sabato 6 ottobre 2012

Lgbt Napoli: "Poetè" al via il quarto anno con il libro “Favolose narranti” di Porpora Marcasciano, letture a cura di Gino Curcione il 9 ottobre

Ritorna il 9 ottobre per il quarto anno Poetè, la rassegna di poesia e letteratura curata da Claudio Finelli che si svolge nel salottino del Chiaja Hotel de Charme.

Quest’edizione s’inaugura martedi 9 ottobre con la presentazione del libro “Favolose narranti” di Porpora Marcasciano (Manifestolibri).

Letture a cura di Gino Curcione.
L’incontro sarà, come di consueto, condito da tè e biscottini.

Il libro ricostruisce le vicende centrali che hanno portato alla visibilità trans con un’attenzione speciale alla situazione dei diritti in questo momento.

L’autrice è una sociologa e un figura storica del movimento transessuale italiano che da anni si occupa di studiare, capire e raccontare la storia dei trans e delle trans nel nostro paese.

Appuntamento martedì 9 ottobre alle ore 18.30.
Il Chiaja Hotel de Charme si trova a Napoli al primo piano di via Chiaia 216.

Evento realizzato in collaborazione con: Napoligaypress.it, ArciGay Napoli, ArciGay Salerno, Associazione Vololibero, iKen Onlus, Lalineascritta – Laboratorio di Scrittura Creativa

Ingresso libero.
Per info e prenotazioni : 349 47 84 545 | claudiofinelli1@virgilio.it
fonte http://www.napoligaypress.it

Lgbt Firenze: Conferenza “ACROSS OCEAN AND GENDER, DISCOVERING THE UNKNOW ” il 10 Ottobre



Conferenza promossa e organizzata dalla
Syracuse University in Florence

in ambito celebrazioni vespucciane
“ACROSS OCEAN AND GENDER, DISCOVERING THE UNKNOW “
10 Ottobre ore 18,30

Auditorium del Duomo
Via Cerretani 54/r – Firenze

speaker
VLADIMIR LUXURIA
fonte http://www.ireos.org

Lgbt: Il festival lesbiche Fuorisalone, a Milano oggi e domani 7 ottobre gli ultimi giorni

“Su cosa potrebbe contare Milano se le lesbiche contassero di più?”

Per rispondere a questa domanda, arriva, intanto, il festival lesbiche fuorisalone, organizzato in maniera itinerante, che occupa diversi locali, storici, significativi, simbolici della città lombarda.

I luoghi interessati sono: Palazzina Liberty, Biblioteca Sormani, Palazzo Morando, Biblioteca del Parco, Università Statale,il Cinema Mexico, la fumetteria manga Yamato Shop e il club lesbian friendly sui Navigli, Rha Bar…

La kermesse, organizzata con tanto di patrocinio del Comune nel titolo rimanda al fuorisalone, la visione off, del salone del mobile di Milano.

II festival lesbiche fuorisalone, a Milano fino al 7 ottobre

Un nuovo legame con la città, una manifestazione che conta già la sua seconda edizione e si unisce ad altre manifestazioni italiane di questo tipo. Iniziata il 29 settembre da Palazzo Morando con l’inaugurazione e la proiezione di due importanti produzioni canadesi e terminerà il prossimo 7 ottobre alla Liberty con una performance dell’artista canadese di origine russa Chinawoman. Si legge dal comunicato stampa:
Da Saffo a Judith Butler, le lesbiche da sempre sono parte attiva nella produzione culturale e artistica e lesbiche si definiscono alcune delle figure più interessanti della scena filosofica internazionale contemporanea, sia in seno accademico sia in contesti underground.

Ma anche un modo per incontrare la città, prosegue il comunicato:
Gli eventi del festival saranno preziose occasioni di incontro e di scambio e, perché no, per un mutamento di prospettiva, con l’invito a immergersi in un mondo queer, dove tutto è, appunto, strano e speciale, dove è facile pensare che là fuori ci siano mondi a cui si possa finalmente dire: “Abituatevi a noi”.

Per info e il programma c’è il sito del Fuorisalone:
http://www.lesbichefuorisalone.it/
fonte http://www.queerblog.it da Daniela Gambino

Lgbt USA: C’era una volta Dannan il bambino transgender

Dannan è un dolcissimo bambino di ora nove anni, transgender.

Vi chiedere come sia possibile dire questo dal momento che è ancora piccino ma sua madre, raccontando la sua storia è stata abbastanza chiara.

Sono due i disturbi che affliggono il piccolo. Il primo è piuttosto comune ed è la sindrome da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD) che a ben vendere non centra nulla con il suo disturbo di genere manifestato prestissimo.

Dannan si dall’età di due anni ha rifiutato il suo corpo ed il suo sesso.
Si sentiva bambina, voleva essere vestito e pettinato come tale. La madre per un po gli è venuta incontro pensando che si trattasse di un momento, una fase transitoria che però non ha trovato risoluzione.

L’apice, che poi ha richiesto un intervento medico, si è avuto quando il bambino portato ad una festa come maschietto ha iniziato a correre tra le macchine parcheggiate urlando “voglio morire”.

