suona e dall'altra parte un giornalista che aveva saputo tutti inizia a fare domande.

E' ora del coming out, ormai inevitabile.
"In questi ultimi sei anni - ha raccontato l'atleta ad OutSports - la gente mi ha vista come una donna, non come una transessuale. In palestra, le persone con cui mi alleno, è stato meraviglioso.
Sono una donna per loro e non voglio che questo cambi, ma purtroppo è così che deve andare".


Una storia non facile quella di Fallon, rifiutata dalla madre e costretta dal padre a seguire una terapia riparativa in cui il presunto terapeuta doveva prima convincerla di essere gay per poi convincerla che poteva tornare etero, un uomo etero.

Ma lei sapeva benissimo di essere una donna intrappolata in un corpo da uomo e, tagliati i ponti con la famiglia, inizia la sua transizione.
Come tanti, prima gli ormoni, dieci anni fa, e poi l'intervento, sei anni fa.

Ora, a 36 anni compiuti è una donna da tutti i punti di vista, non solo mentale e psicologico, anche fisico e legale.

Ed è così che ha iniziato la sua carriera di lottatrice, diventata la sua ragione di vita.
Ora sogna le Olimpiadi alle quali, tecnicamente, può partecipare senza ostacoli, dato che ha tutti i requisiti richiesti dal Comitato Olimpico Internazionale per gli atleti transgender.

E pur sapendo che il momento della verità sarebbe prima o poi arrivato, non pensava che sarebbe accaduto così presto.
E ora teme che qualcosa cambi, negli sguardi delle persone con cui si allena, nell'atteggiamento delle avversarie che potrebbero avanzare qualche pretesa di irregolarità sostenendo che, essendo nata uomo, le sue caratteristiche fisiche innate la avvantaggerebbero rispetto alle altre.

Ma lei è sicura di sé: "Dopo dieci anni di terapia ormonale e a sei anni dall'operazione - dice - tutto in me è femminile". Del maschio che era non è rimasto davvero nulla.
Adesso la sua storia è al centro di un documentario che uscirà a breve negli States. Di seguito un'anticipazione
fonte http://www.gay.it/

giovedì 7 marzo 2013

LGBT: DAL 2 AL 5 MAGGIO A BOLOGNA LA SESTA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI CINEMA TRANS "DIVERGENTI"


Si svolgerà al cinema Lumiere di Bologna da giovedì 2 a domenica 5 maggio 2013 la sesta edizione di Divergenti, l’unico festival cinematografico in Italia, e uno dei pochi in tutto il mondo, interamente dedicato alla narrazione e rappresentazione dell’esperienza transessuale e transgender.

Il festival, organizzato dal M.I.T., Movimento Identità Transessuale, con la direzione artistica di Luki Massa e Porpora Marcasciano, seleziona e propone le migliori produzioni narrative e documentaristiche internazionali, allo scopo di promuovere una conoscenza profonda e complessa del transessualismo, contrastare gli stereotipi e i pregiudizi ancora troppo radicati nell’immaginario collettivo e stimolare la ri-costruzione della storia e della genealogia trans.

La sesta edizione di Divergenti sarà dedicata al tema della comunicazione e dei nuovi e vecchi media, terreno cruciale nei processi di costruzione dell’immagine trans e di visibilità delle persone transessuali nella sfera pubblica.

Nella maggior parte dei casi sono proprio i media a riprodurre modelli negativi, diffondere percezioni e atteggiamenti transfobici, oscurare l’esistenza dei e delle trans o ridurne la molteplicità di percorsi a visioni monolitiche e stereotipate, spesso stigmatizzanti e criminalizzanti.

Novità dell’edizione 2013 del Festival sarà il coinvolgimento di esperti di cinema, studiose, giornalisti e attiviste in una Giuria di qualità, che visionerà tutti i film presentati durante le 4 giornate di programmazione per assegnare il premio al “Miglior film”.

Oltre alla programmazione cinematografica, che sarà puntellata da incontri con registe/i e ospiti internazionali, Divergenti proporrà mostre ed eventi culturali che spaziano tra i diversi linguaggi artistici e creativi.

La VI edizione di Divergenti è organizzata in collaborazione con l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali), con l’ONIG (Osservatorio Nazionale Identità di Genere), con la Fondazione Genere Identità Cultura e con i partner del progetto europeo del Programma di Formazione Permanente “Page One: valorizzare le strategie anti-discriminazione sui Media e nella rappresentazione pubblica delle persone transgender”.

Il programma sarà disponibile a breve sul sito del M.I.T. http://www.mit-italia.it/.


