giovedì 8 agosto 2013

Lgbt Interviste: La tennista Billie Jean King: "Io, gay in una famiglia omofoba"

Billie Jean King, in una bella intervista riportata da ESPN, ripercorre quella parte degli anni ’70 che l’hanno portata alla lotta per la fondazione della WTA e che l’hanno messa davanti alla scelta di rivelare al mondo la sua omosessualità.

Tennis. Beverly Hills, California – La fantastica e controversa Billie Jean King torna a parlare dopo il 40° anniversario della WTA e martedì, durante un’intervista riportata da ESPN, ha confessato qualcosa di molto intimo riguardo la sua sessualità. BJ fa capire che non avrebbe potuto vivere con dignità ed essere se stessa da donna gay nel 1970 perché avrebbe danneggiato il professionismo delle donne, a quel tempo appena nato e alle prime armi. La King fu la prima atleta femminile di spicco a fare outing, rivelando la sua omosessualità nel 1981 dopo che la sua compagna aveva intentato una causa contro di lei alla fine del loro rapporto.

“Non credo che avrebbe aiutato la situazione. Penso che avrebbe fatto più male a noi che avevamo appena cominciato”, ha detto durante un incontro con la Television Critics Association.

La splendida 69enne sarà la prima figura sportiva ad essere analizzata nel programma delle PBS “American Masters”. Il suo episodio andrà in onda il 10 settembre negli States in ricordo del 40° anniversario della partita contro Riggs e della fondazione della Tennis Association delle Donne, la WTA.
La King ha confessato ai critici televisivi che il tour pro delle donne era solo al suo terzo anno di vita nel 1973 quando ha battuto Bobby Riggs nella famosa “Battle of the Sexes”. La ‘battaglia dei sessi’ comprendeva tre importanti partite di tennis tra un uomo e una donna. La prima partita fu tra Bobby Riggs e Margaret Court, al meglio dei tre set.
Il secondo è stato un match tra Riggs e Billie Jean King, al meglio dei cinque set stavolta ed è proprio questo il match ufficialmente ribattezzato ‘La battaglia dei sessi’. La finale è stata tra Jimmy Connors e Martina Navratilova, al meglio dei tre set soprannominata The Battle of Champions.

“Era una posizione davvero labile,” ha detto. “Siamo stati etichettati per tutto il tempo ‘libbers delle donne’ – (libbers è un termine statunitense che indica la liberazione di una categoria da una sorta di oppressione n.d.r). – Eravamo sempre sotto tiro da parte dei media. Quando ho giocato contro Bobby Riggs, non c’era come inviata nemmeno una giornalista sportiva donna”.

Ci voleva tanto coraggio per rivelare al mondo i suoi sentimenti, il suo intimo essere. Così la King ha rivelato di aver combattuto per 48 ore consecutive con il suo avvocato e con il suo ufficio stampa per tenere una conferenza stampa che servisse ad annunciare finalmente al mondo la sua sessualità, specialmente dopo essere stata citata in giudizio dalla sua partner, Marilyn Barnett.

“La cosa importante era che stavo facendo outing, ed in quel momento stavo ancora cercando di trovare me stessa”, ha detto. “I miei poveri genitori sono omofobi. Sono cresciuta omofobica, quindi potete immaginare la mia sfida. Non mi sono sentita a mio agio nella mia stessa pelle fino a quando ho compiuto 51 anni.”

La King stava giocando seguendo un rigido programma di partite ma allo stesso tempo stava aiutando con forza e determinazione a lanciare il tour pro delle donne, che però mancava di infrastrutture nei suoi primi giorni di vita. Una grande battaglia finita poi nel successo della WTA.

“Quando la gente mi chiede: ‘Che cosa ti ricordi gli anni ’70?’ Rispondo: `Ero stanca, ‘” ha detto BJ King. “Ero esausta in ogni momento. Ma Dio mi ha dato tanta energia, quindi sono molto fortunata.”
fonte http://tennis.it/ di Consuelo Motta

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