Così, la madre ha preso provvedimenti e dopo una diagnosi accurata ha iniziato a vestire e a trattare suo figlio come una femmina sotto consiglio del medico che lo aveva in cura naturalmente, che gli ha consigliato di trattarlo come tale.

La donna racconta che il giorno in cui ha portato il figlio a fare shopping da femminuccia era raggiante. Hanno scelto vestiti rosa, scarpe glitter e bambole, sembrava rinato.

Un giorno però, sfortunatamente si è quasi sfiorata la tragedia. Dannan aveva quattro anni ed in camera sua ha tentato di evirarsi (tagliarsi i genitali) con una forbice. Per fortuna quel gesto non ha avuto nessuna conseguenza grave se non qualche graffietto.

Proprio in seguito a questo fatto, la famiglia ha deciso che a 15 anni se il suo disturbo di genere sarà ancora a questi livelli loro figlio potrà compiere il passaggio definitivo che lo porterà ad essere femmina sia dentro che fuori.

Il bambino infatti, fin dai primissimi anni di vita sosteneva di essere intrappolato in un corpo da maschio ma di essere in realtà una bambina.

I genitori, dopo tutta questa vicenda per cercare di capire meglio il bambino si sono rivolti a varie associazioni capendo di non essere soli. Hanno accettato Dannan per quello che è, non l’hanno forzato ad essere un maschietto solo perché la natura ha deciso che esteticamente doveva essere così.

Il piccolo è anche diventato il protagonista di un documentario che ha come tema proprio i bimbi trans.

Prima di porvi la domanda, vorrei precisare questo: se non credete che il disturbo dell’identità di genere esista, vi prego astenetevi da commenti. Il transgenderismo non è una malattia, non è nemmeno un vezzo, si tratta di un errore che la natura ha fatto e che costringe donne dentro a convivere con il corpo di uomini.

Queste persone, per la società moderna, in molti casi sono ancora considerati “mostri”, nonostante questo, esistono strutture che accompagnano coloro che vogliono cambiare sesso per far combaciare la loro immagine esteriore con quella interiore, questo dovrebbe portare ognuno di noi a riflettere sul fatto che non si tratta di malattia mentale o di perversione.

Ad ogni modo, non voglio accusare nessuno! Solo far un paio di precisazioni.
Ma se voi, vi foste trovati nei panni dei genitori di Dannan, come avreste reagito? Come vi stareste comportati? Ma sopratutto, cosa avreste fatto per far vivere il vostro bambino in modo più sereno? Fatemi sapere.
fonte http://www.bravibimbi.it scritto da News Bimbi

Lgbt Firenze: Scrivo un libro? No, lo attacco alla fermata del bus,una scrittrice misteriosa lascia la sua storia in dono a quanti il giorno dopo aspetteranno annoiati l’arrivo dell’autobus

Una scrittrice misteriosa si aggira nel cuore della notte tra le vie di Firenze, armata di carta e colla.

Lascia la sua storia in dono a quanti, il giorno dopo, aspetteranno annoiati l’arrivo dell’autobus.

«Tra qualche giorno riparto», assicura. Non si tratta di un viaggio convenzionale, ma di un’avventura che inizia al calar del sole. Lei è una penna anonima, si definisce una fiorentina doc. Ha deciso di scrivere la sua storia, la storia di una donna nata per far battere il cuore delle donne.

L’inchiostro, però, non è finito sulle pagine dei libri tradizionali. Gli amori, le pene, gli affetti e i lutti di una vita sono stati impressi su una valanga di pagine, che compaiono all’improvviso alle fermate del bus sparse per Firenze.

Vengono lasciate da una mano invisibile durante la notte e lì restano, a disposizione dei passanti, finché non sono portate via dal tempo o dagli addetti alle pulizie. “Mi piaceva l’idea di creare una libreria all’aperto perché la gente aspetta l’autobus e si annoia da morire”, racconta l’autrice, che preferisce restare nell’ombra.

Tutto è iniziato nel dicembre 2011 con la prima pagina, poi il romanzo autobiografico è andato avanti di mese in mese, di pagina in pagina, di fermata in fermata.

Piazza Puccini, viale dei Mille, via Datini, Cure, piazza Puccini. Ha colpito un po’ ovunque in città, con l’aiuto di qualche complice. «In piazza Dalmazia e piazza Edison ho anche trovato un seguito – dice – mi hanno fatto addirittura i cuoricini sopra i fogli appesi.»

L’ultimo avvistamento risale allo scorso 6 luglio. Mentre Firenze dormiva un nuovo capitolo, l’ottavo, si aggiungeva a questa saga di strada. Ma di pagine nel cassetto ce ne sono ancora.

Sulla carta sono finiti gli amori, grandi e piccoli, di una donna che vive e affronta la sua omosessualità, le amicizie, gli affetti e il coming out con i familiari.

«Firenze è cambiata nel tempo, i giovani, molti di loro, hanno una mentalità più aperta rispetto alla mia generazione – spiega la scrittrice misteriosa – rimane tanto lavoro da fare ed è anche per questo che appendo la mia storia: per far capire agli altri che non sono soli e non sono sole.»