Ufficio stampa
Elisa Coco - Comunicattive Snc
Piazza VII Novembre 1944 n°8 - 40122 - Bologna
t. +39 051 6493772 / f. +39 051 4070575 / c. +39 338 5864109
www.comunicattive.it
fonte http://www.digayproject.org

Lgbt Radio: Il viaggio tra le associazioni lgbt di Oltre le Differenze fa tappa a Grosseto, venerdì 8 marzo alle 21


Venerdì 8 marzo alle 21 e in replica sabato 9 alle 15 va in onda il format radiofonico dedicato al mondo LGBTQ con Arcigay Grosseto

Con il comitato Arcigay Grosseto “Leonardo da Vinci” prosegue il viaggio alla scoperta delle associazioni italiane che si impegnano per i diritti delle persone gay, lesbiche, bisex e transgender, di Oltre le Differenze, il format radiofonico interamente dedicato al mondo LGBT, nella puntata che andrà in onda venerdì 8 marzo alle 21 e in replica anche sabato 9 alle 15, sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 99.10) o in streaming dal sito www.antennaradioesse.it.

Dopo una carrellata sulle recenti notizie che riguardano la comunità arcobaleno in arrivo sia dall’Italia che dall’estero, scopriremo attività, progetti e storia del circolo territoriale Arcigay “Leonardo da Vinci” di Grosseto, direttamente dalla voce del presidente Maurizio Tondi. Non mancheranno anche le curiosità sulla comunità lgbt grossetana attraverso l’irriverente “carta d’identità semi-seria” di Oltre le Differenze e, infine, i consigli su letture, televisione ed eventi gay-friendly.

Per interagire con la redazione del programma è possibile chiamare il 3662809050, o scrivere a redazione.oltreledifferenze@gmail.com, visitare la pagina fan su facebook e il blog: oltreledifferenze.wordpress.com in cui sonno archiviati i video di tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione "Oltre le Differenze"

mercoledì 6 marzo 2013

Lgbt: PD, Bersani inserisce di nuovo i diritti gay negli "otto punti"


Il segretario del PD chiarisce che nell'elenco dei disegni di legge su cui cercherà un'intesa con il Movimento 5 Stelle ci sono anche le unioni civili.

Il segretario del PD, intervenendo alla direzione del partito, ha detto che i diritti gay sono fra gli otto punti del programma di governo che sottoporrà al Movimento 5 stelle.

Il chiarimento dopo che l'elenco degli otto punti diffuso sui social network e su cui i democratici cercheranno intese con il M5S non conteneva la voce sulle unioni civili annunciata invece in televisione:
http://www.gay.it/photo/attualita/35110/1/Nel-programma-di-governo-anche-le-unioni-gay-Anzi-no.html

Il punto numero 7, intitolato "Prime norme sui diritti" recita: "Norme sull'acquisto della cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori stranieri e per minori nati in Italia. - Norme sulle unioni civili di coppie omosessuali secondo i principi della legge tedesca che fa discendere effetti analoghi a quelli discendenti dal matrimonio e regola in modo specifico le responsabilità genitoriali".
fonte http://www.gay.it

Lgbt: Essere trans in Italia, tra discriminazioni e spiragli di normalità


La Svezia, con una sentenza storica, ha abolito l'obbligo di sterilizzazione per il cambio di genere. E nel nostro Paese? L'analisi di un'esperta di una situazione che sta cambiando.

In Svezia, a gennaio, una sentenza della Corte di cassazione ha abolito la legge che stabiliva l'obbligo di sterilizzazione durante l'iter del cambio di genere.

E in Italia? Alla luce dei cambiamenti a livello europeo, come possiamo definire il livello e la qualità della tutela dei diritti per le persone che intendono cambiare sesso nel nostro Paese? Ne parliamo con Antonia Monopoli(in foto), peer educator presso lo Sportello trans Ala Milano Onlus all'interno del quale svolge un servizio di accoglienza e consulenza sull'iter transessuale e transgender.

Antonia, nella tua esperienza di consulente sei entrata in contatto con un gran numero di persone transessuali e transgender. Come varia la sensibilità individuale? Com'è l'approccio con i servizi?

Anzitutto occorre ribadire che il percorso di transizione non è oggettivo, è soggettivo.
Dipende dalla percezione che la persona ha di sé e conta molto anche il concetto di proiezione: ad esempio, nelle persone transessuali chi nasce maschio proietta su di sé un desiderio di femminilità e viceversa. È importante anche che le persone trans non siano soggette a discriminazioni.
Nel 2009 ho aperto lo Sportello trans all'interno dell'associazione Ala Onlus che non è rivolto solo alle persone transessuali, ma anche a chi le circonda: genitori, parenti, amici, partner, e naturalmente anche i servizi sul territorio.
Oltre al mio lavoro di consulente, in questi ultimi dieci anni sono stata molto attiva nel campo del volontariato, qui a Milano, e ho potuto vedere che molti progetti risultano poi fallimentari perché pochi sono davvero disposti a metterci la faccia.
Questo perché, come sappiamo, la transessualità e in transgenderismo sono oggetto di una grave discriminazione che rende ancora più difficile la propria esperienza di transizione.

Lo scorso gennaio la Svezia ha abrogato una legge, risalente al 1972, che imponeva la sterilizzazione come condizione necessaria per il riconoscimento del cambio di genere. Perché questo traguardo è così importante per la dimensione emotiva di una persona transessuale o transgender? In Italia com'è la situazione legislativa al riguardo?

