sabato 8 settembre 2012

Lgbt: Non tutte le università sono gay-friendly

Arriva dall’Inghilterra la prima guida online alle università gay-friendly.(http://gaybydegree.org.uk/)

Tutta opera della lobby di Stonewall, impegnata da anni nella lotta per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, che ha individuato dieci parametri per “misurare” se, e in che modo, le accademie britanniche siano aperte ai diversi orientamenti sessuali.

La futura matricola potrà così sapere, prima di iscriversi, se all’ateneo di Bath o a quello di Aberdeen si tengono abitualmente eventi per la comunità LGBT, se lo staff amministrativo abbia seguito corsi di formazione obbligatori sulle tematiche LGBT, se esiste una policy per proteggere gli studenti da eventuali atti di discriminazione.

Oppure se l’ateneo sia dotato o meno di una politica di welfare a sostegno degli alunni LGBT, se siano presenti punti informativi, organizzazioni studentesche e reti sulle tematiche attinenti l’orientamento sessuale, se l’università inoltre sia in grado di assicurare un’adeguata rappresentanza nei propri meccanismi decisionali a studenti LGBT, ed altre informazioni di questo tipo.

Dati qualche volta difficili da reperire individualmente o che semplicemente necessitano di tempi lunghi di ricerca e che Stonewall ha deciso di raccogliere e mettere a portata di “click”.

L’idea dell’associazione nasce dalla necessità di rendere l’esperienza universitaria il più gradevole e autentica possibile per ogni studente, nella convinzione che l’individuo riesca a dare il meglio di sé soltanto quando può essere se stesso.

A fronte di testimonianze positive Stonewall, che dalla fine degli anni ottanta si occupa di diritti civili e di lotta alla discriminazione attraverso ricerca e lobby sulle istituzioni d’Oltremanica, era venuta a conoscenza di casi di inserimenti difficili all’interno del tessuto universitario e difficoltà a fare coming out con il proprio tutor da parte di studenti LGBT.

La speciael guida dunque permette all’aspirante matricola di conoscere in anticipo l’ ”apertura” dei vari atenei anglosassoni agli orientamenti sessuali, e di effettuare una scelta che tenga conto anche di questo dato. D’altra parte le università stesse sono incentivate a migliorare il loro ranking mettendo in atto delle policy mirate a rispettare i parametri elaborati da Stonewall e la vivibilità stessa dell’università.

Un circolo virtuoso insomma! Oltre che un atto di civiltà, nella convinzione che sia necessario “rendere le università un esempio di come la società dovrebbe essere”, dichiara Mr. Streeting, responsabile dell’area Educazione di Stonewall.
fonte http://www.west-info.eu di Valentina Marino

Lgbt USA: La convention delle trans. Al meeting democratico di Charlotte è cresciuta la presenza di delegati transgender

A guidare il plotone Amanda Simpson, la prima ad aver ricoperto un incarico politico nel 2010.
Ad Obama chiedono di trasformare le promesse elettorali in misure concrete

Nel 2004 erano solo 6, tre anni dopo erano diventate 8 e oggi sono 13. Alla convention democratica di Charlotte è cresciuta la presenza di delegati transgender, in tutti i casi si tratta di uomini che hanno scelto di diventare donne. Per la comunità LGBT l’elezione del primo presidente degli Usa afroamericano ha significato un passo avanti nel riconoscimento dei diritti, almeno dal punto di vista della rappresentatività.

A guidare il plotone al meeting di Charlotte è Amanda Simpson, nel 2010 la prima transgender ad aver ricoperto un incarico politico negli Usa. Da due anni lavora allo U.S. Commerce Department, dopo aver dedicato la sua carriera allo studio delle tecnologie militari.

Il governo l’ha nominata senior technical adviser presso il Commerce Department’s Bureau of Industry and Security, il suo compito è quello di monitorare l’esportazione di tecnologia militare del suo paese. Al momento della sua nomina ha espresso le sue preoccupazioni relative al fatto di essere stata posta in una posizione di tale responsabilità per motivi prettamente politici e che andavano al di là delle sue effettive capacità.

Per Obama il sostegno della comunità LGBT è stato fondamentale, ma dopo l’elezione il presidente ha dovuto fare i conti con la richiesta di misure effettive che trasformassero in decisioni tangibili gli annunci fatti in campagna elettorale.

Decisioni che oggi sembrano più vicine dopo il pronunciamento di Obama a favore del matrimonio gay e dell’abolizione dell’odiato don’t ask, don’t tell per i membri dell’esercito omosessuali.