Ecco l’incipit di questo romanzo alla fermata:
"Sono nata per far battere il cuore delle donne. Non so ancora cosa le spinge a me. Sarà la mia simpatia, la mia voglia di vivere, il mio senso di protezione o forse i miei capelli. Sono entrata così nella loro vita. Abbattendo le innumerevoli barricate di pregiudizi, tradizioni che sono bagaglio di vissuto di ogni essere umano. Chi mi ha amato, sa sicuramente di cosa sto parlando. Sa cosa ha dovuto affrontare. E sa altrettanto quanto sia emozionante vivere un amore segreto, nascosto dagli altri, chiuso in una campana di vetro…"

Volete sapere come continua? Non vi resta che aspettare l’autobus, nella speranza che la scrittrice anonima si faccia viva.
fonte http://www.teladoiofirenze.it scritto da Gianni Carpini

venerdì 5 ottobre 2012

Lgbt: James cambia sesso a 80 anni, finalmente è Ruth, è la più anziana al mondo ad aver subito l'operazione.

Ha atteso questo momento per tutta la vita, fin da quando era una bambina.

Ora, finalmente, ha potuto cambiare sesso ed essere se stessa.
E' la più anziana al mondo ad aver subito l'operazione.

Per l'anagrafe è stato James per troppo tempo.
Ora finalmente, a ben 78 anni, James Rose è finalmente diventato definitivamente Ruth, come ha sognato per tutta la vita.

Ruth è la persona ad essersi sottoposta al'intervento per il cambio di sesso in età più avanzata al mondo.

Ha dovuto aspettare molti anni per realizzare il suo desiderio più grande, ovvero trasformare il proprio corpo perché coincidesse con ciò che si è sempre sentita, una donna.

Ruth ha raccontato di avere avuto queso desiderio per la prima volta quando era appena una bambina e che già da molto tempo aveva optato per un guardaroba prettamente femminile.


"E' magnifico poter essere me stessa" ha detto Ruth che ha dovuto lottare strenuamente con figli e nipoti per far sì che anche loro accettassero la sua decisione di sottoporsi all'intervento.

Purtroppo, la scelta di Rose è stata accompagnata da molte polemiche sollevate da alcune associazioni di consumatori indispettite dal fatto che le spese dell'intervento siano state tutte a carico della sanità britannica.
fonte http://www.gay.it/

Lgbt Finocchiona cup: il saluto di Cesare Prandelli al torneo di calcetto gay

Dieci squadre provenienti da quattro diverse città italiane si sono sfidate, ieri, a Firenze, nella seconda edizione della “Finocchiona cup”, un torneo di calcetto giocato da ragazzi omosessuali.

La vittoria di questa competizione – il cui nome si richiama al tipico salume toscano, anche se è evidente il gioco di parole – è andata ad una squadra romana.

Durante lo svolgimento della gara, si è anche registrata la visita (non annunciata) del ct della Nazionale, Cesare Prandelli, che si è fermato a parlare con i giocatori.

“Ci ha fatto i complimenti per l’iniziativa – racconta all’Huffington Post uno dei partecipanti al torneo, Pier Paolo Carioli – E’ rimasto colpito dal fatto che ci stessimo realmente divertendo, al di là dell’agonismo proprio di una competizione: ha detto che si respirava una bella atmosfera”. Una gara, quella di Firenze, che rappresenta solo una delle molte tappe di un circuito, che vede scendere in campo in tutta Italia giocatori omosessuali, italiani ma anche stranieri. L’obiettivo degli organizzatori di questo circuito amatoriale, però, è molto ambizioso: dar vita ad un campionato vero e proprio, a livello nazionale. A oggi sono cinque le città che hanno delle squadre formate da giocatori gay: Milano, Roma, Bologna, Firenze e Genova. Nessuna del Sud. “Un punto sul quale vorremmo lavorare, sperando di iniziare coinvolgendo anche i ragazzi di Napoli”, spiega Carioli.

Il torneo di ieri, che si è svolto nel centro sportivo Le Limonaie, ha decretato la vittoria dei Bat di Roma 1 che hanno battuto in finale i compagni del Bat Roma 2. Terzi gli Arzenal di Genova e quarti gli Icons Roma. Nelle posizioni successive le squadre di Bologna e Firenze.
fonte http://www.calciomercato.com via huffingtonpost.it

Lgbt: È portoricano il 1° pugile che si dichiara gay

Si chiama Orlando Cruz. Presto potrebbe combattere per il titolo mondiale.
La boxe non sarà certo uno sport per femminucce, ma per gay assolutamente sì.

Lo dimostra la carriera di Orlando Cruz, il pugile portoricano che ha appena fatto coming out rivelando al mondo la sua omosessualità.

31 anni, peso piuma, finora ha totalizzato 18 successi, 2 sconfitte e un pari.
È stato sette volte campione di Porto Rico e detentore della corona latina Wbo dei pesi piuma. E se il prossimo 19 ottobre batterà il messicano Jorge Pazos, avrà di certo una chance mondiale.