In seguito a una iniziativa dei primi anni Ottanta di alcune donne transessuali che hanno manifestato a seno nudo, in una piscina milanese, per vedere riconosciuta la propria femminilità, in Italia esiste una normativa in materia di transessualità, la legge 164 del 1982.
Questa legge ha "normalizzato" le persone trans permettendo loro un adeguamento di genere.
Questa legge all'epoca era all'avanguardia; l'Italia è stato uno dei primi Paesi in Europa ad approvare una tale normativa, che però permette la riattribuzione del genere solo in caso di adeguamento dei genitali, nello specifico mediante interventi di orchiectomia o di ovariectomia, erogati dalle Asl.
Ora si sta cercando di capire come eventualmente poter cambiare nome e documenti senza fare ricorso alla sterilizzazione chirurgica che lo Stato chiede.
In pratica lo Stato esige che le persone trans non debbano procreare, riprodursi: questo perché in Italia transessualismo e transgenderismo rientrano ancora oggi tra le patologie mentali.
C'è l'esigenza, sempre più sentita e su cui ci si attiva anche a livello politico, di poter ricorrere alla riattribuzione del genere senza sottoporsi alla sterilizzazione chirurgica.

Esiste il caso di una donna transessuale di Roma che ha ottenuto il cambio di nome senza aver effettuato il cambio di sesso: per motivi di salute, infatti, non poteva sottoporsi all'intervento chirurgico di rassegnazione chirurgica sessuale, intervento delicato che dura 6 o 7 ore.

Per questo motivo il giudice ha ritenuto opportuno dare comunque l'ok al cambiamento del nome all'anagrafe. C'è la speranza che questo precedente possa costituire un riferimento per le persone transessuali che non possono o non desiderano ricorrere alla sterilizzazione chirurgica.

Vuoi raccontarci il tuo percorso di persona transgender o, come ti definisci tu, di neo-donna?
Quando nel 1994 mi sono trasferita al nord, io che ho origini pugliesi, ho lavorato per molti anni in strada come prostituta e non sapevo a chi rivolgermi per comunicare le esigenze che avevo.
A Milano c'era l'Arcitrans ma io non ne sapevo niente; non sapevo nemmeno che ci fosse il Movimento italiano transessuali a Bologna. Pensa che non sapevo neanche usare internet, ero proprio tagliata fuori!
Ero talmente lontana da questi scenari che poi, quando ho cominciato a saperne di più, mi sono attivata immediatamente nel sociale.
Spesso le persone trans hanno un grande bisogno di umanità e di dialogo: ecco perché, alla luce della mia esperienza personale, a chi si rivolge a me come consulente vorrei dare non solo risposte, ma anche un grande calore e una grande accoglienza.
fonte http://www.globalist.it di Belinda Malaspina

Lgbt: I diritti civili scompaiono dal programma in 8 punti di Bersani?


Pier Luigi Bersani, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, ha proposto otto punti per un governo d’emergenza. L’elenco dei punti è il seguente:

1 Legge anticorruzione
2 Conflitto di interessi
3 Costi della politica
4 Economia verde e urgenza sociale
5 Riforma diritti civili
6 Riforma dei partiti
7 Urgenza lavoro
8 Scuola e diritto allo studio

Il tentativo di trovare una convergenza è evidente. E tutto sommato non sembra neanche un tentativo disperato, anche se si tenderà a vederlo così. Si tratta di politica. E della volontà di provare a fare, come aveva spiegato Civati a Polisblog, qualcosa di inedito in pochi mesi per poi tornare alle urne. Ma non è affatto detto che ci si riesca.

Come vedete al punto cinque troviamo la riforma dei diritti civili. Che sia veramente la volta buona che si faccia qualcosa anche per la comunità lgbt?

Se però si guarda l’elenco degli otto punti sui social network del PD ecco che il punto 5 diventa:
Riduzione spese militari. Si chiede il sito Gay.it:

Errore? Svista? O scelta strategica per non complicare ulteriormente i rapporti col movimento di Grillo?
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo

Lgbt: "Mea Maxima Culpa" il documentario sui casi di pedofilia che fa tremare il Vaticano arriva in Italia


Di Pier Luigi Pisa, L'Huffington Post
Nel momento più difficile per il Vaticano, con un papa dimissionario e un nuovo conclave alle porte, arriva in Italia un documentario destinato a scuotere l'opinione pubblica.

Prodotto da HBO, Mea Maxima Culpa: Silenzio nella casa di Dio esce nelle sale italiane il prossimo 20 marzo.
Il titolo dice tutto: la "grandissima colpa" è quella della Chiesa cattolica, responsabile di aver taciuto riguardo i casi di pedofilia che hanno interessato in passato l'arcidiocesi di Milwaukee, negli Stati Uniti.