A Charlotte accanto ad Amanda Simpson c’è Mara Keisling, la 52enne direttore del National Center for Transgender Equality.

Alla convention che incorona Obama è arrivata per fare il punto dei risultati ottenuti dall’amministrazione Usa a guida democratica in campo di diritti civili per la comunità LGBT. All’AFP Keisling ha spiegato di essere orgogliosa di partecipare al meeting, aggiungendo però che “il lavoro del governo Obama non è ancora finito“.

Come lei, anche Kylar Broadus, delegato del Missouri intervistato dall’agenzia francese, considera transgender e omosessuali ancora troppo vulnerabili nei confronti degli effetti della crisi economica e finanziaria: “l’occupazione è il problema numero uno per la nostra comunità, che è estremamente povera. Molti di noi non sono considerati assumibili“.

Secondo un report del National Center for Transgender Equality più di 1 transgender su 4 ha perso almeno un lavoro a causa dei pregiudizi, ed oltre i 3/4 di loro sono stati vittime di una discriminazione sul posto di lavoro
.

Stando all’analisi dell’istituzione anche violazione della privacy, molestie e violenza fisica e sessuale sul posto di lavoro sarebbero pratiche comuni alle quali devono sottostare i transgender statunitensi.

E livelli estremi di disoccupazione e povertà porterebbero molti di loro a cercare rifugio nelle economie sotterranee del sesso e della droga.
Per questo i/le transgender sono a Charlotte e rivendicano i loro diritti.
fonte http://magazine.liquida.it da Gabriele Orsini

Lgbt: Rimini Fiera si schiera contro l'omofobia e la transfobia

In foto la stretta di mano tra il presidente Lorenzo Cagnoni e l’assessore Nadia Rossi

La Spa riminese ufficializza l'adesione data fin dal suo annuncio alla pregevole iniziativa del Comune di Rimini per una comunicazione attenta e responsabile,
a tutela dei generi.

E' stato firmato da Rimini Fiera il 'Protocollo d'intesa per l'attività di sensibilizzazione sulla parità e non discriminazione tra i generi nell'ambito della pubblicità'.

Con questa sigla la Spa riminese ufficializza l'adesione data fin dal suo annuncio alla pregevole iniziativa del Comune di Rimini per una comunicazione attenta e responsabile, a tutela dei generi e priva di elementi di omofobia e trans fobia, lanciata nelle scorse settimane e subito raccolta con entusiasmo dalle agenzie del territorio.

Il Protocollo, che prevede anche l'impegno del Comune di Rimini a denunciare eventuali comunicazioni lesive della dignità dei generi, è stato firmato lunedì mattina dal Presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, alla presenza di Nadia Rossi, Assessore alle Politiche di Genere del Comune di Rimini

"Rimini Fiera - commenta il Presidente Lorenzo Cagnoni - sviluppa in vari settori una intensa attività di comunicazione pubblicitaria, coinvolgendo numerose agenzie, del territorio e nazionali. Abbiamo aderito a questo protocollo per aggiungere un impegno formale alla convinzione che su certi temi sia necessario porre grande attenzione".

"La violenza contro le donne, - dice Nadia Rossi, Assessore alle Politiche di Genere del Comune di Rimini - va affrontata nelle sue forme estreme, ma va soprattutto contrastata sul piano culturale e dei valori, opponendosi ad una sorta di accettazione di un fenomeno che parte dalla concezione di relazioni fondate sul dominio, sull'idea del possesso di vite e di corpi altrui. Valori e obiettivi che la sottoscrizione di quest'oggi dimostra essere propri dell'intera collettività riminese, di cui Rimini Fiera è uno dei cardini portanti. E di questo ne siamo grati."

fonte http://www.riminitoday.it

Lgbt Verona: "INCONTRO DEL GRUPPO GENITORI RAINBOW" il calendario da settembre 2012 a luglio 2013

GENITORI RAINBOW - GENITORI OMOSESSUALI, GENITORI DI FIGLI OMOSESSUALI E FIGLI GRUPPO DI SOSTEGNO E MUTUO AUTO AIUTO

Il gruppo genitori RAINBOW di Verona è nato nel dicembre del 2009 ed è un gruppo di incontro, dialogo e ascolto aperto sia a “genitori di figli omosessuali” e sia a “genitori omosessuali” ovvero a persone gay, lesbiche che hanno avuto figli in precedenti relazioni eterosessuali o in altro modo.

Il gruppo è aperto anche a “figli” ovvero a persone, non necessariamente genitori, che desiderano confrontarsi sulle tematiche legate al rapporto genitori-figli in relazione agli aspetti LGBT.

