martedì 7 maggio 2013

Lgbt: Padova, libretto universitario "doppio" per studenti transgender e transessuali


Oltre a quello con i dati anagrafici, l’universitario che ne abbia la necessità potrà avere un badge con un alias: gli consentirà il cambio del nome sia nel libretto che nei documenti universitari adeguandoli alla nuova identità psico-fisica

Il Senato accademico dell’Università di Padova ha deliberato di dotare gli studenti transgender e transessuali di un doppio libretto: oltre a quello con i dati anagrafici, l’universitario che ne abbia la necessità potrà avere un badge con un alias: gli consentirà il cambio del nome sia nel libretto che nei documenti universitari adeguandoli alla nuova identità psico-fisica.

La votazione, su proposta del rettore e dopo una lunga battaglia degli studenti della Link, è passata ad ampia maggioranza, con il solo voto contrario del rappresentante degli universitari collegato a Comunione e Liberazione.

«Questa iniziativa si rende necessaria per non creare ulteriori imbarazzi a chi sta vivendo un periodo delicato di transizione», ha spiegato al termine della seduta il rettore dell’Università di Padova, Giuseppe Zaccaria.

Il percorso di “Rettificazione di attribuzione del sesso” può durare molto tempo e durante la fase di transizione non avere il riconoscimento legale della nuova identità è spesso motivo di grave disagio.

«E’ un importante segno di civiltà, di rispetto della dignità umana e di valorizzazione delle rispettive differenze quello votato a Padova», ha affermato Chiara De Notaris del Sindacato degli studenti.

All’Università di Torino il doppio libretto esiste da dieci anni, successivamente è stato introdotto al Politecnico di Torino e all’Università di Bologna.

L’ateneo di Pisa è prossimo a una delibera che sta introducendo la novità (sulla spinta della studentessa Sophia, transessuale) e che prevede la ristampa dei diplomi di laurea per gli studenti che, usciti dall’università, hanno poi cambiato sesso.

Della questione si sta discutendo negli atenei di Bari, Napoli, Roma e in Europa le università di Oxford e Madrid hanno affrontato con risultati simili la questione.


Il doppio libretto è un tentativo di arginare l’abbandono universitario di troppi ragazzi che, dicono quelli della Link e dell’associazione Anteros, «vengono violati nella propria privacy e spesso sono soggetti a discriminazioni all’interno della comunità accademica».
FONTE http://www.repubblica.it/di CORRADO ZUNINO

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