E' qui che, negli anni '70, padre Lawrence Murphy avrebbe abusato di circa 200 bambini sordomuti.
Quattro di questi, ora adulti, hanno fornito la loro testimonianza riguardo quelle molestie davanti alle telecamere del regista Alex Gibney, premio Oscar nel 2007 - nella categoria riservata ai documentari - per Taxi to the Dark Side

Mea Maxima Culpa è stato presentato all'International Film Festival di Toronto lo scorso 9 settembre, per poi uscire in diverse sale americane lo scorso novembre. In Italia arriva soltanto ora, dopo che i produttori hanno tentato invano di promuoverlo all'ultimo Festival del Cinema di Venezia. "Non so dire se a Venezia l'hanno effettivamente censurato - ha dichiarato Gibney - Ma di certo non l'hanno accettato.

Quello che so è che a Venezia si sente forte la pressione politica". Un modo per lasciare intendere che si, pressioni ce ne sono state, e che una simile vetrina, visto il tema delicato, per qualcuno sarebbe stata inappropriata.

Lo scandalo di Milwaukee, infatti, agita San Pietro da diverso tempo. Le vergognose violenze di padre Murphy - deceduto nel 1998 - non sarebbero state condannate con adeguate dichiarazioni (e azioni) da parte del Vaticano, che in questi anni è stato informato sul riprorevole comportamento del prete americano. Persino (l'ormai ex) Papa Benedetto XVI, quando era ancora il "semplice" cardinale Ratzinger, nel '96 aveva ricevuto lettere su Murphy in cui l'arcivescovo Rembert Weakland di Milwaukee chiedeva "una risposta riparatrice da parte della Chiesa".

Quella risposta, in realtà, non è mai arrivata.
Soltanto nel 2003 la Chiesa ha pubblicato un rapporto sull'abuso di minori nell'arcidiocesi statunitense. E un procedimento ufficiale nei confronti di padre Murphy è arrivato troppo tardi, quando quest'ultimo era già vecchio e malato.

In tutti questi anni, invece, a Milwaukee non sono mai mancati i soldi elargiti alle vittime - circa 29 miliardi di dollari - per cercare di cancellare l'onta per vie giudiziarie.

Un flusso di denaro enorme che, nel 2011, ha costretto l'arcidiocesi di Milwaukee a dichiarare bancarotta. Le vicende raccontate da Gibney in Mea Maxima Culpa non invitano solo a riflettere sul passato.

Uno dei candidati alla successione di Benedetto XVI, infatti, è Timothy Dolan, cardinale di New York che è stato arcivescovo di Milwaukee dal 2002 al 2009. Proprio in questi giorni Dolan è stato chiamato a deporre sugli abusi sessuali commessi nella sua ex arcidiocesi proprio negli anni in cui la guidava. "Negare. Minimizzare. Censurare.
Avrebbero reagito così anche di fronte a una serie di omicidi?": è questa l'inquietante domanda che Gibney rivolge agli spettatori attraverso il suo documentario.

IL TRAILER A QUESTO LINK:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=OSstCtWl54w


FONTE: Di Pier Luigi Pisa, L'Huffington Post: http://www.huffingtonpost.it/2013/02/28/mea-maxima-culpa-il-documentario-sui-casi-di-pedofilia-che-fa-tremare-il-vaticano-arriva-in-italia-_n_2781338.html?utm_hp_ref=tw

Lgbt Femminicidio: Serena Dandini “Al governo chiediamo leggi, non rose” sul tema ha scritto un libro-spettacolo teatrale


Serena Dandini ha le idee chiare: fra i primi impegni del nuovo esecutivo ci devono essere provvedimenti contro la violenza sulle donne. Lei, intanto, sul tema ha scritto un libro-spettacolo teatrale

Dove sono Melania, Chiara e Yara? Non dormono sulla collina ma tengono ben sveglia ogni donna italiana. Esattamente come Carmela Petrucci, la diciassettenne che a Palermo, nell’ottobre dell’anno scorso, è morta, pugnalata dopo pugnalata, per salvare la sorella dalla furia dell’ex fidanzato.

È dedicato a lei il libro che Serena Dandini ha scritto per Rizzoli: Ferite a morte.
Una Spoon River sul femminicidio, neologismo di certo non bello, ma che, proprio per la sua bruttezza, dà il senso del fenomeno a cui stiamo assistendo nel nostro Paese, dove ogni anno, ogni mese, ogni giorno, le donne muoiono uccise dai “loro” uomini: mariti, padri, fidanzati, amici o fratelli che siano.

Il libro è una raccolta di monologhi, come se a parlare fossero le stesse vittime.
Sono morti tutte annunciate, ma non scontate. Perché se un vicino, un familiare, un amico, avesse mosso un dito, solo uno, solo quello che serve per digitare un numero delle forze dell’ordine, probabilmente sarebbero vive e potrebbero raccontare veramente in prima persona la storia delle angherie, delle violenze e delle sopraffazioni subite prima di arrivare alla parola fine e alla parola morte. Invece nessuno le ha aiutate o ha voluto capirle.