“Voglio essere un esempio”
Altrimenti verrà ricordato negli annali per essere stato il primo pugile a dichiararsi gay. “Lo sono sempre stato e ne sono fiero, proprio come sono sempre stato fiero di essere portoricano. Non voglio nascondermi, ho deciso di venire allo scoperto proprio mentre la mia carriera è in ascesa: voglio essere il miglior modello possibile per i ragazzi che vedono nella boxe un'opportunità professionale”
, ha spiegato.

Lgbt Danza Firenze: Dotline la rete della danza toscana riparte con 80 eventi

Si chiama Dotline, (http://www.dotlinedanza.it/site/) il progetto regionale, unico in Italia, di produzione, promozione, programmazione della danza contemporanea.

Un vero e proprio sistema che intreccia risorse e competenze, e vuole sostenere e documentare le tante compagnie, rassegne, festival, scuole, laboratori che animano e attraversano, in maniera capillare e continuativa, tutto il territorio della Toscana attraverso una rete organizzata di esperienze artistiche, di luoghi aperti e spazi di creazione, un repertorio articolato di tradizioni e innovazioni.

Con oltre 80 eventi in programma da ottobre a dicembre, dà voce a tutte queste presenze, un percorso programmatico e un itinerario artistico che unisce luoghi e residenze, compagnie e protagonisti, in un’ottica di incontro e in un gioco di ospitalità senza eguali in Italia.

“Per questo la Regione intende continuare ad essere con lo stesso entusiasmo dentro questa esperienza – ha sottolineato l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti in un messaggio di saluto letto nel corso della conferenza stampa di presentazione, cui era presente Roberto Mansi, presidente di Adac -. Sostenere le imprese di cultura non è solo un dovere nei confronti dei diritti dei cittadini, ma in questo e in moltri altri casi diventa un piacere da coltivare”.

In questa seconda edizione c’è una particolare attenzione verso la ricerca internazionale, soprattutto dei paesi del Mediterraneo. Così Cango ospita a novembre, Miniatures Officinae un progetto de L’Officina-atelier marseillais de prodution che vede la produzione di 6 brevi creazioni inedite, commissionate a 6 coreografi di origine mediterranea: Shaymaa Aziz e Karima Mansour dall’Egitto, Montaine Chevalier dalla Francia, Danya Hammoud e Khouloud Yassine dal Libano, Imen Smaoui dalla Tunisia.

In un’ottica di programmazione coordinata, al Grattacielo di Livorno, al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino, nel circuito lucchese di Spam!, al Teatro Mecenate di Arezzo, saranno ospitati i coreografi israeliani Iris Eretz e Maja Brinner.

Sempre per le presenze internazionali, ancora ad Arezzo, sarà di scena la Compagnia Cuenca Lauro, stanziata in Germania. E al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino, organizzato da Company Blu, vedremo il coreografo, performer David Zambrano, rinomata figura da oltre vent’anni della comunità della danza internazionale.

Lo spazioK a Prato, invece, nell’ambito di ricerca che li contraddistingue, ospita la residenza artistica della coreografa, danzatrice tedesca Katia Fleig e lo spettacolo Y Porque John Cage, della compagnia residente di Barcellona Dutor-de Palol. Inprima nazionale, a Siena Motus danza presenta The Odyssey Dance Theatre (ODT), compagnia di Singapore, fondata nel 1999 e diretta dal coreografo Danny Tan.
fonte http://www.obiettivotre.com scritto da Franca

Lgbt Danza: Un'asta per aiutare Vittoria Ottolenghi, l'iniziativa organizzata dalle figlie

Oggetti e mobili di Vittoria Ottolenghi vanno all'asta: come altri celebri personaggi della cultura che nella terza età si sono trovati in situazioni difficili, la signora della danza italiana va aiutata.

Famosa come critico e giornalista, volto noto a tutti gli amanti del balletto, instancabile organizzatrice di eventi, collaboratrice pluriennale de L'Espresso, creatrice di un programma tivù, la "Maratona di Danza", che per anni ha diffuso la cultura ballettistica su RaiUno, la Ottolenghi è oggi molto anziana, cieca e malata.

Una situazione economica precaria l'ha costretta a lasciare l'amatissima casa di Via del Plebiscito. Ora abita presso la figlia Diana Corsini, che con la sorella Beatrice deve occuparsi della sua assistenza.

Le condizioni non sono facili. Per questo le figlie di Vittoria hanno deciso di invitare amici, colleghi e appassionati di danza a partecipare a un'asta che raccolga fondi destinati alla madre.

Nella lista delle cose in vendita figurano quadri, lampade, sedie e tavoli, tutti "pezzi" che saranno battuti oggi e domani (ore 15,30) dalla Casa d'Aste Antonina, piazzale Ammiraglio Bergamini 10 (tel. 06.83600228 o 346.3976087. Email: info@antonina1890. it).

