martedì 17 settembre 2013

Lgbt: Gli sponsor minacciano di ritirarsi, a rischio i Giochi di Sochi 2014

I grandi brand statunitensi che avevano garantito la sponsorizzazione dei Giochi di Sochi adesso ci ripensano. Le polemiche internazionali per le politiche anti-gay potrebbero metterli in cattiva luce

I giochi di Sochi sono a rischio, o comunque non lo sono mai stati come in questo momento. A minarli, però, non è la tanto attesa, e mai arrivata, pronuncia del Comitato Olimpico contro le leggi anti-gay approvate dalla Russia, quanto la possibilità che alcuni grossi sponsor rinuncino alla vigilia dell'inizio delle Olimpiadi Invernali.

Secondo Gerhard Heiberg responsabile marketing del Comitato Olimpico Internazionale, infatti, soprattutto gli sponsor statunitensi sono molto preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere sulla loro immagine sponsorizzare un evento sportivo così inviso alla comunità lgbt che in tutto il mondo sta facendo sentire la sua voce nel tentativo di boicottarlo.

Nello scorso week end si sono tenuti kiss-in davanti alle ambasciate russe di tutto il mondo, cosa che ha contribuito ad alzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle condizioni delle persone lgbt in Russia, sulla repressione, le violenze e l'omofobia che si diffonde a macchia d'olio con il bene stare del Cremlino.

Le aziende statunitensi che, invece, hanno spesso aderito alle campagne contro l'omofobia e si sono schierate a favore dei matrimoni gay entro i confini Usa, temono che sponsorizzare i Giochi invernali di Sochi si riveli un boomerang per la loro immagine e, quindi, per gli affari. Parliamo soprattutto di Coca-Cola, Panasonic, McDonald's e Visa.

Dmitry Chernyshenko, uno dei capi del comitato organizzatore di Sochi 2014, ha chiesto al Coi di aiutarli a mitigare la campagna in atto specialmente negli Usa e nell'Europa occidentale che sta mettendo in cattiva luce la Russia e lo stesso evento sportivo.
Chernyshenko ha ribadito che la legge approvata e quelle in discussione non proibiscono l'omosessualità in quanto tale e non entrano in conflitto con lo Statuto delle Olimpiadi.
"Non vogliamo cambiare le leggi russe - ha commentato Heiberg -. Le accettiamo come una decisione interna alla Russia. Ma quali saranno le conseguenze"?

Alla fine, dunque, la campagna di boicottaggio lanciata dalle associazioni lgbt internazionali potrebbe avere qualche effetto, anche se forse non quello desiderato di bloccare del tutto i Giochi.
fonte http://www.gay.it

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