E così sono state ammazzate e poi sono finite nel tritacarne mediatico, «chiamate solo per nome, con una familiarità imbarazzante, quasi oscena», come dice Serena Dandini, sollevando il velo che nasconde anche le colpe del sistema dell’informazione. sono storie vere quelle di questo libro che ti prende e non ti lascia, raccontate con partecipazione ma anche con ironia.

Alcune ti fanno addirittura sorridere. E non c’è niente da scandalizzarsi: è uno dei pregi di Ferite a morte il rifiuto dello stereotipo della donna vittima, che piange, subisce e chiede aiuto. La storia di Carmela Petrucci non c’è. Era troppo riconoscibile. Ma tutto è nato da lei: lo spettacolo, che non a caso Dandini ha mandato in scena per la prima volta a Palermo nel novembre scorso, quindi il libro.

La rappresentazione teatrale però non si ferma: continuerà fin quando il femminicidio sarà un’emergenza. Attrici, e testimonial eccellenti, come Susanna Camusso, Emma Bonino e Malika Ayane, si alterneranno sul palco per recitare i monologhi di Ferite a morte: prossima tappa a Milano il 7 marzo (il 6 marzo alle 18.30 alla Feltrinelli in piazza Piemonte), poi Firenze, Roma e Torino (le date sul sito feriteamorte.it).
E non basta: ci sono due appuntamenti internazionali in programma, a New York e a Londra.
fonte http://www.iodonna.it/di Maria Teresa Meli

Barletta: Omosessualità, la realtà LGBT nel nostro territorio: a colloquio con il presidente “Mine Vaganti” Antolini


“L’amore non ha sesso, il brivido è lo stesso” cantava una nota artista italiana; purtroppo però i sentimenti devono fare i conti con la realtà, sia culturale che legislativa, del nostro Paese, in cui la distinzione tra coppie etero e omo ha il suo peso specifico notevole.

Frutto di ipocrisia? Certo è impossibile chiudere gli occhi e non vedere i “non etero”: omosessuali bisessuali, lesbiche e transgender. Ma a Barletta come si affronta la tematica LGBT? E in uno scenario un po’ più ampio, come la BAT, nella sesta provincia così come in tutto il sud Italia, ci sono ancora pregiudizi al riguardo? Nonostante le numerose battaglie per il riconoscimento dei diritti civili delle coppie omosessuali?

Abbiamo affrontato la questione con il presidente dell’ associazione “Mine vaganti” (Comitato Arcigay Bat) Michele Pio Antolini (in foto con l’on. Anna Paola Concia), che rappresenta di certo una voce non trascurabile nel contesto territoriale, per esplorare meglio la natura e la realtà del mondo omosessuale, e le rivendicazioni per le quali da sempre si sono battute le coppie Lesbiche Gay Bisessuali e Transgender, sottaciute e trascurate per anni.

Inaugurata da appena un anno, nel marzo 2012, l’associazione “Mine Vaganti” conta oggi 150 iscritti; eppure, stando ai dati Istat, la popolazione LGBT, tra chi si dichiara e chi no, su scala nazionale sarebbe pari al 10% del totale.

Nella Bat la stima dell’associazione è di circa 10 mila persone, che convivono troppo spesso con il peso di una condizione non accettata, da sé stessi o dagli altri.

Nel mondo dello spettacolo, della moda, della politica, sono sempre più frequenti i coming out di personaggi noti e meno noti, che liberano e affermano la propria essenza più intima. Molto spesso l’omofobia è dettata dall’ignoranza e dalla paura del “diverso”, ma oggigiorno sono tanti i ragazzi e le ragazze che scoprono la propria sessualità, specie in età adolescenziale, e intendono manifestarla senza preconcetti e pregiudizi, al di là della “normalità”, concetto alquanto relativo; pertanto abbiamo ritenuto opportuno analizzare la situazione nostrana, cercando di capire come in un ambiente forse ancora un po’ “arretrato” nei confronti del fenomeno da sempre esistito dell’omosessualità, gli LGBT vivono e affrontano la propria “natura umana” nel contesto sociale cittadino.

D: Da giovane barlettano come vivi la tua omosessualità in famiglia?
Bè, non’è stato facile fare coming out in famiglia. Tuttavia ora le cose vanno molto bene. Comunque dei due genitori, il padre (almeno per noi maschi) è lo scoglio più arduo.

D Quando hai capito di essere omosessuale?
Bella domanda: credo a 11 o 12 anni, tuttavia credevo fossero, nella mia totale ignoranza, solo delle “pulsioni” meramente sessuali. La mia vita sessualmente è stata molto complicata ma avvincente, ho avuto molte donne, che ho amato, sino ad arrivare al 2003, quando ho fatto il mio coming out interno.