Chi volesse aiutare Vittoria può partecipare anche telefonicamente o via Internet. In catalogo pitture del diciassettesimo secolo, una scrivania ottocentesca e poltrone del periodo Carlo X. L'unico pezzo che i fan di Vittoria non troveranno all'asta è il mitico "fratino" dietro al quale ha presentato le sue "Maratone di Danza" televisive, e sul quale ha scritto per decenni, con inesauribile coinvolgimento, articoli e note per programmi di sala dedicati al balletto. Quel tavolo resterà in famiglia.
fonte http://roma.repubblica.it di LEONETTA BENTIVOGLIO

Lgbt Radio: Al via la quarta stagione di “Oltre le Differenze” Ospite d’eccezione l’attrice Monica Guerritore stasera alle ore 21

Riprende da venerdì 5 ottobre alle 21, il format radiofonico sul mondo LGBTQI condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini

Sarà l'attrice Monica Guerritore l'ospite d'eccezione che darà il via alla quarta stagione di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer.

Lo spazio condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini torna di nuovo in onda da venerdì 5 ottobre alle 21.00 sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10), in replica il sabato alle 15 e anche in diretta online sul sito www.antennaradioesse.it.

La nuova stagione sarà ancora più ricca di novità in tema di diritti civili, di libertà e di amore con storie e testimonianze dirette. Dopo l'intervista alla famosissima attrice Monica Guerritore, recentemente al cinema nel film “Come non detto” e già sul set di una nuova pellicola, saranno presentate ben quattro nuove rubriche che vanno ad aggiungersi all'Up&Down, la hit delle notizie più o meno friendly, alla rubrica “I gay vengono da UrAno", con le bizzarre interviste di strada, e al consueto viaggio nelle associazioni lgbtqi d'Italia.

Si tratta di rubriche curate da esperti provenienti dalle maggiori associazioni lgbt italiane che affronteranno temi legati al mondo arcobaleno e risponderanno alle domande e alle curiosità degli ascoltatori. A metà strada tra un corso di alfabetizzazione per etero - curiosi e uno sportello servizi per la comunità lgbtqi, queste rubriche saranno un appuntamento fisso del format: "FuoriLegge - L'amore è uguale per tutti" è la rubrica dedicata a diritti e tutele curata da Rete Lenford - Avvocatura per i diritti delle persone LGBT" di cui ci parlerà Giacomo Viggiani; "Famiglie come noi" a cura di Irene Ciulli referente per la Toscana di Famiglie Arcobaleno, è uno spazio in cui si palerà di omogenitorialità e non solo; “A far l'amore comincia tu”, la rubrica a cura della psico-sessuologa Eleonora Motta in cui si parlerà di affettività, sessualità e prevenzione; infine la rubrica TransCorsi a cura di Giuliano Foca, vicepresiodente di Omphalos Perugia e responsabile dello Sportello T, nella quale si parlerà di transessualità e transgenderismo. Tornerà anche il divertente spazio dedicato alla hit delle castronerie.

Ampio spazio come sempre all'attualità e alle testimonianze dirette e al consueto scaffale con le segnalazioni di libri, dei film e degli appuntamenti a tema. C'è la possibilità di interagire con la redazione del programma chiamando 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com. E’ attiva la pagina fan su facebook e il blog www.oltreledifferenze.wordpress.com dove è possibile anche riascoltare tutte le puntate già andate in onda.
fonte Oltre le Differenze – Antenna Radio Esse

martedì 2 ottobre 2012

Lgbt: Cresce il favore della rete ai matrimoni gay, ma l’80% contrario alle adozioni

Sembra proprio che tra gli italiani che cinguettano circa la metà ritenga opportuno estendere l’istituto del matrimonio alle coppie omosessuali.

Oltre 11 mila tweet sulla questione, postati nella settimana centrale di settembre, consegnano infatti un responso inequivocabile: i favorevoli ai matrimoni gay ammontano al 49,7%, mentre chi, con sfumature e intensità diverse, si dichiara contrario rappresenta il 37,9% delle opinioni espresse.

Il tema è salito ripetutamente alla ribalta, negli ultimi mesi, grazie in particolare alle iniziative e ai pronunciamenti del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia: a luglio l’approvazione del registro delle unioni civili e, pochi giorni fa, una dichiarazione a favore delle adozioni da parte delle coppie gay. Su quest’ultimo tema però la rete appare decisamente più fredda: solo il 21,5% è favorevole alle adozioni, dato in leggero calo rispetto ad una indagine precedente.]

Sembra proprio che tra gli italiani che cinguettano circa la metà ritenga opportuno estendere l’istituto del matrimonio alle coppie omosessuali.

Oltre 11 mila tweet sulla questione, postati nella settimana centrale di settembre, consegnano infatti un responso inequivocabile: i favorevoli ai matrimoni gay ammontano al 49,7%, mentre chi, con sfumature e intensità diverse, si dichiara contrario rappresenta il 37,9% delle opinioni espresse.

Il tema è salito ripetutamente alla ribalta, negli ultimi mesi, grazie in particolare alle iniziative e ai pronunciamenti del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia: a luglio l’approvazione del registro delle unioni civili e, pochi giorni fa, una dichiarazione a favore delle adozioni da parte delle coppie gay. Su quest’ultimo tema però la rete appare decisamente più fredda: solo il 21,5% è favorevole alle adozioni, dato in leggero calo rispetto ad una indagine precedente.
fontedi Voices from the Blogs via http://sentimeter.corriere.it

Lgbt, le richieste di ‘asilo’ in Europa. Ma anche lì continua la persecuzione

Secondo il rapporto europeo Fleeing Homophobia su 10mila all'anno, 8mila vengono respinte.

