lunedì 1 luglio 2013

Lgbt San francisco: Al Gay Pride spunta anche Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook per la prima volta prende parte alla manifestazione con i dipendenti di Menlo Park

Tra i carri che sono sfilati domenica per Market Street, a San Francisco, in occasione del Gay Pride ce n'era uno che ha attirato l'attenzione più di altri. Era una carrozza dei celebri cable car, i tram trainati a cavo che si inerpicano per le salite della città californiana, e a bordo aveva un passeggero-manifestante di prim'ordine: Mark Zuckerberg. Il fondatore di Facebook non era solo, con lui circa settecento dipendenti del libro delle facce, riconoscibili da una maglietta creata per l'occasione con lo slogan PrideConnectUs, l'orgoglio ci unisce.

HI-TECH GLBT
Da sempre sia Facebook che l'industria hi-tech hanno dimostrato larghe vedute in fatto di tolleranza, di qualunque genere e specie. E le partecipazioni ufficiose e ufficiali da parte di rappresentanze dei colossi tecnologici alle parate di orgoglio delle differenze di orientamento sessuale (Gay-Lesbian-Bisex-Transgender, o GLBT) sono quasi routine. Anche Xerox e Apple hanno sfilato a San Francisco e i dipendenti Google erano numericamente il doppio di quelli di Facebook. Però c'era Zuckerberg, per la prima volta, e gli altri no; e ha partecipato ballando e dispensando timbri con il celebre Like blu accompagnato dal pollice in su.

SOSTEGNO
Il committment dell'azienda a sostegno del Gay Pride è stato totale, con una campagna sotto il vessillo (in hashtag) #PrideConnectUs, iniziata qualche giorno fa e un bel video che racconta la storia di un outing, faticoso e doloroso come tutti gli altri. Sull'insegna che campeggia sul quartier generale dell'azienda a Menlo Park è stato affissa una bandiera con l'arcobaleno (simbolo della libertà e della pace) e un anello – sempre arcobaleno – è stato disegnato sul cartello con il pollice in su all'ingresso del campus. Ci si interroga in rete sul motivi di tale partecipe adesione, visto che solo due anni fa allo stesso Gay Pride la presenza di Facebook era stata picaresca: una settantina di dipendenti, una jeep e un impianto hi-fi scassato e inutilizzabile (la playlist che avrebbe dovuto suonare era di fatto l'unica prova di una programmazione della partecipazione).

POLITICA
Cosa è cambiato in due anni? Sicuramente l'azienda è più consapevole e matura, sicuramente le esperienze passate hanno convinto Zuckerberg a esplicitare il sostegno. Certo è anche che prendere parte a questo Gay Pride era più semplice che tutte le altre volte. La parata è avvenuta a tre giorni dalla storica sentenza della Corte Suprema statunitense che ha bocciato il disegno di legge che legittimava esclusivamente il matrimonio eterosessuale. Questa volta salire su quel carro era un po' salire sul carro dei vincitori. L'attivismo politico che Zuckerberg ha manifestato da qualche mese a questa parte, con la creazione del gruppo di interesse FWD.us, spiegherebbe tanta consapevolezza da parte di un genio del software che sta imparando anche il mestiere del politico. Molto in fretta.
fonte http://www.corriere.it/ di Gabriele De Palma

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