D
Credi che nella nostra provincia, e nella fattispecie a Barletta, ci siano ancori molti pregiudizi nei vostri confronti? Ricordi un episodio nel quale ti sei sentito “diverso”?
I pregiudizi, spesso, derivano dall’ignoranza. Credo che questa città, come le altre viciniore, siano “ignoranti” in merito. Serve molta ma molta informazione ai cittadini, anche e specie alla nostra popolazione LGBTQI che, alle prime armi, è molto sola. Un recente episodio? Bè non ci faccio più caso, ma credo sia il silenzio quasi totale di molti dirigenti scolastici delle scuole Medie Superiori di Andria, Trani e Barletta che non hanno risposto alla nostra calorosa proposta di informare gli studenti sulle nostre tematiche. Credo sia questa cosa, al di là di mille offese, quella che più mi fa male.

D A cosa è stato dovuto il trasferimento della vostra sede da Andria a Barletta?
Andria è una città collegata al resto della sua provincia in maniera PESSIMA. Questo è stato il discrimine del nostro trasferimento. I risultati si sono visti subito, giacchè nella nostra sede viene molta più gente dal resto della provincia, ad Andria o eri automunito oppure, specie la domenica, era impossibile raggiungerci.

D Quali i diritti che secondo la vostra associazione dovrebbero essere maggiormente riconosciuti a livello europeo e nazionale alle coppie Lgbt ?
Ahahahhaha… a livello europeo siamo messi benissimo, ma le Alpi, oltre a proteggere il Bel Paese dai cicloni atlantici (così mi hanno insegnato a scuola elementare), lo proteggono anche dalle soffiate di modernità che Bruxelles ci invia. Non per questo, paghiamo milioni di euro di multe europee perché molte direttive europee non vengono accolte dal nostro parlamento. Credo, spero di non pentirmene domani mattina, che con la nuova legislatura ci siano tutte le premesse per un miglioramento in tal senso (ricordo che tra Camera e Senato, tra PD, SEL e M5S abbiamo la maggioranza di parlamentari sensibili alle nostre cause).

D Dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo arriva un importante riconoscimento nella battaglia per la parità di diritti fra coppie omosessuali ed eterosessuali. Recente è la sentenza con la quale la Corte di Strasburgo si è pronunciata in senso favorevole in merito alla possibilità di adozione dei figli del partner nell’ipotesi di coppie gay non sposate. Cosa ne pensi al riguardo? Passeranno anni affinché la legislazione italiana prenda spunto da questa sentenza e la applichi al sistema giuridico italiano?
Rimando alla precedente, passeranno anni? Guardi, servono pochi giorni per fare una legge, specie se l’ha già scritta l’Europa. Manca la volontà politica.

D Al neocapo del Governo, cosa vorresti ribadire a nome dell’associazione di cui fa parte?
Al neo capo del Governo chiedo che entro il primo mese venga estesa, finalmente, la legge Reale Mancino sull’aggravante di “orientamento sessuale e identità di genere” (omofobia e transfobia per intenderci).
Subito dopo, entro sei mesi (ma sono molto positivista su questa durata) che venga finalmente approvata una legge che riconosca, tuteli e disciplini:
- Coppie omosessuali;
- Adozioni;
- Genitori transessuali e omosessuali;
- Procreazione Assistita;
- Riatribuzione del sesso biologico.
Questa era la nostra campagna “Tempo Scaduto”. Noi vogliamo questo.

D Al prossimo Papa invece cosa chiederesti per te e il tuo compagno ? Credi che le chiusure cattoliche siano un limite alle vostre battaglie per il riconoscimento dei diritti civili?
Guardi io credo che un buon Papa debba occuparsi della moralità, della spiritualità dei propri fedeli, lasciando ciò che è di Cesare a Cesare. Per me e il mio compagno? Non voglio né benedizioni, né matrimoni “in chiesa”. Noi NON LO VOGLIAMO IN CHIESA!! LO VOGLIAMO SOLO AL COMUNE. Il bigottismo? E’ una questione meramente machista della nostra società, deve cambiare la nostra mentalità affinché venga abbattuto questo fenomeno. Guardi, e concludo, sai quante persone conosco che di giorno ti insultano e di notte, con un po’ di alcool etilico nel sangue (magari solo quello), cercano un rapporto di tipo omosessuale? Tanti.
Dora Dibenedetto
fonte http://bat.ilquotidianoitaliano.it/

Regno Unito "Il cardinale O'Brien ora chieda scusa alle persone lgbt"


E' la richiesta delle associazioni britanniche. Dopo avere ammesso "una condotta sessuale inappropriata", adesso gli si chiede di scusarsi con i gay contro i quali si è spesso violentemente scagliato.

"Adesso O'Brien chieda scusa anche per il linguaggio crudele e violento usato parlando delle persone gay".


E' quanto chiedono le associazioni lgbt del Regno Unito dopo la lettera dell'ormai ex Primate della chiesa cattolica scozzese con la quale il porporato chiede scusa per la "condotta sessuale" tenuta, definita inappropriata e al di sotto degli standard a lui richiesti "come prete, vescovo e cardinale".

Il riferimento, come è noto, è ai casi di abuso denunciati da due preti e da un ex sacerdote che hanno raccontato di essere stati molestati in seminario proprio da O'Brien.
Il cardinale non parteciperà al Conclave per l'elezione del prossimo pontefice.

