martedì 9 aprile 2013

Lgbt Gran Bretagna: « Test dell'omosessualità» per avere asilo «Sei lesbica? Dimostralo. Hai letto Wilde?»


Le domande «poco sensibili» a chi chiede asilo in fuga da Paesi dove i gay e le lesbiche vengono perseguitati.
Sei mai stata a un Gay pride? Hai mai letto Oscar Wilde? Utilizzi «sex toys»?

Sono solo alcune delle domande che decine di donne richiedenti asilo in Gran Bretagna - in fuga da Paesi come Pakistan, Arabia Saudita, Uganda e Giamaica, dove l'omosessualità viene perseguitata - si sono sentite rivolgere per «provare» il loro orientamento sessuale.
«Visto che sei lesbica frequenti sicuramente locali notturni, dimmi quali», ha chiesto un giudice a una profuga pakistana, musulmana e astemia.

«Non sembri lesbica», si è sentita dire una donna giamaicana.
Ma «poco credibile» come omosessuale era anche una donna che non era mai stata a un Gay Pride in vita sua.
E c’è stato chi, per verificare l’omosessualità di una donna ugandese, le ha chiesto se avesse mai letto Oscar Wilde.

PREGIUDIZI
«Pensavo che non mi sarei scioccata facilmente lavorando su questi temi», ha raccontato Claire Bennett, ricercatrice dell’Università di Southampton, in Inghilterra, che ha passato più di un anno intervistando decine di donne in fuga perché perseguitate per il loro orientamento sessuale nei loro Paesi d'origine.
Quel che è venuto fuori invece è un vero e proprio viaggio tra ignoranza e pregiudizi: un «test dell'omosessualità» fatto di domande «inappropriate e poco sensibili», ha raccontato la ricercatrice al quotidiano britannico «The Independent».

STEREOTIPI
Sono migliaia le persone Lgbtqi - lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali - che, ogni anno, fuggono da persecuzioni in almeno 104 Paesi. Secondo il rapporto europeo «Fleeing Homophobia», cofinanziato dal Fondo europeo per i rifugiati, oltre 10mila chiedono asilo in un Paese dell'Ue.
La maggior parte delle domande viene respinta: in Gran Bretagna, secondo le associazioni, circa il 98%.
Chi prende in esame i singoli casi «ha in mente uno stereotipo di lesbica ben preciso, con capelli corti e non truccata», ha spiegato una donna alla Bennett.
Il problema, spesso, è che ci si aspetta«che una lesbica sia in un certo modo, sia per quel che riguarda l’aspetto, sia per il comportamento».
O perlomeno che «Il ritratto di Dorian Gray» sia tra i suoi libri preferiti.
fonte http://www.corriere.it/esteri Federica Seneghini

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