lunedì 14 gennaio 2013

Lgbt Fashion & Style: Emilio Cavallini, il toscano che rivoluzionò i collant

Imprenditore d’avanguardia, stilista visionario e artista affermato, ecco la nostra intervista ad Emilio Cavallini, uomo concreto e proiettato nel futuro con un entusiasmo senza pari.

Dal 1970 ha rivoluzionato la percezione delle calze rendendole un capo d’abbigliamento fondamentale e creando la Stilnovo, azienda che a San Miniato, nel cuore della Toscana, esporta 4 milioni di calze all’anno in tutto il mondo. Ecco come ha fatto.

Quale era la principale differenza tra la moda di Firenze e la Londra dei 60′s dove ha iniziato?

La moda londinese era fatta di persone che compravano nei mercatini, io ero affascinato dal loro modo di vestire ed ho iniziato subito creando le calze per i total look di Mary Quant (ndr: l’inventrice della minigonna).

Una sua creazione a cui è particolarmente legato.


Sicuramente un’invenzione che mi riconoscono tutti: la calza da uomo. Debuttai al Pitti Uomo negli anni ’70 facendo sfilare uomini con indosso collant da donna bianchi/neri e colorati, era un capo d’avanguardia, ma oggi l’ho riportato alla ribalta.

Mentre presentavo le mie collezioni a New York pensai di rimetterlo in produzione perché anche sotto i leggins da uomo c’era comunque bisogno del calzino.

L’ho presentato come capo unisex in vendita solo on line, ma avendo riscontrato che i maggiori acquirenti fossero uomini, abbiamo deciso di nominarli “Mantyhose”. Hanno avuto subito un grande successo e sono stati usati anche per l’esibizione di Madonna al Super Bowl 2012 (in foto).

Il suo passaggio dalla moda all’arte, ormai è un artista affermato.

Non è facile ma ci sto provando. Io ho sempre guardato al mondo dell’arte.
L’arte guarda al futuro, ma nello stesso tempo è un qualcosa che rimane.

Negli ultimi dieci anni ho abbinato il mio lavoro di artista e stilista e lo si percepisce dal volume monografico “La magnifica ossessione” (2010) improntato più sull’arte che sulle calze.

Ho esposto alla Triennale di Milano (2011), il Victoria&Albert Museum di Londra mi ha chiesto una mostra per i 40 anni di attività e molti altri musei americani chiedono di esporre le mie opere che conservo in un museo personale a San Miniato.



Toscana e artigianalità: cosa è cambiato da quando ha iniziato?

Io ho vissuto in pieno l’industrializzazione del settore. Quando ho iniziato c’erano piccoli laboratori, che hanno capito la necessità di doversi trasformare in industrie specializzate.

Credo che la trasformazione del prodotto interamente a mano non esista più, è tutto tecnologizzato e finalizzato a produrre un prodotto senza imperfezioni. Artigianale, ma comunque industrializzato.

Lei è un giramondo, ma che rapporto ha con la Toscana e con Firenze?

Mi piace il modo di vivere toscano, il Sabato e la Domenica li dedico a coltivare la terra e quando sono a New York dico sempre che sono toscano.

In questo territorio che vanta una tradizione produttiva di calze in seta a telaio sin dall’800, ho creato la mia azienda, la Stilnovo, che produce calze per tutti i marchi internazionali, da Alexander McQueen a Zara.
Inoltre io vivo a Firenze e mi piace uscire tutte le sere. Vado all’Harry’s Bar, dove incontro molti stranieri e mangio sempre alla Trattoria I 13 gobbi, che sono miei amici da una vita.

Purtroppo devo dire che Firenze ti classifica in base all’età. A New York se voglio andare in discoteca senza segnarmi in lista e mi metto in fila, viene sempre qualcuno che mi fa entrare pur non sapendo chi sono, c’è un rispetto diverso. A Firenze fai la fila e ti ritrovi sempre gli occhi addosso e a me non piace.

Il suo rapporto con i giovani e un consiglio che si sente di dare per il futuro.


Esco molto spesso con i giovani perché sono curioso di vedere e capire l’attualità.
Purtroppo però riscontro che non si vogliono adattare a tutti i tipi di lavoro.

Se uno vuole lavorare davvero, si iscriva ad una scuola artigianale ed impari a tagliare una borsa, a cucire, a saldare. Mancano sempre queste figure e sono ricercatissime, soprattutto in Toscana, dove le grandi firme si stanno ingrandendo per soddisfare la crescente domanda mondiale.
Per concludere, i piani per il suo futuro?

Ridendo ci dice – Io vivo giorno per giorno continuando nel mio lavoro, dedicandomi all’arte e montando le mie opere nel laboratorio artigianale.
fonte http://www.teladoiofirenze.it scritto da Alessandro Masetti
Fashion Week in New York.

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