"Per sua stessa ammissione - ha dichiarato Peter Tatchell, leader della comunità lgbt britannica -, il cardinale si è manifestato come ipocrita. Ha predicato pubblicamente contro l'omosessualità mentre privatamente ne ricercava i piaceri".
"E non è il solo ipocrita con due facce - insiste Tatchell -. Ci sono altri alti prelati cattolici colpevoli della stessa doppiezza".

E la notizia tiene banco su tutti i media internazionali secondo i quali la chiesa scozzese ha perso, con lui, tutta la sua autorevolezza . In Gran Bretagna The Guardian racconta in un articolo la genesi del report che The Observer pubblicò rivelando le accuse ad O'Brien ed evidenzia ''l'ipocrisia'' e ''la tragedia umana'' di un cardinale che è stato tra i più fermi oppositori delle nozze gay e delle adozioni da parte di coppie gay.

L'ammissione di colpe del cardinale rimbalza anche sulle prime pagine del Daily Telegraph e The Independent mentre la BBC, in un'analisi, osserva come la nota di O'Brien ''sembri quasi generare più domande che risposte, in particolare sulla natura e il periodo delle sue malefatte''.

Ma non è tutto. Anche la francia discute dell'accaduto e Le Point titola ''Le confessioni del cardinale Keith O'Brien'' mentre Le Nouvel Observateur ricorda le sue ''posizioni conservatrici sull'omosessualità''.

Per la Germania ''L'ex cardinale O'Brien chiede perdono'', come titola Der Spiegel mentre anche Die Welt e l'edizione locale di Focus riportano in prima ''l'ammissione di abusi sessuali'' del cardinale.

Oltreoceano infine, il caso O'Brien domina sul Wall Street Journal e sul New York Times, che sottolinea come, secondo diversi analisti, ''le scuse siano state imposte per gettare un'ombra su una questione'' che ha prodotto pressioni anche su altri partecipanti al Conclave.
fonte http://www.gay.it

lunedì 4 marzo 2013

Lgbt: Coppie dello stesso sesso e persone transessuali nella legge USA di violenza contro le donne


Il Congresso degli Stati Uniti d’America ha approvato il rinnovo del VAWA, Violence Against Women Act, approvato per la prima volta nel 1994 sotto la presidenza di Bill Clinton e prorogata già in altre due occasioni.

Questa volta c’è un’importante novità: tra i gruppi minoritari sono stati incluse come beneficiarie le vittime di violenza in seno alle coppie dello stesso sesso (di uomini e di donne) e le persone transessuali.

La nuova versione del VAWA è stata approvata dal Senato, di maggioranza democratica, sebbene con un significativo sostegno repubblicano.

La Camera dei Rappresentanti, a maggioranza repubblicana, ha cercato di abbassare l’ampliamento dei diritti, ma la versione “abbreviata” della legge è stata respinta: sessanta congressisti repubblicani si sono uniti ai democratici.

Alla fine la maggioranza repubblicana, dinanzi all’evidente divisione interna, ha votato la versione della legge licenziata dal Senato che alla fine è stata approvata con 286 voti a favore (199 democratici e 87 repubblicani) e 136 contrari. Gruppi di difesa dei diritti umani si sono detti soddisfatti perché la legge è stata approvata con i voti di entrambi gli schieramenti.

La legge stabilisce una serie di garanzie legali e aiuti alle donne che sono vittime di violenza di genere e eroga finanziamenti agli stati e ai governi locali perché sviluppino programmi contro la violenza di genere, come l’apertura di case di accoglienza, numeri telefonici per richieste di aiuti, formazione delle forze pubbliche, assistenza legale… La nuova versione della legge estende questi aiuti alle vittime di violenza da parte del partner nel caso di coppia dello stesso sesso, alle persone transessuali, alle donne che vivono nelle riserve indiane (e che hanno i loro sistemi giuridici) e alle donne immigrate con una situazione irregolare.


Dopo il Matthew Shepard Act, approvato nel 2009 (legge che ha permesso l’inclusione dell’orientamento sessuale e l’identità di genere nelle categorie contemplate dalla legge federale come crimini di odio), il nuovo VAWA costituisce la seconda grande legge di ambito federale che contempla in maniera esplicita i diritti delle persone lgbt.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo Via | Dos Manzanas Foto | Getty

Lgbt Polonia: Lech Walesa, premio Nobel per la Pace, contro le unioni gay.


Secondo l'ex sindacalista e attivista per i diritti umani, i parlamentari omosessuali dovrebbero inoltre sedere nelle ultime file del Parlamento o "addirittura dietro a un muro"

L'ex leader di Solidarnosc, Lech Walesa, ha messo i paletti alle unioni civili per i gay in Polonia: "Devono sapere, che sono la minoranza e che devono accontentarsi e non ambire ai vertici", ha dichiarato l'ex presidente polacco (1990-1995) e Premio Nobel per la Pace, ieri sera, in un'intervista all'emittente polacca Tvn 24.