E le modalità non sono sempre rispettose: da poco è vietato il “test fallometrico”, che indaga reazioni di fronte a video porno e in Bulgaria si chiede il numero dei partner e se si è attivi o passivi

Ogni anno 10mila persone Lgbti, ovvero lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali, chiedono asilo ai Paesi dell’Ue. Fuggono da persecuzioni in 104 Paesi: dal Cile all’Uganda, dalla Russia a Israele, passando per Paesi europei come Croazia e Romania, solo per citarne alcuni. Nonostante l’orientamento sessuale sia riconosciuto come motivo di persecuzione dalla Direttiva Qualifiche 10 dell’Ue, sono ancora tante le differenze tra i Paesi che esaminano le richieste. E troppi i respinti: 8mila all’anno, dei quali, una volta rimpatriati, non si sa più niente. A dare le cifre di questa diaspora sommersa è il rapporto europeo Fleeing Homophobia, cofinanziato dal Fondo Europeo per i Rifugiati. Ciò che ne emerge è che la discriminazione subita in patria si ripete in Europa, nelle modalità disumane con cui si esaminano queste richieste di asilo.

La segregazione sessuale è una realtà in gran parte del mondo. In 76 Paesi gli atti omosessuali consensuali tra persone maggiorenni sono vietati per legge.

Dalla “gomma iraniana” (terribile colla con cui viene chiuso l’ano e che porta a una morte agonizzante) all’isolamento civile, i metodi persecutori arrivano fino alla pena di morte: accade in Iran, Arabia Saudita, Yemen, Mauritania, Sudan e Somalia, come ci spiega Roberto Malini, copresidente del Gruppo EveryOne, che da anni si occupa di dare aiuto operativo a questi perseguitati. “In Iran – continua Malini – dal 1979, anno della rivoluzione, a oggi, sono state eseguite circa 12mila esecuzioni di persone gay, 4mila per “lavat” (pratica di atti omosessuali passivi) e circa 8mila quali “nemici di Dio”.

Una persona omosessuale al giorno è finita sul patibolo. Nei Paesi in cui prevale l’ortodossia islamica, se non vi è la pena capitale, si va da pesanti pene detentive all’ergastolo. Torture e sevizie sono considerate strumenti di rieducazione. Dove esiste una tolleranza di facciata, come in Turchia o Egitto, le leggi religiose colpiscono i gay per azioni contro la pubblica moralità”.

Eppure, come evidenzia Fleeing Homophobia, sono tantissime le corti europee che rifiutano l’asilo invitando i perseguitati a nascondersi: è il cosiddetto “principio di discrezione”. In Svizzera il Tribunale federale amministrativo ha recentemente rifiutato la richiesta di un iraniano affermando che le autorità iraniane tollerano l’omosessualità “quando non viene pubblicamente esibita in maniere che possono essere considerate offensive”.

Dai richiedenti si pretende che non siano stati sposati né abbiano figli: risulterebbero poco credibili come omosessuali; devono invece provare un “insopprimibile e irresistibile” desiderio di fare sesso con una persona dello stesso sesso.

E affrontare inutili e umilianti esami medici e psichiatrici, nonostante l’omosessualità sia stata eliminata dall’elenco delle malattie dell’Organizzazione mondiale della Sanità nel 1990 e quindi non sta certo a medici e psichiatri stabilire se una persona è o meno Lgbt.

Tristemente noto e da non molto vietato, almeno formalmente, il “test fallometrico”, che indaga reazioni di fronte a video porno. In Belgio è possibile porre domande come: “Quand’è stata la prima volta che ha compiuto una fellatio e che ha avuto un coito?”.

In Bulgaria si chiede il numero dei partner e se si è attivi o passivi; in Olanda un iraniano richiedente asilo non è risultato attendibile perché, quando gli è stato chiesto di descrivere il rapporto omosessuale in cui era stato sorpreso in patria, ha esitato nel descrivere la posizione.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it di Ilaria Lonigro

Lgbt: La California vieta la terapia per “guarire” dall’omosessualità

La California è il primo Stato americano ad aver messo al bando una controversa terapia psichiatrica che punta a prevenire l’omossessualità tra i minori, come se fosse una malattia da curare.

Il governatore dello Stato, Jerry Brown, ha firmato il proveddimento, fortemente voluto dalla comunità omosessuale.

Con un messaggio su Twitter Brown ha detto di aver appoggiato il provvediment perché mette al bando “terapie non scientifiche” che hanno portato alcuni giovani alla depressione o al suicidio.

La legge proibisce a chi segue questa terapia di avere tra i pazienti ragazzi minori di 18 anni. Fino ad oggi i genitori potevano obbligare i figli adolescenti a sottoporsi alla cura. Contro questa cosiddetta “terapia del recupero” s’è schierata la stragrande maggioranza della comunità scientifica e soprattutto la American Psychiatric Association, che da anni sostiene che non ha alcuna base scientifica. Anzi, come si legge in un comunicato degli psichiatri Usa, “potrebbe provocare gravi disturbi psichici”.