Nel gruppo la risorsa primaria è la presenza dei partecipanti che, con la loro testimonianza, diventano arricchimento per tutti. Il confronto con persone che hanno vissuto esperienze simili, favorisce la possibilità di trovare una “legittimazione” (darsi la possibilità) rispetto alla tematica condivisa, quando questa è difficile da accettare.

Inoltre permette di intravvedere “possibili soluzioni” da seguire, poiché l’esperienza dell’altro è un “possibile insegnamento” indiretto. Ascoltare testimonianze simili, offre inoltre un senso di sollievo in quanto si scopre di non essere soli ad aver vissuto quel tipo di situazione e ad aver provato certe emozioni.

Lo spazio del gruppo è protetto e garantito dal rispetto della privacy e da ogni forma di giudizio o di valutazione.

Gli incontri si tengono due mercoledì al mese dalle 21.00 alle 23.00 nelle seguenti date 2012 e 2013, che trovate nello specifico al seguente link:
http://www.digayproject.org/Home/incontro_del.php?c=5516&m=9&l=it

Si può partecipare in modo libero a tutti o solo ad alcuni incontri. Non serve la prenotazione ma si raccomanda la puntualità.
La partecipazione al gruppo è gratuita.

L'iniziativa è sostenuta da: Arcigay e Arcilesbica di Verona e dal Gruppo Amici di Rebis.

Gli incontri si tengono c/o la sede del Milk Verona LGBT Community Center, Via Nichelosa, 9 a San Michele Extra Verona (Uscita casello Verona Est – direzione Verona).

Il conduttore del gruppo è Ermanno Marogna che da vari anni si occupa di counseling e formazione in ambito LGBT.

Per informazione di qualsiasi tipo contattare il numero 349 4641139 o scrivere a formazionelgbt@yahoo.it. Sito internet: www.genitori-lgbt.it

Ermanno Marogna Formazione LGBT - Verona
tel. 349 4641139
email: formazionelgbt@yahoo.it
fonte http://www.digayproject.org

Lgbt: Sulle unioni tra persone dello stesso sesso Arcigay Arezzo vuole il matrimonio

Sulle unioni tra persone dello stesso sesso le associazioni lgbt vogliono il matrimoni
Arcigay Arezzo sulla proposta di legge sulle unioni civili dell'on. Giovanardi “è anacronistica, noi puntiamo al matrimonio”

"La proposta di legge presentata dall'on. Giovanardi sull'introduzione nel codice civile di un contratto di convivenza e solidarietà, che permetterebbe alle coppie di fatto di riconoscere il loro amore attraverso un atto da presentare ad un notaio, la respingiamo al mittente" queste le parole di Cristina Betti, presidente del Comitato provinciale Arcigay Arezzo, che continua: "questo disegno di legge poteva essere presentato al massimo negli anni '80, ed è distante anni luce dall'unica proposta che ci interessa: realizzare l'eguaglianza tra le persone attraverso l'estensione del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali".

Stupisce inoltre che tale iniziativa arrivi dall'on. Giovanardi, noto a tutti per le sue frequenti dicharazioni omofobe e discriminatorie verso le persone gay, lesbiche e trans.

Secondo il presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè "Sicuramente si tratta di una mossa pubblicitaria [...] l'unica cosa credibile e' l'omofobia di Giovanardi che dopo aver cercato per anni di farsi pubblicita' sulla pelle delle persone omosessuali e sprizzando odio omofobico e' evidentemente alla ricerca di uno spazio elettorale che ha perso e che dubito possa ritrovare".

Conclude la presidente di Arcigay Arezzo: "siamo stufi delle dicharazioni ambigue di molti politici che provengono da destra e da sinistra, e non ci accontentiamo del riconoscimento solo di “mezzi diritti” come vorrebbe invece Rosy Bindi del PD mascherandosi dietro la giustificazione dell'incostituzionalità del matrimonio tra persone dello stesso sesso".

In autunno Arcigay “Chimera Arcobaleno” si farà promotore con tutti i comuni della provincia di Arezzo di un percorso di discussione e approvazione di strumenti quali i registri delle unioni civili e i certificati anagrafici di famiglia che riconoscano alle coppie di fatto gli stessi diritti e doveri delle coppie sposate, almeno nell'accesso ai servizi di competenza comunale, e che servano da ulteriore pressione verso il Parlamento per l'approvazione di una legge nazionale che garantisca la piena uguaglianza tra tutte le persone.
fonte Redazione OLTRE LE DIFFERENZE