mercoledì 6 marzo 2013

Lgbt Femminicidio: Serena Dandini “Al governo chiediamo leggi, non rose” sul tema ha scritto un libro-spettacolo teatrale


Serena Dandini ha le idee chiare: fra i primi impegni del nuovo esecutivo ci devono essere provvedimenti contro la violenza sulle donne. Lei, intanto, sul tema ha scritto un libro-spettacolo teatrale

Dove sono Melania, Chiara e Yara? Non dormono sulla collina ma tengono ben sveglia ogni donna italiana. Esattamente come Carmela Petrucci, la diciassettenne che a Palermo, nell’ottobre dell’anno scorso, è morta, pugnalata dopo pugnalata, per salvare la sorella dalla furia dell’ex fidanzato.

È dedicato a lei il libro che Serena Dandini ha scritto per Rizzoli: Ferite a morte.
Una Spoon River sul femminicidio, neologismo di certo non bello, ma che, proprio per la sua bruttezza, dà il senso del fenomeno a cui stiamo assistendo nel nostro Paese, dove ogni anno, ogni mese, ogni giorno, le donne muoiono uccise dai “loro” uomini: mariti, padri, fidanzati, amici o fratelli che siano.

Il libro è una raccolta di monologhi, come se a parlare fossero le stesse vittime.
Sono morti tutte annunciate, ma non scontate. Perché se un vicino, un familiare, un amico, avesse mosso un dito, solo uno, solo quello che serve per digitare un numero delle forze dell’ordine, probabilmente sarebbero vive e potrebbero raccontare veramente in prima persona la storia delle angherie, delle violenze e delle sopraffazioni subite prima di arrivare alla parola fine e alla parola morte. Invece nessuno le ha aiutate o ha voluto capirle.

E così sono state ammazzate e poi sono finite nel tritacarne mediatico, «chiamate solo per nome, con una familiarità imbarazzante, quasi oscena», come dice Serena Dandini, sollevando il velo che nasconde anche le colpe del sistema dell’informazione. sono storie vere quelle di questo libro che ti prende e non ti lascia, raccontate con partecipazione ma anche con ironia.

Alcune ti fanno addirittura sorridere. E non c’è niente da scandalizzarsi: è uno dei pregi di Ferite a morte il rifiuto dello stereotipo della donna vittima, che piange, subisce e chiede aiuto. La storia di Carmela Petrucci non c’è. Era troppo riconoscibile. Ma tutto è nato da lei: lo spettacolo, che non a caso Dandini ha mandato in scena per la prima volta a Palermo nel novembre scorso, quindi il libro.

La rappresentazione teatrale però non si ferma: continuerà fin quando il femminicidio sarà un’emergenza. Attrici, e testimonial eccellenti, come Susanna Camusso, Emma Bonino e Malika Ayane, si alterneranno sul palco per recitare i monologhi di Ferite a morte: prossima tappa a Milano il 7 marzo (il 6 marzo alle 18.30 alla Feltrinelli in piazza Piemonte), poi Firenze, Roma e Torino (le date sul sito feriteamorte.it).
E non basta: ci sono due appuntamenti internazionali in programma, a New York e a Londra.
fonte http://www.iodonna.it/di Maria Teresa Meli

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