Gioiscono le associazioni dei diritti umani: “Ora finalmente i giovani LGBT (lesbian, gay, bisexual and transgender) saranno protetti da pratica che è solo scienza da pattumiera” ha detto il presidente della Campagna per i diritti umani Chad Griffin.

Il relatore del progetto di legge, il senatore democratico Ted Lieu, ha invitato altri Stati a seguire l’esempio della California: “Se qualcuno ha dei dubbi sul fatto che queste pratiche siano malvagie si senta le testimonianze che sono state fornite al Congresso californiano”.

Durante la legislatura sono state numerose le persone che, avendo subito la terapia quando erano minorenni, hanno testimoniato le terribili conseguenze: “Da teenager – ha raccontato con le lacrime agli occhi Ryan Kendall – la pratica contro l’omosessualità, chiamata terapia di conversione, ha distrutto la mia vita e spaccato la mia famiglia”.

La terapia è poco conosciuta in Europa, è stata sviluppata nel 2001 dallo psicologo Robert Spitzer della Columbia University di New York, che solo quest’anno l’ha ripudiata e ha chiesto scusa alle comunità gay e lesbica.
fonte http://lepersoneeladignita.corriere.it ità di Monica Ricci Sargentini

Lgbt Firenze: I dieci anni del FLORENCE QUEER FESTIVAL intervista a Bruno Casini direttore artistico, insieme a Roberta Vannucci, e la coordinazione di Silvia Minnelli

Che per l'occasione inaugura a Firenze il festival del cinema più lungo del mondo. Intervista a Bruno Casini (in foto) direttore artistico insieme a Roberta Vannucci

Nonostante sia impegnatissimo in questi giorni, siamo riusciti ad intervistare Bruno Casini, Direttore Artistico con Roberta Vannucci del Florence Queer Festival, rassegna cinematografica organizzata dall'associazione Ireos che si terrà dal 25 al 31 ottobre prossimi, al Cinema Odeon di Firenze.

Ricorre quest'anno decimo anniversario della nascita del festival e per dare maggiore risonanza all'evento, le date sono state anticipate di un mese, cosicché ora il Queer Festival si ritrova ad aprire la VI edizione della "50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze", rassegna che comprende al suo interno ben 9 festival diversi ed è, lo credereste?, la rassegna di festival più lunga al mondo.

Il programma completo del decimo Queer Festival è ancora top secret, ma i comunicati stampa pubblicati dagli organizzatori ci hanno già anticipato diversi titoli molto interessanti.
Tra questi spicca il film di apertura 'Matthew Bourne's Swan Lake 3D'
(in foto)di Ross MacGibbon, versione rivisitata al maschile del balletto 'Il lago dei cigni' di Tchaikovsky
, da parte del grande coreografo inglese Matthew Bourne. Siamo sicuri che la splendida sala del cinema Odeon, contribuirà a rendere davvero speciale questa versione in 3D del celebre balletto. Il film di chiusura, dovrebbe essere l'anteprima europea della divertentissima commedia 'Bear City 2: The Proposal', di Doug Langway, sequel di 'Bear City', film che qui a Firenze ha spopolato due anni fa, anche grazie alla presenza dal protagonista Brian Keane, un affascinante orso, che ha convertito alla causa pelosa un po' tutti.

Tra gli altri titoli già annunciati, c'è da citare una mini-rassegna sul tema Fede e Omosessualità, composta dal documentario 'Taking A Chance on God' di Brendan Fay, sulla vita del sacerdote gesuita John McNeill, pioniere del movimento di liberazione dei diritti delle persone LGBT e la commedia 'The perfect family 'di Anne Renton, interpretata da Kathleen Turner, nel ruolo di una madre di famiglia impegnata a conquistarsi a tutti i costi il premio destinato alla famiglia cattolica perfetta; vale la pena vedere questo film anche solo per l'interpretazione della Turner e per vedere come si è conciata per poter entrare nella parte.

Abbiamo poi il documentario 'Jobriath A.D.' di Kieran Turner, sulla breve carriera del dotatissimo ma proprio sfortunato cantante rock Jobriath, prima star a dichiararsi pubblicamente gay (diciamo però che un po' si vedeva anche se non lo andava a dire in giro...), e il documentario Out Loud the Documentary di Samer Daboul che ci racconta come sia stato difficile girare in Libano un film che tratta di temi come l'omosessualità e l'emancipazione della donna.

In occasione del decennale ci sarà quest'anno una sezione Vintage al cui interno i componenti dello staff del festival presenteranno dei film che in qualche modo hanno segnato la loro vita (Lo schermo velato, Taxi zum Klo, Velvet Goldmine, Better than choccolate, Love is the devil, Demoni e Dei). Sempre per il decennale, durante la serata inaugurale è stato annunciato un evento sorpresa. Si vocifera che nella serata sarà presente una notissima esponente del jet set fiorentino.

