sabato 16 marzo 2013

Lgbt Danza: Roberto Bolle "Mi sento davvero Romeo. Per sempre"


Abbiamo chiesto a Roberto Bolle in quale personaggio vorrebbe reincarnarsi.
L'Étoile della Scala non ha dubbi: l'innamorato shakespeariano per eccellenza è
“Un uomo che non vive a metà. O tutto o niente”

Perché vorrebbe essere Romeo?
È il personaggio a cui sono più legato, che mi accompagna da sempre, è stato il mio primo ruolo importante. È dopo un Romeo che mi hanno nominato primo ballerino alla Scala. Ogni volta che lo interpreto mi arricchisce per la maturità dei sentimenti e la sua profondità.

Quando l'ha portato in scena la prima volta?
A 20 anni. Allora pensavo di sentire le emozioni di Romeo e di viverle sul palco ma, se mi riguardo adesso, mi rendo conto che ero immaturo, un po' scolastico.

Che cosa la emoziona di più in questa figura romantica?

Romeo vive al massimo livello l'intensità dei suoi sentimenti, non a metà. È tutto o niente.

Si può essere così a ogni età?
Credo proprio di sì ed è una delle cose per cui vale la pena di vivere.

Il suo primo Romeo da spettatore?
Il film di Zeffirelli. Avevo 15 anni e me ne innamorai.
E poi, alle medie, la prima lettura di Shakespeare.
Interpretai la scena del balcone. Si vede che ero predestinato.

Qual è, secondo lei, il maggiore difetto di questo personaggio?

L'impulsività. Se avesse aspettato un attimo sarebbe andata diversamente.

Il momento più liberatorio quando lo interpreta?
Nella scena in cui, vado al balcone e, finalmente, esco dal corpetto e indosso la camicia.

Un suo errore che non commetterebbe?
Io sono più calmo, meno impetuoso. Nella vita reale è difficile essere Romeo, perché dopo la prima delusione sei più cauto.
Invece lui si dà sempre e tutto, fin dal primo momento.

È una figura universale?
Non credo, ma sarebbe bello che le persone si lasciassero andare ai propri sentimenti. In giro vedi molto cinismo, molta costrizione.
Ci vorrebbe un po' più di Romeo in ognuno di noi.

È un perdente?
No, al contrario perché sa vivere tutto al massimo.

Qual è la sua Giulietta ideale?
Alessandra Ferri. Intensa, passionale sia nella vita reale, sia in scena.

Che cosa le regalerebbe al primo appuntamento?

La porterei a teatro, in un luogo mio e magico.

Dove la inviterebbe a cena?

Sul palcoscenico del teatro vuoto, illuminato solo per noi.

In quale teatro si è sentito più Romeo?
Al Covent Garden di Londra, dove il Romeo di Kenneth MacMillan è stato creato.
E poi è in Inghilterra, la patria di Shakespeare.

Ha visto il film sui due innamorati di Baz Luhrmann?
Sì e mi è piaciuto tantissimo, così visionario e universale.
Luhrmann è uno dei miei registi preferiti. Sarebbe bello recitare con lui.

Se fosse Shakespeare, cambierebbe il finale?
No. Va bene così. Ci piace emozionarci.

Assomiglia a Romeo fisicamente?
Lascio decidere al pubblico.

Se lo incontrasse, che cosa gli direbbe?
Vacci piano, prendi il tuo tempo, calmati.Ma sarebbe un peccato.
L'impulsività è la sua bellezza, la sua vera natura.

Metta in ordine di importanza quattro caratteristiche di questo personaggio: coraggio, fedeltà, rispetto delle regole, lealtà.
Fedeltà e lealtà al primo posto, poi rispetto delle regole perché sta alla base di tutto, infine coraggio.

Un aggettivo, un sostantivo, un colore per definire la vita, l'amore, la gelosia, la morte.
La morte, il nero e la croce. La vita la associo ai bambini e al loro sorriso. La gelosia è come un cane che ti morde alla gola. L'amore è rosso, come il fuoco e la passione.

Fra tradimento, dolore, solitudine, ingiustizia, intolleranza e pregiudizi, che cosa teme di più?
Ingiustizia e tradimento. Non li tollero perché sono come pugnalate alle spalle ed è difficile difendersi da loro. Al secondo posto metto intolleranza e pregiudizi. Al dolore fisico sono abituato, quindi non mi pesa. Non temo la solitudine, la metto per ultima.

Dove sarà Romeo nel 2020?
E chi lo sa! La mia prospettiva di futuro è lunga quanto il mio calendario da ballerino che è fine 2013. Poi si vedrà.
fonte http://www.leiweb.it/amica di Mariangela Mianiti/foto Giovanni Gastel

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