Secondo l'ex sindacalista e attivista per i diritti umani, i parlamentari omosessuali dovrebbero inoltre sedere nelle ultime file del Parlamento (che nel frattempo conta un gay dichiarato e un transessuale), o "addirittura dietro a un muro". Le stesse manifestazioni di gay e lesbiche non dovrebbero svolgersi nel centro delle città, ma in quartieri periferici: "Non voglio che questa minoranza, con la quale non sono d'accordo, vada nelle strade e confonda le idee ai miei bambini o nipoti".

E' sempre caldo il dibattito sulla legalizzazione delle unioni per coppie dello stesso sesso nella cattolicissima Polonia, mentre i deputati a Varsavia hanno di recente respinto tre proposte di legge che miravano a introdurre le civil partnership per le coppie gay nel paese.
fonte http://www.today.it

Lgbt: Solesino (Padova), il candidato sindaco è gay: “Giudicatemi per le mie idee”


PADOVA – Sindaco non sa se lo diventerà, ma protagonista della prossima campagna elettorale del Comune di Solesino, 7.200 anime in provincia di Padova, lo è già.

Perché è omosessuale e non ne fa mistero. Matteo Pegoraro, 27 anni, che si presenterà alle comunali di primavera con la lista civica ‘Solesino in movimento’, si oppone tuttavia alle strumentalizzazioni.

Dopo che alcuni quotidiani locali hanno scritto della sua proposta politica caratterizzando tutti i titoli con l’aggettivo/sostantivo ‘gay‘, Pegoraro ha puntualizzato: ”Superfluo dire che i virgolettati dei titoli non sono mie parole. Personalmente non amo questo tipo di sensazionalismo”.

”Non si amministra un paese – aggiunge – perché si è gay o etero, bianchi o neri, alti o bassi. Si amministra un paese per cambiare le cose, per dire no alle mafie e alle speculazioni, per ridare dignità ai cittadini, alle istanze di tutti. Seguiteci e giudicateci, sosteneteci o criticateci, ma per le nostre idee concrete di rinnovamento e sostenibilità, non per le nostre identità”.
fonte http://www.blitzquotidiano.it

Lgbt Australia: Grande festa al Mardi Gras di Sydney, l’annuale sfilata del gay pride


Tanta musica, tanti colori e tantissima allegria durante la Sydney Gay and Lesbian Mardi Gras, il più noto evento del genere e uno dei più grandi al mondo, secondo solo a quello di San Paolo in Brasile.

Il Sydney Gay and Lesbian Mardi Gras è un evento della durata di quattro settimane durante la quali si organizzano mostre, convegni e incontri a tematica omosessuale.

In questi giorni si registra l'apice dell'evento che, sabato sera, ha visto lo svolgimento della parata lungo la nota Oxford Street.

Ormai la manifestazione è parte integrante degli appuntamenti tradizionali della metropoli australiana, nonostante sia sempre più difficile riuscire a raccogliere tutti i fondi necessari per coprire le spese da sostenere.

A dispetto di questo, l'appoggio del pubblico è sempre molto caloroso e a migliaia vanno a vedere il gay pride, meglio noto come Grand Parade.

Quest'anno si è arrivati alla trentacinquesima edizione, con tema centrale le “generazioni dell'amore”, uno sguardo al passato, al presente e al futuro dell'amore omosessuale.

Grandi passi sono stati compiuti dalla prima edizione: all'epoca la polizia bloccò la parata, ora invece marcia all'interno della stessa assieme agli oltre 100 gruppi che, in questo 2013, hanno visto per la prima volta la presenza di alcuni membri della forza di difesa australiana in uniforme.
fonte http://www.articolotre.com -G.B.

Aiuto per gay e lesbiche, nasce lo sportello Lgbt del Veneto orientale


L'iniziativa dopo alcuni atti di vandalismo nei confronti di un locale gay friendly della zona.
A disposizione un numero di cellulare contattabile tutto il giorno e una sede a Mussetta


Nasce lo sportello Lgbt del Veneto orientale.
Un'iniziativa che intende combattere l'omofobia e tutte le forme di discriminazione che deve sopportare chi suo malgrado viene considerato "diverso".

La struttura intende quindi costituire una forma di sostegno per gay, lesbiche, trans e bisex dopo alcuni episodi di intolleranza che si sono verificati anche nel Veneziano.

Come riporta La Nuova Venezia, l'iniziativa parte dal gestore di un locale di San Donà divenuto bersaglio di vandalismi e intimidazioni per aver organizzato feste e iniziative dedicate soprattutto a omosessuali.

Giovedì prossimo riunione operativa con il direttore generale dell'Asl del Veneto orientale e l'associazione Agedo.

A disposizione ci sarà anche un numero di supporto contattabile tutto il giorno (366/3422356) e una sede a Mussetta di San Donà di Piave, in via Garibaldi, all'uscita del sottopasso della località veneziana.

fonte http://www.veneziatoday.it