Ricchissimi come sempre gli eventi di contorno alla rassegna cinematografica (di contorno per noi, che siamo più interessati ai film, ma non meno importanti). Non potendo citarli tutti, ne segnaliamo solo un paio. Presso il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (dal 24 ottobre al 18 novembre) ci sarà la mostra fotografica Zanele Muholi Visual ARTivist, dedicata all'artista lesbica sudafricana Zanele Muholi. Sulla stessa artista, durante il Festival sarà anche proiettato il documentario Difficult Love. Invece all'interno del cinema Odeon, negli stessi giorni della rassegna cinematografica, saranno esposte le fotografie della mostra "Queer Faces - Second Time" (la prima parte della mostra si terrà dal 13 al 18 ottobre alla libreria IBS di Firenze), trenta scatti del bravissimo fotografo Filippo Milani, che immortalano i protagonisti, gli ospiti e il pubblico dell'edizione 2011 (con qualche gustosa sorpresa), in un ottica molto, ma molto camp. (R.M.)

Come mai avete anticipato la data del Florence Queer Festival di un mese ?
Alla Mediateca Regionale Toscana ci hanno proposto di aprire noi la serie dei festival della 50 giorni di cinema internazionale a Firenze. Essendo quest'anno il decennale del Florence Queer Festival, ci è piaciuta l'idea, l'abbiamo trovata un'occasione di grande gratificazione e di grande immagine, quindi abbiamo accettato subito. E' una corsa contro il tempo, perché un mese prima vuol dire correre, ma ce la stiamo facendo.

Per il decennale del Florence Queer Festival avete previsto qualche evento speciale ?
Intanto ci sarà per l'apertura del Festival, il film in 3D 'Swan Lake' di Mattew Bourne, il grande coreografo inglese, uno spettacolo di danza che è stato in Italia qualche anno fa. Poi ci sarà una sorpresa, la prima sera, una performance dedicata al decennale. Intorno alla parte cinema ci saranno durante il Festival tutta una serie di iniziative e in più, proprio per il decennale, ognuno di noi , Io, Roberta Vannucci, Silvia Minelli, Paolo Baldi, Moreno Fabbri, tutto lo staff che ha seguito le nove edizioni, presenterà un film che rappresenta la sua vita.

E tu che film hai scelto ?
Io ho scelto 'Taxi zum Clo' (Ai cessi in taxì). Per me 'Taxi zum Clo' è un film che apre gli anni '80': la Berlino degli anni '80, il Clubbing, il sesso, la notte... Io 'Taxi zum Clo' l'avrò visto una ventina di volte. Quando uscì mi coinvolse molto.

Vuoi ora raccontarci qualcosa sulla nascita del Florence Queer Festival ?
L'idea del Festival era nata nei primi anni del 2000, perché io e Paolo Baldi (noi, insieme a Moreno Fabbri, siamo stati un po' i fondatori del Queer Festival), eravamo sempre fissi a vedere il Festival del cinema gay di Torino. E ci dicevamo: 'ma perché non si fa anche noi a Firenze ?' E facevamo 'non abbiamo energie economiche, non abbiamo i finanziamenti '. Poi però Paolo Baldi trovò un piccolo finanziamento e partimmo con la prima edizione nel 2003, che fu fatta al Teatro Puccini, che è un cinema teatro un po' periferico a Firenze. La prima edizione si apri con il documentario su Ottavio (Mai) con Giovanni Minerba.

Il Festival è stato un successo già dall'inizio, o avete avuto qualche difficoltà ?
Diciamo che economicamente, come tu ben sai, siamo tutti volontari anche adesso, perché il Comune di Firenze non ci da finanziamenti, abbiamo pochissimi finanziamenti, e quindi il Festival va avanti grazie ai volontari di IREOS e a tutti noi, che non percepiamo né stipendi né consulenze. Diciamo che però la cosa importante è la passione che ci mettiamo in questo festival , perché in questo festival noi ci divertiamo. Ci stressiamo ma ci divertiamo. Ci piacciono le cose che facciamo e quindi le facciamo con tanta energia. Avendo più risorse economiche sicuramente potremmo fare molto di più.

Un'ultima domanda: avete avuto la collaborazione degli altri festival come quello di Torino, almeno agli inizi ?
Si, a tutt'oggi collaboriamo con Torino, con Giovanni Minerba. Per noi Torino è un grande punto di riferimento. Poi abbiamo collaborato con il Bari Queer Festival, con il Palermo Queer Festival. Quest'anno collaboriamo anche con il GENDER BENDER di Bologna, tanto è vero che facciamo insieme 'Bear City 2', tra l'altro noi ospitiamo la prima europea il 31 ottobre di 'Bear City 2', che poi andrà a Bologna al GENDER BENDER il 2 novembre.

Vuoi aggiungere qualcos'altro per concludere?
Vorrei ricordare che la direzione artistica del festival oltre che del sottoscritto è di Roberta Vannucci e che Silvia Minnelli coordina tutta questa macchina organizzativa. Siamo stati tanti in questi dieci anni.
Voglio dire grazie a tutti quelli che ci hanno seguito.
fonte http://www.cinemagay.it(a cura di R. Mariella)