lunedì 8 aprile 2013

Lgbt Germania: Ad Amburgo, lo stadio pieno di bandiere arcobaleno per i matrimoni gay


Bandiere arcobaleno dappertutto, in sostegno delle nozze gay.
Non siamo negli USA, dove la Corte Suprema è chiamata a prendere importanti decisioni in materia, ma in Europa, ad Amburgo.

E non è questa, comunque, la "stranezza".
Ciò che colpisce è che quelle bandierine vengono agitate, a migliaia, in uno stadio. Accompagnate da striscioni che rivendicano il diritto al matrimonio per le coppie omosessuali. Una vera e propria coreografia contro l'omofobia. Su quegli spalti che spesso conquistano le pagine dei giornali per il loro razzismo.

Un'altro calcio, tuttavia, è possibile almeno ad Amburgo, in Germania, la città in cui gioca il St. Pauli, un club che milita attualmente nella Zweite Liga, l'equivalente della nostra Serie B. Lunedì scorso, in occasione del match casalingo contro l'SC Paderborn 07, i tifosi di tutti i settori del Millerntor-Stadion - circa 24mila posti di capienza - hanno risposto all'invito del movimento antifascista Alerta Network, responsabile della bella campagna “Fußballfans gegen Homophobie” ("Tifosi di calcio contro l'omofobia").

E al momento dell'ingresso in campo delle due squadre hanno sventolato, al posto delle bandiere e delle sciarpe con i colori del loro club, i simboli della lotta alla discriminazione sessuale.
La coreografia è stata un successo e ha brillato per l'impegno più che per l'estetica.
Un compromesso sicuramente accettabile, che l'Alerta Network sogna di ripetere al livello internazionale. Il suo appello è stato diffuso in più lingue - c'è anche l'italiano - sul suo sito ufficiale.

Sarebbe bello. Poiché il mondo del calcio, si sa, non è mai stata un'isola felice per i gay.
Per chi gioca a certi livelli (e non solo) fare outing è praticamente impossibile. Prova ne è la recente storia di Robbie Rogers, 25enne calciatore statunitense "costretto" a ritirarsi prima del tempo per vivere serenamente la sua omosessualità . E a chi minimizza basta rammentare le parole di Antonio Cassano dell'anno scorso, quando durante gli Europei disse: "Froci? Sono problemi loro, se la vedessero loro. Io mi auguro che non ce ne siano in nazionale" .

Ma ad Amburgo, nel quartiere St. Pauli che da il nome alla società calcistica tedesca, si respira un aria diversa. Da tempo. Il club fondato nel 1910 è diventato molto più che una squadra a partire dal 1980, quando fu tra i primi club a impedire l'ingresso allo stadio agli esponenti di estrema destra.
Alla figura simbolo di società che combatte il razzismo e ogni sorta di discriminazione ha contribuito, dal 2002 al 2010, il suo ex presidente Corny Littman, imprenditore dichiaratamente gay.
fonte http://www.huffingtonpost.it/Pier Luigi Pisa

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